VIJANANABHAIRAVA O COSCIENZA DIVINA

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VIJANANABHAIRAVA O COSCIENZA DIVINA

Jaideva Singh – Motilal Banasidass Publishers

libera traduzione di F.Falzoni G.

Vigyan Bhairava

Il noto testo shivaita delle 112 tecniche meditative, tradotto da F. Falzoni Gallerani.

1 – Bhairavi, Shakti di Bhairava dice: Uno Divino che nel manifestare l’universo e nel trattarlo
come il tuo gioco sei il mio stesso Sé, ho udito tutto dalle scritture che sono nate dall’unione di
Rudra con la sua compagna Shakti, ma oh Supremo Signore, anche ora i miei dubbi non sono stati
rimossi.

2, 4 – O Signore, dal punto di vista dell’assoluto qual è esattamente la natura di Bhairava? Secondo
le scritture consiste dell’energia della moltitudine delle lettere, oppure consiste nelle nove
differenti forme della realizzazione della natura essenziale di Bhairava, oppure consiste nello
specifico mantra che unisce in una forma integrale le tre divisioni, oppure consiste nelle tre
Shakti? Oppure consiste nel potere del mantra sempre presente ed inseparabile da ogni parola, oppure
nel potere del mantra sempre presente ed inseparabile da ogni oggetto dell’universo come luce della
manifestazione, oppure consiste in qualche misterioso potere insito nei chakra, o nel suono senza
vocali di “Ha” oppure consiste puramente in shakti?

5, 6 – Se la natura di parapara Shakti (Energia trascendente ed immanente) e di apara Shakti
(Energia immanente) è costituita da parti allora la natura di para Shakti (Energia trascendente) è
anch’essa composta di parti? Se la natura di para Shakti è formata di parti ciò è incompatibile con
la trascendenza. La trascendenza non può consistere nella divisione di lettere e colori o dei corpi,
la trascendenza è contrassegnata dall’indivisibilità, la trascendenza non può essere composta di
parti. Oh Signore, offrimi il tuo favore e rimuovi completamente i miei dubbi.

7, 10 – Bene mia amata, tu hai posto domande pertinenti con la quintessenza del Tantra. Benché la
materia sia esoterica, a te che sei di buon auspicio, la spiegherò. Qualunque cosa sia stata detta
sulla natura composita di Bhairava, deve essere considera insostanziale come una fantasmagoria, come
la rete di Indra, come la magica illusione di Maya, come sogno e come il miraggio di una città di
Gandarva nel cielo. L’aspetto composito di Bhairava è solo uno strumento per la meditazione per
quelli dall’intelletto confuso, coloro che sono interessati all’ostentazione dei rituali, è stato
esposto per le persone immature ed è preghiera dai costrutti mentali dicotomizzanti.

11, 13 – In Realtà Bhairava non ha né la forma del nove, né della moltitudine delle lettere, né
delle tre Shakti, né l’energia costituisce la sua essenza. Questi concetti sono per chi non è ancora
in grado di cogliere la Realtà. Questi concetti giocano il ruolo del bonbon della mamma. Sono fatti
per indurre gli aspiranti ad abbracciare la via della giustizia e delle pratiche spirituali, perché
possano infine realizzare che la natura di Bhairava non è differente dal loro stesso sé essenziale.
Come la madre offre un dolce ai bambini per indurli a seguire la retta via, così questi concetti
sono usati per indurre l’uomo in quella direzione e a seguire la via retta.

