Il trattato di Kundalini – di Swami Sivananda – Parte quarta

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KUNDALINI YOGA by Swami Sivananda

Traduzione dalla 6 edizione a cura di Aumprakash & Roma

1971 by The Divine Life Trust Society 1981 by Editrice Vidyananda.

– Quarta parte –

– Necessità di un Guru –

Nei tempi passati si chiedeva agli aspiranti di vivere con il guru per un certo numero di anni, cosi
che il guru potesse studiarli accuratamente. Il cibo, durante la pratica, cosa praticare e come, se
gli studenti sono idonei per il sentiero dello yoga, il temperamento degli aspiranti e altre cose
importanti, devono essere considerate e giudicate dal guru. È il guru che deve decidere se gli
aspiranti sono di tipo superiore, medio, o inferiore e prescrivere i diversi tipi di esercizi.

La sadhana differisce secondo la natura, la capacità e le qualifiche dell’aspirante.

Dopo aver compreso la teoria dello yoga, dovete apprenderne la pratica da un guru esperto. Finché
c’è il mondo, ci saranno libri sullo yoga, come pure insegnanti. Voi dovete cercarli con fede,
devozione e sincerità. Potete avere facili lezioni dal guru e praticarle anche a casa, nella fase
iniziale della pratica. Quando avanzate un po’, per gli esercizi più avanzati e difficili dovete
stare con il guru. Il contatto personale con il guru ha molteplici vantaggi. Sarete altamente
beneficiati dalla spirituale aura magnetica del vostro guru.

Per la pratica del bhakti yoga e del vedanta non c’è bisogno di avere il guru al vostro fianco. Dopo
aver appreso per qualche tempo le Sruti dal guru, dovete riflettere e meditare da soli, in completa
solitudine; mentre nel kundalini yoga dovrete infrangere i granthi e portare la Kundalini di chakra
in chakra. Questi sono tutti processi difficili. Il metodo d’unire prana e apana, di mandarli lungo
la sushumna e d’infrangere i granthi necessita l’aiuto di un guru.

Dovrete sedere ai piedi del guru per parecchio tempo. Dovrete comprendere precisamente la locazione
di nadi e chakra e la tecnica dettagliata di parecchi kriya yogici.

Rivelate al vostro guru i segreti del vostro cuore; più lo farete, più grande sarà la simpatia e
l’aiuto che riceverete dal guru. Questa simpatia significa, per voi, afflusso di forza nella
battaglia contro il peccato e la tentazione.

‘ Apprendi questo per mezzo di disciplina, ricerca e servizio I saggi, i veggenti dell’Essenza delle
cose ti istruiranno nella saggezza (Gita).

Alcuni fanno per qualche anno meditazione, indipendentemente. In seguito, sentono effettivamente la
necessità di un guru. Essi si imbattono in alcuni ostacoli sulla via; non sanno come procedere oltre
e come superare questi ostacoli o impedimenti. Allora cominciano a cercare un maestro.

Uno straniero, in una grande città, trova difficile ritornare al suo luogo di residenza, in una
piccola viuzza, anche se ha percorso la strada mezza dozzina di volte. Se la difficoltà nasce anche
per ritrovare la via attraverso strade e vicoli, quanto più difficile dev’essere nel sentiero della
spiritualità, dove uno cammina da solo e con gli occhi chiusi!

Sul sentiero spirituale, l’aspirante incontra ostacoli e impedimenti, pericoli, trappole e cadute;
può pure commettere errori nella sadhana. Un guru, che ha già percorso il sentiero e raggiunto la
meta, è estremamente necessario per guidarlo.

– Chi è un Guru? –

Guru è uno che ha piena Autoilluminazione e che rimuove il velo dell’ignoranza nei jiva illusi.

Guru, Verità, Brahman, Ishwara, Atman, Dio e Om sono tutt’uno. Il numero di Anime realizzate in
questo kali yuga può essere inferiore, se comparato a quello del satya yuga, ma esse sono sempre
presenti per aiutare gli aspiranti, sempre in cerca delle giuste persone qualificate.

Il guru è lo stesso Brahman. Il guru è lo stesso Ishwara. Il guru è Dio. Una parola da lui è una
parola da Dio. Egli non ha bisogno d’insegnare a nessuno. Anche la sua stessa presenza, o compagnia
è elevante, ispirante e tocca l’anima. La sua stessa compagnia è Autoilluminazione.

Vivere in sua compagnia è educazione spirituale. Quello che viene dalle sue labbra è vangelo di
verità (Veda). La sua stessa vita è un’incarnazione dei Veda.

Il guru è vostra guida e precettore spirituale, vero padre, madre, fratello, parente e amico intimo.
È un’incarnazione di misericordia e amore. Il suo tenero sorriso irradia luce, beatitudine, gioia,
conoscenza e pace. È una benedizione per l’umanità sofferente. Qualsiasi cosa egli dice è
upanishadico. Egli conosce il sentiero spirituale; conosce le fosse e le trappole sulla via. Dà
avvisi agli aspiranti; rimuove gli ostacoli sul sentiero; imparte forza spirituale agli studenti; fa
piovere la sua grazia sulle loro teste. Egli prende perfino il loro prarabdha su di sé. È un oceano
di compassione.

Tutte le agonie, le miserie, le tribolazioni, le ombre della mondanità, svaniscono in sua presenza.

È Lui che trasmuta il piccolo jiva nel grande Brahman; è Lui che aggiusta i vecchi, sbagliati,
viziosi samskara degli aspiranti e li sveglia al conseguimento della conoscenza del Sé. È Lui che
solleva il jiva dalla palude del corpo e del samsara, rimuove il velo dell’avidya, tutti i dubbi,
moha e paura, risveglia Kundalini e apre l’occhio interiore dell’intuizione.

Il guru non dev’essere soltanto un Brahma-shrotri, ma anche un Brahma-nishtha. Il mero studio di
libri non può rendere uno guru. Solo chi ha studiato i Veda e ha conoscenza diretta dell’Atman
tramite anubhava può essere considerato un guru. Se potete trovar pace in presenza di un mahatma, se
i vostri dubbi sono rimossi dalla sua sola presenza, potete prenderlo come vostro guru.

Un guru può risvegliare la Kundalini di un aspirante tramite vista, contatto, parola, o mero
sankalpa (pensiero). Egli può trasmettere spiritualità allo studente come uno porge un succo
d’arancia a un altro. Quando un guru dà un mantra ai suoi discepoli, lo dà con il suo potere e con
bhava sattvico.

Il guru prova gli studenti in vari modi. Alcuni studenti non lo comprendono e perdono la fede in
lui; perciò non sono beneficiati. Quelli che affrontano le prove coraggiosamente, alla fine ne
vengono fuori con successo. Gli esami periodici all’università adhyatmica dei saggi sono davvero
molto difficili. Nei giorni passati le prove erano molto severe.

Una volta Gorakhnath chiese ad alcuni suoi studenti di arrampicarsi su un alto albero e di buttarsi
a testa in giù su un tridente molto affilato. Molti studenti senza fede rimasero fermi, ma uno
studente fedele si arrampicò subito sull’albero con la velocità del fulmine e si buttò giù. Fu
protetto dalla mano invisibile di Gorakhnah, ed ebbe immediata Autorealizzazione. Egli non aveva
deha-adhyasa (attaccamento al suo corpo). Gli altri studenti senza fede avevano forte attaccamento e
ignoranza.

C’è un’enormità di calorosi dibattiti e controversie, tra molte persone, circa la necessità di un
guru. Alcuni asseriscono con forza e veemenza che per l’Autorealizzazione non è affatto necessario
un precettore, e che si può avere progresso spirituale e Autoilluminazione soltanto attraverso i
propri sforzi. Citano diversi passi delle scritture e trovano argomenti e ragionamenti che li
sostengano. Altri asseriscono energicamente, con più grande enfasi e forza, che nessun progresso
spirituale è possibile per un uomo, per quanto intelligente possa essere e per quanto faticosamente
possa provare a sforzarsi nel sentiero spirituale, finché non ottiene la grazia benigna e la guida
diretta di un precettore spirituale.

Adesso, aprite gli occhi e osservate attentamente ciò che succede in questo mondo, in ogni
professione. Perfino un cuoco ha bisogno di un maestro; presta servizio sotto un cuoco anziano per
alcuni anni, gli obbedisce implicitamente, compiace il maestro in tutte le maniere possibili, e
impara tutte le tecniche del cucinare. Ottiene conoscenza per grazia del cuoco anziano, suo maestro.

Un giovane legale vuole l’aiuto e la guida di un avvocato più anziano.

Gli studenti di matematica e medicina necessitano l’aiuto e la guida di un professore. Uno studente
di scienze, musica e astronomia vuole la guida di uno scienziato, di un musicista e di un astronomo.
Se è così per l’ordinaria conoscenza secolare, cosa dire allora dell’interiore sentiero spirituale,
dove lo studente deve camminare da solo e con gli occhi chiusi? Quando siete in una fitta giungla,
v’imbattete in parecchi incroci di sentieri. Siete in dubbio, non conoscete la direzione e per quale
sentiero dovete andare. Siete confuso, e vorreste lì una guida che vi diriga sul giusto sentiero. È
universalmente ammesso che su questo piano fisico c’è bisogno di un competente maestro in ogni ramo
della conoscenza, e che la cultura e la crescita fisica, mentale e morale può aversi solo mediante
l’aiuto e la guida di un capace maestro.

Questa è un’universale e inesorabile legge della natura. Allora, amico, perché negate, nel regno
della spiritualità, l’applicazione di questa legge universalmente accettata?

La conoscenza spirituale è una questione di guruparampara. È trasmessa da guru a discepolo.

Studiate la Brhadaranyaka Upanishad, capirete esaurientemente. Gaudapadacharya impartì la conoscenza
del Sé al discepolo Govindacharya; Govindacharya al discepolo Shankaracharya; Shankaracharya al
discepolo Gorakhnath; Gorakhnath a Nivrittinath; Nivrittinath a Jnanadeva.

Totapuri diede la Conoscenza a Ramakrishna; Ramakrishna a Vivekananda. Fu la dr.ssa Annie Besant che
modellò la carriera di Sri Krishnamurthi. Fu Ashtavakra che modellò la vita di re Janaka. Fu
Gorakhnath che formò il destino spirituale di re Bartrihari. Fu il Signore Krishna che fece
stabilire Arjuna e Uddhava nel sentiero spirituale, quando le loro menti erano in una condizione
instabile.

Lo studente e il maestro devono vivere insieme come padre e figlio devoto, o come marito e moglie,
con estrema sincerità e devozione. L’aspirante deve avere un’attitudine sincera e ricettiva, per
assimilare gli insegnamenti del maestro. Solo allora l’aspirante sarà spiritualmente beneficiato;
altrimenti, non c’è per lui la minima speranza di vita spirituale e di completa rigenerazione della
sua vecchia natura asurica.

È un gran peccato che l’attuale sistema di educazione in India non è favorevole alla crescita
spirituale dei sadhaka. Le menti degli studenti sono saturate dal veleno del materialismo. Gli
aspiranti del giorno d’oggi non hanno nessuna idea della vera relazione tra guru e discepolo.

Non è come la relazione tra uno studente e l’insegnante o il professore, nelle scuole e nelle
università. La relazione spirituale è completamente differente; implica dedizione; è molto sacra, è
puramente divina. Sfogliate le pagine delle Upanishad: nei tempi passati i brahmacari erano soliti
avvicinare i loro maestri con profonda umiltà, sincerità e bhava.

– Potere Spirituale –

Come potete dare un’arancia a un uomo e poi riprenderla, così il potere spirituale può essere
trasmesso da una persona a un’altra e anche ripreso. Questo metodo di trasmettere il potere
spirituale è chiamato ‘ shakti sanchara ‘.

Gli uccelli tengono le uova sotto le ali, e mediante il calore le uova si schiudono. I pesci
depongono le loro uova e le guardano, e queste si schiudono. La tartaruga depone le uova e pensa ad
esse, che si schiudono. Allo stesso modo, il potere spirituale è trasmesso dal guru al discepolo
mediante tocco (sparsha) come gli uccelli, vista (darshana) come i pesci, e pensiero o volontà
(sankalpa) come la tartaruga.

Il trasmettitore, lo yogi-guru, a volte entra nel corpo astrale dello studente e ne eleva la mente
mediante il suo potere. Lo yogi (operatore) fa sedere il soggetto (discepolo) di fronte a sé e gli
chiede di chiudere gli occhi, e quindi trasmette il suo potere spirituale. Il soggetto sente passare
effettivamente il potere spirituale dal muladhara chakra su su fino al collo e alla sommità della
testa.

Il discepolo pratica da solo diversi kriya dell’hatha yoga, asana, pranayama, bandha, mudra, ecc.;
lo studente non deve reprimere il suo iccha-Shakti; deve agire secondo il suo prerana (stimolo o
emozione) interiore. La mente è elevata in alto. Nel momento in cui l’aspirante chiude gli occhi, la
meditazione viene da sé. Mediante shakti-sanchara, la Kundalini è risvegliata nel discepolo per
grazia del guru. Shakti-sanchara viene per parampara; che è una scienza mistica segreta, trasmessa
da guru a discepolo.

Il discepolo non deve restare soddisfatto con la trasmissione del potere da parte del guru. Deve
lottare duramente nella sadhana, per ulteriore perfezione e conseguimenti.

Shakti-sanchara è di due tipi: inferiore e superiore. L’inferiore è solo jada kriya, nel quale uno
fa automaticamente asana, bandha e mudra senza nessuna istruzione, quando il guru imparte il potere
allo studente. Questi dovrà praticare sravana, manana e nididhyasana per perfezionarsi; non può
dipendere soltanto dal kriya. Questo kriya è solo un ausiliario; dà una spinta al sadhaka. Solo uno
yogi pienamente sviluppato possiede il più alto tipo di shakti- sanchara.

Il Signore Gesù, per contatto, trasmise il suo potere spirituale ad alcuni dei suoi discepoli (tocco
del Maestro). Samartha Ram Das toccò una prostituta, che entrò in samadhi. Sri Ramakrishna
Paramahansa toccò Swami Vivekananda, che ebbe esperienze supercoscienti. Dopo il tocco, egli lottò
duramente ancora per sette anni prima di ottenere la perfezione. Il Signore Krishna toccò gli occhi
ciechi di Vilwamangal (Sur Das), e l’occhio interiore di Sur Das si aprì ed ebbe bhava samadhi.

Il Signore Chaitanya, col suo tocco, produsse l’intossicazione Divina in molte persone e le convertì
al suo seguito. Al suo contatto, anche gli atei danzarono in estasi per le strade, cantando canti di
Hari. Gloria, gloria a questi eminenti yogi-guru.

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