Stati di coscienza

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Stati di coscienza

Che cos’è la coscienza?

Per meglio chiarire questa domanda presento alcune riflessioni del Prof. Emilio Servadio. “Ci sono varie definizioni a seconda del punto di riferimento che assumiamo. È l’avvertire la presenza di qualche cosa allo spirito” ci dice un dizionario enciclopedico. È un’istanza sensoriale, discriminativa di qualità psichiche” ci suggerisce un manuale di psicologia dinamica. È il correlato soggettivo di certe attività encefaliche” ci propone un testo di neurologia. In verità, essere coscienti di qualche cosa è un esperienza che tutti conosciamo, ma di cui non è possibile dare una definizione riduttiva.

Possiamo ammettere l’esistenza di un inconscio o di un preconscio, ossia di atti psichici non coscienti: ma non possiamo pensarli o menzionarli o descriverli se non in termini di coscienza. Nei fenomeni di percezione extrasensoriale molto si svolge probabilmente a livelli non coscienti, ma noi ne possiamo parlare solo al momento in cui la coscienza ce li rivela. Altrimenti rimarranno per sempre fuori, appunto, dalla nostra coscienza.

Ma per coscienza normale che cosa dobbiamo intendere? Per un occidentale non troppo nevrotico o pazzo, essa è lo stato psichico in cui ci troviamo abitualmente quando siamo svegli. Essa, inoltre, nel corso della giornata, può subire sensibili oscillazioni di intensità pur rimanendo sempre una coscienza di veglia. Sappiamo che presso certe popolazioni primitive la possibilità di sperimentare stati diversi di coscienza (come ad esempio essere posseduti da un dio o da uno spirito) è considerata del tutto normale, mentre appare abnorme la nostra posizione al riguardo. Questo era opportuno ricordarlo perché non si prenda come ottimale quello stato di coscienza a noi più noto e consueto”.

Lo spettro delle potenzialità umane

Dal momento della nascita ogni uomo trova davanti a sé una gamma vastissima di potenzialità da sviluppare. Ad esempio, la capacità di poter correre i 100 m. in 10 sec. di imparare la matematica e le lingue straniere e probabilmente anche quella di usare certe facoltà psi. Tuttavia, ogni individuo nel corso della sua esistenza svilupperà solo una piccola frazione di ciò che potenzialmente è in grado di fare. Ciò dipende dal fatto di essere nato entro una certa cultura, in un determinato periodo storico, in un posto piuttosto che in un altro, di avere determinati genitori, insegnanti ed amici, ed anche da una vasta serie di fattori casuali.

All’interno di ogni contesto umano si forma un atteggiamento comune secondo il quale è bene sviluppare certe potenzialità e soffocarne invece altre. Un bambino in età scolare avrà già prefissate, entro certi limiti, molte delle sue future mete e aspettative. Chi diverge da questi binari, tacitamente riconosciuti da tutti come invalicabili, verrà emarginato, condannato o curato come un pazzo. Anche le potenzialità della nostra coscienza sono numerosissime, ma soltanto alcune di esse sono favorite ed impiegate, mentre di tante altre non ne fa uso o perché sono inibite, o perché non si sa della loro esistenza, o perché si sono atrofizzate per il disuso. Alcune di esse però sono solo latenti ed aspettano gli stimoli appropriati per emergere (Tart).

Definizione degli Stati Alterati di Coscienza
Si usano diversi sinonimi per indicare gli stati alterati di coscienza (ASC, dall’inglese “Altered States of Consciousness”). Alcuni preferiscono parlare di stati modificati di coscienza perché il termine alterati può dare l’impressione che si tratti di stati patologici. Altri studiosi suggeriscono di parlare di altri stati o di stati attentivi interni. Poiché la definizione più impiegata è quella di stati alterati di coscienza (d’ora in poi ASC) senza implicare, con questo termine, necessariamente alcuna patologia, a questa definizione mi atterrò nella presente trattazione. Anzi, cercherò di evitare di parlare di quelle situazioni che sono chiaramente o prevalentemente patologiche.