14, 17 – Si può essere consapevoli di ciò solo quando si è completamente liberi dalle costruzioni
mentali. Si può avere l’esperienza di quella beatitudine nel più profondo di sé, quando si è liberi
dall’identificazione con l’ego, e ci si è immedesimati nella pienezza della divina coscienza dell’io
sono. Questo stato di Bhairava che è pieno della beatitudine della non differenziazione dall’intero
Cosmo è in sé Bhairavi la Shakti di Bhairava. Questa in verità dovrebbe essere considerata la sua
natura essenziale, immacolata ed inclusiva dell’intero universo, e quindi chi può essere l’oggetto
del servizio devozionale e chi dovrebbe essere soddisfatto dal servizio? Questo stato di Bhairava
che viene in questo modo celebrato è il solo ed il più alto. E’ definito para devi, la più alta
divinità, para: più alta, più alta non solo di nome, ma perché questa è la sua più alta forma.

18 , 19 – Poiché non esiste mai differenza tra la Shakti e il possessore della Shakti, quindi
essendo legata ai Suoi attributi la Shakti diviene manifestazione degli stessi attributi. Così
essendo non differente dal più alto (para Bhairava) lei è conosciuta come la più alta Shakti (para
Bhairavi). Il potere di bruciare del fuoco non è separato dal fuoco.

20 , 21 – Quando si entra nello stato di Shakti identificandosi con lei, sorge la sensazione della
non distinzione tra Shiva e Shakti, e si raggiunge lo stato supremo di Shiva. Per questo si afferma
che la Shakti è la porta per entrare in Shiva. Così come attraverso la luce di una lampada o dei
raggi del sole, alcune parti dello spazio s’illuminano e sono rese visibili, allo stesso modo, mia
amata, attraverso la Shakti si conosce Shiva che è il proprio sé essenziale.

22, 23 – La Devi chiede ancora:

Oh dio degli dei, che porti come emblema il tridente e hai un teschio come ornamento, come potrà
essere realizzata la Suprema Shakti che trascende tutte le nozioni di direzione, spazio e tempo, e
tutti i modi di descrizione conosciuti? Con quali mezzi si può realizzare lo stato indiviso di
Bhairava che è pieno della beatitudine della non differenziazione con l’universo? Per favore esprimi
per me in linguaggio umano, ciò che conosco bene al livello più alto, istruiscimi in maniera che
possa comprendere pienamente.

24 , 25, 26, 27 – Bhairava dice:

Con l’attenta concentrazione sulla sorgente del prana e dell’apana attraverso la respirazione e
l’attenzione ai due poli in cui il respiro entra ed esce dal corpo, si può raggiungere una
situazione di pienezza che è lo stato di Para Shakti o natura di Bhairava. Bisogna essere
consapevoli da dove il respiro sorge e dove termini e in questi due punti si troverà che la forma
esenziale di Bhairava è manifesta. Nella cessazione e fusione del prana e dell’apana, Bhairavi
esprime se stessa e si manifesta portando allo stato di Bhairava. Quando lo stato si manifesta
attraverso la cessazione dei pensieri dualisti, la Shakti del prana nell’espirazione non esce dal
centro del corpo, né la Shakti dell’inspirazione, in forma di apana, entra. Nell’essenza
dell’esperienza si rivela Bhairava.

28, 29 – Medita sulla Shakti che sorge dal Muladhara chakra, brillante come i raggi del sole, che
diventa sempre più sottile sino a dissolversi. In questo modo Bhairava diviene manifesto.

Meditando sulla luce di Kundalini che sale in successione da un centro all’altro, alla fine si potrà
sperimentare il magnifico sorgere di Bhairava.

30 – Si dovrebbe meditare in modo opportuno sui dodici successivi centri d’energia più alti
associati a dodici lettere. Ognuno di loro dovrebbe essere osservato dapprima nella forma
grossolana, quindi lascito quest’aspetto dovrebbe essere meditato nella forma sottile, poi lasciata
anche quella nella forma suprema, sino a che il meditante s’identifica con Shiva.

31 – Avendo riempito lo spazio di dodici dita dal centro delle sopraciglia con la stessa energia
pranica ed avendo attraversato rapidamente questo spazio, con l’aiuto simile ad un ponte della
contrazione delle sopraciglia, devono essere allontanati tutti pensieri dicotomizzanti. La coscienza
si solleverà allora più in alto e apparirà la sensazione dell’onnipresenza.

