Le Sei Azioni Liberatrici

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Le Sei Azioni Liberatrici

di Lama Ole Nydahl

Kagyu Life International, No.3, 1995

Copyright ©1995 Kamtsang Choling USA

Le sei azioni liberatrici sono un insegnamento che lavora sulle motivazioni e che è destinato
all’uso diretto nella vita di ciascuno. Come generalmente noto, il Buddhismo ha uno scopo molto
pratico e la sua visione è estremamente chiara. Nessuno ottiene l’Illuminazione semplicemente
ascoltando gli insegnamenti. I risultati duraturi provengono dalle esperienze reali e dai
cambiamenti che esse comportano. Essendo questo punto così importante, il Buddha diede molti
consigli pratici, che non dovrebbero mai essere visti come comandamenti, ma come l’aiuto di un
amico. Non essendo un creatore, nè un dio che giudica, egli non vuole seguaci, nè studenti che si
comportino come un gregge di pecore. Invece egli vuole colleghi – il suo reale obiettivo sono
persone mature che condividano la sua Illuminazione e la massiccia responsabilità che questa
comporta.

Per coloro che pensano soprattutto a sé stessi, i suoi consigli sono contenuti nel Nobile Ottuplice
Sentiero. Iniziando con l’adozione di uno stile di vita salutare, esso culmina nell’acquisizione
della retta concentrazione. Chiunque abbia raggiunto il livello della compassione e della
comprensione, e desideri essere utile agli altri troverà molto utili le Sei Paramita o Sei Azioni
Liberatrici. Ita significa andato e Param significa oltre. Le Paramita sviluppano l’amore che porta
ciascuno a superare il livello personale. E’ la visione che rende ciascuno libero, la profonda
comprensione che colui che guarda, le cose viste, e l’atto del vedere sono interdipendenti e
costituiscono un tutt’uno, che il soggetto, l’oggetto e l’azione non possono essere separate. Le
Paramita liberano non perchè le brutte immagini che appaiono nello specchio della propria mente
siano rimpiazzate con immagini buone, ma perchè gli stati di fiducia che esse producono permettono
di andare oltre il bene ed il male e di riconoscere lo specchio stesso: brillante, perfetto e più
fantastico di qualunque cosa che esso possa riflettere. Le azioni sono liberatrici perchè portano a
riconoscere la natura ultima della mente. Se si riempie la mente solo con buone impressioni ciò
porterà, naturalmente, felicità futura, ma non andrà oltre l’esperienza condizionata. Con la visione
dell’unicità di soggetto, oggetto ed azione, qualunque cosa si intraprenda a beneficio degli altri
porterà a colui che agisce benefici senza tempo.

La Prima Azione Liberatrice: La Generosità.

La generosità rivela le potenzialità di ogni situazione. Il mondo è pieno di ricchezza spontanea,
ma non importa quanto bella sia la musica, non c’è festa se nessuno danza. Se nessuno condivide con
gli altri qualcosa di se stesso, non accadrà niente di significativo. E’ per questo che la
generosità è così importante. Al tempo del Buddha, le persone erano molto meno complicate di oggi.
Inoltre non avevano strane macchine che lavoravano per loro. In quell’epoca la generosità consisteva
nell’aiutare gli altri a sopravvivere, nell’assicurarsi che avessero abbastanza da mangiare. Ciò
significava che l’azione era spesso indirizzata a cose materiali. Oggi, nella parte libera e non
sovrappopolata del mondo, non è questo il caso; di solito si muore per eccesso di grasso intorno al
cuore. Mancando la chiarezza della mente, le persone sviluppano problemi interiori e, mentre
diminuiscono quelli esteriori, esse iniziano a sentirsi sole ed insicure. Invece di preoccuparsi di
ciò che è necessario, si sviluppano complicate vite interiori e molti non hanno mai provato la gioia
di poter godere della libertà fisica.

Perciò nel mondo occidentale e nelle parti dell’Asia in cui abbondano i beni materiali, la
generosità si riferisce prevalentemente all’aspetto interiore delle emozioni. Ciò significa
condividere il proprio potere, la propria gioia ed il proprio amore con gli altri partendo da
livelli posti al di sopra di quello personale dai quali non è possibile cadere. Se si medita
correttamente e si attinge agli stati incondizionati della mente, non c’è limite al bene che
ciascuno può trasferire agli altri. Condividere la propria certezza ultima e assoluta è il più bel
dono di tutti – donando agli esseri il proprio calore – e sebbene non si possano portare con se
nella tomba la propria macchina o la fama acquisita, non tutto viene perso con la morte. Le qualità
sviluppate nelle vite precedenti si recuperano facilmente in quella successiva e non c’è ricchezza
che si trasmetta più direttamente da un’esistenza all’altra dell’energia gioiosa. Spremere il succo
della vita è un’attività che ripaga e qualche mantra o prosternazione in più, un po’ più di amore
del solito per il proprio partner, non solo danno forza qui ed ora ma accelerano il processo
dell’Illuminazione.

la più bella e l’unica ricchezza duratura che può essere donata agli altri consiste nel far loro
comprendere la propria natura incondizionata

Come ho già detto, la più bella e l’unica ricchezza duratura che può essere donata agli altri
consiste nel far loro comprendere la propria natura incondizionata. Ma come riuscirci?

