Come fa il cervello a scegliere cosa ascoltare

pubblicato in: AltroBlog 0
Come fa il cervello a scegliere cosa ascoltare

15 dicembre 2017

I meccanismi alla base dei deficit di attenzione uditiva selettiva che, per esempio, rendono
difficile seguire una conversazione in un ambiente anche moderatamente rumoroso, sono stati chiariti
da una ricerca che ha scoperto una carenza di mielinizzazione in alcune aree cerebrali chiave per
l’informazione uditiva (red)

da lescienze.it

Aspetti essenziali dei meccanismi cognitivi e neurali responsabili dell’attenzione uditiva selettiva
– ossia della capacità del cervello di scegliere quali stimoli uditivi privilegiare fra i molti che
arrivano in uno stesso momento – sono stati chiariti da una ricerca condotta da psicologi e
neuroscienziati della Carnegie Mellon University, dell’University of London e del’University College
of London che firmano un articolo su “The Journal of Neuroscience”.

Lo studio in prospettiva potrebbe permettere lo sviluppo di nuove strategie per contrastare i
deficit dell’attenzione uditiva selettiva – tipicamente esemplificata dalla difficoltà a seguire una
conversazione a un party o una rumorosa riunione familiare – che possono essere provocati da una
commozione cerebrale, un ictus, forme di autismo o anche dal semplice invecchiamento e a loro volta
possono causare isolamento sociale, depressione, minore capacità lavorativa e disfunzioni cognitive.

I ricercatori hanno sottoposto otto persone dall’udito normale e senza problemi neurologici a
risonanza magnetica funzionale mentre ascoltavano delle melodie con l’eventuale presenza di rumori
di fondo di diversa altezza.

Ai soggetti veniva inoltre chiesto di prestare attenzione ai toni alti o a quelli bassi. In questo
modo Frederic K. Dick hanno potuto definire con precisione le cosiddette mappe tonotopiche, mappe
che rappresentano i livelli di attivazione delle diverse aree della corteccia cerebrale in funzione
della frequenza udita, nelle quali toni vicini attivano maggiormente gruppi di neuroni vicini.

Successivamente, usano una nuova tecnica di imaging cerebrale ad alta risoluzione, chiamata
mappatura multiparametro, hanno controllato se l’attivazione dell’udito o l’attenzione alle diverse
frequenze potesse venire correlata a una caratteristica chiave delle reti neurali, la
mielinizzazione.

La mielina è una sostanza che, avvolgendo gli assoni dei neuroni, permette il loro “isolamento
elettrico” e quindi una migliore trasmissione delle informazioni lungo gli assoni. Le varie regioni
cerebrali differiscono notevolmente l’una dall’altro nel livello di mielinizzazione degli assoni dei
loro neuroni.

Confrontando le mappe tonotopiche e le mappe mieliniche, i ricercatori hanno scoperto che in alcune
aree specifiche esse erano molto correlate: a un aumento della quantità di mielina presente in una
piccola porzione di corteccia, corrisponde un aumento della capacità dei neuroni di rispondere
selettivamente a frequenze particolari.

“Questo è un risultato significativo perché potenzialmente rivela alcuni possibili guasti sulle
linee di comunicazione del cervello uditivo,” ha detto Dick.

dx.doi.org/10.1523/JNEUROSCI.1436-17.2017

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *