Il trattato di Kundalini – La guarigione pranica – di Swami Sivananda – Ottava parte

pubblicato in: AltroBlog 0

KUNDALINI YOGA by Swami Sivananda

Traduzione dalla 6 edizione a cura di Aumprakash & Roma

1971 by The Divine Life Trust Society 1981 by Editrice Vidyananda.

– Ottava parte –

6. Guarigione Pranica

Quelli che praticano il pranayama possono impartire il loro prana per guarire malattie morbose.

Possono anche ricaricarsi di prana in un batter d’occhio, praticando kumbhaka. Non pensate mai che
sarete svuotati del vostro prana, distribuendolo agli altri. Più ne darete, più esso fluirà a voi
dalla sorgente cosmica (Hiranyagarbha). Questa è la legge della Natura. Non siate avaro.

Se c’è un paziente coi reumatismi, frizionate gentilmente le sue gambe con le vostre mani.

Mentre fate il massaggio, fate kumbhaka e immaginate che il prana scorra dalle vostre mani verso il
paziente. Connettetevi con Hiranyagarbha, o prana cosmico, e immaginate che l’energia cosmica sta
fluendo dalie vostre mani verso il malato. Il paziente si sentirà improvvisamente riscaldato,
liberato e rafforzato. Potete curare mal di testa, coliche intestinali, o qualsiasi altra malattia,
per mezzo del massaggio e del vostro tocco magnetico. Quando massaggiate il fegato, la milza, lo
stomaco o qualsiasi altra parte o organo del corpo, potete parlare alle cellule e dare loro ordini:

« O cellule! Compite adeguatamente le vostre funzioni. Io vi comando di fare cosi ».

Esse obbediranno ai vostri ordini; anch’esse hanno un’intelligenza subcosciente. Ripetete il vostro
mantra, quando passate il prana agli altri.

Provate alcune volte; acquisterete competenza. Potete curare anche il morso dello scorpione;
frizionate gentilmente la gamba e fate scendere giù il veleno.

Praticando regolarmente il pranayama potete avere uno straordinario potere di concentrazione, forte
volontà e un corpo perfettamente salubre e robusto. Dovete dirigere coscientemente il prana nelle
parti malate del corpo. Supponiamo che avete un fegato indolente: sedete in padmasana, chiudete gli
occhi e fate sukha purvaka pranayama. Dirigete il prana nella regione del fegato. Concentrate la
vostra mente; fissate la vostra attenzione su quell’area. Immaginate che il prana interpenetra tutti
i tessuti e le cellule dei lobi del fegato e vi fa la sua opera curativa, rigenerativa e
costruttiva. Fede, immaginazione, attenzione e interesse svolgono un ruolo molto importante nel
curare le malattie, portando il prana nelle zone malate. Durante l’esalazione, immaginate che le
impurità morbose del fegato sono gettate via. Ripetete questo processo 12 volte la mattina e 12
volte la sera. L’indolenza del fegato svanirà in pochi giorni. Questo è un trattamento senza
medicine; una cura naturale. Durante il pranayama, potete portare il prana in qualsiasi parte del
corpo e curare qualsiasi tipo di malattia, sia essa acuta o cronica. Provate una volta, o due, a
guarire voi stessi; le vostre convinzioni si rafforzeranno. Perché gridate come la donna che piange
per l’olio quando ha il burro nelle mani, se avete sempre ai vostri ordini un rimedio o agente
(prana) economico, potente e facilmente ottenibile! Usatelo con giudizio. Quando avanzate nella
concentrazione e nella pratica, potete curare molte malattie col semplice tocco. Negli stadi
avanzati, molte malattie sono curate con la sola volontà.

7. Guarigione a Distanza

Viene conosciuta anche come ‘ trattamento assente ‘. Potete inviare il prana attraverso lo spazio a
un vostro amico che vive lontano. Questi deve avere un’attitudine mentale ricettiva. Voi stessi
dovete sentirvi in rapporto (in relazione diretta e in simpatia) con la persona che guarite con
questo metodo di guarigione a distanza.

Potete fissare le ore d’appuntamento per corrispondenza. Potete scrivere: « Siate pronto alle 8 di
sera. Abbiate un’attitudine mentale ricettiva. Stendetevi su una sedia a sdraio. Chiudete gli occhi.
Vi trasmetterò il mio prana». Dite mentalmente al paziente: «Sto trasmettendo una riserva di prana
(forza vitale)». Quando mandate il prana, fate kumbhaka. Praticate pure una respirazione ritmica.
Abbiate l’immagine mentale che il prana lascia la vostra mente e, passando attraverso lo spazio,
entra nel sistema del malato. Il prana viaggia invisibile come le onde della radio e guizza come un
lampo nello spazio. Il prana, colorato dal pensiero del guaritore, è proiettato all’esterno.
Praticando kumbhaka, potete ricaricarvi di prana. Ciò richiede una pratica lunga, costante e
regolare.

