Ayurveda – Trova il tuo Sentiero verso la Perfetta Salute

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Ayurveda – Trova il tuo Sentiero verso la Perfetta Salute

Costituzione – Nutrimento – Purificazione – Ringiovanimento – Forza e quiete – Ecologia – Relazioni – Esercizi

di Sebastian Pole

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Ayurveda – Trova il tuo Sentiero verso la Perfetta Salute – Libro

“Il mio vero sogno è che questo libro vi aiuti a comprendere la vostra vita a un livello più profondo permettendovi di goderne appieno, perché l’Ayurveda consiste proprio in questo — scoprire il sentiero che conduce alla felicità” Sebastian Pole

Finalmente un libro che affronta la salute dal punto di vista della filosofia ayurvedica!

Il termine “Ayurveda” si traduce in “conoscenza della vita” e racchiude in sé il concetto di come vivere con saggezza. Nello specifico riguarda il saper vivere secondo la propria struttura costituzionale, unica e individuale, consci che il modo di condurre la nostra esistenza dipende da noi.

Nonostante l’apparente semplicità, l’Ayurveda è un sistema medico completo che riguarda non soltanto il trattamento e la cura di malattie specifiche ma anche la salute in tutti i suoi aspetti: vitalità fisica, equilibrio mentale, serenità spirituale, benessere sociale, relazioni, aspetti ambientali, abitudini alimentari, dinamiche della vita quotidiana e variazioni stagionali nello stile di vita. L’Ayurveda ci insegna il rispetto per la natura e l’apprezzamento verso la vita, mostrandoci in quale modo possiamo potenziare e rafforzare noi stessi come individui.

La nostra salute non può essere considerata separata da quella dei nostri familiari, del nostro luogo di lavoro, della nostra società e del nostro pianeta.

In altre parole, l’obiettivo dell’Ayurveda è una salute vera, profonda e integrata.

“Ayurveda – Trova il tuo Sentiero verso la Perfetta Salute” è dedicato a tutti coloro che vogliono saperne di più sulla propria salute e sui princìpi dell’Ayurveda.

L’antichissimo sistema di guarigione ayurvedico, che si è sviluppato in India, si focalizza sull’unicità di ciascun individuo. Si tratta pertanto di un metodo universale che ognuno può adattare alle sue esigenze: è una medicina personale portata al massimo livello.

In questa straordinaria opera questi concetti sono suddivisi in sette percorsi, focalizzando l’attenzione su:

Costituzione
Nutrizione (dieta)
Purificazione
Disintossicazione (eliminazione delle tossine)
Ringiovanimento (rafforzamento del sistema immunitario)
Forza e pace (rilassamento e determinazione)
Ecologia (ambiente e inquinanti ecc.)
Relazioni (rapporti umani e col mondo)
Arricchito da un glossario di termini ayurvedici, questo manuale intende portare nella nostra quotidianità la saggezza dell’antica disciplina dell’ayurveda, adattandola alla nostra società occidentale grazie all’integrazione con fitoterapia, alimentazione, esercizi e yoga… per fare della nostra vita un sentiero che, dallo stress e dalle malattie, conduce verso la salute e il benessere psico-fisico!

Costituzione – Estratto da “Ayurveda” di Sebastian Pole

«Le tre costituzioni sono aria (vata), fuoco (pitta) e acqua (kapha). A seconda del fatto che siano malate o sane, esse distruggono o mantengono in salute il corpo ». ASHTANGA HRIDAYA SAMHITA

Tutti vogliono essere sani, in modo da avere le migliori probabilità di realizzare e godere appieno del proprio potenziale nella vita. Ma quello della “salute ottimale” sembra un tema talmente complesso che non sempre è facile sapere come raggiungere questo “sacro graal”.

Sebbene sulle prime possa apparire come un concetto estraneo al nostro modo di pensare, comprendere la propria costituzione fornisce un considerevole aiuto per ottenere la perfetta salute.

Nell’Ayurveda, la costituzione individuale è nota come prakriti, che significa “natura” ed è legata alla propria tipologia genetica. L’Ayurveda ci insegna come scoprire qual è la nostra costituzione osservando noi stessi e le nostre sensazioni; una lezione, questa, molto semplice e preziosa in termini di arricchimento individuale.