Come si può mostrare agli altri la loro innata perfezione? Lo specchio migliore sono gli
insegnamenti del Buddha ed è per questo che non esiste attività più benefica del fondare centri di
meditazione. La saggezza pratica che essi distribuiscono consente a molti di familiarizzare con la
chiara luce della loro consapevolezza ed i semi così piantati cresceranno attraverso le vite future
fino all’Illuminazione. Sebbene molte persone, che danno particolare importanza agli aspetti della
vita sociale, sostengano che tali insegnamenti sono un lusso e che si dovrebbe prima di tutto dare
alla gente di che mangiare, questo non è vero. C’è molto spazio per entrambe le cose. Quando la
mente funziona bene, lo stomaco digerirà meglio il cibo e forse gli uomini capiranno le ragioni per
avere meno bambini. In ogni caso, il corpo è destinato a scomparire mentre la mente sopravviverà.

La Seconda Paramita: Una vita consapevole, piena di significato ed utile per gli altri.

Dal momento che termini come moralità ed etica sono impiegati dalle classi dominanti per controllare
quelle inferiori, molti preferiscono non impiegarli. Le persone sono consapevolmente intimidite da
questo e spesso pensano: “Se lo stato non ti agguanta in questa vita, la chiesa ti agguanterà
nell’aldilà.” Anche quando si danno solo consigli, come nel caso del Buddha, e l’unico scopo è il
pieno sviluppo degli esseri, bisogna scegliere parole che istruiscano con chiarezza, senza indurre
nelle persone la paura. La migliore definizione della seconda azione liberatrice è, probabilmente:
“una vita piena di significato e dedicata al beneficio degli altri”.

Ma questo cosa significa? Come si possono racchiudere le innumerevoli azioni, parole e pensieri di
ciascun singolo giorno? Buddha, vedendo ogni cosa dallo stato di saggezza senza tempo, ebbe alcune
idee uniche. Dato che le persone hanno dieci dita per contare e poi per ricordare, egli diede dieci
consigli circa ciò che è utile e che cosa non lo è. Comprendendo il corpo, la parola e la mente,
questi consigli acquistano significato anche per gli individui indipendenti nel momento in cui essi
riconoscono che il Buddha non è un capo bensì un amico che desidera la felicità di ognuno. Egli
vuole che ognuno condivida la chiara luce estatica della mente, che conosce il passato, il presente
ed il futuro. Riconoscendo che ciascuno è un Buddha che non si è ancora reso conto di esserlo, e
comprendendo che il mondo esterno è una terra pura, ogni esperienza diviene l’espressione della più
alta saggezza solo perchè può accadere. In quale altro modo potrebbe agire il Buddha? Egli non
insegna con dogmi o dall’alto, ma condivide la sua saggezza con gli esseri che egli sa essere suoi
eguali in essenza.

Grazie al buon Karma di coloro che lo circondavano, il Buddha insegnò per ben 45 anni e morì con un
sorriso. Egli insegnò a molti studenti straordinari. Le domande che gli ponevano erano al livello di
quelle che avrebbero potuto porgli Socrate, Aristotele e Platone; le menti migliori di una
sorprendente generazione vennero a metterlo alla prova con l’assortimento completo dei loro
argomenti filosofici e non trovarono solo argomenti convincenti: il potere del Buddha era tale che
li cambiò in maniera duratura. Oltre a perfezionare le loro abilità logiche, egli influenzò
completamente le loro menti. Introducendoli alla sperimentazione senza tempo al di là delle loro
esperienze contingenti, non rimase spazio per alcun dubbio.

Ai livelli di corpo, parola e mente non è difficile capire cosa sia utile evitare.

le menti migliori di una sorprendente generazione vennero a metterlo alla prova con l’assortimento
completo dei loro argomenti filosofici e non trovarono solo argomenti convincenti: il potere del
Buddha era tale che li cambiò in maniera duratura.

Quando le persone hanno problemi con la polizia, di solito hanno causato qualche guaio che riguarda
il corpo. Gli eventi più frequenti in questo caso sono le uccisioni, i furti e le violenze sessuali.

