Sincronizzazione Emisferica Cerebrale e Coerenza

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Sincronizzazione Emisferica Cerebrale e Coerenza
 
 
Le ricerche sulla Coerenza 
e la Sincronizzazione cerebrale
 
dal capitolo ottavo del libro “Cyber – la Visione Olistica” di Nitamo Montecucco
 
– adattamento web e impaginazione di Marco Stefanelli
 
Nella nostra epoca l’uomo ha perso ideologicamente la strada… La scienza si è spinta troppo oltre nel distruggere la fiducia dell’uomo nella sua grandezza spirituale… e gli ha istillato la convinzione di essere semplicemente un insignificante animale, che si è evoluto per caso e necessità in un altrettanto insignificante pianeta, sperduto nella grande immensità del cosmo… Noi dobbiamo renderci conto dei grandi misteri della struttura materiale e del funzionamento dei nostri cervelli, della relazione tra cervello e mente e della nostra immaginazione creativa.
 
Sir John Eccles, Nobel per la neurofisiologia
 

 
Esperimenti sugli stati della coscienza
 
Il cervello è l’interprete della coscienza. 
Ippocrate

 

Il fatto che gli anni Novanta siano stati dichiarati dalla comunità scientifica internazionale il “Decennio del Cervello” può essere particolarmente significativo ricordando quanto sosteneva Roger Sperry, ossia che la scienza studiando il cervello in realtà intende addentrarsi nella comprensione della coscienza.
Dagli inizi di questo decennio ho cercato, con le mie ricerche sulla coerenza cerebrale, di dare un personale contributo sperimentale alla comprensione della psicosomatica e degli stati di coscienza più elevati. Queste ricerche sono ancora in una fase iniziale di studio, quindi non sono ancora confermate da una seria e approfondita sperimentazione: tuttavia sembrano confermare con evidenza l’ipotesi psicosomatica olistica. Queste ricerche hanno permesso di scoprire quattro fenomeni che aprono nuovi scenari alla neuropsicofisiologica, che così riassumiamo.
 
 
Le quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica
 
1) La prima scoperta è relativa all’esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. L’osservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute.

 

2) La seconda scoperta è quella degli “stati armonici ad altissima coerenza”, caratteristici dei momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare un’unica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a “suonare un’unica sinfonia comune” indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione nell’ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale.

 

3) La terza scoperta è relativa alla “coerenza intercerebrale”, ossia alla “sincronizzazione interpersonale”. I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La ricerca ha evidenziato un’inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una “comunicazione sottile” tra persone e permette di quantificare fenomeni come l’affetto di coppia, l’empatia, il feeling e la telepatia.

 

4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla “sincronizzazione collettiva”, ossia all’esistenza di un “campo di coerenza collettivo” tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che hanno raggiunto l’82%. E’ la prima dimostrazione scientifica dell’esistenza di un “campo di coscienza collettiva”. Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della “telepatia collettiva”, della cooperazione o delle difficoltà di relazione all’interno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società.
 
 
Brain Olotester: alta tecnologia per l’evoluzione
 
La coscienza non è riducibile a eventi neurali. Il significato del messaggio non sarà mai trovato nella chimica dell’inchiostro. 
Roger Sperry, Nobel per la neurofisiologia

 

Le ricerche e le scoperte sulla coerenza e la sincronicità cerebrale sono state rese possibili grazie al Brain Olotester.
Il Brain Olotester è uno strumento specificatamente studiato per l’analisi e la quantificazione dell’attività cerebrale al fine di avere informazioni sugli stati di coscienza e sulla situazione psicosomatica della persona. Il Brain Olotester non cerca di ridurre la coscienza ad eventi neurali, al contrario cerca di amplificare e interpretare globalmente i dati delle attività cerebrali per cogliere il significaro del messaggio che viene dalla coscienza. Il Brain Olotester è un elettroencefalografo computerizzato, costruito secondo gli standard internazionali, capace di scomporre, con la “trasformata di Fourier”, le onde cerebrali in 64 bande e di visualizzarle a colori sul monitor di un qualsiasi personal computer IBM compatibile.