Importanza del Pranayama

Tamas e rajas costituiscono la copertura, o velo. Questo velo è rimosso dalla pratica del pranayama.
Dopo che il velo è rimosso, viene realizzata la vera natura dell’anima. Il chitta è di per sé
composto di particelle sattviche, ma è circondato da rajas e tamas, così come il fuoco è circondato
dal fumo. Non c’è azione purificatrice più grande del pranayama. Il pranayama dà purezza, e la luce
della conoscenza risplende. Il karma dello yogi, che ricopre la conoscenza discriminativa, è
annientato dalla pratica del pranayama. L’essenza, che è luminosa per natura, è coperta dal magico
panorama del desiderio e il jiva o anima individuale è diretto verso il vizio. Questo karma dello
yogi, che ricopre la Luce e lo lega a ripetute nascite, viene continuamente attenuato dalla pratica
del pranayama ed infine è distrutto.

Dharanasu cha yogyata manasah: ‘ La mente diviene pronta alla concentrazione’ (yoga sutra II- 53).
Sarete in grado di concentrare la mente perfettamente, dopo che è stato rimosso il velo dalla Luce.
Non appena è stata rimossa l’energia disturbatrice, la mente sarà completamente stabile come una
fiamma in un posto senza vento.

La parola pranayama a volte è usata per indicare contemporaneamente inalazione, ritenzione ed
esalazione del respiro e a volte per ciascuno di questi separatamente. Quando il prana vayu si
muoverà nell’akasa tattva, il respiro diminuirà. In quel momento sarà facile fermare il respiro. La
velocità della mente sarà lentamente diminuita dal pranayama, che indurrà anche al vairagya.

Benefici del Pranayama

Il corpo diventa magro, forte e salubre. Il grasso in più è ridotto. C’è luminosità nel viso. Gli
occhi splendono come diamanti. Il praticante diventa molto bello. La voce diventa dolce e melodiosa.
I suoni interiori anahata si sentono distintamente. Lo studente è libero da ogni sorta di malattie,
e si stabilisce nel brahmacharia. Il seme diventa fermo e stabile. Il fuoco gastrico (jatharagni) è
aumentato. Lo studente, la studentessa, diventa così perfetto nel brahmacharia che la sua mente non
sarà scossa nemmeno se una fanciulla, un fanciullo, cerca di abbracciarlo\a. L’appetito si
restringe. Le nadi si purificano. Si elimina l’agitazione della mente (vikshepa), che di. viene
concentrata. Rajas e tamas sono distrutte. La mente è preparata per il dharana e il dhyana. Le feci
diventano scarse. La pratica costante risveglia la forza spirituale interiore e apporta luce
spirituale, felicità e pace di mente. Fa del praticante un urdhvareto-yogi. Si ottengono tutti i
poteri psichici. Solo gli studenti progrediti otterranno tutti i benefici.

Istruzioni sul Pranayama

1) Di prima mattina, rispondete ai bisogni della natura, e quindi sedete per le pratiche yogiche.
Praticate il pranayama in una stanza asciutta e ben ventilata. Il pranayama richiede concentrazione
e attenzione profonda. Non tenete nessuno al vostro fianco.

2) Prima di sedere per la pratica del pranayama, pulite completamente le narici. Quando finite la
pratica, dopo dieci minuti prendete una tazza di latte o fate una leggera colazione.

3) Evitate strettamente il troppo parlare, mangiare e dormire, il mischiarsi con gli amici e lo
sforzo. Quando prendete i vostri pasti, mettete un po’ di ghì nel riso; questo lubrificherà le
budella e permetterà al vayu di muoversi liberamente verso il basso.

4) Alcune persone muovono i muscoli della faccia, quando fanno il kumbhaka. Ciò dev’essere evitato.
È un sintomo che indica che stanno andando oltre le loro capacità. Questo dev’essere fermamente
evitato. Queste persone non possono avere un regolare rechaka e puraka.

5) Il pranayama può anche essere praticato non appena vi alzate dal letto, poco prima di fare japa e
meditazione. Esso renderà il vostro corpo leggero e goderete la meditazione. Dovete avere una
routine secondo il vostro tempo e la vostra convenienza.