Quando le persone si sentono sole, di norma dicono cose che disturbano gli altri. Solitamente
mentono con l’intento di danneggiare gli altri, spargono pettegolezzi, separano gli amici o
confondono la gente. Se qualcuno è infelice, svilupperà la tendenza ad avversare gli altri, proverà
invidia e permetterà a stati confusionali di prendere piede lentamente.

All’opposto stanno le dieci azioni positive di corpo, parola e mente che portano solo felicità. Esse
ci rendono potenti ed utili agli altri. Qui il Buddha consiglia di usare il proprio corpo come un
utensile per proteggere gli esseri, per dare loro amore e qualunque altra cosa di cui abbiano
bisogno. Chiunque ha successo con gli altri adesso, ha sviluppato questo potenziale nelle vite
precedenti, per cui più presto si comincia meglio è.

Le parole di ciascuno, grazie agli odierni mezzi di comunicazione, possono raggiungere un numero
maggiore di esseri. Le parole gentili dette in passato creano piacevoli esperienze adesso e
rinforzano il karma positivo. Se le persone ascoltano, parlano con gentilezza e ricevono
informazioni chiare, scopriranno in questa vita il beneficio di dire la verità ogni volta che sia
possibile, eviteranno di dire bugie per danneggiare gli altri e mostreranno agli altri come
funzionano le cose del mondo, portando loro la calma interiore.

Ed infine, che cosa fare con la propria mente? La via da percorrere consiste nell’augurare il bene,
nel gioire del bene che gli altri fanno e nel pensare in modo corretto. Queste qualità ci hanno
portato la felicità mentale che noi godiamo ogni giorno e farle diventare un’abitudine ci assicura
la felicità fino all’Illuminazione. La mente è la cosa più importante di tutte. I pensieri oggi
diventano parole ed il giorno dopo azioni. Ogni momento è importante qui ed ora. Se si osserva la
mente niente può arrestare il proprio progresso.

La Terza Paramita: Come non perdere la felicità futura per colpa dell’ira.

Quando si accumula ricchezza spirituale mediante la generosità e la si dirige con la giusta
comprensione, la terza qualità necessaria sulla propria via è la pazienza; per non perdere l’energia
positiva nel lavorare per gli altri e per se’ stessi.

Come la si può perdere? Con l’ira. L’ira è l’unico lusso che la mente non può permettersi. Le buone
impressioni accumulate in molte vite – che costituiscono il capitale della mente e l’unica fonte
della felicità permanente – possono essere bruciate in un attimo con accessi di rabbia calda o
fredda. Buddha ha detto che evitare l’ira è l’abito più bello e difficile che uno può indossare, e
diede molti mezzi per ottenere questo risultato. Un mezzo molto utile oggi è lo sperimentare una
situazione come una serie di eventi separati ai quali reagire senza valutarli. Questa tattica, che
possiamo chiamare “del salame” o dello “stroboscopio”, è molto efficace quando si reagisce ad un
pericolo fisico. Anche altri metodi come provare empatia con chiunque crei cattivo Karma, sapendo
che esso si ritorcerà su di lui, essere consapevoli della natura impermanente e condizionata di ogni
esperienza ed immaginare come debba essere delusa una persona che causa tali problemi, sono approcci
benefici. Reagire senza rabbia a qualunque cosa appaia, libererà la saggezza senza tempo del corpo,
della parola e della mente e le proprie reazioni saranno giuste. Al più alto livello di pratica, la
Via di Diamante, si lasciano fluttuare le emozioni indesiderate su un tappeto di mantra e si
lasciano scivolare via senza che causino cattive abitudini. Si può anche fare in modo che il ladro
entri in una casa vuota semplicemente restando consapevoli della sensazione senza fare niente di
inusuale. Quando ci avrà visitati un po’ di volte senza ricevere alcuna energia, si ripresenterà
meno frequentemente ed infine resterà lontano. Chiunque sa essere consapevole quando la rabbia
appare, gli si agita intorno e poi scompare, scoprirà uno stato della mente radioso, che mostra
tutte le cose con chiarezza come uno specchio.

In ogni caso, è saggio evitare l’ira in tutti i modi in cui si è capaci. E quando morde, lasciarla
andare via velocemente. La decisione di fermare l’ira e di rimuoverla ogni volta che appare è il
supporto per il voto “interiore” o voto del Bodhisattva. La forza è utile per proteggere ed
insegnare, ma il sentimento di rabbia crea sempre difficoltà e provoca la maggior parte delle
sofferenze nel mondo odierno. I protettori Buddhisti che rimuovono gli ostacoli, o Tilopa e Marpa
che purificano i loro studenti a tempo di record, compiono azioni che ricadono nella categoria delle
azioni di forza. Probabilmente nessun insegnante potrebbe sopravvivere senza ricorrervi.