Scoprendo qual è la nostra vera natura possiamo vivere un’esistenza davvero autentica – una vita che ci soddisfi e ci permetta di godere di buona salute.

COS’È LA SALUTE?

Una persona sana è un individuo in cui corpo, mente e spirito sono integrati tra loro come un tutt’uno unificato.

Sebbene a livello linguistico siamo soliti fare una distinzione tra “corpo” e “mente”, in realtà tra i due non c’è alcuna differenza: ad esempio, il nostro corpo è colmo di neuroni che “pensano” e inviano messaggi, così come la nostra mente lavora in modo funzionale e “corporeo” digerendo, assorbendo ed eliminando le esperienze della vita. Questo concetto di “unicità” verrà espresso nel corso del libro utilizzando il termine “corpo-mente”.

Per essere sani è necessario che il sistema ormonale, il sistema immunitario e il sistema nervoso siano integrati tra loro; essi devono funzionare in una sinergia equilibrata che non va né sovraccaricata né sottoalimentata.

Una persona sana ha atteggiamenti costruttivi e un approccio positivo dinanzi a opportunità e difficoltà; inoltre non cessa mai di sperimentare il mistero e le meraviglie dell’esistenza. Una persona sana vive in modo amorevole all’interno del proprio ambiente e nell’ambito della propria cultura, così da ottimizzare la vitalità e il potenziale del “tutto” di cui è parte integrante. Una persona sana si sente sufficientemente gioiosa da accendere la radio al mattino e mettersi a ballare!

Ecco alcuni dei segnali che ci indicano una salute ottimale:

avere un sano appetito e desiderare il cibo in modo equilibrato, senza voglie smodate; apprezzare il gusto degli alimenti e sentirsi appagati dopo aver mangiato;
digerire bene senza sintomi di disagio, eruttazioni, flatulenza o “borborigmi” (una parola meravigliosamente onomatopeica che significa “gorgoglii addominali”); avere una voce chiara e limpida;
non avvertire dolori o disagio;
essere dotati di un corretto funzionamento dei sensi: udito, tatto, vista, gusto e olfatto attivi ed efficienti; avere un incarnato chiaro;
eliminare regolarmente feci, urina e sudore;
dormire bene e a sufficienza; sentirsi positivi al risveglio;
godere di una energia costante con buona resistenza e capacità di fare esercizio fisico; provare entusiasmo e gioia di vivere;
essere giovanili e invecchiare lentamente;
mantenere l’equilibrio nelle emozioni: essere né troppo felici in caso di successo né troppo tristi in caso di difficoltà; essere di norma compassionevoli, pacifici, amorevoli, generosi e tranquilli.

SCOPRITE LA VOSTRA COSTITUZIONE

Capire la propria costituzione significa diventare più forti e capaci. Ci permette di intuire chi siamo, come dovremmo vivere, cosa dovremmo mangiare e in che modo possiamo ottenere il massimo dalla nostra vita. Ci porta a conoscere noi stessi e ciò che è meglio per noi. Ci consente di comprendere le nostre scelte e le nostre decisioni.

La nostra costituzione può essere compresa considerando il corpo umano come un microcosmo all’interno del macrocosmo, in modo molto simile a quanto enunciato nell’Ipotesi Gaia, secondo cui il nostro mondo interiore rispecchierebbe quello esteriore (vedi “Ecologia”, p. 192). Osservando le differenti caratteristiche naturali del mondo intorno e dentro di noi potremo scoprire la nostra natura individuale.

Il linguaggio della natura

Un buon punto di partenza consiste nel definire in che modo parliamo della nostra costituzione.

Essendosi sviluppata in un periodo in cui le culture dipendevano profondamente dal loro ambiente, l’Ayurveda utilizza un linguaggio metaforico derivante dalla natura per descrivere la nostra salute e le relative cure. Secondo i suoi insegnamenti, gli elementi fondamentali di Etere (o Spazio), Aria (o, nel suo aspetto più dinamico, Vento), Fuoco, Acqua e Terra sono i “mattoni” che costituiscono il nostro mondo fisico (per ulteriori approfondimenti vedi “Ecologia”, p. 178). Per descrivere questi elementi nelle diverse forme in cui essi appaiono, che l’Ayurveda raffigura come dieci coppie di qualità opposte (note come guna), utilizziamo i seguenti aggettivi: caldo, freddo; pesante, leggero; secco, oleoso; penetrante, stagnante; ruvido, liscio; statico, mobile; morbido, duro; liquido, denso; sottile, grossolano; vischioso, non-vischioso.

Di solito diciamo frasi del tipo “Che giornata calda!” o “Il terreno è umido” ma ci serviamo di questo tipo di linguaggio anche per descrivere noi stessi e il nostro stato di salute o malattia, ad esempio “Mi sento le gambe pesanti” e “Ho la pelle secca e ruvida”.

Ogni volta che osservate qualcosa, interrogatevi sulle sue caratteristiche specifiche: è caldo o freddo, secco o umido, leggero o pesante?

Pensate a luoghi ed ecosistemi: il deserto dell’Arizona, con le sue distese aride e sabbiose, è “caldo” e “secco”, mentre la campagna inglese, ricca di prati verdi e lussureggianti, è “fredda” e “umida”. Anche ogni malattia segue un modello specifico: la febbre è “calda” e “secca”, infatti abbiamo un rialzo della temperatura e ci viene sete, mentre il raffreddore è “freddo” e “umido” perché ci sentiamo infreddoliti e abbiamo il naso congestionato.

Anche il cibo possiede qualità differenti.
I prodotti derivati dal frumento sono pesanti, umidi e rinfrescanti – pensate all’impasto per il pane o per una torta; entrambi sono umidi e appiccicosi. Generalmente, le spezie sono leggere, secche e riscaldanti. Provate a masticare del peperoncino rosso piccante, sentirete come brucia!

Torneremo continuamente su questi aggettivi metaforici in tutto il corso del libro man mano che intrecceremo tra loro le diverse parti della natura che costituiscono il nostro mondo e il nostro equilibrio costituzionale.

LE TRE TIPOLOGIE COSTITUZIONALI (DOSHA)

«Vata, pitta e kapha si spostano in tutto il corpo producendo effetti benefici o dannosi sull’intero sistema, secondo il loro stato normale o aggravato. Il loro stato normale è l’equilibrio e il loro stato aggravato è la malattia». CHARAKA SAMHITA

Sebbene ciascuno di noi sia meravigliosamente unico nel suo genere ed esistano tante tipologie costituzionali quanti sono gli individui, l’Ayurveda ci divide in tre tipi principali: vata, pitta e kapha, collettivamente noti come dosha.

I dosha sono qualità che influiscono su tutte le funzioni del corpo, dai processi biologici a pensieri ed emozioni. Noi tutti conteniamo vata, pitta e kapha, ma è la loro particolare combinazione e renderci ciò che siamo.

La divisione tra i dosha è la chiave di volta per comprendere l’Ayurveda e aiutarci a determinare e gestire la nostra costituzione genetica, o prakriti. La comprensione di questa profonda conoscenza, tramandata da almeno 75 generazioni di maestri ayurvedici, ha in sé il potenziale per cambiare la nostra vita.

Sebbene siano presenti fin dal momento della nostra nascita, i dosha non sono inerti; possono modificarsi secondo una varietà di circostanze, ad esempio il cibo di cui ci nutriamo, se fa caldo o freddo, in quale misura siamo felici e a che ora ci corichiamo per dormire.

Il significato letterale del termine sanscrito dosha è “difetto” o “imperfezione”, perché quando le circostanze fanno sì che un particolare dosha si accumuli in eccesso o si aggravi, ciò può sfociare in un disagio – i dosha “traboccano” nel vero senso della parola. Ciascuno di noi ha una propria “soglia”, e quando questa viene raggiunta si verifica uno squilibrio temporaneo nei dosha, noto come vikriti (che letteralmente significa “squilibrato”). Se non viene tenuto sotto controllo, questo squilibrio diventa cronico e iniziano i problemi di salute.

L’Ayurveda ci insegna a rimanere entro la nostra soglia individuale, comprendendo che i tre dosha ci aiutano in questo compito.

Frequentemente si ha una combinazione delle tipologie costituzionali: alcune persone sono puro vata, puropitta o puro kapha, ma molte sono vatapitta, vata-kapha o pitta-kapha (la qualità dominante viene citata per prima) o, più raramente, un totale equilibrio di tutti e tre i dosha, vata-pittakapha. Leggete “Pratica pukka” a p. 32 per scoprire qual è la vostra costituzione genetica (prakriti) e qualunque eventuale squilibrio a livello della salute (vikriti).