 

figura 1

 

Nella figura vediamo a sinistra le 64 bande dell’emisfero sinistro e a destra, specularmente, le 64 bande dell’emisfero destro. Tra le due bande vediamo riportati i valori in Hertz (Hz = cicli al secondo) delle varie bande. Queste 64 linee, che vedete in tonalità di grigio, sono in realtà divise in differenti colori in relazione alle bande Delta (in basso, da 0.5 a 4 Hz, di colore rosso), Theta (in giallo, da 4 a 7 Hz), Alfa (nel mezzo di colore verde, da 8 a 13 Hz) e Beta (in alto nelle tre gradazioni del blu, indaco e viola, da 14 a 35 Hz). La larghezza delle singole bande è espressa in microvolt e rappresenta l’intensità, la forza dell’onda, come il “volume” di un suono. In basso a destra si leggono i valori numerici medi delle singole bande di sinistra e destra raffigurate nel grafico. Delta=D, Theta=T, Alfa=A Beta=B, e il tempo di captazione. I punti da cui sono captati i segnali eeg sono il frontale sinistro e destro (F1 e F2). Il monitor ovviamente ci permette di vedere in tempo reale (un campionamento ogni 2 sec. circa) le continue variazioni di attività del cervello che sono parallele alle infinite sfumature della nostra mente, di quantificarle digitalmente e studiarle in modo olistico.

 

Questo strumento è dotato di un programma brevettato che consente di calcolare la “correlazione lineare di Pearson” analizzando e quantificando la similitudine o coerenza tra le onde dell’emisfero destro e sinistro, che possiamo chiamare “sincronizzazione” o sync. (abbreviato in inglese). Utilizzeremo questi due termini, sincronizzazione e coerenza, che per molti versi possono essere utilizzati come sinonimi, con un’accezione più generale e interpersonale per il primo e più energetico-matematica per il secondo. L’Olotester può così calcolare la coerenza (sync.) tra i due emisferi del cervello (come tra le onde cerebrali di persone vicine), come potete osservare dalla curva in basso nella stessa figura. La linea tratteggiata rappresenta un valore di coerenza (sync.) = 0 ossia nessuna sync. La parte alta del grafico coerenza = +100% ossia massima sync. la linea in basso coerenza = -100% ossia sync. negativa. La spiegazione del concetto di coerenza positiva, negativa o nulla è espressa graficamente nella figura.

 

figura 2

 

Con l’Olotester speriamo di poter contribuire ad una nuova fase della ricerca scientifica orientata allo studio e alla comprensione della natura della coscienza stessa e dei suoi stati più profondi ed evoluti. Lo strumento, dai primi dati, sembra poter favorire l’evoluzione della coscienza umana in questo gravissimo momento di crisi planetaria.
Lo studio dei primi dati ricavati dall’Olotester è stato di parziale conferma dell’ipotesi psicosomatica olistica: alcuni stati di coscienza corrispondono ad un particolare quadro EEG, ad un particolare stato psicofisico. Quando la mente sta male, il corpo sta male e il cervello lavora in maniera squilibrata e disarmonica. Quando la coscienza è in armonia con se stessa, l’attività elettromagnetica del cervello diventa armonica ed equilibrata. Gli stati di meditazione corrispondono allo stato più armonico e integrato del cervello. Fino ad ora l’evoluzione interiore è stata appannaggio delle religioni e delle scuole di ricerca interiore; oggi siamo in grado di iniziare un lavoro scientifico e laico nella stessa direzione.
 
 
Le ipotesi di lavoro
 
L’intero gruppo di esperimenti è stato condotto sulla base di due ipotesi di partenza.
La prima ipotesi da verificare, sulla base dei modelli Cyber e Cyber7, è che gli stati di coscienza che tendono all’unità avrebbero dovuto produrre una più elevata coerenza nel campo elettromagnetico in generale, e a livello elettroencefalografico in particolare.
La seconda è l’ipotesi psicosomatica olistica, come parametro di lettura globale delle attività cerebrali in relazione a quelle somatiche e psichiche.
Un’ipotesi scientifica non è una verità ma un insieme di congetture da verificare; cercheremo quindi di confermarne la veridicità con una serie di esperimenti e di interpretazioni globali. Molto probabilmente, come in tutte le ipotesi di una certa complessità, vi saranno dei punti che verranno confermati e altri che verranno smentiti. La scienza non è un’ideologia che cerca di giustificare ogni cosa ai propri fini e siamo lieti di poter comprendere la verità dei processi psicosomatici anche se questo dovesse contraddire apertamente parti del nostro modello e della nostra ipotesi.
Entriamo ora nella parte più concreta osservando le mappe olistiche cerebrali, alcuni esempi reali di come il cervello può operare. Utilizzando l’ipotesi psicosomatica olistica interpreteremo casi di normalità e di patologia, squilibri, alterazioni, depressioni, eccitamento, creatività e stati di meditazione a differenti livelli di profondità.
 
