Endocannabinoidi, molecole simili alla marijuana

pubblicato in: AltroBlog 0
Endocannabinoidi, molecole simili alla marijuana

Gli endocannabinoidi sono presenti nella pianta della marijuana, ma anche il cervello produce queste
sostanze. Grazie a esse modula il piacere, così come il dolore e perfino l’impatto dello stress.

La memoria, il riposo, la riproduzione, il piacere e anche la regolazione dello stress… Gli
endocannabinoidi sono affascinanti molecole che il corpo produce per modulare il sistema
endocannabinoide (SEC).

Potrebbe stupire o destare inquietudine sapere che buona parte del nostro organismo è “inondato” da
queste sostanze chimiche. Queste piccole sostanze sono una parte fondamentale del sistema di
ricompensa del cervello.

Grazie a esse il nostro cervello porta a termine innumerevoli meccanismi e qualsiasi scompenso può
minare il nostro benessere. In questo senso, recenti studi dimostrano che qualsiasi alterazione nei
livelli degli endocannabinoidi può essere legata a stress e ansia.

È anche interessante sapere che sebbene si tratti di elementi endogeni, ovvero prodotti dal
cervello, si possono trovare anche in natura. Infatti anche la pianta della marijuana li contiene.
Ma il dato sorprendente che dovremmo ricordare è che tutti noi abbiamo il nostro sistema
cannabinoide.

Cosa sono gli endocannabinoidi?

Gli endocannabinoidi sono uno dei componenti attivi della pianta della marijuana. Ma, come
anticipato, anche il cervello li produce. Essi sono presenti nell”organismo e circolano nel flusso
sanguigno.

Si tratta di molecole di lipidi (grassi) che hanno un ruolo decisivo nel favorire la comunicazione
fra neuroni. Il lavoro di ricerca condotto dal dipartimento di scienze psicologiche e cerebrali
dell”Università dell”Indiana (Stati Uniti) ci indica dati importanti in merito.

Fino a oggi sono state identificati solo due tipi di queste sostanze chimiche, l”anandamide (AEA) e
l”arachidonoilglicerolo (2-AG). Quando agiscono sui recettori endocannabinoidi, si regolano
molteplici meccanismi di base della nostra quotidianità, come l”apprendimento, la memoria, il sonno,
l”appetito e perfino lo stato d”animo.

È altrettanto importante ricordare che queste molecole svolgono un”altra funzione fondamentale. Gli
AEA e il 2-AG modulano il circuito di ricompensa del cervello. Lo fanno stimolando la produzione di
dopamina, che regola la motivazione e gli stati di piacere.

Che funzioni hanno gli endocannabinoidi?

Nonostante siano stati individuati solo due tipi di cannabinoidi, si crede che possano esisterne
molti di più, date le loro molteplici funzioni.

D”altra parte, bisogna ricordare che i cannabinoidi endogeni sono neurotrasmettitori naturali. Ciò
significa che agiscono come messaggeri chimici nel corpo, ovvero inviano segnali fra le cellule
nervose. Vediamo le loro funzioni.

Regolano la nostra energia

Queste molecole regolano il riposo notturno e anche i momenti di attività. Sono determinanti nel
conciliare il sonno, ma a volte possono attivare la nostra motivazione, motivo per cui proviamo
piacere quando lavoriamo per un obiettivo.

Stimolano l”appetito

Il sistema endocannabinoide centrale ricopre un ampio spettro di processi fisiologici, di cui
l”appetito è uno dei più importanti.

Un dato curioso è che anni fa la scienza ha scoperto che il principale costituente psicoattivo della
cannabis, il delta 9-THC, agisce sul nostro sistema endocannabinoide. Questa scoperta è stata
sfruttata per aumentare la sensazione di appetito in soggetti con anoressia o cancro.

Circolazione del sangue

Fra i due endocannabinoidi scoperti, il 2-AG è uno dei più importanti del cervello, del fegato e dei
polmoni. In questi organi produce acido arachidonico, impiegato nella sintesi delle prostaglandine.

Grazie a esse, sono possibili funzioni come la pressione sanguigna, la coagulazione del sangue o
perfino la risposta infiammatoria allergica.

Regolazione del dolore

È importante sapere che il sistema endocannabinoide è una parte fondamentale della comunicazione
intercellulare. Ma come se non bastasse, è coinvolto in una vasta gamma di processi fisiologici,
come la regolazione della percezione del dolore.

Quando il cervello scopre uno stato infiammatorio o la presenza di una ferita o di un urto, si
attivano immediatamente gli endocannabinoidi per ridurre la sofferenza.

Memoria e apprendimento

Da anni le neuroscienze ci stanno fornendo dati su questi composti chimici. Uno dei più rilevanti è
il fatto che esistono recettori di endocannabinoidi nell”ippocampo e nella corteccia, che
favoriscono i processi di memoria e di apprendimento.

Gli endocannabinoidi e le esperienze sociali piacevoli

Tutto il corpo è “inondato” da queste sostanze chimiche. Ma da uno studio pubblicato dall’Università
di Muenster (Germania), emerge un altro dato. Gli endocannabinoidi AEA e 2-AG sono fondamentali nel
piacere che proviamo grazie alle relazioni sociali quotidiane.

Ogni volta che realizziamo qualcosa che il cervello interpreta come socialmente positivo, queste
sostanze chimiche endogene facilitano il rilascio di dopamina nei centri di ricompensa del cervello.
Un abbraccio, una chiacchiera con i nostri amici davanti a un caffè, una passeggiata con il partner,
giocare con i nostri figli, etc.

Queste esperienze riempiono il flusso sanguigno di queste sostanze simili alla marijuana che ci
donano piacere, benessere e felicità. Non esiste modo migliore per ridurre lo stress e l’ansia che
godere di questi istanti di equilibrio e complicità con le persone che amiamo di più.

www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4789136/

it.wikipedia.org/wiki/Ippocampo_(anatomia)

da lista mente gg

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *