Un bagliore appena percettibile agli strumenti si attenua appena dopo il decesso: potrà essere usato
in attività di monitoraggio degli esseri viventi.
13 maggio 2025 – Elisabetta Intini
Tutti emettiamo una debole luce, che se ne va con noi.
Tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, emettono un tenue e impercettibile bagliore:
l’emissione fotonica ultradebole – così viene definita – è formata dai fotoni prodotti da processi
metabolici all’interno delle cellule. Ora una ricerca sui topi dimostra che questa flebile luce
sparisce poco dopo la morte, una conferma della sua effettiva esistenza e del suo essere
strettamente connessa ai processi vitali. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Physical
Chemistry Letters.
“COLPA” DEI MITOCONDRI. Le cellule dei viventi emettono un bagliore di intensità molto debole,
distinto da quello prodotto da fenomeni come la bioluminescenza o dalla radiazione generata da
qualunque corpo caldo. Come spiega il New Scientist, l’emissione fotonica ultradebole – ultraweak
photon emission (UPE) – potrebbe essere dovuta agli scambi energetici intracellulari tra mitocondri
e altre particelle, che emettono l’equivalente di pochi fotoni al secondo per centimetro quadrato di
epidermide. L’esistenza di questo bagliore è stata a lungo oggetto di discussione a causa
dell’assenza di una tecnologia abbastanza sensibile da rilevarlo, o che consentisse di isolarlo da
altri tipi di emissioni di luce o calore.
Ora che si dispone di strumenti sufficientemente sensibili, la rilevazione dell’emissione fotonica
ultradebole è più facile di un tempo, benché ancora si discuta sulle sue origini e funzioni: la
maggior parte degli scienziati ritiene che abbia origine prevalentemente da processi che coinvolgono
le specie reattive di ossigeno (come i radicali liberi), la cui produzione ha luogo anche nei
mitocondri.
LUCE SPENTA. Dan Oblak, fisico dell’Università di Calgary in Canada, ha studiato le immagini a lunga
esposizione acquisite nell’arco di due ore di quattro topolini glabri, tenuti sempre alla stessa
temperatura e al riparo da altre fonti luminose. Il bagliore dei fotoni emessi dagli animali è stato
catturato prima e dopo la loro morte: appena dopo il decesso, l’emissione fotonica ultradebole si è
di colpo attenuata nel corpo dei topi. Questa improvvisa cessazione è probabilmente dovuta
all’interruzione della circolazione di sangue ricco di ossigeno nell’organismo, una delle principali
molle attivatrici del metabolismo che produce il bagliore studiato.
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L’intensità dell’emissione fotonica ultradebole prodotta da un topo prima e dopo la morte. © Salari
et. al., 2025
POSSIBILI UTILIZZI SCIENTIFICI. In una seconda parte dello studio, usando gli stessi strumenti
ottici, Oblak ha notato che il bagliore luminoso aumentava nella pianta “ombrello” Heptapleurum
arboricola quando le sue foglie venivano danneggiate o irrorate con vari tipi di sostanze chimiche.
Dunque, perfezionando le tecniche di osservazione, l’emissione fotonica ultradebole potrebbe essere
usata per monitorare la risposta delle piante allo stress, o per verificare da lontano la vitalità
di tessuti animali senza bisogno di test invasivi, in modo completamente passivo.
pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.jpclett.4c03546
www.newscientist.com/article/2479590-all-living-things-emit-an-eerie-glow-that-is-snuffed-ou
t-upon-death/
www.frontiersin.org/journals/physiology/articles/10.3389/fphys.2024.1348915/full
da focus.it
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