32 – Lo yoghi dovrebbe meditare nel suo cuore sui cinque vuoti dei cinque sensi, che appaiono come i
cinque vuoti nei cerchi della coda del pavone. Così sarà assorbito nel vuoto Assoluto.

33 – In questo modo, successivamente, ogni volta che c’è presenza mentale su qualunque vuoto, su un
muro, su una persona eccellente, tale presenza mentale è assorbita in se stessa e nel supremo ed
offre i più grandi benefici.

34 – Con l’attenzione concentrata all’interno del cranio e stando seduti con gli occhi chiusi e
mente stabile, si può discernere ciò che è eminente discernere.

35 – La nadi mediana è situata al centro, sottile come il gambo di un loto. Meditare sul vuoto
all’interno di questo nadi facilita la rivelazione del Divino.

36 – Chiudendo i sensi e sciogliendo il nodo al centro delle sopraciglia, si percepisce il bindu
come un punto di luce brillante, che con lo sviluppo della concentrazione gradualmente si dissolve.
Quindi nel centro della coscienza eterica lo yoghi si stabilisce nello stato più alto.

37 – Lo Yoghi deve meditare sia sul cuore sia sul bindu, che è una piccola scintilla di fuoco
prodotto dalla pressione della luce degli occhi. Con questa pratica i pensieri discorsivi scompaiono
e, con la loro scomparsa, lo yoghi è assorbito nella luce della coscienza suprema.

38 – Chi profondamente s’immerge in Nada, che è Brahman nella forma di suono, vibrante all’interno
senza alcun impatto, che può essere udito solo dall’orecchio esercitato dallo yoga, che continua a
vibrare ininterrottamente e corre con la testa avanti come un fiume, ottiene il Brahman.

39 – Oh Bhairavi, attraverso la perfetta recitazione del mantra, e attraverso la contemplazione del
vuoto alla fine della fase prolungata e con la più intensa energia del vuoto, lo yoghi ottiene il
vuoto.

40 – Lo yoghi dovrebbe contemplare la precedente condizione d’ogni livello prima della sua assoluta
e finale condizione d’assoluto vuoto. Egli allora con l’aiuto dello stesso vuoto diventerà della
natura e della forma del vuoto.

41 – Se si ascolta con attenzione non divisa il suono degli strumenti musicali che si prolunga
ininterrotto, si raggiungerà alla fine l’assorbimento nell’etere della consapevolezza, e si otterrà
così lo stato di Bhairava.

42 – Con l’ascesa di tutti i mantra formati da lettere, che continuano a vibrare in forme sottili
dal bindu e che terminano nel vuoto, si diventa Shiva.

43 – Se si contempla la vacuità all’interno del proprio essere in tutte le direzioni
simultaneamente, senza costrutti mentali, si esperimenta il vuoto e ci s’identifica con la vasta
coscienza espansa.

44 – Chi contempla simultaneamente il vuoto al di sopra e il vuoto alla base, con l’aiuto
dell’energia indipendente dal corpo, sarà completamente liberato dai costrutti mentali.

45 – Colui che fermamente contempla il vuoto al di sopra, il vuoto alla base e il vuoto nel cuore,
scorge nello stesso tempo grazie alla libertà da ogni costrutto mentale lo stato di Shiva, che è
oltre tutti i pensieri.

46 – Se lo yoghi contempla il suo corpo con la mente libera da ogni costruzione mentale e lo
riconosce come un soggetto empirico limitato simile al vuoto, si libera dal pensiero e, in fine,
ottiene lo stato di Bhairava, che è al disopra di tutti i pensieri.

47 – Oh tu dagli occhi di gazzella, se l’aspirante è capace immediatamente di immergersi nel vuoto,
lascia che contempli le parti del suo corpo, come fossero solo mera vacuità. Dopo la pratica del
vuoto, la contemplazione diverrà stabile e alla fine porterà all’esperienza della luce della
consapevolezza.