VATA
secco, freddo, leggero, mobile, sottile, ruvido, irregolare

Vata è il principio della comunicazione e del movimento. È il messaggero che regola il sistema nervoso e quello immunitario e sovrintende alle funzioni input e output del nostro corpo. Come tale è responsabile di ogni movimento all’interno dell’organismo: il flusso del respiro, l’espressione della parola, la circolazione del sangue, l’eliminazione dei prodotti di scarto, le mestruazioni, il parto. Vata muove il diaframma, i muscoli e gli arti; inoltre stimola l’intelletto.

Tutte queste funzioni mostrano come la costituzione (o dosha)vata comprenda principalmente le qualità di Spazio e Vento. Il vento si muove nello spazio; spazio e vento non si possono vedere, eppure riusciamo a sentire sulla pelle la fresca brezza. Vata è l’elemento Vento presente nella vasta distesa dello Spazio, come la nostra atmosfera, una cavità o il nostro intestino. Vata è una espressione dell’insita natura di questi elementi fondamentali; come un vento gelido, vata è freddo, leggero, ruvido, mobile, irregolare, sottile, chiaro, secco e astringente. Quando vata si manifesta, noi sperimentiamo queste qualità a livello sia fisico sia emotivo, talvolta con pelle secca, circolazione insufficiente o scarso peso corporeo.

Come la corrente elettrica, vata è attivo e animato; regola tutti gli impulsi elettrici del corpo-mente, trasportando dentro e fuori le informazioni. Senza vata, gli altri dosha sono inerti. Come citato nella letteratura ayurvedica, «Pitta è debole e imperfetto, e così anche kapha. Essi vanno ovunque li porti il vento (vata), proprio come le nuvole».

Quando è in equilibrio, vata porta facilità di movimento, respiro regolare, appetito consistente, normale escrezione dei prodotti di scarto, entusiasmo positivo, sano desiderio, buona energia, mente calma, ispirazione e creatività.

Tuttavia, a causa della sua natura dinamica, un vata aggravato è spesso implicato nel movimento di malattie all’interno del corpo. Porta artrite alle giunture, acne della pelle e depositi di grasso nelle arterie. Nel corpo, la “casa” di vata si trova al di sotto dell’ombelico, specialmente nel colon. Vata può anche occupare: vescica, cosce, orecchie, ossa e senso del tatto. I problemi che riguardano queste parti del corpo hanno spesso (ma non sempre) a che vedere con uno squilibrio di vata.

Vata è anche creativo. Gli individui vata sono ispirati e sempre ricchi di idee. Spesso si tratta di geni, artisti o inventori. Ma insieme a questa “fiamma creativa” e alla natura “aerea” si manifestano anche alcune irregolarità. I vata hanno arti lunghi e di forma irregolare, capelli ricci e lineamenti spigolosi. Si muovono come il vento, sono impulsivi e amano i cambiamenti.

Quando vata è in squilibrio

Se vata è squilibrato può verificarsi una varietà di sintomi, a seconda del fatto che ci sia un eccesso o una carenza di questo dosha.

Con un eccesso di vata si può perdere peso, soffrire di dolori penetranti o spasmi, rigidità, intorpidimento, “scricchiolio” delle articolazioni, pelle secca, disidratazione, gusto astringente in bocca, colorazione scura della pelle e dei prodotti di scarto escreti dal corpo, vertigini, insonnia, e attraversare periodi caratterizzati da sofferenze o limitazioni.

Una carenza di vata può far sentire pigri e indolenti e, in modo più estremo, soffrire di confusione, delirio e perdita di coscienza. Le malattie tipiche di vata, come l’osteoporosi, le artriti o il morbo di Alzheimer, tendono ad aumentare più in là con gli anni.

Mentre i tipi vata possono avere un naturale impeto creativo, un eccesso di vata può rendere sempre più impauriti, ansiosi, nervosi, solitari e depressi. Quanti grandi artisti erano troppo sensibili per vivere in questo nostro mondo? Una carenza di vata può invece creare mancanza di entusiasmo o desiderio di esprimersi. La natura leggera, eccentrica e stravagante di questo dosha sta a significare che i tipi vata devono guardarsi da situazioni, luoghi e persone che li facciano sentire insicuri e spaventati.

