Tumori della tiroide, fino al 90% di diagnosi superflue

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Tumori della tiroide, fino al 90% di diagnosi superflue

di Vera Martinella – Il Corriere della Sera – 12 settembre 2016

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Casi in crescita, ma una quota che varia tra il 50 e il 90% dei casi viene catalogata dagli esperti come «sovradiagnosi»: sono carcinomi piccoli, innocui, che non vanno curati

Non cè unepidemia di tumori della tiroide e il «boom» di casi che si registra da anni (i casi sono cresciuti di oltre il 200% nellultimo ventennio) è un falso problema.
Oltre la metà dei carcinomi tiroidei scoperti ogni anno nelle donne occidentali, infatti, non
necessita di alcun trattamento. Sono, nella stragrande maggioranza dei casi, micro-tumori
scarsamente aggressivi, tanto che una quantità compresa tra il 50 e il 90% viene catalogata dagli
esperti come «sovradiagnosi», o diagnosi in eccesso: si tratta cioè di neoplasie che hanno ben poche
probabilità di creare problemi di salute alle interessate e ancor minore è leventualità che ne causino il decesso.
A sottolineare il problema è unindagine da poco pubblicata sul New England Journal of Medicine da
ricercatori dellAgenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) con sede a Lione e dellIstituto Nazionale Tumori CRO di Aviano, in provincia di Pordenone.

Oltre 16mila nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia

Gli studiosi hanno usato nella loro recente analisi i dati dei registri tumori di 12 Paesi:
Australia, Danimarca, Inghilterra, Finlandia, Francia, Italia, Giappone, Norvegia, Corea, Scozia,
Svezia e Stati Uniti. «Paesi come Usa, Italia e Francia hanno tassi maggiori di sovradiagnosi dovuti
allintroduzione e allampia diffusione, dagli anni Ottanta in poi, dellecografia – spiega
Salvatore Vaccarella, autore principale dello studio. E lo stesso è avvenuto recentemente nella
Repubblica Coreana, dove il carcinoma tiroideo è diventato il cancro più frequente nel sesso
femminile, ma nel 90% dei casi identificati tra il 2003 e il 2007 si tratta di sovradiagnosi».
La percentuale di «diagnosi eccessive» identificata nelle donne varia tra il 70-80 per cento di
Australia, Francia, Italia e Usa al 50 per cento del Giappone e dei Paesi del nord Europa, fino al
90 della Corea. Stime simili riguardano gli uomini, fra i quali però il carcinoma tiroideo è molto
meno frequente: degli oltre 16.000 nuovi casi annui nel nostro Paese, poco più di 4.000 riguardano i maschi e i restanti 12.000 le femmine.

Aghi aspirati, biopsie e terapie solo a chi ne ha bisogno

In totale si stima che nei 12 Paesi, nellultimo ventennio, almeno 470.000 donne e 90.000 uomini
abbiano ricevuto una diagnosi «inutile». Laumento di carcinomi tiroidei è dovuto, sottolineano gli
esperti, a più frequenti screening nella popolazione, allampio uso di ecografie, Tac e risonanze
magnetiche eseguiti per altri scopi. In pratica, esami e controlli prescritti spesso per altre
patologie (come lecocolordoppler per la valutazione dei vasi sanguigni sovra-aortici) hanno portato
a scoprire un elevatissimo numero di carcinomi piccoli, indolenti, non letali, che sono peraltro
assai comuni fra gli adulti, tanto che le stime più recenti rilevano la presenza di almeno un nodulo
in una persona adulta su tre. «È fondamentale che alle diagnosi in eccesso non corrispondano
altrettanti trattamenti superflui o persino nocivi, come lasportazione totale della ghiandola
tiroidea o cicli di radioterapia – sottolinea Silvia Franceschi, unaltra autrice dello studio. Aghi
aspirati, biopsie e terapie vanno riservati soltanto a chi ne ha davvero bisogno», tenendo presente
che la maggioranza dei noduli benigni e asintomatici tenuti sotto controllo per cinque anni si
dimostra alla fine non pericolosa, le loro dimensioni non aumentano (semmai diminuiscono) e le diagnosi di cancro sono rare.

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