48 – Lo yoghi dovrebbe contemplare la pelle del suo corpo come una barriera esterna senza nulla di
sostanziale all’interno, meditando in questo modo egli raggiunge lo stato in cui trascende ogni
oggetto di meditazione.

49 – Colui la cui mente assieme agli altri sensi, si fonde nello spazio interiore del cuore, chi è
entrato mentalmente nel centro delle due anse del cuore del loto e ha escluso ogni altra cosa dalla
consapevolezza, acquisisce la più alta fortuna.

50 – Quando il corpo dello yoghi e penetrato in tutte le sue parti dalla consapevolezza e la mente
che è divenuta immobile dalla concentrazione è dissolta nel terzo occhio, allora egli sperimenta le
caratteristiche della realtà.

51 – Se si fissa la mente nel terzo occhio (o alla sommità del capo) continuamente, in ogni modo e
luogo, le fluttuazioni mentali diminuiranno e in pochi giorni è raggiunto l’incomparabile ed
ineffabile stato di Bhairava.

52 – La seguente contemplazione: “Il mio corpo è stato bruciato dal fuoco di Kalagni Rudra, il
distruttore universale” condurrà all’esperienza della vera natura che è pace.

53 – In questo modo l’aspirante immagina che lo stesso mondo sia bruciato da Kalagni, e non permette
alla sua mente di vagare altrove verso alcun’altra cosa, allora in tale persona il più alto stato
per l’uomo si manifesta.

54 – Se lo yoghi riflette profondamente sul fatto che i sottili e più sottili costituenti del suo
corpo e del mondo sono stati riassorbiti nelle loro rispettive cause, allora in fine, la para devi,
la suprema divinità si rivela.

55 – Se l’energia pranica, che è densa e grossolana, è resa sottile e fragile attraverso la
disciplina yogica del pranayama, e lo yoghi medita su tale energia sia nel cuore sia nel terzo
occhio, entrando mentalmente in lei, raggiunge la liberazione e acquisisce il suo naturale potere
sovrano.

56 – Si dovrebbe contemplare, passo dopo passo, l’intero universo dissolversi successivamente dallo
stato grossolano a quello sottile e dal sottile al supremo sino che alla fine la mente si dissolve
nella pura consapevolezza.

57 – Se si medita sulla quintessenza di quest’intero universo, che è sia luce della coscienza sia
consapevolezza di tale coscienza, da ogni lato e sino ai limiti estremi sino alla Realtà Centrale
oltre soggetto ed oggetto si sperimenta il grande risveglio.

58 – Lo yoghi dovrà concentrarsi sull’idea che l’universo è interamente vuoto. In questo vuoto è
assorbita la mente. Allora egli è pronto per l’assorbimento totale e si fonde nel vuoto assoluto e
in Shiva.

59 – Lo yoghi può fissare il vuoto all’interno di un vaso o di un altro oggetto, lasciando da parte
ogni altra cosa. La mente assorbita in quel vuoto sarà facilitata nell’immaginare il vuoto assoluto.
Realizzerà allora la sua identificazione con il Supremo.

60 – Si può fissare lo sguardo in un vasto spazio aperto tra le montagne. La mente senza il supporto
d’oggetti si dissolverà e le fluttuazioni cesseranno.

61 – Osservando la percezione degli oggetti e delle idee, uno dovrebbe concentrarsi nell’intervallo
voto tra un’idea e la percezione. In quella sospensione tra le due, si ha un flash della Realtà.

62 – Quando la mente dell’aspirante, si trova immersa in se stessa, non più attratta da alcun
oggetto, in equilibrio nel mezzo, sboccia intensa la realizzazione della pura consapevolezza in
tutta la sua intensità.

63 – Quando l’aspirante osserva con mente ferma e libera da ogni scelta il suo corpo e l’intero
universo della sostanza della coscienza, sperimenta il Supremo Risveglio.

