VIMANA, LE ASTRONAVI DEGLI DEI

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VIMANA, LE ASTRONAVI DEGLI DEI

(Astronavi aliene nell’antico Israele e nell’antica India)

In India:
Con il termine sanscrito “vimana” (“vimanam” in pali) vengono indicati
misteriosi oggetti volanti descritti negli antichi poemi epici indù, dalle
prestazioni del tutto superiori a quelle delle moderne astronavi. Negli
antichissimi testi religiosi della filosofia indiana le astronavi venivano
descritte come i mezzi di trasporto usate dagli
“esseri celesti” durante i loro viaggi. In uno di questi testi, il Ramayana
di Valmiki si legge testualmente: “La splendente astronave irradiava un
bagliore fiammeggiante. Fiammeggiando come un fuoco rosso vivo, volava il
carro alato di Ravana. Era come una cometa nel cielo”. L’astronave era
dunque una macchina fragorosa che, decollando, si ammantava di una forte
luminosità. “…Quando partì, il suo rombo riempì tutti i quattro punti
cardinali”.

In Israele:
Non sono solo gli antichi Purana (testi storici) indiani a descriverci
l’esistenza di astronavi e di esseri alieni… Molte testimonianze le troviamo
anche nella Bibbia. Il profeta Ezechiele, descrive alcuni esseri ed anche il
veicolo usato da questi.
La storia è ambientata tra Babel e Nippur, nei pressi del fiume Kebar, era
il quinto giorno del mese di Tammuz (giugno luglio), era il quinto anno
della deportazione del re Jojakin (593 a.c.). A Ezechiele appare un turbine
tempestoso, proveniente dal nord, emetteva fumo, sembrava una nube, con al
centro un nucleo folgorante di fuoco, che continuamente si rinnovava. Man
mano che la macchina volante si avvicinava al profeta, questo ne discerne,
meno confusamente le diverse parti. In quel fuoco, qualcosa brilla come un
fulmine. Quattro esseri dall’aspetto umano si fanno avanti. Infatti, la
testa e il petto, la parte cioè più alta e frontale, che sono visti per
primi, hanno caratteristiche umane. Ciascuno di essi, subito dopo, svela
quattro aspetti:

1. Fattezze di uomo;
2. Fattezze di leone sul fianco destro;
3. Fattezze di toro sul fianco sinistro;
4. Fattezze di ali come di aquila per la parte posteriore;

Ciascuno possedeva quattro ali, due coprivano il corpo e due erano tese
verso l’alto, le ali di uno potevano toccare quelle dell’altro. Queste
ultime muovendosi producevano il rumore dell’oceano in tempesta. Di sotto le
ali usciva un paio di braccia. Gli esseri erano disposti perpendicolarmente
in forma di croce: nord-sud e est-ovest. Tra di essi, Ezechiele discerne,
ora, muoversi rapidamente fuoco vivo, che brucia a mo di fiaccole e
sprigiona lampi. Accanto ad essi, poi, guardando verso il veicolo che li
aveva condotti fin la, Ezechiele nota quattro turbine, la loro forma è poco
comune, ognuna pareva ne avesse un’altra dentro, incrociatesi ad angolo
retto. Il veicolo era di proporzioni gigantesche, tutto ricoperto di oblò e
si muoveva in sintonia con quegli strani esseri. Gli esseri sembravano
dipendere dall’energia di quella macchina. Dall’insieme risultava una specie
di carro maestoso, indefinibile. Sulla cima di quella macchina vi era una
sorta di cupola luminosa, trasparente che brillava come il cristallo che
sovrastava la testa di quegli esseri. Sotto la cupola si intravedeva un
seggio, qualcosa di simile ad un trono e su di esso stava seduto un uomo
dalle apparenti fattezze umane, un uomo la cui luminosità era come quella
del fulmine, sembrava risplendere come fuoco vivo. Un alone gli brillava
intorno, simile all’arcobaleno tra le nubi. A quel punto Ezechiele si
spaventa e si getta con la faccia a terra…

Torniamo in India:
Le astronavi potevano essere equipaggiate con potenti armi da guerra. Nel
Mahabharata queste potenti veicoli vengono descritti in modo molto
particolareggiato, nella sezione Drona Parva, leggiamo: “Costruiremo
un’astronave di grande potenza. La mente divenne il suolo che sosteneva quel
veicolo, la parola divenne il binario sul quale voleva procedere. Tutti i
discorsi e tutte le scienze erano raccolte in essa, tutti gli inni, ed anche
il Suono Vedico “vashat”. E la sillaba “om” piazzata davanti a quel carro lo
rendeva straordinariamente bello. Quando si muoveva, il suo rombo riempiva
tutti i punti cardinali.
Antiche tradizioni tibetane, parlano di un “magico cubo volante” chiamato
duracalapam, grazie al quale i monaci in meditazione sostenevano di essere
in grado di spostarsi in qualsiasi angolo della Terra.
La distinzione, netta e precisa di un’astronave, compare nel testo
Samsaptakabagha: “Quando veniva usato quella macchina era enormemente
risplendente, come un carro celeste che vola nel cielo”. Nel Ramayana, nel
VI libro dello Yuddhacanda, si legge del combattimento fra Rama e Ravana con
“dardi” infuocati, lanciati da navi spaziali mosse da motori dai cui
scarichi “uscivano faville” e nel Samaranga Sutradhara troviamo ben 230
Sloka (versi) dedicati ai principi della costruzione delle aeronavi.

