VERSO LE ALTE VETTE DELLA CONSAPEVOLEZZA E DELL’AMORE

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VERSO LE ALTE VETTE DELLA CONSAPEVOLEZZA E DELL’AMORE

di Marco Ferrini (Matsyavatara Das)

L’aspirazione intima di ognuno è verso l’unità, l’integrazione della personalità sulla base di
valori autentici, per sentirsi pienamente soddisfatti e realizzare la propria originaria natura,
quella spirituale. Affinché ciò sia possibile è indispensabile un profondo lavoro di
destrutturazione dei condizionamenti e di armonizzazione interiore. Il Centro Studi Bhaktivedanta ha
questo scopo. Scopo che si può realizzare se vengono interiorizzati i valori universali della
Sapienza e dell’Amore attraverso lo studio e la pratica di vita. Nella nostra esistenza tante volte
ci troviamo di fronte a problemi difficili da risolvere: una parte di noi propone una soluzione e
un’altra parte di noi la rifiuta. Poiché il desiderio profondo di ognuno è quello di essere felici
realizzando le proprie aspirazioni, interroghiamoci sul perché spesso non riusciamo a fare e ad
essere come nel profondo desideriamo.

Anche quando proviamo emozioni gioiosamente intense è difficile renderle costanti, anzi spesso si
trasformano nel loro esatto contrario: tristezza, smarrimento, confusione. Spesso quel che appariva
un traguardo, si rivela essere uno scrigno vuoto: l’ennesimo miraggio di felicità. Tante persone
nascono e muoiono senza aver conosciuto quella soddisfazione e gioia duratura che desideravano dalla
vita. La tradizione bhakti-vedantica insegna che ciò è la conseguenza di errate cognizioni della
realtà: poiché l’essere umano si percepisce in maniera illusoria, non cosciente della propria reale
natura, ricerca in modalità erronee l’irrinunciabile felicità. La felicità non è un miraggio:
esiste. Il problema sorge quando la cerchiamo dove non è. La nostra reale natura non la si
scoprirebbe nemmeno se riuscissimo a conoscere la materia nelle sue parti più micro o macroscopiche,
semplicemente perché siamo altro: spirito.

Sul finire degli anni cinquanta del secolo scorso, la scienza ha individuato una energia che opera
in modo alquanto diverso dalla materia “conosciuta” e che è stata definita “anti-materia”. Ma esiste
un’altra energia, che tradizionalmente è definita “spirituale” (brahman, atman), la quale è
categoricamente altra rispetto a qualsiasi forma di materia e di anti-materia; essa infonde vita e
coscienza sia alla materia che all’antimateria, e si può prenderne consapevolezza non oggettivamente
attraverso il cosiddetto “metodo sperimentale”, bensì soggettivamente, attraverso l’introspezione.
L’energia spirituale può essere infatti esperita attraverso un percorso scientificamente fondato
che, a differenza del modello positivistico, si basa su processi introspettivi quali la preghiera,
la meditazione e l’agire in spirito d’offerta a Dio.

Attraverso il processo yogico (bhakti-yoga) di trasformazione della coscienza possiamo entrare in
contatto con la nostra matrice spirituale (atman). Ci sono vari sentieri che conducono ai picchi
luminosi della coscienza e alla realizzazione della nostra natura divina, che aspettano solo di
essere scoperti e percorsi. Trasformiamoci dunque in esseri alati per raggiungere quelle alte vette
– non luoghi ma logos – in cui si possono realizzare tutte le aspirazioni di immortalità, libertà,
sapienza e Amore. La ricerca di Dio è il compito primo della vita umana. Stabilire una relazione
d’amore con Lui, con tutte le creature e il creato è lo scopo ultimo: il traguardo evolutivo
dell’uomo universale. Possa dunque la nostra vita essere finalizzata a questo scopo.

di Marco Ferrini

da scienzaespiritualita.blogspot.com/

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