La tendenza fredda e “aerea” di vata può essere riequilibrata incrementando le qualità opposte: maggior calore, idratazione e un legame con gli aspetti più terreni e materiali, riducendo le esperienze con caratteristiche di tipo leggero, freddo e secco. Vedi “Purificazione”, p. 90, per ulteriori dettagli sul bilanciamento di vata.

PITTA
caldo, acuto, penetrante, lievemente oleoso, scivoloso, veloce, irritabile

Pitta è il principio della passione e del metabolismo. È il manager che, attraverso una gestione efficiente del potenziale energetico, regola le informazioni portate nel corpo da vata. Controlla quindi la digestione e il metabolismo e sovrintende alla produzione di energia a livello cellulare.

Le funzioni di pitta rivelano che questo dosha è costituito dalle qualità di Fuoco e Acqua, gli elementi regolatori presenti in natura. Questa combinazione apparentemente contraddittoria in realtà agisce in modo complementare: pitta esiste nel corpo sotto forma di acqua o di olio, preservando i tessuti dall’aspetto distruttivo del fuoco. Provate a pensare al rivestimento umido che protegge lo stomaco dall’aggressione dei succhi gastrici, potenzialmente corrosivi. Come un vulcano impetuoso, pitta è pungente, caldo, penetrante, oleoso, acuto, liquido, acido e in espansione. Se pitta è presente in misura elevata possiamo avvertire queste qualità nel corpo quando ci sentiamo “bollenti”, con la pelle unta o smaniamo dalla fame.

A causa della sua natura calda, la funzione primaria di pitta è la trasformazione.

È la forza dell’attività metabolica che avviene nell’organismo e che controlla il battito cardiaco, i livelli ormonali, la temperatura corporea, la percezione visiva, la fame, la sete e la qualità della pelle. Nello specifico, pitta è anche responsabile della funzionalità del fegato, della secrezione biliare, della digestione e dell’intestino tenue. A livello della mente questo dosha riveste un ruolo importante nel comprendere e nell’assimilare le impressioni sensoriali. Nel corpo, la sede principale di pitta si trova nell’intestino tenue: tuttavia esso risiede anche negli occhi, nel sangue, nelle ghiandole sudoripare, nello stomaco, nella linfa e nell’aspetto emozionale del cuore (vedi “Ringiovanimento”, p. 112). Quando pitta è in equilibrio, appetito e sete sono sani, abbiamo una produzione equilibrata di ormoni ed enzimi, intelligenza, coraggio e flessibilità, un incarnato sano e una vista sviluppata.

Pitta è colmo di vitalità. Le persone pitta sono leaders affascinanti e carismatici che amano trovarsi al centro dell’attenzione. In effetti, averli intorno è molto divertente poiché sono assai dinamici e vivaci. Inoltre sono ottimi pianificatori e sanno come portare a termine le cose.

Quando pitta è in squilibrio

Tra i segnali che indicano un incremento di pitta troviamo un’avversione al calore, un sapore amaro o acido in bocca, diarrea, colorazioni giallastre, verdi o rosse a livello di occhi, pelle e prodotti di scarto escreti dal corpo. Si può soffrire di acidità di stomaco, pressione alta, febbre, eruzioni cutanee, vampate e svenimenti.

Una carenza di pitta vede un aumento dei segnali riconducibili a vata (vedi p. 15) e kapha (vedi qui di seguito), cattiva digestione, pallore e senso di freddo. Gli squilibri di pitta tendono ad aumentare all’inizio della pubertà e a proseguire negli anni seguenti, sfociando in acne, irregolarità mestruali e ormonali, iperacidità, problemi cardiaci e infiammazioni.

A livello emozionale, uno squilibrio di pitta si manifesta sotto forma di collera, frustrazione e irritazione, spesso il risultato di emozioni represse. I soggetti pitta rappresentano l’archetipo della “persona critica”; sono pronti a giudicare gli altri ma sommessamente sono molto severi nei confronti di se stessi. Essendo estremamente competitivi sono spesso tormentati dalla gelosia.

Per equilibrare la natura “intensa” di pitta ricercate le qualità opposte, come calma, pacatezza, compassione e moderazione. Vedi “Purificazione”, p. 90, per ulteriori dettagli sul bilanciamento di pitta.