64 – Dalla fusione del respiro, l’espirazione che sorge dall’interno e l’espirazione che nasce
dall’esterno, sorge, in fine, una condizione nella quale c’è la completa cessazione. Meditando su
questa condizione di vuoto in cui non c’è più la sensazione né del prana né dell’apana, lo yoghi
raggiunge il livello dell’Uguaglianza.

65 – Lo yoghi dovrebbe contemplare con totale attenzione il suo corpo e l’intero universo
nell’unità, saturi d’essenziale beatitudine spirituale.

66 – Oh tu dagli occhi di gazzella, attraverso la magia, la suprema delizia sorge istantaneamente
nel cuore. In questa condizione mentale la Realtà si manifesta.

67 – Interrompendo il flusso dei sensi la corrente delle sensazioni si ferma, e l’energia pranica
(pranashakti) si muove lentamente verso l’alto lungo susumna, con una sensazione di formicolio ai
vari centri sulla spina dorsale. A quella sensazione segue la suprema delizia.

68 – Si dovrebbe concentrare la consapevolezza deliziata, al centro dello spazio in cui l’energia
prana ed apana entra in susumna e la kundalini inizia a salire, e collegando gli estremi
nell’immobilità si proverà il piacere dell’unione sessuale.

69 – Nel rapporto sessuale con la donna assorbendo la coscienza in lei, perdendo il senso di
separazione si giunge al sommo piacere, simile al piacere di Bramhan. Tale godimento è il piacere di
percepire il proprio Sé.

70 – Anche in assenza di una donna il solo ricordo dei baci e degli abbracci rievoca il piacere, e
meditare su ciò ci porta a realizzare la beatitudine insita nella coscienza.

71 – Nel momento in cui si prova gran piacere o in occasione della gioia suscitata nel vedere un
amico dopo lungo tempo, si dovrebbe meditare sull’essenza del piacere stesso, e fondersi in esso,
sino che la mente non s’identifica con esso.

72 – Quando si sperimenta la gioia che nasce dal piacere di gustare il cibo, si dovrebbe meditare
sulla perfetta condizione di tale gioia e raggiungere il supremo diletto.

73 – Quando lo yoghi si unisce con la gioia incomparabile del canto o del suono, grazie
all’espansione della mente si realizza l’unità che offre la gioia incomparabile.

74 – Dovunque la mente trovi soddisfazione senza agitazione, lasciala concentrarsi su ciò. In ognuno
di questi casi la vera natura del più alto bene si manifesterà.

75 – Quando il sonno non è ancora giunto ed uno è sul punto di addormentarsi, tutti gli oggetti
esterni seppure presenti sono scomparsi dalla vista, uno dovrebbe concentrarsi in quello stato tra
la veglia ed il sonno.

76 – Si dovrebbe fissare lo sguardo su una porzione di spazio che appare variegata da raggi di luce.
Proprio in quel luogo la natura del Sé essenziale si manifesta.

77 – Al momento dell’intuitiva percezione dell’universo, il supremo raggiungimento è offerto
attraverso le diverse vie di conoscenza.

78 – L’aspirante dovrebbe sedersi su di un comodo sedile con un cuscino, poggiando su di esso solo
il sedere, lasciando mani e piedi liberi da sostegno. Mantenendo questa posizione la sua
intelligenza si farà sottile e piena.

79 – Seduto in posizione confortevole sul suo seggio, e messe le braccia a forma d’arco sopra la
testa dovrebbe fissare lo sguardo alle ascelle. Quando la mente è assorbita in quella posizione di
riposo, sperimenterà grande pace.

80 – Avendo fissato lo sguardo senza battiti di ciglia su un oggetto materiale ed avendo
interiorizzato l’attenzione, e avendo così liberato la mente da ogni pensiero, l’aspirante
acquisisce senza indugi lo stato di Shiva.

