Che Cosa è la Quarta Dimensione?

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Che Cosa è la Quarta Dimensione?

di Cecil Guile

La quarta dimensione viene menzionata in tutti i readings di Edgar Cayce, ma non viene mai definita
in modo più conciso che nel reading 364-10 – “[La] quarta dimensione è un’idea.”
Il reading quindi pone delle domande su questa idea: “…Dove si proietterà? Ovunque! Da dove nasce?
Chi lo sa! Dove finirà? Chi lo può dire! In essa tutto è compreso! Ha sia lunghezza, larghezza,
altezza, che profondità – è senza principio ed è senza fine!…”

Sentiamo e leggiamo da molte fonti metafisiche che la nostra mente limitata, tridimensionale, non
può assolutamente comprendere come è fatta la quarta dimensione. Se assumiamo che quell’affermazione
sia vera, allora creiamo quasi automaticamente un ostacolo intimidatorio alla comprensione e quindi
presumiamo che la persona media non abbia esperienze a 4 dimensioni. Così ci escludiamo perché non
abbiamo ciò che ci vuole innanzitutto per comprendere l’idea. Però sono sicuro che possiamo avere
un’impressione molto migliore che pensiamo di come il mondo quadridimensionale può essere; e non
dobbiamo essere sensitivi per farlo.

Una volta credevo che studiare la quarta dimensione fosse un processo puramente intellettuale,
impregnato di logica e di fatto privo di esperienza personale. La maggior parte delle cose che lessi
sull’argomento aveva delle affermazioni come: “La quarta dimensione sta ad angolo retto rispetto
alle tre dimensioni dello spazio normale; perciò non possiamo immaginarci la direzione che prende,
come non possiamo nemmeno immaginare in quale direzione si trovino passato o futuro rispetto al
presente.” Dovevo accettare la logica dei loro argomenti, ma non ne ero felice. Poi mi presentarono
il materiale di Edgar Cayce. Tra le altre cose mi fece guardare i sogni a lungo e con attenzione.
Per questo immaginai un modo di pensare ad una direzione che non possiamo immaginarci. Si comprende
in questo modo.

Il nostro mondo materiale ha tre dimensioni, come lo ha anche il mondo sognato. Secondo il calcolo
comune queste due realtà sono lontane l’una dall’altra. Può una delle due entità, quella nel sogno o
quella che è sveglia, indicare la direzione del mondo dell’altra o dire quanto sia distante ?
Sperimentiamo il mondo sognato e quello non sognato come due posti differenti, ognuno con la propria
scenografia di tre dimensioni spaziali. Siccome li sperimentiamo come separati possiamo anche
immaginare una linea di collegamento fra loro. Nell’occhio della mente quella linea immaginaria si
proietta in una direzione che si trova al di fuori di quei mondi a tre dimensioni.

In quella direzione – lungo la linea di collegamento – si trova la quarta dimensione, questo diventò
la mia definizione. Giusta o sbagliata, ora avevo per lo meno un’esperienza per analogia che dava
alle parole “quarta dimensione” un significato maggiore di quanto non avessero mai avuto in
precedenza.
Rimasi fermo su quel punto per molto tempo. Ma recentemente diventai consapevole di un tipo di sogno
che mi portò più vicino alla realizzazione del mio desiderio di comprendere la quarta dimensione.
I readings dichiarano con chiarezza che alcune esperienze nei sogni sono, almeno in parte,
proiezioni dalla quarta dimensione. Là, in quel luogo dove l’anima vaga di notte, si intersecano a
volte il terzo e quarto livello dimensionale della coscienza. Credo che in almeno un tipo di sogno
relativamente comune sperimentiamo effettivamente una realtà quadridimensionale. Approdai a questa
visuale tramite il reading 364-10.
Dopo aver letto Ouspensky e il materiale di Edgar Cayce sulla quarta dimensione avevo già un ampio
numero di associazioni verbali raggruppate intorno a quel concetto. Perciò sentivo che tutto ciò che
mi occorreva era una definizione più precisa di idea, allora avrei saputo che cosa significava
quarta dimensione. Idea si rivelò un concetto inafferrabile. Grazie a Mozart ne ricevetti infine una
prospettiva nuova.

Alcuni mesi fa cominciai a cercare delle informazioni su uno strano tipo di sogni. E’ qualcosa come
un’istantanea fotografica, un’immagine singola, eppure malgrado la sua qualità statica sembra ricco
di movimento. Come una storia ha un principio, una parte centrale e una fine. I miei sogni non sono
lucidi. Eccetto per la loro curiosa compressione temporale essi sono comuni.
Mentre facevo delle ricerche nei volumi di Edgar Cayce sui sogni, sperando di trovare qualcosa che
avrebbe avuto attinenza con quei sogni-istantanee, per qualche ragione misteriosa qualcosa che avevo
letto su Mozart mi ritornò alla memoria.
Fu alla fine degli anni ’50. Stavo leggendo un libro sulla creatività. Vi trovai la descrizione di
Mozart su come gli arrivavano le ispirazioni musicali. Esse risuonavano nella sua mente tutte in una
volta, disse, come una singola nota. Per rendere la musica comprensibile agli altri musicisti egli
sezionava quella “nota” nelle sue parti e le trascriveva sulla carta. La “nota” di Mozart, come la
comprendevo io, e il mio sogno-istantanea sono uguali in quanto contengono in sé ogni cosa “tutto in
una volta”. Quella è la loro singolarità principale.