I centri di meditazione necessitano di questa visuale per una equilibrata politica nei confronti dei
loro visitatori. Se le persone sembrano ubriache o drogate, sporche o si comportano male, dovrebbero
essere allontanate rapidamente. Disturbano gli altri e in più, il giorno successivo, non
ricorderanno cosa hanno imparato. La funzione di un centro Buddhista, e specialmente del lignaggio
Karma Kagyu, è quella di offrire una via spirituale a coloro che sono troppo critici ed indipendenti
per qualunque altra cosa; ci sono abbastanza chiese ed altri luoghi per le persone bisognose di
aiuto. Comunque, non tutti hanno le condizioni necessarie per praticare il Buddhismo. Per praticare
la Via di Diamante occorre avere quanto meno una capacità di base di sapersi comportare, di non
prendere le cose come fatti personali e di pensare agli altri.

La Quarta Paramita: L’energia gioiosa che assicura la nostra crescita

La Paramita successiva è l’energia gioiosa. Senza di essa la vita non ha alcun guizzo e l’uomo
diventa più vecchio ma non più saggio. E’ un punto del quale si dovrebbe essere consci, continuando
a nutrire corpo, parola e mente con le impressioni che alimentano l’appetito di ulteriori conquiste
e gioie. Poiché i più hanno una forte tendenza all’inerzia ed allo status quo, ci si dovrebbe
assicurare di mantenere la propria vitalità interna facendola emergere verso l’esterno, il che in
effetti si verifica al meglio attraverso la visione pura della Via di Diamante. Sapendo che tutti
gli esseri sono Buddha momentaneamente in attesa che venga loro mostrata la loro ricchezza e che
tutta l’esistenza consiste nel libero gioco dello spazio illuminato, che cosa potrebbe esserci di
più appagante del far sì che tutto questo diventi vero? C’è una gioia immensa insita nella crescita
costante, nel non permettere mai che qualcosa diventi stantio o logoro. Lo sviluppo reale sta al di
là della propria zona di comfort e il chiedere poco agli altri e molto a sé stessi è un approccio
che ripaga.

La Quinta Paramita: la Meditazione che riempie la vita di significato.

I primi quattro punti dovrebbero essere evidenti per tutti. Chiunque voglia dare alla vita forza e
significato deve rivolgersi agli altri. Ciò si realizza meglio attraverso la generosità con corpo,
parola e mente. Occorre dirigere l’energia che così si presenta verso pensieri, parole ed azioni
salutari ed evitare, di conseguenza, la rabbia che distrugge tutti i buoni semi che uno può aver
piantato. L’energia dà inoltre quella spinta extra che apre nuove dimensioni.

Ma perché la meditazione? Perché gli stati di gioia raggiunti occasionalmente non possono essere
mantenuti per mezzo della sola volontà.

Le emozioni indesiderate spesso stanno in agguato negli angoli bui della coscienza degli esseri e
possono portarli a fare, dire o sperimentare cose che avrebbero preferito evitare. La meditazione
pacificatrice che calma e trattiene la mente permette invece di porsi ad una distanza sufficiente da
consentirci di sceglierci i ruoli nelle commedie della vita, evitando di prendere parte alle sue
tragedie.

La Sesta Paramita: La Saggezza – Riconoscere la vera natura della mente.

Fin qui, le cinque azioni menzionate sono per lo più atti che riempiono la mente di buone
impressioni e così producono una felicità condizionata. Da sole esse non vanno oltre questo
risultato. Ciò che rende le paramita liberatrici, in quanto ci consentono di “andare oltre” il
proprio livello personale, è il sesto punto, la saggezza illuminante fornita dal Buddha. Nella sua
pienezza essa significa la comprensione dei sedici livelli di vacuità o l’origine interdipendente di
tutti i fenomeni, esterni ed interni, argomenti che sono il soggetto di molti libri ponderosi. In
poche parole essa può essere espressa come la comprensione che fare il bene è naturale.

Poiché soggetto, oggetto ed azione sono tutte parti della stessa totalità, cos’altro si può fare?
Esse si condizionano l’una con l’altra e condividono lo stesso spazio mentre nessun ego, io o
essenza durevole si può trovare in esse nè altrove. Quando ci rendiamo conto di questo, comprendiamo
anche che ciò che tutti gli esseri desiderano è la felicità; allora potremo agire per portare loro
beneficio nel lungo termine.

Kagyu Life International, No.3, 1995 Copyright ©1995 Kamtsang Choling USA

www.buddhism.it/teaching/sixLiberatingActions.htm

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