Tutti gli ASC hanno avuto un ruolo fondamentale nell’influenzare la nascita e l’affermarsi di movimenti religiosi, filosofici e culturali. Il sogno e tutte quelle esperienze un po’ misteriose come l’estasi, la trance, l’ipnosi, l’uso di sostanze psicotrope, etc., sono conosciuti in tutte le epoche e in tutte le parti del mondo come porta d’accesso verso dimensioni diverse dall’ordinario. Uno ASC per una certa persona è quello in cui essa sente chiaramente uno spostamento qualitativo nel modo di funzionare della sua mente. Ci si accorge che essa opera diversamente dal solito. “In una visione generale della psiche si possono considerare gli ASC come momenti comportamentali dell’attività mentale di tipo temporaneo, non stabili, più o meno volontari. Il tutto senza dovere necessariamente implicare il concetto di patologia. Anzi, taluni ASC sembrano esprimere momenti di massima armonia” (Marabini).

È possibile che una persona che sia in uno ASC possa fare scaturire particolari capacità che non sono presenti nel suo normale stato di coscienza. Ad esempio, un sensitivo potrebbe essere in grado di usare certe facoltà paranormali entrando in un particolare ASC ed usarle in qualche modo, cosa che non riuscirebbe a produrre in condizioni normali.

Caratteristiche e mezzi d’induzione
Sebbene gli ASC abbiano tutti molti punti in comune, le loro caratteristiche possono variare a seconda della presenza di vari fattori (Ludwig):

● background culturale
● motivazioni ed attese personali
● particolare procedura adottata
● ambiente, etc..

Tra le caratteristiche che più frequentemente vediamo essere comuni ai diversi ASC ricordiamo:

● alterazione nel modo di pensare
● alterazione del senso del tempo
● perdita di controllo
● diverso modo di apparire delle emozioni
● diversa percezione del proprio corpo
● distorsioni percettive (sinestesia, etc.)
● modificazione del significato delle cose
● senso dell’ineffabile
● ipersuggestionabilità

Gli ASC possono essere provocati da una grande varietà di agenti e di tecniche che interferiscono con il normale flusso degli stimoli sensoriali, con la normale reazione motoria, con il normale stato emotivo e con la normale organizzazione dei processi cognitivi. Le principali modalità di induzione degli ASC sono ( Ludwig):

● Riduzione della stimolazione esterocettiva e/o dell’attività motoria
● Aumento della stimolazione esterocettiva e/o dell’attività motoria e/o dell’emozione
● Aumentato stato di allerta o di coinvolgimento mentale
● Diminuita allerta o rilassamento delle facoltà critiche
● Presenza di fattori somatopsicologici

Alcuni esempi. Si è parlato, all’inizio, del nostro normale stato di veglia. A questo si oppone il sonno, il secondo più comune stato di coscienza caratterizzato da vari correlati neurofisiologici tra cui la comparsa nell’EEG, all’inizio, delle cosiddette onde alfa e poi, nel sonno profondo, delle onde delta. Tutti ormai sanno del sonno REM e del suo rapporto con i sogni. Ciò che interessa particolarmente menzionare è che, contrariamente a quanto prima si pensava, anche negli stati di sonno profondo e senza sogni, esiste una sia pur limitata attività psichica, e pertanto di coscienza. Ma parlare del sonno e dei sogni ci porterebbe molto lontano perché troppo bisognerebbe dire e per questo rimando all’articolo del Dr. Marabini sui Quaderni di Parapsicologia (marzo 1996).

Accenniamo pertanto agli stati di coscienza lievemente alterata che precedono, o seguono il sonno: sono le fasi di sonno ipnagogico e sonno ipnopompico. In entrambi si osserva un rapidissimo alternarsi di immagini, parole, frasi, melodie, di un caleidoscopio di percezioni con una apparente vita autonoma, e sono possibili eccezionali illuminazioni creative o fenomeni paranormali. In definitiva, si riesce a parlare con l’ inconscio. Le voci parlano forte o piano, a volte anche in lingua straniera o in un idioma non comprensibile, sempre però a grandissima velocità. In genere la loro velocità, come anche quella delle visioni, non ci permette di poterle ricordare, tuttavia è possibile esercitarsi ad osservare con maggiore attenzione e a trattenere nella memoria questi fuggevoli fenomeni. Lo studioso Van Dusen afferma: “Altre vite sono componenti inconsce della nostra vita. Per ora basti dire che le esperienze che si compiono in questo stato fanno pensare alla presenza di spiriti che agiscono in noi a livello di sensazioni interiori molto profonde”.