Perché i sogni-istantanee non sono già ben noti a tutti coloro che studiano i sogni ? Forse perché
la trasformazione dell’immagine a 4 dimensioni in una storia a 3 dimensioni avviene così velocemente
che semplicemente non ce ne accorgiamo. Rammentare un sogno dall’inizio alla fine richiede tempo.
Dato che il contenuto di questi sogni è breve, essi possono sembrarci semplicemente come delle
vignette, e per questo non fuori dal comune. Tutti i loro elementi storici elementari vengono
presentati insieme, pronti per l’analisi. Non mi accorgevo che qualcosa di molto fugace avveniva
nella mia mente subito prima che gli elementi della storia del mio sogno apparivano. Per quello non
avevo scoperto prima il carattere bizzarro di questi sogni.

La nostra mente organizza senza sforzi gli insiemi di memoria. Sfilano davanti al nostro occhio
interiore in una parata ininterrotta. L’intera procedura è così involontaria che raramente notiamo
la sua dinamica intrinseca. Di conseguenza è facile, quando ripassiamo uno di questi tipi di sogni,
farci sfuggire il fatto che stiamo analizzando visualmente un’ ”immagine-istantanea” o, come mi
piace chiamarle, “mini-visioni dell’eterno ora.”
Quando sveliamo l’immagine di un evento “istantanea” necessariamente disfacciamo gli elementi
iniziali, centrali e finali e li organizziamo nel tempo. Però è l’immagine originale stessa che
dimostra caratteristiche quadridimensionali. Credo che il meccanismo della situazione sia
pressappoco come segue.

Supponete che qualcuno stia studiando un sogno-istantanea. Prima che l’osservatore cominci ad
analizzare l’immagine, le sue parti coesistono simultaneamente, un po’ come fanno le parole di un
manoscritto non letto. Quindi, quando l’immagine attira l’attenzione dell’osservatore, inizia
immediatamente la sua elaborazione automatica. Le sue parti, una per volta, occupano il centro
dell’attenzione dell’osservatore come un elemento nel suo presente. Poi, man mano che si presenta
l’elemento successivo, il primo ricede nel passato dell’osservatore. Prima della sua analisi ogni
parte, dal punto di vista dell’osservatore, è nel futuro. Dato che il contenuto della loro storia è
così breve, tutta questa attività mentale dura appena più di un batter d’occhio. Quando tutti i
componenti sono stati elaborati dall’osservatore essi formano una memoria composta e, come tale, si
presentano sul palcoscenico insieme, pronti per l’analisi.

Prima dell’elaborazione, questi eventi da istantanea sono un qualcosa di singolo, sospeso immobile
nella mente. Dopo l’elaborazione assumono delle azioni normali, tridimensionali; e tutte queste
vengono ordinate in una sequenza cronologica.
Credo che quella descrizione aiuta a rendere quel concetto quadridimensionale altrimenti quasi
irresolubile di “niente spazio, niente tempo” cognitivamente raggiungibile. Per esempio, mi ha
aiutato a comprendere molti readings che prima erano stati opachi. Il seguente, per esempio, ha ora
un senso per me, mentre prima non lo aveva. Ho messo in corsivo le parole che sono significative per
la mia comprensione di questo paragrafo.

“Per interpretare questa [vita passata] sarebbe necessario – per una comprensione perfetta –
associarla con un’altra apparizione [esperienza egiziana con Ra Ta]. E ricordare quelle cose date –
non c’è tempo, non c’è spazio, però l’uso o l’applicazione individuale di questa [interpretazione] può dividerla in attività che richiedono che vengano affrontate le conclusioni o scelte cercate o
fatte in quelle esperienze.” [2072-8]

Questo riassume abbastanza bene dove ero per quanto riguarda la quarta dimensione fino al momento
poco tempo fa quando lessi di nuovo nel 364-10 le parole:
“…[La] quarta dimensione è un’idea.”

Avevo appena finito di leggere quella frase quando improvvisamente tutte le idee e domande esposte
nei paragrafi precedenti si mobilizzarono spontaneamente in un’unità coerente la cui sostanza era
più o meno come segue:
Un’idea è tanto viva quanto un sogno. Entrambi sono dei prodotti della mente. La quarta dimensione
non è semplicemente un costrutto concettuale o verbale. E’ una realtà in pieno sviluppo e stiamo
vivendo in essa tanto sicuramente quanto i sognatori vivono nei loro sogni.
Se, come dicono i readings, la quarta dimensione è un’idea e il nostro mondo tridimensionale ne è
uno schema oscurato, allora ognuna delle nostre vite che si svolgono qui in questo mondo di materia
è un’espansione di una particolare nota di coscienza in quell’altro regno che tutto comprende. Noi,
così sembrerebbe, nello spazio e attraverso il tempo, siamo in e di un’idea vivente che tutto
comprende.
Come Edgar Cayce lo espresse:
“L’oggi, l’eterno ora, è sempre davanti ad ogni entità, sia in ciò che comunemente viene chiamato
materialità che nello spirito.” [1293-1]

www.edgarcayce.it

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