Eric Richard Kandel

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Eric Richard Kandel

(Vienna, 7 novembre 1929) è un neurologo, psichiatra e neuroscienziato austriaco.

Professore di biofisica e biochimica presso la Columbia University dal 1974: è uno dei maggiori
neuroscienziati del secolo appena trascorso. È il primo psichiatra americano [1] a vincere il Premio
Nobel per la medicina nel 2000, conseguito per le sue ricerche sulle basi fisiologiche della
conservazione della memoria nei neuroni [2], premio che condivide con i colleghi Arvid Carlsson e
Paul Greengard. Kandel lavora alla Columbia University dal 1974.

Dall’infanzia all’interesse per la biologia (1929-1955)

Eric Richard Kandel nasce da Charlotte ed Hermann Kandel, ebrei originari dell’Ucraina che
gestiscono un negozio di giocattoli nella capitale austriaca, Vienna. A nove anni, da Anversa,
emigra dal continente europeo per trasferirsi negli Stati Uniti d’America col fratello Ludwig in
conseguenza della politica di arianizzazione voluta dal Terzo Reich. A Brooklyn – 11 maggio 1939 – i
due ragazzi si congiungono allo zio per poi essere raggiunti dai genitori, anche loro espatriati.
Sotto l’autorità del nonno, Eric R. Kandel intraprende gli studi giudaici e viene ammesso alla
Yeshivah of Flatbush di New York, diplomandosi nel 1944; nello stesso anno, Kandel propende per
l’istruzione fornita dalla Erasmus Hall High School, istituzione da una forte impronta accademica e
che aveva accolto un’altra futura Premio Nobel per la Medicina, Barbara McClintock. I suoi interessi
non sembrano ancora orientati alle discipline scientifiche, ma per quelle storiche-letterarie,
ambito di ricerca nel quale avrà modo di laurearsi presso lo Harvard College, sezione della più nota
Harvard University. La tesi di laurea ha per titolo The Attitude Toward National Socialism of Three
German Writers: Carl Zuckmayer, Hans Carossa, and Ernst Junger nella quale si riscontra la voglia
del futuro scienziato di comprendere l’Europa che ha lasciato alle spalle anni prima. Benché questo
argomento lo interessi particolarmente, l’amicizia che stringe con la giovane Anna Kris lo spinge ad
impegnarsi in un altro settore, quello psichiatrico. Anna è la figlia di due esuli austriaci, di
Marianne e del più noto Ernst Kris, psicoanalista e collaboratore sia di Sigmund sia di Anna Freud,
ed al quale si devono importanti contributi dediti alla sistemazione dell’indirizzo analitico della
Psicologia dell’Io. Ernst Kris, inoltre, come il giovane Eric Kandel, proveniva da un passato di
studi storici prima di dedicarsi alla psicoanalisi. I coniugi Kris incoraggiano Eric a concentrare i
suoi sforzi in direzione delle discipline psichiatriche a tal punto che questi si iscrive nel 1951
ai corsi di chimica ed alla fine dell’anno successivo a quelli di medicina della N.Y.U. Medical
School con l’intenzione di diventare uno psicoanalista, ma l’interesse per gli aspetti biologici
inizia a prendere a poco a poco il sopravvento, anche a partire dal dibattito iniziato in quegli
anni da Lawrence Kubie, Mortimer Ostow e Sydney Margolin intorno al ruolo della biologia della mente
per il futuro della psicoanalisi. Sempre nello stesso periodo ha modo di entrare in contatto con il
dott. Harry Grundfest, docente di zoologia e fisiologia presso la Columbia University altro convinto
assertore di un più stretto rapporto fra biologia e psicoanalisi.

Le prime esperienze in laboratorio e l’incontro con Denise Bystryn (1955-1956)

Vista anche la mancanza di una facoltà dedicata allo studio della biologia molecolare alla N.Y.U,
Kandel decide di optare per un periodo elettivo alla Columbia University: qui, inizia a collaborare
presso il laboratorio proprio di Harry Grundfest. La ricerca degli studi di Grundfest, nata dalla
collaborazione con il Nobel Herbert Gasser, si concentra sull’uso dell’oscilloscopio come strumento
di misurazione del rapporto fra azione potenziale e diametro degli assoni. Kandel collabora presso
il laboratorio con Dominik Purpura sulle proprietà dei dendriti, ma le tecniche utilizzate per il
suo studio – che coinvolge l’utilizzo di risposte evocate stimolando una piccola area della
corteccia – non lo soddisfano, visto che non può ottenere che risposte indirette alle sue ricerche
dato l’eccessivo numero di neuroni che ne vengono coinvolti. Questo è il periodo in cui ha modo di
conoscere la sua futura moglie, Denise Bystryn, laureata in sociologia medica, esule francese
emigrata dal sud della Francia nel 1949, a pochi anni dalla cessazione della occupazione nazista.
Denise Bystryn, incoraggia Kandel a continuare i suoi studi con Grundfest. Il 20 settembre 1955, il
dott. Grundfest mostra a Kandel tre articoli dello psicologo e neurobiologo viennese Stephen Kuffler
apparsi sullo Journal of General Physiology: tema dei saggi è l’inibizione e l’eccitazione dei
dendriti e del soma di isolate cellule nervose sensoriali in alcuni carapaci. Questi studi mostrano
la relazione fra proprietà dei dendriti degli invertebrati ed i neuroni corticali dei vertebrati.
Questo aspetto, che Kandel farà completamente suo studiando la Aplysia californica, pone allo
studioso la consapevolezza che sia possibile ottenere risultati nello studio dell’apparato neurale
dei vertebrati a partire da situazioni più semplici da realizzare sperimentalmente. L’anno
successivo, da graduato della scuola di medicina, sposa Denise Bystryn. Dopo un breve periodo
d’internato al Montefiore Hospital, ritorna da Grundfest dove si confronta con Stanley Crain, il
pionere degli studi di elettrofisiologia nei tessuti cellulariin culture, e dal quale apprende
l’universalità dei processi nervosi e la correttezza dell’ipotesi di Kuffler. Visto l’interesse di
Kandel per tali argomenti, Grundefest riesce a raccomandarlo per un incarico post-dottorato presso
il National Institutes of Health/NIMH (istituto di salute mentale) di Bethesda e viene accettato da
Wade Marshall, responsabile del laboratorio di neurofisiologia.