 
Lo stato fluido e la media

 

Prendiamo innanzitutto in considerazione quadri di normalità. Nella fig.1 vediamo un quadro eeg di una persona in stato di buona salute psicofisica. Osserviamo una buona specularità tra emisfero destro e sinistro (sync. 67) con una bassa attività delta e theta, un buon picco alfa sui 10 Hz. e una bassa attività beta. Questo, sulla base del nostro modello psicosomatico, significa che la persona in questione aveva un corpo rilassato, un basso livello di attività istintiva inconscia (delta e theta), un “cuore” emotivamente aperto (picco alfa) e un’attività mentale calma (basse beta).
In un quadro eeg “normale” per la città di Milano, osserviamo delta e theta molto più forti (tensione somatica e inconscia), alfa senza picco (poco piacere di vivere e cuore più chiuso) e maggiore attività beta (elevata attività mentale superiore). La sync. media di circa 60-70% ci mostra che il soggetto è comunque positivo e centrato, tipico di chi usa la propria intelligenza professionale per uno scopo determinato. A Milano questo secondo tipo di quadro rappresenta la normalità statistica di chi sta “bene”.
Come abbiamo espresso nell’introduzione il concetto olistico di salute è intimamente legato al concetto di fluidità: la persona sana risponde alle differenti situazioni della vita in modo opportuno e diversificato. Rabbia, paura, amore, odio, ogni emozione, positiva o negativa trova il suo spazio e la sua utilizzazione naturale. Analogamente i due emisferi sono in equilibrio dinamico.
 
 
Squilibri di ampiezza: i tipi freddi e caldi
 
Rispetto alla media statistica, abbiamo delle persone che si trovano ai limiti inferiori e superiori. Mentre la maggior parte delle persone parla con un volume normale, sappiamo che alcuni parlano con un volume troppo basso o alto. Lo stesso accade nel cervello, il voltaggio delle singole bande è come dire l’intensità o meglio il volume del nostro pensiero. Abbiamo osservato che a livello di attività cerebrale alcuni sono “freddi”, introversi, Yin, e hanno un voltaggio ai limiti inferiori della media, altri sono caldi, esuberanti, Yang e il loro quadro esce dallo schermo normale. L’Olotester può cambiare scala di registrazione e quindi includere quadri molto più larghi del normale.
 
 
Mancanza di centratura e squilibrio psichico
 
Nella figura 1 abbiamo visto un esempio di persona sana ed equilibrata. Notiamo che i margini (nel tempo medio di 60-180 secondi circa) sono omogenei e lisci.
Abbiamo osservato che i quadri eeg delle persone meno integrate psicosomaticamente, ossia con una serie di squilibri interiori generali, solitamente mostra un margine più frastagliato. Ricordiamo che è opportuno comparare i quadri presi con tempi uguali tra loro (1 o 3 minuti di media), in quanto tempi più lunghi hanno ovviamente i margini più omogenei.
 
 
Predominanza sinistra e destra
 
Nei quadri eeg di persone sane e psicosomaticamente equilibrate abbiamo osservato che le bande della sinistra e della destra sono armoniche e speculari. Questo dato ci suggerisce che l’emisfero sinistro/razionale/maschile e il destro/intuitivo/femminile sono in buon equilibrio. Il dato visivo viene poi confermato dall’alto valore della sincronicità tra emisferi e rappresentato da una linea abbastanza alta.
 
 
Squilibri a sinistra: stress e iperattività
 
Mentre una leggera predominanza emisferica rappresenta una noncapacità di adattarsi a certe condizioni, la predominanza cronica o eccessiva rappresenta uno squilibrio patologico che si osserva in soggetti con problemi psicosomatici. Lo squilibrio a sinistra, ossia l’iperattività dell’emisfero sinistro, connesso al lato destro del corpo, è quasi sempre associato ad un’eccessiva attivazione del sistema simpatico che in generale crea tensione e ipereccitazione generale. È la sindrome classica da stress, i cui sintomi sono: difficoltà a dormire, problemi digestivi, incapacità a vivere e a lavorare in maniera rilassata, agitazione psicomotoria e senso di “obbligo” ad essere sempre attivi nonostante la poca energia e il senso di affaticamento. È una sindrome Yang.

 

figura 3

 

Nella figura osserviamo un quadro grave di stress in cui l’intera attività di sinistra è in fortissima iperattività e dove osserviamo un “buco”, cioè un avvallamento, sulle alfa a dx e ovviamente una sync. vicina allo zero.
 
 
Iperattività beta e attività intellettuale
 
L’iperattività beta è un dato che si riscontra comunemente nelle persone con forte attività mentale, che pensano molto; tale attività beta ovviamente può avere connotazioni positive o negative. Molti pazienti psichiatrici mostrano dei quadri “caldi” e con evidente iperattività beta. Stiamo considerando l’ipotesi di associare la banda beta uno (14-21 Hz.) alla creatività e all’autoespressione, la beta due (22-28 Hz.) al pensiero e all’elaborazione intellettuale e concettuale e la beta tre (28-35 Hz.) all’auto-controllo (super-io o consapevolezza sociale di sé) e all’autocoscienza (consapevolezza di Sé).
 
 
Alfa: predominanza o carenza del cuore e dei sentimenti
 
L’iperattività alfa è un dato che si riscontra in persone che hanno una forte emotività; spesso si tratta di un momento di intensa emozione che poi si scioglie. Questo quadro si osserva spesso in situazione altamente emozionali o durante i gruppi di sviluppo del potenziale umano, in cui si lavora intervenendo con tecniche di apertura del corpo e delle emozioni represse. Questa iperattività in alcuni casi può essere ai limiti della normalità sfociando nello squilibrio. La carenza di alfa è al contrario un aspetto che si rileva molto comunemente, soprattutto nelle città. Lo abbiamo associato alla “chiusura del cuore”, termine psicosomatico che sottintende chiusura dei sentimenti di amore e dell’affettività, mancanza di amore e rispetto per se stessi, assenza di gioia di vivere. Queste situazioni purtroppo sono alquanto comuni nella nostra attuale società dei consumi, della competizione e della produttività, dove poco è lasciato ai sentimenti umani, all’amicizia e alle relazioni di cuore.
 
 
Iperattività theta: ansia e tensioni inconscie
 
Una iperattività theta ad occhi aperti (in stato di veglia) è stata spesso osservata in pazienti molto tesi muscolarmente o che soffrivano di ansia e di crisi di paura. In generale l’iperattività theta-delta spesso è considerata un artefatto da tensione muscolare, dato peraltro estremamente interessante in relazione alla diagnosi delle patologie da stress. L’iperattività theta-delta, associata a delle beta molto limitate, è stata da noi osservata in molte persone in stato di rilassamento o meditazione, ed è connessa quindi con un’attività profonda dei centri cerebrali. Una predominanza theta-delta a sinistra o a destra è sintomo, molto spesso, di malposizione vertebrale cervicale associata a tensione dei muscoli cervicali. Questa predominanza si riduce o addirittura scompare con il rilassamento e col trattamento manipolativo vertebrale a livello delle cervicali.
 
 
Sincronizzazione: artefatti da eccessi delta e theta
 
L’eccesso di onde delta e theta (dai 3 ai 6 Hz.) produce un deciso innalzamento del valore di sincronizzazione, fatto che, in apparenza, sembra contraddire la prima ipotesi, che lega la sincronicità al benessere.
Questa iperattività sembrerebbe dovuta alla corrente prodotta dalla tensione muscolare dei muscoli oculari, mascellari o della nuca, ed appare molto spesso all’inizio delle prove elettroencefalografiche. Si pensa che il soggetto, intimorito dall’apparecchio e dal giudizio intrinseco che ogni prova può riservare, si tenda inconsciamente e quindi provochi una tensione generalizzata. Alcuni ricercatori inglesi ritengono che questa banda sia dovuta ad uno stato di attenzione (allarme) di fondo prodotto dai centri profondi del cervello rettile dovuto alla novità della situazione. Di fatto comunque queste forti onde delta-theta tendono ad aumentare sensibilmente la sincronizzazione generale, anche in soggetti chiaramente sofferenti. Per verificare se il valore di sincronizzazione è realmente dovuto ad uno stato di coerenza psicosomatica è sufficiente fare chiudere gli occhi alla persona (e magari farla coricare), una reale sincronizzazione rimane o adirittura si alza, mentre se è dovuto ad un artefatto da iperattività theta-delta la sincronizzazione scenderà a valori
 
 
Sincronizzazione negativa
 
Come abbiamo visto nella figura precedente le onde dei due emisferi possono essere uguali ma di segno opposto. Ad esempio, quando un’onda si alza a sinistra una curva identica si abbassa a destra. È un segno di polarità opposta che, normalmente, osserviamo nei quadri delle persone quando sono molto depresse o negative.

 

figura 4

 

Nella figura un caso di uomo in preda alla rabbia, che alzava la voce e inveiva contro la moglie (assente) che lo aveva abbandonato accusandolo di insensibilità. Il soggetto lamentava ovviamente una dualità evidente di sentimenti di amore e odio per la moglie che si manifestavano nella sync. negativa.
 
 
Depressione e “Drop Sync”
 
La depressione psicosomatica è una sindrome che può avere numerose cause, dalla stanchezza generale alla mancanza di scopi nella vita. Si ha una tendenza al rallentamento, all’introversione, alla chiusura, all’apatia, a giudicare tutto negativo. La persona lamenta poca energia e poca voglia di fare o di cambiare. Tranne che per i casi di stanchezza cronica, queste persone hanno di solito una grande riserva energetica che tuttavia non riescono ad utilizzare, solitamente per mancanza di una finalità. È una sindrome Yin, a volte successiva ad un periodo di stress e iperattività ma più spesso dovuta a delusione e senso di sconfitta, per tradimento dei valori affettivi, di amicizia, o per shock emotivi. Uno dei punti più caratteristici delle depressioni psicosomatiche è rappresentato da improvvisi abbassamenti della sincronizzazione, vere “cadute” della curva di sincronicità o “drop sync”.
 
 
I picchi di sincronizzazione
 
La salita della sincronizzazione emisferica può avvenire anche in modo repentino, come il “salto quantico” dell’elettrone da un livello ad un altro. Questo “jump sync” si osserva comunemente per un’intuizione, quando qualcosa, come un improvviso suono di campanello, stimola il soggetto, per un gesto (che sincronizza molti neuroni) o spontaneamente. Il quadro normale dell’istante ad alta sincronizzazione (solitamente 1 secondo) è caratterizzato spesso da onde quasi-armoniche, ossia che hanno picchi a distanza abbastanza regolare simili alle armoniche e da un diverso aspetto generale rispetto alla media.
 
 
Stati ad alta sincronizzazione: creatività e integrità
 
Quando la mente si concentra su un oggetto o su uno scopo, l’intera attività cerebrale sembra ritrovare un suo punto focale, uno scopo su cui sincronizzarsi. I quadri di soggetti molto coinvolti in attività creative o professionali mostrano spesso alti valori di sync. e dei picchi simmetrici su diverse bande.
Grande differenza esiste tra quadri di persone che giungono a questo risultato con lo sforzo egoico (attraverso aggressività, tenacia, competizione, ambizione) a discapito della propria umanità (relazioni umane, sentimenti, amore, rilassamento) e persone che realizzano se stesse in modo più umano e olistico, scoprendo il proprio essere profondo e la sua naturale espressione esteriore.
Nel primo caso abbiamo dei quadri spesso caratterizzati solitamente da ampie delta e theta, mentre nel caso di persone che partono da esperienza meditativa il quadro è assai più “sferico”, armonico e con una maggiore presenza di onde alfa.
 
 
Ricerche sugli stati di meditazione nei monasteri indiani
 
Cosa accade nel cervello quando si entra in meditazione, ossia in stato di consapevolezza vigile senza pensieri? Per rispondere a questa domanda abbiamo condotto due estese ricerche in monasteri indiani e himalayani, la prima nell’inverno 1991-92 in India, presso l’Osho International Commune, a Poona nel Maharastra, e la seconda sull’Himalaya indiano, presso l’Ashram di Babaji, ad Hairakan. La nostra sperimentazione era orientata a scoprire le logiche del funzionamento cerebrale in meditazione, grazie alle potenzialità dal Brain Olotester.
 
 
I cinque stadi di coscienza profonda
 
Ho cercato di suddividere i quadri sperimentali delle persone ad occhi chiusi, ma ancora svegli, in cinque categorie, ipotizzando l’esistenza di cinque stadi progressivi di coscienza da quelli più superficiali e inconsapevoli a quelli più profondi e meditativi, in cui la coscienza entra in stati di intensa esperienza spirituale.

 

figura 5

 

Primo stadio, vedi figura, associato ad uno stato di coscienza a bassa attenzione, un po’ assopito, con poca ideazione e sensazioni somatiche neutre o negative (senso di stanchezza, fatica). E’ caratterizzato da un quadro “freddo”, con una certa uniformità tra le onde e con assenza del normale picco alfa sui 10 hertz, con una forma a “colonna” e una sync. normale o bassa.

 

Secondo stadio, associato ad uno stato di maggiore attenzione e moderato senso di benessere del corpo. E’ caratterizzato da una maggiore varianza tra le onde con un normale picco alfa e una sync. media.

 

figura 6

 

Terzo stadio, vedi figura, associato ad uno stato di attenzione più focalizzata su di sé, concentrazione interiore, inizio meditazione. Nel quadro eeg appare, oltre al picco alfa, anche un picco sulle beta 3, la sync. è medio alta.
Nella figura osserviamo un tipico esempio di salita continua e regolare della curva di sincronizzazione da valori vicini allo zero fino a valori prossimi a cento, in persona leggermente stressata che inizia una tecnica di meditazione utilizzando un mantra, ossia una breve frase ripetuta, che in questo caso era: “Om Namaha Shivaya”. Il tempo dell’intera registrazione è di circa 12 minuti.

 

Quarto stadio, associato a stati di meditazione più profonda e attenzione interiore espansa. E’ caratterizzato da un quadro più “caldo” e da picchi “quasi armonici” ossia a distanza relativamente simile tra loro, da lieve prevalenza delle theta e delta e da alta sync.

 

figura 7

 

Quinto stadio, vedi figura, associato agli stati più profondi di coscienza, all’esperienza di totalità o di esperienza dell’essere. E’ caratterizzato da un quadro “caldo”, da onde armoniche, a volte sinusoidali, ossia da picchi elettroencefalografici a distanza regolare tra loro, spesso con una forte attività theta e delta, e da altissima sncronizzazione.
Di questi cinque tipi di quadri i primi tre sono stati spesso rilevati in Italia su soggetti normali in rilassamento o in meditazione, mentre gli ultimi due, relativi ai quadri con onde armoniche e altissima coerenza, sono stati registrati in India su soggetti che praticavano meditazione da molto tempo e in condizioni ambientali e culturali ottimali. Riportiamo ora alcune precisazioni su queste ricerche indiane.
 
 
La scoperta degli stati armonici ad altissima coerenza
 
Nell’inverno del ’91, presso l’Osho International Commune di Poona, uno dei maggiori centri di crescita del mondo, dove vivono dalle cinque alle diecimila persone, abbiamo studiato 24 persone in meditazione, ognuna delle quali è stata monitorizzata durante un’intera seduta di meditazione di un’ora. Abbiamo così rilevato, per la prima volta, una serie di quadri ad altissima coerenza, con valori dal 95% al 100%. Questi stati, come potete osservare nella figura, sono caratterizzati da onde armoniche, tipiche degli strumenti musicali, esattamente come le “armoniche” che compongono un suono o le note tra loro quando formano un accordo.
La coscienza, in quello stato ad altissima sincronizzazione, è silenziosa e vigile; si sperimenta uno stato di grande pace in cui la mente interrompe il suo ininterrotto parlare o “dialogo interiore” e la coscienza è lucida e vuota. Il corpo è in grande rilassamento psicosomatico e le sue energie sembrano fluire con grande piacere e benessere generale. Teoricamente questo dovrebbe essere il quadro “ideale” dello stato di salute globale a cui riferirsi per ogni valutazione generale. Va rilevato che le persone studiate erano di differenti età e nazionalità, ed avevano praticato da vari anni, oltre alla meditazione, varie terapie psicosomatiche individuali e di gruppo.
Abbiamo anche rilevato alcuni quadri ad altissima sincronizzazione in persone creative nel loro lavoro, ad occhi aperti e in piena attività psicofisica, caratterizzati da una forma “sferica” delle onde.
 