I sogni lucidi. Avere un sogno lucido significa vivere attivamente all’interno del mondo del sogno, avendo la consapevolezza di sognare e avendo un certo grado di controllo volontario sul corso successivo del sogno. Esso si manifesta di preferenza nel primo sonno o prima del risveglio. Nel sogno lucido si possono fare cose che nella vita reale sono impossibili, come volare o passare attraverso i muri o incontrare esseri che sembrano avere tutte le caratteristiche di entità spiritiche. In questo contesto si possono forse spiegare i fenomeni di bilocazione o di viaggio in astrale.

L’Ing. Guido Gardini afferma: “Gli sciamani da sempre hanno praticato il sogno lucido per visitare luoghi lontani e comunicare mentalmente”. Il mondo del sogno lucido è un laboratorio interno dove è possibile programmare esperimenti, soluzioni di problemi, costruzioni non ancora tentate. Ci sono varie tecniche per indurre e manipolare i sogni lucidi a nostro piacimento. Chi si è allenato in questa tecnica del sogno lucido giura che i risultati sono entusiasmanti. Si tratta di controllare un proprio stato di coscienza alterato facendone un uso consapevole e, magari, finalizzato.

Nell’ipnosi si provano particolari fenomeni, come percezioni illusorie, amnesie, ipermnesie, e soprattutto uno stato di notevole suggestionabilità rispetto a ciò che viene detto o indicato dall’ipnotizzatore. Secondo certe vedute psicoanalitiche, nell’ipnosi si ha una regressione a stati di dipendenza e di subordinazione di tipo infantile, dovuti a un pronunciato transfert dell’ipnotizzato sulla figura dell’ipnotista. L’ipnosi differisce, anche dal punto di vista neurofisiologico, dal sonno (diverso EEG) e si presta favorevolmente all’induzione di fenomeni extrasensoriali. Può essere auto o etero-indotta.

La creatività. La creatività si accompagna ad uno ASC che sembra invece dipendere da qualità innate di alcune persone. Essa consta in uno modo di vedere, pensare, o agire con il mondo che non solo è nuovo, ma anche migliore di quelli a noi soliti. Quando questi processi inconsci sono creativi possono portare a soluzione difficilissimi problemi che una persona in stato di veglia non riuscirebbe a risolvere. La creazione artistica e letteraria spesso si esprime attraverso intuizioni, visioni ed esperienze che si sviluppano in uno stato modificato di coscienza, oltre che nel sonno e nel sogno. In ogni modo, sembra necessario possedere in modo innato una notevole capacità immaginativa. Anche famosi scienziati hanno fatto notevoli scoperte in uno di questi stati.

La trance da possessione o medianica. Traggo da “Il libro di Ruth” di M. Schatzman una fedele descrizione di questo tipo di trance. Quando un medium si prepara ad una seduta con un cliente, in genere comincia con il chiudere gli occhi standosene tranquillo sulla sua sedia. Poco dopo comincia a respirare profondamente, a russare leggermente e a dimenarsi, e in generale a comportarsi come una persona addormentata in un sonno profondo ma agitato e turbata da un sogno alquanto angoscioso. Nel giro di pochi minuti, di norma, diventa più calmo e spesso si sente una specie di bisbiglio continuo, come se stesse parlando con se stesso. Poco dopo comincia a parlare in modo udibile, spesso con una voce e una forma diversi, e a volte anche con un vocabolario differente da quelli che sono caratteristici della sua normale conversazione da sveglio. Manifestamente la personalità normale del medium ha smesso di controllare i suoi organi vocali, e una nuova personalità ne ha assunto il controllo.