Torniamo in Israele:
La Bibbia narra di alcuni esseri chiamati Nefilim e li definisce antichi
eroi. La Bibbia, un libro antico che parla di esseri ancora più antichi.

Genesi 6:1
“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro
figlie, i figli degli Elohim (esseri celesti), videro che le figlie degli
uomini erano belle e si accoppiarono con esse…”

Genesi 6:4
“C’erano sulla terra i Nefilim a quei tempi -e anche dopo- quando i figli
degli “esseri celesti” si univano alle figli degli uomini e queste
partorivano loro dei figli, sono questi gli eroi dell’antichità, uomini
famosi”.

Qui la Bibbia si ferma, ma la storia viene ripresa da un antico testo, il
“Libro dei Vigilanti”, il cui autore è l’Enoc biblico.

Libro dei Vigilanti 6:1-6
“Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, che in quei tempi
nacquero, ad essi, ragazze belle di aspetto. E i figli degli esseri celesti,
i figli del cielo, le videro, se ne innamorarono e dissero fra loro:
“Venite, scegliamoci delle donne fra le figlie degli uomini e generiamoci
dei figli”. E disse loro Semeyaza, che era il loro capo: < darsi che voi non vogliate che ciò sia fatto e che solo io pagherò il fio di
questo atto>>. E tutti gli risposero e gli dissero: < ci impegniamo che non recederemo da questo proposito e che lo porremmo in
essere>>. Allora tutti insieme giurarono e tutti quanti si impegnarono
vicendevolmente ed erano in tutto, duecento. E scesero in Ardis, cioè sulla
vetta del monte Armon e lo chiamarono così, poiché su esso avevano giurato e
si erano scambiati promessa impegnativa”.

Seguono i nomi dei duecento “esseri celesti” che scesero sulla Terra, per
accoppiarsi con le figlie dell’uomo. Dopo essersi accoppiati, insegnarono
alle loro mogli e ai loro figli la loro scienza in ogni dettaglio… il resto
della storia la potete trovare sul “Libro dei Vigilanti”

Torniamo in India:
Dal Mahabharata: “Gli esseri celesti volavano sulle loro aeronavi, come
portati dalle nuvole, raggiungevano tranquillamente la loro meta: i luminosi
Adita nel loro splendore, i Marut muovendosi nell’aria; gli alati Suparna, i
Naga coperti di squame e i Gandharva famosi per la loro musica: a bordo di
splendenti veicoli celesti, tutti insieme solcavano il cielo limpido e
azzurro”.

I testi vengono scarsamente tradotti perché si dovrebbe ben sapere che, se
fossero rivelati pubblicamente, verrebbero male usati. Gli studiosi
preferiscono evitare di interpretare alcuni dei brani quali il seguente, di
ordine prettamente tecnico: “Forte e durevole deve essere il corpo, come un
grande “uccello” volante, di materiale leggero. Dentro si deve porre il
motore al mercurio, con sotto l’apparecchio in ferro per il riscaldamento.
Per mezzo della forza latente del mercurio, che mette in moto le turbine, un
uomo seduto all’interno può viaggiare nel cielo, in modo meraviglioso,
percorrendo grandi distanze. Quattro forti contenitori di mercurio debbono
essere costruiti nella struttura interna. Quando sono stati riscaldati per
mezzo dei contenitori di ferro, l’astronave sviluppa la forza del tuono
attraverso il mercurio. E subito diventa come una perla nel cielo…
Tuttavia, se questo motore di ferro con le giunture appropriatamente saldate
viene riempito di mercurio e il calore viene condotto fino alla parte
superiore, sviluppa potenza con il ruggito di un leone… I possibili
movimenti dell’aeronave sono l’inclinazione, l’ascesa e la discesa
verticale, gli spostamenti avanti e indietro, l’ ascesa normale, la discesa
normale, la progressione su lunghe distanze grazie all’opportuna regolazione
delle parti funzionanti che assicurano il moto perpetuo. La forza e la
durata di queste macchine dipende dai materiali usati”.
Ecco ora alcune delle qualità principali dell’astronave, può essere
invisibile, trasportare passeggeri, essere resa piccola e compatta, muoversi
in silenzio (se deve essere usato il suono deve esservi una grande
flessibilità di tutte le parti mobili che debbono esser costruite alla
perfezione); deve durare a lungo; deve esser ben coperta; non deve diventare
troppo calda, troppo rigida o troppo morbida; può essere mosso da melodie e
ritmi.
Per questo motivo molti studiosi di sanscrito e di ebraico, che hanno potuto
leggere gli antichi Sastra (scritture rivelate) indiani e ebraici, si sono
convinti che in un passato remoto alcuni esseri celesti, siano scesi sulla
Terra.

Manuele ( collaboratore di isvara.org )

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