 
Kundalini cerebrale
 
Le onde armoniche che abbiamo rilevato nel corso delle ricerche sulla meditazione, nei monasteri indiani e in Italia, sono caratterizzate da una forma a spirale.
La forma a spirale è affascinante e ci riporta alla terza matrice archetipica, un vortice di energie/informazioni elettromagnetiche/intelligenti che sale coinvolgendo l’intero cervello in un’unica danza, un giro di walzer delle energie su se stesse. Sappiamo da sempre che l’onda elettromagnetica armonica è una spirale regolare, ma osservarla sul monitor del nostro computer è stata un’esperienza fortissima. Di nuovo ci troviamo a constatare la saggezza delle culture antiche che, per raffigurare ciò che osservavano interiormente, utilizzavano la spirale o il serpente che sale lungo l’albero della coscienza o il serpente del bastone alato di Mercurio. Noi scienziati olistici del terzo millennio, in modo più distaccato, osserviamo sul monitor dei nostri strumenti, una spirale elettromagnetica armonica che sincronizza l’intero sistema nervoso.
 
 
Sincronicità tra cervelli
 
Vari studi internazionali, tra cui quelli elettroencefalografici condotti presso l’Universitad Nacional Autonoma del Mexico dal Prof. Jacobo Greenberg-Zylberbaum e Julieta Ramos, confermano la tesi neurofisiologica secondo cui i campi neuronali possono interagire e influenzarsi a vicenda senza l’uso dei normali canali di comunicazione esterna. Nel loro esperimento hanno dimostrato che esiste un fortissimo aumento di sincronizzazione, sia tra le onde elettroencefalografiche degli emisferi dei singoli soggetti, sia tra i cervelli di soggetti tra loro sconosciuti, quando entrano in “comunicazione empatica silenziosa” (empatia dal greco: sentire dentro insieme). Questo dato testimonia come esista una sincronicità di onde che si trasmette e si riceve a distanza e può quindi provocare l’incontro tra due persone simili per semplice legge di risonanza o simpatia (dal greco sun, insieme e pathos, sentire). Gli sperimentatori hanno anche evidenziato che le persone le cui onde interemisferiche erano più armoniche ed equilibrate hanno più potere di trasmissione e sono più influenti.
 
 
Sincronicità tra i cervelli
 
La seconda ricerca è stata effettuata ad Hairakhan, sull’Himalaya indiano, nell’Ashram di Babaji, il grande maestro spirituale che ha lasciato il corpo nel 1984. Questo magico posto è uno dei luoghi più sacri della tradizione shivaita, posto ai piedi del monte Kailash e bagnato dal Gotami Ganga, nell’Himalaya indiano. Abbiamo fatto interessanti rilevazioni sull’attività cerebrale di Yogi, Sadhu e devoti indiani e occidentali che da anni seguono questo antichissimo cammino di ricerca interiore chiamato Sanatan Dharma (religione eterna). Oltre ad aver ritrovato gli stessi stati armonici ad altissima coerenza, abbiamo fatto una scoperta di grande interesse sulla sincronizzazione tra i cervelli di persone vicine. Con il Brain Olotester, abbiamo rilevato che due persone vicine, in certi stati, possono avere un’attività cerebrale profondamente interconnessa. Lo schermo del computer della fig. 8 e 9 presenta, affiancati, i quadri dell’attività elettroencefalografica di due persone divisi in s1 e d1 (sinistra e destra della prima persona) e in s2 e d2 (sinistra e destra della seconda persona). Nella parte inferiore abbiamo quattro grafici di sincronizzazione: il primo a sinistra correla gli emisferi (s1-d1) della prima persona, l’ultimo a destra gli emisferi della seconda persona (s2-d2) e nel mezzo ci sono i grafici della sincronizzazione tra gli emisferi sinistri (s1-s2) e destri (d1-d2) delle due persone. Normalmente due persone che parlano o lavorano insieme hanno una sincronizzazione prossima allo zero, come potete osservare nella figura seguente.