La nuova personalità può portare avanti una conversazione di un’ora e anche più con il cliente. Alla fine dice che deve andare e dà l’ arrivederci. Il processo con cui la seduta era iniziata viene allora ripetuto in ordine inverso. In qualche minuto, dopo una certa dose di contorcimenti, di gemiti e di bisbigli, gli occhi sono di nuovo aperti e il medium riassume la sua voce e i suoi modi normali. In genere ignora ciò che è accaduto durante la seduta, come una persona che ha parlato nel sonno ignora quello che ha fatto e detto. Da uno studio di Nelson (1970), durante lo stato di trance 9 medium su 12 mostrarono all’EEG alterazioni focali del lobo temporale del cervello. Tali alterazioni, di solito, sono comuni negli attacchi epilettici e nella schizofrenia, ma questo non implica che i medium ne siano affetti.

La meditazione. Per svolgere le nostre normali attività quotidiane abbiamo bisogno di un costante e determinato corredo di stimoli sensoriali. Se veniamo privati di questa soglia minima percettiva, allora possiamo fare esperienza di ASC. È come se la mente creasse la sua realtà nel momento in cui la realtà esterna viene esclusa. Gli asceti, e coloro che si vengono a trovare, volontariamente e non, per un certo tempo in condizioni di basso livello di stimolazione sensoriale, possono sperimentare il processo della meditazione.

La meditazione è il tentativo di sospendere temporaneamente l’attività concettuale, di escludere ogni elaborazione delle varie informazioni che arrivano al cervello, di evadere dal mondo esterno. Il risultato di questo processo è che quando ritorniamo al nostro stato normale vediamo le cose in modo diverso, rinnovato rispetto a prima .

La maggior parte delle tecniche meditative comporta una stimolazione monotona favorita da una posizione fissa e da un pensiero reiterato (su una parola o un mantra, un’immagine visiva, la concentrazione sul proprio respiro, etc.). Lo stato meditativo può essere raggiunto anche assumendo un atteggiamento passivo e recettivo, cercando di svuotare la mente da ogni pensiero. Qualunque cosa accada, non bisogna lasciarsi coinvolgere da niente ma occorre mantenere un atteggiamento distaccato e lontano. Si entra così in uno stato di attenzione conscia non legata ad alcun pensiero che ci porta a vedere ciò che succede fuori da noi come se fossimo solo degli spettatori distanti. Con entrambe le tecniche si ottiene, dopo un certo allenamento, un isolamento sensoriale che può indurre visioni allucinatorie o una percezione del nostro corpo del tutto anomala..

Al punto estremo viene a mancare la distinzione tra io e non io Perdita del senso di identità). Questa situazione può comportare una identificazione con l’oggetto della meditazione o un senso di fusione con l’ universo o un senso di assorbimento in Dio. Si può anche fare l’esperienza dell’OBE. Anche altre pratiche diverse dalla meditazione sembrano a volte indurre gli stessi effetti.

Estasi mistica ed estasi chimica. Lo psichiatra Abraham Maslow condusse uno studio su individui che avevano avuto esperienze mistiche che lui indicò come “peak experiences” (esperienze di picco). Nella psichiatria tradizionale le esperienze mistiche di ogni genere sono solitamente trattate nel contesto di una psicopatologia grave. Nel suo studio, Maslow dimostrò che le persone che avevano avuto “peak experiences” di solito ne traevano vantaggio e dimostravano una netta tendenza ad autorealizzarsi. Esse erano in grado di affrontare le avversità in modo molto più creativo e costruttivo, si mostravano maggiormente distaccati dagli aspetti più materiali della vita (guadagno, carriera, gelosie, invidie) e più aperti verso i valori fondamentali. Anche la morte perdeva buona parte della sua carica di paura. Egli suggerì che tali esperienze potevano essere supernormali, invece che anormali, e su queste considerazioni gettò le basi di una nuova psicologia (la psicologia transpersonale).