6) Non muovete il corpo senza necessità. Muovendo spesso il corpo, anche la mente è disturbata. Non
grattatevi il corpo di quando in quando. Quando fate pranayama, japa e meditazione, l’asana
dev’essere stabile e fermo come una roccia.

7) Durante gli esercizi ripetete il mantra di Rama, di Shiva, o il Gayatri, o qualsiasi altro
mantra, per un certo numero di volte o per qualsiasi altra unità di tempo, secondo la vostra
inclinazione. Il Gayatri e Om sono i mantra migliori per il pranayama. All’inizio, dovete osservare
qualche unità di tempo per fare puraka, kumbhaka e rechaka. L’unità di tempo e il giusto rapporto
vengono da sé quando fate puraka, kumbhaka e rechaka finché potete farli confortevolmente. Quando
sarete avanzati nella pratica, non avrete bisogno di contare o tenere nessuna unità di tempo. Sarete
stabiliti naturalmente nel normale rapporto dalla forza dell’abitudine.

8) Per alcuni giorni, all’inizio, dovete contare il numero e vedere come progredite. Negli stadi
avanzati, non c’è bisogno di distrarre la mente contando. I polmoni vi diranno quando avete finito
il numero richiesto.

9) Non fate il pranayama, fin quando siete affaticati. Ci dev’essere sempre gioia e letizia di
spirito durante e dopo la pratica. Dovete uscir fuori dalla pratica pienamente rinvigorito e
rinfrescato. Non legatevi con troppe regole (niyama).

10) Non fate il bagno immediatamente dopo aver terminato il pranayama. Riposatevi per mezz’ora. Se
durante la pratica emettete sudore, non asciugatelo con un asciugamano, ma strofinatelo con la mano.
Quando sudate, non esponete il corpo alle correnti d’aria fredda.

11) Inalate ed esalate sempre molto lentamente. Non fate nessun rumore. In pranayama come bhastrika
e kapalabhati potete produrre un suono leggero o il più basso possibile.

12) Non dovete aspettarvi i benefici dopo averlo fatto due o tre minuti soltanto per un giorno o
due. Come minimo, all’inizio, dovete fare 15 minuti di pratica quotidiana, regolarmente, per giorni
di seguito. Non ci sarà utilità se ogni giorno saltate da un esercizio all’altro.

13) Patanjali non pone molta enfasi sulla pratica dei diversi tipi di pranayama. Egli dice: «Esalate
lentamente, quindi inalate e ritenete il respiro. Avrete una mente calma e stabile». Furono gli
hatha yogi che svilupparono il pranayama come scienza, e che hanno menzionato vari esercizi per
soddisfare differenti tipi di persone.

14) Un neofita, per alcuni giorni, deve fare solo puraka e rechaka, senza alcun kumbhaka. Mettete
molto tempo per fare rechaka. La proporzione tra puraka e rechaka è di 1: 2.

15) Il pranayama, nella sua forma popolare e preparatoria, può essere praticato da chiunque, in
qualsiasi posizione, seduti o camminando; e tuttavia è sicuro di mostrare i suoi benefici. Per
quelli che lo praticano secondo i metodi prescritti, la fruttificazione sarà rapida.

16) Aumentate gradualmente il periodo del kumbhaka. Trattenete il respiro per quattro secondi la
prima settimana, per otto la seconda settimana e per dodici secondi la terza settimana; e così via,
finché siete capaci di trattenere il respiro secondo la vostra piena capacità.

17) Dovete aggiustare cosi bene puraka, kumbhaka e rechaka, che in nessuno stadio del pranayama
dovete provare un senso di soffocamento o di disagio. Non dovete mai sentire la necessità di
prendere pochi respiri normali tra due serie successive. La durata di puraka, kumbhaka e rechaka
dev’essere aggiustata propriamente. Esercitate la dovuta cautela ed attenzione. Le cose diventeranno
facili e coronate dal successo.

18) Non dovete prolungare senza motivo il periodo dell’esalazione. Se prolungate il tempo del
rechaka, l’inalazione seguente sarà fatta in maniera affrettata e il ritmo ne sarà disturbato.
Dovete regolare così accuratamente puraka, kumbhaka e rechaka, da essere in grado di fare con
assoluto conforto e attenzione non solo un pranayama, ma tutto il corso o le serie prescritte di
pranayama. Devo ripeterlo spesso: l’esperienza e la pratica vi renderanno perfetto. Siate costante.
Un altro fattore importante è che dovete avere un efficiente controllo sui polmoni, alla fine del
kumbhaka, per potere fare il rechaka dolcemente e in proporzione con il puraka.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *