Tradizione e significato dei mantrams [Parole di potere] – Terza parte

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Tradizione e significato dei mantrams [Parole di potere]

– di Guido Da Todi

Terza parte

Tratto da: “La Grande Sintesi della Tradizione Esoterica”

[…]

LEZIONE VENTIDUESIMA – (parte seconda)

– Cos’è e come nasce la coscienza? – Il segreto dei lunghissimi cicli di manifestazione e di morte
di questo pianeta, di questo sistema solare, di questo sistema cosmico. – Cos’è, e come si manifesta
il potere di un mantram e del pensiero proiettati magicamente? – Gli errori e gli orrori della magia
nera.

Cos’è la coscienza, quindi? Cos’è quella radice mirabile che, quando sviluppata ad un estremo grado
di musicalità vitale, di un materiale statico ed inerte, schiavo del parassitismo alla natura
circostante, ne fa un Adepto di potere? Cos’è quel mirabile caleidoscopio che, pur sempre fisso e
immerso nella medesima struttura radicale, ad ogni movimento spontaneo travalica il sottile ed il
più sottile, penetrando in un reame che gli iniziati chiamano angelico; carpendo la bellezza ai
cieli interni, radiando nel mondo materiale un profumo di nuove e più profonde promesse di
conquista; producendo, a sua volta, la materia fisica, essa stessa nata da materia?

A questo punto, torniamo ad uno degli assiomi prospettati nella precedente lezione e consideriamo
quanto l’energia, non appena scade dalla sua virginale purezza primordiale, è causa di ogni
movimento della materia in cui sgorga; ma, anche, si trova a pieno petto il sigillo della medesima.

Il serpente che si morde la coda è giusto simbolo a tale verità. Non appena il ciclo appare, energia
e materia si risolvono in un binomio, che assapora ogni riflesso reciproco, nella reciproca sfera
d’azione. Trovandoci nel ciclo, non possiamo più dire che l’uomo ha la libertà di adoperare energia
pura, quale essa satolla gli universi al di fuori del suo; ma, deve estrarre dalle contingenze una
energia educata, asservita alla durata del medesimo ciclo.

La Dottrina segreta di H.P.B. afferma che, oltre i confini del sistema cosmico, da noi abitato,
esiste una barriera insormontabile, anche dagli stessi Dei del sistema solare, che non valicheranno
se non coloro che si riuniranno in Seno al Padre, al termine di un Maha-manvantara (l’intero ciclo
di una “Incarnazione Solare”).

Un Adepto orientale di saggezza – noto in occidente – aggiunge che il Sistema Solare possiede una
determinata riserva di forze elettromagnetiche, che fluisce di continuo e secondo un armonioso ritmo
di pulsazioni, in ogni zona dello Stesso, nutrendo il più piccolo abitante, ed il più sublime
Potere.

Trovarsi in un momento esistenziale qual è il nostro, inseriti in un pianeta vivo qual è la terra,
in una razza particolare, in un dato ambiente, significa dover perdere di vista la possibilità di
tornare ad adoperare l’energia pura, in sè stessa, per attingere, invece, al suo addomesticamento,
intriso di una tradizione, di un ritmo manifesto, di una finalità ben precisa. Per noi, energia pura
è sinonimo di negatività.

Lo stesso Fuoco Interno di un Sole, la stessa Sua Coscienza si è ritratta, prima dell’attuale
manifestazione, dal buio gelido di tale energia “di per sè”, per divinizzare, ad oltranza, i confini
del proprio sistema, con la propria manifestazione.

È, quindi, necessario tener presente lo strato di vibrazioni precedenti l’attuale esperienza,
rintracciarvi l’orma di una vita che, batocchio di una dorata campana, ha sempre pulsato in essa, e
vederne la natura, alla luce di una tradizione antichissima, che si riallaccia a cicli di
espressioni, emanate da tutto il gruppo umano, per poter capire cosa sia il potere di un mantram e
del pensiero proiettati magicamente.

In ciò, l’uomo è obbligato ad accettare sè medesimo come frutto di rapporti integrali.

In ciò, erra la magia nera che, di ogni suo rappresentante, fa un utopista, alla ricerca del potere
e del sapere singolo.

Infinite causali hanno dato le attuali possibilità di vita all’uomo; in special modo, ci riferiamo
alle possibilità dei suoi poteri sottili. Egli non può fare a meno di rintracciarle in sè medesimo,
quando sintetizza in un fascio uniforme la propria volontà, per concretarla in un suono magico, in
un mantram; nè, può isolarsi da loro. Deve rintracciare la tradizione, deve saper tornare ad
assaporare quelle sostanze sottili che si incisero su di lui, mentre era pietra del regno minerale,
fiore del mondo vegetale, animale tra gli animali, intelligenza umana, tra gli uomini.

È tali essenze che deve imparare a trattare, coscientemente, mentre, a sua volta, si rivolge, in
posizione attiva, al creato, per creare. È tale sangue celato che deve sentire palpitare in sè,
prima di convogliarlo ad irrorare la terra in cui nacque; l’occulta, ben si intende. È, in poche
parole, il suo rapporto personale con la Fonte di ogni vita che deve riallacciare, giunto
all’autocoscienza. I mistici chiamano tale rapporto: l’unione con il divino. Gli esoterici, più
semplicemente: l’unione con la Gerarchia Bianca; o, con il mondo angelico.

A tale rapporto non si giunge solo con sforzi emotivi, anche se luminosi, o, con il puro e semplice
misticismo. È necessaria la visione. Lo studio della struttura interiore del mondo si rivela
fondamentale. Giunge un momento, per ogni santo, per ogni occultista, in cui il reame delle realtà
superiori, che lo richiamava così acutamente, ed a cui egli rispondeva con una cieca introversione,
gli si mostra. Ed, ivi, regna armonia; ivi, la musica delle sfere si manifesta, così gerarchicamente
disposta, che la Scala assume un significato, non solo di bellezza, ma, di potere. Il santo cessa di
essere un semplice amante; e diviene un amante-che può. La buona volontà si trasmuta in volontà di
bene.

Solitamente, il comune studioso di cose occulte segue, anche se leggermente, la strada della mano
sinistra, come viene chiamata. Cioè, pur non rendendosene conto, e pur mescolando, nei suoi studi e
ricerche, aneliti di amore, egli vuole istintivamente recuperare una formula che liberi la sua
personalità dalla morsa del dolore, il quale, indubbiamente, gioca, ancora, la parte di protagonista
nella nostra vita quotidiana.

Non ha ancora compreso di essere un punto vivo di un tessuto elastico, che vibra intensamente e, lo
vedremo, ad ogni più piccolo movimento psichico; un tessuto che collega la sua vita, i suoi
successi, la sua mèta, alla vita, ai successi, alle mète dei suoi simili, e, anche, di coloro che lo
superano di molto sulla strada dell’evoluzione e della vita. Questo è importante registrare, prima
di capire, a fondo, la natura dei mantrams.

Prima di realizzare quanto un mantram sia, alla volta, di appartenenza a chi lo pronuncia e di
appartenenza al resto dell’umanità; sia il frutto di una evoluzione passata, e, quindi, sottilmente
legato alle fonti di energia che tale evoluzione trattò e manipolò, precedentemente, lungo i
millenni trascorsi; e sia, pure, qualcosa di estremamente originale, poiché da la possibilità a
tutta la vita planetaria di avanzare oltre, nel nuovo, nell’inatteso.

Consideriamo, quindi, tale evoluzione ed i rapporti che ha con l’uomo; ma, consideriamo, nel
contempo, la ragione per cui l’uomo è simile al dio, figlio di Gea, la terra, per cui gli deriva un
potere mentale e spirituale, un arricchimento di insperate energie, ogni volta che innesta le
proprie radici nella stessa tradizione, come quel dio vinceva Ercole, ogni volta che i suoi piedi
poggiavano sui sassi.

Dobbiamo, però, analizzare il problema, partendo da speciali presupposti; solo dando alla natura del
nostro studio una qualità e una fonte di nobiltà, quali sono le vere origini magico-spirituali del
nostro sistema solare, e non quelle conosciute dalla media umanità.

E, mentre, sino ad ora, abbiamo trattato con criteri razionali e scientifici gli argomenti addotti a
dare un primo abbozzo alla scienza dei mantrams, siamo costretti, per un breve cammino della nostra
dissertazione, ad affidarci ai palpiti intuitivi dello studioso, quando gli delineiamo
l’inquadramento della Gerarchia Bianca. Sta al discepolo, in seguito, venire in rapporto diretto con
la periferia di tale Maestosa Aura, con un mondo interno a tutti gli altri, e coglierne qualche
barlume più accentuato, o, addirittura, permearsi della luce dei più fulgidi Astri che la
caratterizzano.

Tutto deve essere inserito nel quadro di una conoscenza enucleata della scala di valori, legati alla
costruzione ed alla perpetuazione vitale della natura, quale noi la conosciamo, perché un mantram
cominci ad acquistare, agli occhi dell’esoterico, colore e forma definiti. Al termine della lettura,
il potere dei mantrams apparirà, potenzialmente, sviscerato, mentre noi avremo toccato vari
argomenti che lo studioso può considerare non pertinenti al fatto.

Comunque, molto deve agire, nella stessa lettura, l’intuito dello studioso. Si deve comprendere,
analizzando il tessuto di una seta così fine e artistica qual’è l’occultismo, che, ad un dato punto,
protagonista degli studi in questione diviene l’anima del discepolo; il suo intuito. Non si può
spiegare a parole tutto l’occultismo.

Che questa legge sia ben chiara. E l’istruttore diffida, sia di colui che, facilonamente, afferma
che le Cose Superiori sono tanto semplici da risultare alla portata del labbro di ognuno, sia di
colui che asserisce che non esiste possibilità alcuna di portare in basso le vibrazioni dei mondi
sottili.