KAPHA
freddo, umido, pesante, stabile, solido, untuoso, lento

Kapha è il principio dell’amore e della struttura ed è responsabile della stabilità e dell’idratazione del corpo (letteralmente kapha significa “che prospera nell’acqua”). Kapha si fa carico di immagazzinare nelle cellule l’energia (portata da vata e controllata da pitta), sotto forma di grassi all’interno della membrana e di carboidrati nella parete cellulare. Ciò aiuta ad apportare lubrificazione e a dare forma e struttura all’intero corpo.

Il dosha kapha è una combinazione degli elementi Terra e Acqua. Proprio come la terra viene idratata ripristinando l’acqua (che legandosi alla polvere asciutta crea il fango), kapha letteralmente “tiene insieme” il corpo idratando le strutture dei tessuti e della pelle. Come un fiume che scorre sinuoso, kapha è lento, pesante, denso, morbido, oleoso, appiccicoso, torbido, liquido e dolce.

È coesivo, conferisce forma e struttura e agevola la crescita e lo sviluppo.

Le sue caratteristiche di fluidità regolano l’esperienza del gusto e dell’olfatto, il liquido cerebrospinale, o liquor, e la materia bianca del cervello, il liquido sinoviale che nutre le giunture, la lubrificazione dei polmoni e del cuore e il rivestimento protettivo dello stomaco. È correlato alla flemma2, e la tipologia kapha spesso soffre di congestione da muco. La sua “casa” principale è lo stomaco ma risiede anche nel torace, nel cuore, nella gola, nella testa, nel pancreas, nella linfa, nell’adipe, nel naso e nella lingua. Quando è in equilibrio dona forza, solidità, protezione e resistenza.

Le persone kapha sono colme di amore e compassione. Nel momento del bisogno potete sempre contare su di loro poiché sono assai fedeli e devote. Si dimostreranno le vostre migliori amiche, rivelando solidità e fermezza. Inoltre elargiscono grandi abbracci.

Quando kapha è in squilibrio

I segnali che indicano un eccesso di kapha sono muco e salivazione troppo abbondanti con spurgo di muco appiccicoso (flemma), tosse grassa, prurito, infreddolimento, pesantezza, ristagno, congestione, tumori, cisti, dolori lievi ma persistenti, edema, digestione lenta, eccessivo desiderio di dormire, sapore dolce e salato in bocca, feci bianche e solide. Se kapha è fuori equilibrio possono manifestarsi problemi cardiaci, diabete, colesterolo alto o sovrappeso.

Una carenza di kapha darà luogo a un incremento di segnali vata, ad esempio giunture scricchiolanti, secchezza, vertigini e perdita di peso. Le problematiche kapha, come tossi e otiti, spesso si manifestano durante l’infanzia, un periodo di crescita. Il ruolo insito in kapha nell’immagazzinamento dell’energia può significare che, a livello emozionale, gli individui appartenenti a questo dosha abbiano la tendenza ad aggrapparsi e ad accumulare sia oggetti sia persone – possono essere infatti un poco avide e possessive.

Per equilibrare almeno in parte questa tendenza, la tipologia kapha può provare a “lasciar andare” di più nella propria vita, incrementare la quantità di movimento, intraprendere un maggior numero di attività stimolanti, imparare a condividere e… ripulire armadietti e dispense con maggiore regolarità! Vedi “Purificazione”, p. 91, per ulteriori dettagli sul bilanciamento di kapha.

Indice

Introduzione

1 Costituzione
2 Nutrimento
3 Purificazione
4 Ringiovanimento
5 Forza e quiete
6 Ecologia
7 Relazioni

La dispensa Pukka

Glossario

Bibliografia scelta
Risorse

Indice analitico
Ringraziamenti dell’Autore

Sebastian Pole
Ayurveda – Trova il tuo Sentiero verso la Perfetta Salute – Libro >> http://goo.gl/6MzNww
Costituzione – Nutrimento – Purificazione – Ringiovanimento – Forza e quiete – Ecologia – Relazioni – Esercizi Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Luglio 2015
Formato: Libro – Pag 256 – 16,4×22,9 cm
Già edito con il seguente titolo: Una Vita Autentica – A Pukka Life
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__ayurveda-trova-il-tuo-sentiero-verso-la-perfetta-salute-libro.php?pn=1567

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