Malattie del musicista: acufene

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Malattie del musicista: acufene

A cura degli specialisti del Tinnitus Center

di: Redazione | Gio, 02/05/2013 – 10:46

Lacufene viene definito dallAmerican National Standards Institute come la percezione di un suono
in assenza di una stimolazione sonora. L’acufene è un sintomo, non una malattia; è un sintomo
comune che colpisce circa il 10-15% della popolazione. Il 20% dei pazienti presenta un peggioramento
della qualità di vita e nel 2% dei casi può costituire un disturbo invalidante. Il 40% dei pazienti con acufeni riferisce disturbi del sonno.

Da cosa è causato l’acufene?

Linsorgenza dellacufene può essere causata da malattie dellorecchio come otite, otosclerosi,
timpanosclerosi, malattia di Meniere, sordità genetiche ed autoimmuni, trauma acustico, sordità
improvvisa, neurinoma del nervo acustico, presbiacusia, ecc. Diverse patologie organiche e
metaboliche come ipertensione arteriosa, diabete mellito, alterazioni tiroidee, ipercolesterolemia
possono associarsi allacufene. Altre patologie comuni come disfunzioni dell articolazione
temporo-mandibolare o cervicale, si possono riflettere sul sistema uditivo scompensandolo e quindi
inducendo acufene. Numerosi farmaci, anche di uso comune, possono provocare effetti tossici per lorecchio.

Come si valuta il paziente con acufene?

Linquadramento diagnostico del paziente con acufene viene effettuato inizialmente da uno
specialista in otorinolaringoiatria e audiologia mediante questionari standardizzati ed esami
strumentali di primo livello (audioimpedenzometria, acufenometria, otoemissioni acustiche) cui
seguono ulteriori indagini se necessarie (ABR, RMN, TC, ecodoppler vasi epiaortici, valutazione
articolazione temporo-mandibolare, prove vestibolari, VEMPS, ecc.). Nel percorso diagnostico e
terapeutico per le caratteristiche multidisciplinari dell’acufene, sono frequentemente chiamati in
causa altri specialisti oltre laudiologo e lotorinolaringoiatra quali il neurologo, lo psicologo, lortopedico con il fisioterapista e lodontoiatra.

Quali terapie sono indicate per il paziente con acufene?

Molti tipi di trattamento sono stati proposti negli anni per la gestione dellacufene con risultati
spesso variabili. Le categorie di farmaci attualmente più utilizzate ed efficaci sono quelle per il
controllo di ansia, depressione e disturbi del sonno che spesso si associano al problema degli
acufeni. La reale efficacia di questi farmaci sugli acufeni non è tuttavia dimostrata. In alcuni casi selezionati i farmaci antiossidanti possono portare dei benefici.

Escluse le procedure orientate a migliorare le condizioni che contribuiscono allacufene (es.
otosclerosi, malattia di Meniere, schwannoma vestibolare, ecc.) nessuna procedura chirurgica sè dimostrata consistentemente efficace per lacufene.
La Tinnitus Retraining Therapy (TRT), ovvero terapia di riprogrammazione dellacufene, rappresenta
uno dei più diffusi ed efficaci trattamenti per il controllo degli acufeni. Dopo la fase diagnostica
in cui il paziente viene inquadrato mediante tests, esami strumentali e neuroimaging, seguono le fasi riabilitative: il counseling e larricchimento sonoro.
Il counseling cognitivocomportamentale ha come obiettivo la produzione di un cambiamento, ovvero
modificare la percezione dellacufene quale sintomo invalidante per arrivare al ripristino del
proprio stile di vita. L arricchimento sonoro prevede una stimolazione sonora erogata da piccoli
generatori di suono indossabili oppure da apparecchi acustici speciali in caso di sordità ed attraverso generatori ambientali.

Quali sono i rischi per ludito nei musicisti?

Tra le varie categorie di lavoratori a rischio per esposizione professionale al rumore vanno
sicuramente menzionati i musicisti. La prevalenza della perdita di udito nei musicisti varia dal 5 al 52%.
I livelli sonori a cui sono esposti, ad esempio, i musicisti d’orchestra dipendono dal loro
strumento, dal tipo di composizione e dalla posizione fisica nell orchestra. I livelli sonori medi
per gli strumenti a corda sono 86-91 dB (A), 90-94 dB (A) per gli strumenti a fiato, 83-94 dB (A)
per gli ottoni e fino a 98 dB per le percussioni. I musicisti sono esposti ad elevati livelli sonori
durante le prove personali e di gruppo che aumentano il tempo di esposizione al rumore rispetto alla prestazione ufficiale.

In molti casi si è visto che leffetto principale dellesposizione al rumore è lacufene, associato
o meno ad una perdita delludito. Il recente sviluppo della ricerca nella fisiologia uditiva nel
corso degli ultimi decenni ha offerto la possibilità di studiare precocemente i danni dellorecchio interno.

Per gestire i pazienti con acufene correttamente, è importante diagnosticare tutte le possibili
cause e fattori predisponenti, sia ambientali che genetici. Uno stile di vita sano può ridurre i
fattori predisponenti come l’uso di antidolorifici, la pressione arteriosa elevata e
lipercolesterolemia, tutti fattori che sembrano aumentare il rischio di perdita dell’udito
soprattutto se associati insieme. Altri fattori che possono avere un effetto sinergico con
lesposizione al rumore sono lutilizzo di sostanze ototossiche e labuso di droga, fumo e alcool.

Numerosi studi hanno dimostrato che lincidenza di perdita dell’udito nei musicisti orchestrali
equivale a quella della popolazione non esposta al rumore secondo la norma ISO-1999. Tuttavia,
lelevata incidenza di acufene ed iperacusia nei musicisti potrebbe essere spiegata con effetti
metabolici sullorecchio interno ed un alterata eccitazione/inibizione a livello delle vie uditive centrali.
Elevati livelli di pressione sonora possono provocare uniperreattività della coclea con conseguente
disturbo dellomeostasi cocleare e danni meccanici che non sempre si traducono in una perdita
delludito. In questi casi il solo esame audiometrico non può essere ritenuto sufficiente per
linquadramento del problema, poiché in alcuni casi lacufene non si accompagna a diminuzione delludito.
Un test audiologico avanzato come le otoemissioni acustiche offre la possibilità di affinare la
capacità diagnostica e di rilevare la presenza di danni all’orecchio interno precocemente mediante lo studio dellattività delle cellule cigliate.

Tenendo conto del rischio di perdita dell’udito, di acufene ed altri sintomi come liperacusia,
l’uso di protezione acustiche nei musicisti è vivamente consigliato a scopo preventivo. A seconda
del modello si possono realizzare con le protezioni acustiche attenuazioni del suono dai 9 ai 25 dB, evitando leffetto di occlusione e lalterata percezione della alte frequenze.

In conclusione è fortemente consigliato a tutte le categorie professionali esposte al rumore
utilizzare sempre protezioni acustiche durante le prestazioni e non sottovalutare sintomi come
acufene ed iperacusia effettuando periodici controlli mediante una valutazione audiologica completa.

Prof. Alberto Eibenstein – specialista in otorinolaringoiatria e audiologia

Dr.ssa Alessandra Fioretti – specialista in otorinolaringoiatria e audiologia

Dr.ssa Manuela Cantagallo – psicologa

tinnituscenter.it

approfondimento >> http://goo.gl/N1MXB

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