Geer Ryke Hamer

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Geer Ryke Hamer

Il dottor Ryke Geer Hamer è nato nel 1935 in Germania. A 18 anni ha iniziato gli studi di medicina e
teologia all’università di Tubinger come il più giovane dottore in Germania. A 24 anni ha superato
l’esame di stato a Marbug e, dopo aver praticato due anni in qualità d’assistente e conseguito il
dottorato, ha ricevuto nel 1961 l’abilitazione a praticare come medico. Successivamente si è
laureato anche in fisica e in teologia.
Seguirono diversi anni d’intensa attività nelle cliniche universitarie di Tubinger e Heidelberg. Nel
1972 Hamer conseguì la specializzazione in medicina interna e iniziò ad occuparsi quale primario in
ginecologia di molti malati di cancro. Parallelamente coltivava un hobby molto particolare: quello
dell’inventore.
A lui si devono l’invenzione dello scalpello a taglio atraumatico utilizzato in chirurgia plastica,
con lama 20 volte più sottile di quella di un rasoio, della sega speciale per ossa utilizzata in
chirurgia plastica, del lettino da massaggio che si adatta automaticamente alla forma del corpo,
come pure di un apparecchio per la transcutanea del siero.

Nel 1976 il dottor Hamer, con la moglie ed i suoi quattro figli, volle ritirarsi in Italia, per
curare gratuitamente i malati nei quartieri più poveri, dal momento che i brevetti depositati delle
sue invenzioni gli permettevano un reddito sufficiente. Il 18 agosto 1978, alle tre del mattino il
principe Vittorio Emanuele di Savoia sparò nel pressi dell’isola Cavallo al figlio del dottor Hamer,
Dirk, che stava dormendo in barca.
Per più di tre mesi Dirk lottò tra la vita e la morte e alla fine il 7 dicembre morì. Questa perdita
inaspettata cambiò la vita del dottor Hamer e della sua famiglia.
Poco dopo la morte di suo figlio infatti si ammalò di cancro ai testicoli. Lavorando come primario
in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli venne il dubbio che la sua
malattia potesse essere in rapporto allo choc della morte di suo figlio e quindi che il suo tumore
al testicolo non fosse scaturito da una “cellula impazzita”, ma dovesse essere in relazione al
cervello.

Chiese ai suoi pazienti se anch’essi avessero vissuto un avvenimento terribile e scoprì che tutti,
in effetti, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi.
Nell’ottobre 1981, quando volle portare la sua scoperta ad una conferenza medica, Hamer fu
richiamato dal direttore della clinica e posto davanti alla scelta di negare le sue scoperte o di
lasciare la clinica. Non potendo certo rinnegare i dati da lui raccolti e verificati, conscio
dell’immenso potenziale di beneficio per tutti i pazienti contenuto nelle sue scoperte, decide, suo
malgrado di lasciare la clinica.
Prima di partire riuscì a raccogliere i dati di tutti i suoi pazienti affetti da cancro ed i
relativi risultati. Egli presentò quindi la sua ricerca all’università di Tubinger e Heidelberg,
dove insegnava da diversi anni, allo scopo di verificare la fondatezza delle sue scoperte a livello
universitario.

Pochi mesi dopo i decani dell’università respinsero in circostanze misteriose le sue teorie sulla
correlazione tra cancro e psiche, senza nemmeno verificarne l’esattezza.
Incurante delle opposizioni nazionale ed internazionali (è stato radiato dall’albo dei medici in
Germania), degli attentati alla sua vita, dei 67 tentativi d’internamento psichiatrico forzato e
alle campagne mediatiche calunniatrici, Hamer, dal canto suo, ha continuato l’assidua ricerca e
verifica delle leggi biologiche da lui scoperte, indagato su più di 30.000 pazienti e verificato in
ogni caso l’esatta corrispondenza e fondatezza delle sue scoperte.
Infine, l’11 settembre 1998, presso l’istituto oncologico S. Elisabetta a Bratislava e il
dipartimento oncologico di Trnava si è proceduto alla verifica delle cinque leggi biologiche della
Nuova Medicina a livello universitario, trovandole perfettamente confermate. Attualmente vive in
condizione di quasi clandestinità vicino a Malaga, in Spagna. Nei giorni scorsi (ottobre 2001) ha
ricevuto in Francia, in un processo d’appello, l’ennesima condanna per “abuso della professione
medica”: cinque anni.

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