81 – Se egli si mantiene la bocca aperta con la lingua all’indietro posata nel centro, fissa la
mente nel centro della bocca, e pronuncia mentalmente la sillaba ha, si dissolverà nella pace.

82 – Seduto sopra ad un sedile soffice o ad un letto egli dovrebbe contemplare il corpo come privo
di supporto. Attraverso la contemplazione, quando tutte le proposizioni svaniscono e la mente si
libera dalle costruzioni del pensiero, allora, in un istante, tutte le vecchie disposizioni mentali
inconsce svaniranno.

83 – Oh Dea, una persona provando il movimento del corpo quando è seduta su di un veicolo che si
muove, o scuotendo lentamente il corpo, può calmare in questo modo la sua mente. Egli ottiene allora
la conoscenza dei Deva e gode della consapevolezza suprema.

84 – Se, con il corpo dissolto in consapevole immobilità, egli fissa il cielo senza nubi, in quel
preciso istante egli acquisisce la natura di Bhairava.

85 – Lo yoghi dovrebbe osservare tutto lo spazio aperto sotto la forma d’essenza di Bhairava, e allo
stesso modo il vuoto all’interno della sua testa. L’intero universo si dissolverà allora nella luce
di Bhairava.

86 – Quando lo yoghi conosce i tre stati di coscienza, la veglia, in cui vi è conoscenza limitata e
produttrice di dualità, il sogno in cui si ha la percezione delle impressioni, e il sonno profondo
nel quale la totale è oscurità la sola forma di Bhairava, giunge al quarto, turya, il vuoto e viene
allora riempito con lo splendore della consapevolezza infinita.

87 – Nel buio di una buia notte, meditando sull’oscurità lo yoghi ottiene la natura di Bhairava.

88 – Allo stesso modo l’aspirante dovrebbe osservare l’inquietante oscurità davanti agli occhi
chiusi, e quindi contemplare l’oscura e terribile forma di Bhairava di fronte lui ad occhi aperti.
Quindi identificarsi con Lui.

89 – Quando qualche organo di senso è ostruito nella sua funzione per qualche causa esterna,
naturalmente o attraverso uno strumento auto imposto, l’aspirante rivolge la consapevolezza
all’interno, la sua mente è assorbita nel vuoto che trascende le dualità, e proprio là il suo Sé
essenziale si rivela.

90 – Al semplice suono della sillaba “a” senza inflessioni, appare Parameshvara, magnifico torrente
di saggezza.

91 – Fissa la mente libera da pensieri, alla fine di una parola con “h” aspirata, quindi, volta
all’interno l’attenzione, entra nell’eterno Brahman.

92 – Quando egli è concentrato sul suo stesso sé nella forma del vasto firmamento, illimitato in
ogni direzione, libero da tutti i pensieri, il divino potere della consapevolezza, che è il Sé
essenziale, si rivela.

93 – Concentrandosi sulla sensazione prodotta da una puntura di spillo o da una punta, con l’energia
della consapevolezza non divisa in quel punto, si ha accesso alla natura di Bhairava.

94 – Si dovrebbe contemplare così: l’apparato psichico consistente di pensieri che formano un io non
rappresenta il reale. Libero da tutti i pensieri e da tutte le costruzioni mentali egli potrà
immergersi nella pura consapevolezza che è il suo Sé essenziale.

95 – Maya illude, la funzione del tempo e della conoscenza sono limitati, considerando le funzioni
dei vari principi costitutivi in questo modo uno non rimane più a lungo separato.

96 – Avendo osservato sorgere un desiderio, l’aspirante dovrebbe fermarlo e immergersi in quello
spazio da cui il desiderio è sorto.

97 – Quando il desiderio e la conoscenza non sono in me, chi sono in quella condizione? In verità io
sono la Realtà stessa, consapevolezza e beatitudine. L’aspirante deve immergersi in tale Realtà ed
identificarsi in essa.