Vi sono delle rivelazioni ben precise, in merito all’Universale. Ad esempio, la Scala Gerarchica
delle potenze celesti, i piani della natura, il dipanarsi ritmico e geometrico del mondo devico, o,
angelico; il suo rapporto con ogni regno manifesto della natura, gli influssi astrologici, ecc..

Il discepolo vede svelarsi, alla luce della sua coscienza, il Piano dell’evoluzione, a frammenti.
Studi sulla profonda psicologia dell’animo umano, quali è possibile recuperare nelle biblioteche
mediche e nei settori di investigazione filosofica; e studi, ancora, di alta matematica, di fisica,
di chimica, e di ogni altra scienza umana lo porteranno ad un punto critico in cui gli è necessario
farsi delle domande ben dettagliate.

La scienza lo condurrà ad uno studio di acuta insoddisfazione, avendogli creato il necessario
piedistallo ad un ulteriore approfondimento delle cose. E, qui, interverrà l’occultismo.
Quell’occultismo che non è da confondersi con strani modi di pensare stregoneschi e illividiti da
un’ombra di ricerche psicopatiche, residuo, nell’attuale società, di antiche sfere interiori,
riallacciantisi a ricordi atavici reincarnativi di riti tribali, ecc.. Quell’occultismo che un
Maestro di potere chiama: “La sintesi di ogni scienza esatta”.

Se il discepolo di cui parliamo avrà la fortuna di imbattersi in buoni testi di Magia bianca, che
non lo immettano, improvvisamente, in un mondo fenomenico, ma, gradualmente, gli educhino il senso
dell’intuito, sviluppato da studi concreti e non originali, in seno alla società che lo allevò, e
gli dimostrino, innanzitutto, il nesso che esiste tra il mondo oggettivo e quello dell’energia, ed
il rapporto innato che l’animo dell’uomo ha con i due, baricentrato negli stessi, prima, o, poi, in
ogni caso, tale discepolo si troverà di fronte ad affermazioni che, per il momento, non potrà
convalidare con la sua esperienza.

Affermazioni diverse da quelle semplici ed iniziali, che sono l’ “A B C” dell’arcano. Concetti come
la reincarnazione sono difficili ad accettarsi da un’anima impreparata; e, anche se essa è talmente
musicale, all’interno, da percepire un ritmo ineluttabile in tutte le note della natura, anche se
avrà afferrato il concetto che lo spirito precede la materia, ma è, sempre, seguito dalla stessa,
bisognerà che il suo subconscio tramuti ogni nozione sulla reincarnazione e ne veda il sistema
educativo in una luce molto ampia, perché, finalmente, un giorno, si accorga di quanto il fenomeno
le sia, non già familiare, ma un fatto constatato.

In ogni nuova esperienza ci vuole il coraggio che emerse, assoluto, nei primi esploratori che
avanzavano in una sconosciuta regione, nell’attesa di fermarsi alla terra promessa, e che
percepivano solo per fiducia nel proprio intuito e con pochi dati geografici. In ogni nuovo
avanzamento spirituale tale coraggio deve venire diluito, prima negli studi; poi, nelle esperienze
personali. Accetti, quindi, lo studente, quanto la tradizione riporta, da millenni, e quanto è
soggetto di esperienza, per migliaia di persone.

Tenga la sua analisi sospesa, in attesa dell’attimo magico che gli farà istintivamente ripudiare
ciò che non è d’accordo con la propria alta ragione; oppure, accettare ciò che sentirà, per realtà
di fatto. Ma, tenga presente che i più lucidi e fissi nuclei di dogma iniziatico, da parte
dell’occultismo, sono del tutto razionali ed allineati al più solido buon senso cosmico. E, sovente,
è l’infantile predisposizione al misticismo senza prese volitive, e, quindi, instabile, che, di
fronte ad una pietra angolare quale è la Dottrina Segreta, fa vacillare le pigre anime dei sognatori
e le fa allontanare dal Sentiero.

Di conseguenza, dopo aver analizzato l’aspetto libero della forza universale, palpitante e
soggiacente al nostro sistema solare, dopo aver affermato che esso avvicenda le sue più profonde
risorse evolutive in un ritmo pendolare, in cui energia e materia si innestano in un reciproco
abbraccio, realizzando il manifesto quale noi lo conosciamo, entriamo un pò più nel profondo e
consideriamo qual’è la tradizione basilare, non solo all’intera umanità, ma, ai differenti regni
della natura, e che preme e modella, a prescindere dalla stessa volontà dell’uomo limitato, ogni suo
pensiero, ogni sua decisione, ogni suo atto occulto. Incanaliamo, nelle giuste linfe vitali, le
foglie magiche che sono i mantrams tradizionali, sul ramo sviluppato dell’uomo evoluto.

(continua)

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