L’esperienza al NIMH e le prime ricerche sulle basi cellulari della memoria

«Entrai ai NIH da ricercatore entusiata ma inesperto e ne uscii tre anni dopo da neurofisiologo
competente». Con queste parole Kandel descrive la sua breve esperienza presso il centro di Bethesda.
Wade Marshall è ritenuto in quelli anni uno dei luminari dello studio del cervello. Grazie alle
scoperte relative alle risposte evocate, Marshall era negli anni giunto a dimostrare come
topograficamente una descrizione del nostro corpo fosse contenuta nel cervello. Successivamente lo
studioso americano, sposta la sua ricerca sulle malattie depressive. Nello stesso periodo
l’attenzione delle ricerche neurofisiologiche si concentra (Scoville e Milner) sui problemi legati
all’immagazzinamento di nuove informazioni da parte del cervello umano. Già studiosi come Karl
Lashley avevano interessato il giovane Kandel, ma l’interesse più generale per le relazioni fra il
campo della pischiatria-psicoanalisi e la biologia, porta Kandel a concentrarsi definitivamente in
queste ricerche. Niente era comunque noto sui fondamenti cellulari della memoria, ma solo in questo
periodo iniziano ad essere disponibili le prime tecniche. Gli elementi dal quale Kandel decide di
partire sono forniti dagli studi d’inizio secolo di Santiago Ramón y Cajal e dell’allievo Lorente de
Nó che rivelano il ruolo fondamentale delle cellule piramidali dell’ippocampo (area tradizionalmente
a cui viene attribuito un ruolo privilegiato nell’immagazzinamento dei dati), data anche la loro
facilità nell’essere studiate. Kandel decide però di confrontare le proprietà di tali cellule con
quelle del midollo spinale. Contemporaneamente, al laboratorio di Marshall, arriva dalla Università
dell’Oregon un giovane ricercatore Alden Spencer: con questi Kandel condivide l’interesse per la
ricerca nel campo della memoria e per la rilevanza dell’ippocampo. Nel 1958 i due ricercatori
ottengono la prima registrazione intercellulare dell’ippocampo. Grazie a questo lavoro, i due
pongono in evidenzia come l’azione potenziale trovi un suo secondo sito di partenza nei dendrite
apicale; in secondo mostrano come a differenza dei motoneuroni, i neuroni dell’ippocampo non siano
silenziosi in assenza di attività sinaptica; per ultimo scoprono il ruolo del sistema inibitore
dell’ippocampo più particolare di quello presente nel midollo spinale. Ma ciò che risulta
fondamentale da questi lavori è che, la specificità delle cellule nervose dell’ippocampo non dipende
dalle proprietà intrinseche degli stessi, ma dalle loro connessioni funzionali (intrinseche ed
estrinseche). Ma ciò pone ora ai due scienziati il problema di come determinare questa specificità
dato l’elevato numero di cellule nervose nell’ippocampo e dell’altrettanto elevato numero di
connessioni. Dati i risultati ottenuti sino a qui, Kandel ottiene dal dottor Jack Ewalt del
Massachusetts Medical School di rinviare il proprio internato in psichiatria per il quale si era già
impegnato (luglio 1959).

Note
1 ^ Pardes H., Prefazione p. XIII; in Psichiatria, Psicoanalisi e Nuova Biologia della Mente.
2 ^ (EN) The Nobel Prize in Physiology or Medicine 2000. Nobel Web AB 2009. URL consultato il
10-05-2009. “Eric Kandel, Center for Neurobiology and Behavior, Columbia University, New York, is
rewarded for his discoveries of how the efficiency of synapses can be modified, and which molecular
mechanisms that take part. With the nervous system of a sea slug as experimental model he has
demonstrated how changes of synaptic function are central for learning and memory. Protein
phosphorylation in synapses plays an important role for the generation of a form of short term
memory. For the development of a long term memory a change in protein synthesis is also required,
which can lead to alterations in shape and function of the synapse.”

Bibliografia
Kandel, Eric R. (2007): In Search of Memory – The Emergence of a New Science of Mind. WW Norton &
Company, New York.
Kandel, Eric R., et al (1981 First Edition, Fifth Edition due for publication on March 24, 2010):
Principles of Neural Science Elsevier. Trad. it. Principi di Neuroscienze. Prima ed. C.E.Ambrosiana,
Milano, 1994. ISBN 978-88-408-0798-0
Kandel, Eric R.: Psichiatria, Psicoanalisi e Nuova Biologia della Mente; Milano: Raffaello Cortina
Editore, 2007. ISBN 978-88-6030-105-5

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