98 – Se appaiono desideri e attività del pensiero, l’aspirante dovrebbe, con la mente distaccata
dagli oggetti del desiderio, fissare la mente sul desiderio o il pensiero come lo stesso Sé, e
quindi avrà la realizzazione della Realtà essenziale.

99 – Tutta la conoscenza è menzognera, senza causa e senza base. Dal punto di vista della Realtà
assoluta, questa conoscenza non appartiene ad alcuno. Quando ci si da completamente a questa
contemplazione, allora, oh cara, uno diventa Shiva.

100 – Lo stesso Sé della natura della consapevolezza è presente in tutti i corpi, non c’è differenza
in lui in alcun luogo. Chi realizza che ogni cosa in essenza è “consapevolezza”, trionfalmente sorge
al di sopra dell’esistenza, della nascita e della morte.

101 – Se uno riesce ad immobilizzare la mente quando essa è sotto l’influenza della rabbia,
dell’attaccamento,

102 – Se si percepisce il cosmo come un’illusione di un mago o l’immagine di una pittura, o come un
movimento illusorio, e si contempla profondamente questo fatto si proverà gran felicità.

103 – Non ci si dovrebbe soffermare né sul piacere né sul dolore. Oh Dea Bhairavi, dovrebbe essere
riconosciuta quella Realtà che sussiste oltre gli opposti.

104 – Dopo aver rigettato l’attaccamento al proprio corpo, si dovrebbe, con mente ferma ed una
visione che non prende in considerazione null’altro, contemplare così: “Io sono ovunque”. Egli godrà
allora di gioia suprema.

105 – La conoscenza, il desiderio, non appaiono solo all’interno di me, appaiono ovunque, nelle
giare e negli altri oggetti. Solo Shiva risiede in sé stesso, conoscendo sé stesso in tutto
l’esistente. Con questa contemplazione si pervade tutto.

106 – La coscienza del soggetto e dell’oggetto è comune a tutti gli esseri incarnati. Gli yoghi si
distinguono perché sono consapevoli della mente osservante e della relazione tra “osservatore” e
“osservato”.

107 – Uno dovrebbe, lasciando da parte il bisogno del suo corpo, contemplare che la stessa
consapevolezza è negli altri corpi è nel suo. Così in pochi giorni realizzerà la pervasività della
coscienza che è la natura di Bhairava.

108 – Avendo liberato la mente da ogni sostegno, uno dovrebbe liberarsi da tutte le costruzioni
mentali. Allora, oh tu dagli occhi di gazzella, ci sarà lo stato di Bhairava nel Sé che è diventato
il Sé assoluto.

109 – Il Signore Supremo è onnisciente, onnipotente e onnipresente. Poiché possiedo gli attributi di
Shiva, sono uno con il Signore Supremo. Con questa convinzione uno diventa Shiva.

110 – Proprio come le onde sorgono dalle acque, e le fiamme dal fuoco, e raggi di luce dal sole,
così sono nati da me, gli aspetti molteplici dell’universo in forme differenziate.

111 – Il girare su se stessi sino a cadere a terra, porta, nello stato successivo di sospensione, a
sperimentare la suprema condizione spirituale.

112 – L’assorbimento nei dubbi, la mancanza di potere nel percepire gli oggetti dei sensi, e il
dissolvimento della mente, porta alla fine di questa tensione alla condizione di cessazione in cui
appare la forma della natura essenziale di Bhairava.

113-114 – Ascolta o Devi, ti dirò di questa tradizione mistica per intero. Se, ci poniamo con gli
occhi fissi senza battito di ciglia, nell’osservazione della realtà interiore, l’isolamento verrà
immediatamente. Contraendo le aperture delle orecchie, dell’ano e del pene, e meditando sul suono
interiore senza impatto, senza vocali né consonanti, che non può essere né udito né pronunciato, ma
su cui si può solo meditare, si entra nell’eterno Brahman.

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