Tra i fattori che possono indurre l’esperienza mistica importanti sono:

● le droghe
● il digiuno
● la febbre elevata
● l’eccitazione
● la fatica
● l’alterazione della respirazione
● intense emozioni, etc..
● Si producono anche quando il normale stato di attenzione conscia viene sostituito da:

sogno ad occhi aperti

● fantasticherie
● meditazione
● sonnolenza
● sogni onirici
● preghiera intensa

Differenze con la trance da possessione (Rouget G.)
ESTASI TRANCE

immobilità movimento
silenzio rumore
solitudine compresenza
senza crisi con crisi
privazione sensoriale sovrastimolazione sensoriale
ricordo amnesia
allucinazione assenza di allucinazione

Nell’estasi si sperimenta un rapporto molto intimo e nuovo con l’ universo (estasi cosmica), o con Dio (estasi mistica). Si sente che tutte le cose sono tra loro collegate, si scoprono nuovi significati nel mondo attorno a noi. Perdono valore i fatti che fino a quel momento ci erano sembrati importanti. Si prova un estremo senso di euforia e di gioia incontenibile sino a farci piangere copiosamente. Spesso sparisce la paura della morte. Si percepisce il mondo come attraverso nuovi organi di senso. I colori, i suoni, etc, sembrano più vividi e penetranti, con nuove caratteristiche mai prima sperimentate.

Nel corso delle loro pratiche ascetiche, i cultori dello yoga possono sospendere i battiti del loro cuore, contrastare la peristalsi intestinale ed altri movimenti involontari, e ridurre quasi a zero il loro metabolismo, sino a giungere a stati comatosi. Anche gli stati mistici, in passato considerati come espressione di grave patologia mentale, iniziarono ad essere guardati con occhio più benevolo dagli uomini di scienza.

Le sostanze come l’LSD, la psilocibina e la mescalina sono chiamate in America psicolitiche (che liberano la mente) e, in Europa, psichedeliche (che aprono o dilatano la mente). Esse non sono narcotici, sedativi o stimolanti, ma hanno l’unico effetto sulla psiche umana di renderla consapevole di forme di coscienza e di contenuti che di solito sono nascosti o inconsci.

Secondo lo psichiatra cecoslovacco S. Grof, i contenuti dei viaggi psichedelici da droghe (in particolare da LSD) sono di 4 tipi:

1. estetici, costituiti in genere da visioni di tipo geometrico o paesaggistico;
2. biografici, in quanto ci riportano alla coscienza avvenimenti, spesso angosciosi e dimenticati, del nostro passato;
3. perinatali, che ci ripropongono in forma simbolica le fasi e i traumi della nostra nascita;
4. transpersonali, che sono quelli a contenuto più ricco e sconvolgente perché sembrano portarci in una nuova dimensione esistenziale.

Ricordiamo, però, che gli esiti di queste esperienze psichedeliche non sono mai costanti e prevedibili, ma risentono moltissimo dei condizionamenti psicologici, culturali e ambientali a cui è sottoposto il soggetto che assume la droga. Gli effetti sperimentati dipenderanno pertanto da:

● la sua cultura di base
● la sua personalità
● le sue aspettative
● la sua vulnerabilità fisiologica verso quella determinata droga
● le sue precedenti esperienze
● la sua disponibilità a lasciarsi andare
● come è stata predisposta la seduta
● con chi, etc.

Come già ricordato, le sostanze psichedeliche ci possono portare nei meandri più nascosti della nostra mente e del nostro inconscio. E quello che laggiù incontreremo potrà essere di celestiale bellezza o popolato di terrifichi mostri, e tutto questo dipenderà in gran parte da noi.

Considerazioni psicofisiologiche
Lo psichiatra americano Roland Fischer, in uno splendido articolo comparso sulla rivista Science nel 1971 dal titolo: “A Cartography of the Ecstatic and Meditative States”, collega gli stati di coscienza a livelli di attivazione del sistema parasimpatico ed ortosimpatico. L’elemento determinante per il passaggio da uno stato di coscienza all’altro è espresso dalla velocità di elaborazione del cervello. In altri termini, cambiare la velocità di lavoro del cervello significa cambiare stato di coscienza. Per cui, come lo stato ordinario di coscienza è rappresentato da un equilibrio ottimale tra le informazioni che il cervello riceve e quelle che elabora, così, se tale equilibrio viene a mancare, ecco che si possono manifestare stati non ordinari di coscienza.

Se la velocità di elaborazione aumenta, lo stato coscienziale si colloca lungo un continuum percezione-allucinazione che comprende: lo stato di veglia normale; lo stato di creatività; l’ansia; uno stato schizofrenico acuto simile a quello patologico senza essere per niente patologico; la catatonia (quando tutto il sistema si blocca); l’estasi mistica. L’estasi, nello schema di Fischer, è lo stato di massima velocità di lavoro del cervello. In questo stato la coscienza non riceve più dati sensoriali dall’esterno per cui, non avendo più alcun materiale in arrivo, essa può analizzare, in un certo senso, se stessa. Se invece la velocità di elaborazione diminuisce, la gamma degli stati di coscienza si sposta verso un continuum di percezione- meditazione comprendente: lo stato di veglia rilassata; lo stato di rilassamento profondo intenzionale e, dopo un ampio intervallo, i vari gradi della meditazione sino al Satori del buddhismo Zen e al Samadhi dello Yoga. Questa parte della mappa comprende importanti aspetti della religiosità orientale.

Entrambi i percorsi sono caratterizzati da una graduale interiorizzazione, passando da una dimensione fisica (immagini sensoriali in ingresso) ad una mentale o interiore. Dalla rilevazione dei parametri fisiologici e biochimici si può dire in quale stato si trovi il soggetto in esame o, almeno, su quale dei due percorsi indicati da Fischer esso sia localizzato. Dallo schema che compare nell’articolo di Fischer, si vede come i due percorsi, partendo dal medesimo punto che è lo stato di veglia, si dividano per seguire due direzioni diametralmente opposte. Alla fine di ciascun percorso, si arriva comunque alla stessa meta dove ognuno di noi può, se si realizzano certe condizioni, venire a contatto con il proprio Sé.

ASC e ESP
Gli ASC rappresentano un importantissimo campo di interesse per i parapsicologi perché molti dei cosiddetti casi spontanei suggeriscono che i fenomeni paranormali possano operare in modo efficace quando il soggetto si trova in uno di tali stati. A quanto pare, l’ESP è un processo inconscio e le impressioni che in un primo momento riceviamo inconsciamente devono farsi strada verso la coscienza e ciò avviene principalmente sotto forma di presagi, sogni, visioni e perfino di allucinazioni.

Queste sono le modalità più importanti di cui si serve l’ inconscio per portare i suoi contenuti alla mente e ciò avviene particolarmente con l’ipnosi, il sogno e l’isolamento dei sensi. Infatti, solo dopo aver chiuso fuori il mondo esterno e il suo costante assalto ai nostri sensi (Ganzfeld), ci accorgiamo della presenza di messaggi ESP. Le sostanze stupefacenti sono state usate a questo scopo da secoli. In particolare, le sostanze psichedeliche ci avvolgono in visioni ed emozioni che sgorgano molto in profondo. È veramente possibile che gli allucinogeni potenzino l’ESP? Diversi resoconti di esploratori e di studiosi presso popoli primitivi e numerosi risultati sperimentali farebbero pensare di sì, ma tale rapporto è ancora insufficientemente studiato.

Significato degli ASC
Da alcuni gli ASC sono considerati come l’ultima spiaggia per molte e diverse forme dell’espressività e dell’esperienza umana, siano esse forme di adattamento che di disadattamento. In alcuni casi la regressione psicologica riscontrata risulterà dannosa per l’individuo e la società, mentre in altri casi la stessa regressione sarà al servizio dell’Io e servirà all’uomo per trascendere i limiti della logica e del formalismo, o per esprimere necessità e desideri repressi in una maniera socialmente riconosciuta e costruttiva. Con la dizione forme di disadattamento si intende tutta la gamma dei comportamenti psiconeurotici e psicopatici (Ludwig).

di Bruno Severi

da coscienza.org

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