 

figura 8

 

dove si osserva la sincronizzazione tra gli emisferi sinistri del primo e del secondo soggetto (s1- s2 = -2) e tra i destri (d1-d2 =0). Ma se si sintonizzano più profondamente tra loro, se entrano in amicizia, in empatia, se condividono le stesse emozioni, la curva della sincronizzazione inizia ad aumentare. In meditazione poi la sincronizzazione raggiunge dei livelli altissimi, i due cervelli “sono sulla stessa onda”.

 

figura 9
 
 
Sincronicità e cooperazione
 
La figura presenta i quadri di due persone in meditazione una accanto all’altra. Sulla sinistra Pandeva, con anni di esperienza di meditazione, ha la sincronizzazione più alta e regolare (s1-d1 = 96), a destra Ayodhya, rivela una sincronizzazione leggermente inferiore e meno regolare  (s2-d2 = 90). La cosa sorprendente è la loro sincronizzazione reciproca estremamente alta e significativa (s1-s2 = 84, d1-d2 = 78). Queste due persone lavorano ed operano con lo stesso intento e lario una sensazione di disturbo e di incomunicabilità. Riteniamo che le onde elettroencefalografiche siano come una sorta di emissione sottile che riflette fedelmente la nostra energia psicofisica del momento, che esse vengono captate da chi ci circonda permettendo una sorta di comunicazione silenziosa di informazioni.
La seconda ipotesi si basa invece sul fenomeno della “non località” secondo cui ogni evento energetico neuropsichico del cervello, attraverso il vuoto subquantistico, medium senza dimensione né tempo, si sincronizza istantaneamente, senza più problemi di distanza, con altri eventi neuropsichici analoghi. Il Vuoto continuerebbe così la sua opera di presenza creativa e il suo ruolo di grande sincronizzatore degli eventi empatici dell’esistenza.
 
 
L’ineludibile relazione osservatore-osservato
 
I nostri esperimenti sembrano dimostrare in modo inequivocabile che l’energia/coscienza delle persone si influenza vicendevolmente. Abbiamo osservato, inm più casi, una curva di sincronizzazione di un soggetto in meditazione che scende bruscamente e poi risale un poco. Questa desincronizzazione corrisponde al momento in cui una persona estranea si era avvicinata al meditante e, benché nessuno se ne fosse accorto, il suo campo energetico-psichico, del tutto estraneo a quanto accadeva, aveva turbato il silenzio, il campo del soggetto in meditazione, e quindi la sua coerenza cerebrale. L’allontanamento immediato dell’estraneo aveva avuto come risultato altrettanto immediato la risalita della sync. Lo stesso fenomeno di relazione tra persone (e cervelli) è stato rilevato anche in molti altri casi analoghi, come nella classica relazione di empatia tra terapista e paziente o di persone amiche tra di loro. Questi fatti demoliscono uno dei punti fondamentali della metodologia sperimentale della scienza classica, per cui ogni esperimento dev’essere svolto senza l’interferenza dello scienziato, che viene considerato un puro osservatore imparziale e distaccato. In realtà è invece lo sperimentatore non può che influenzare attivamente e costantemente l’attività del soggetto sperimentale.
La metodologia scientifica futura dovrà quindi necessariamente considerare la sottile influenza dell’osservatore, del suo stato d’animo e dei suoi giudizi di fondo mentre osserva un fenomeno neuropsichico o compie un esperimento su soggetti coscienti.
 
 
Sessualità e polarità: quantificare la telepatia
 
Una delle scene più commoventi e significative del famoso film E.T. di Spielberg è legata al momento in cui i medici e gli scienziati cercano di curare il piccolo extraterrestre che sta morendo e si rendono conto che è in profonda relazione empatica con il suo amico bambino. Il loro cuore batte all’unisono… c’è sintonia, amore, amicizia e telepatia. Questa non è solo una fantasia cinematografica. Letteralmente il termine telepatia (da tele che vuol dire “da lontano” e pathos emozione) non significa, come spesso si intende, trasmissione del pensiero, ma percezione a distanza delle sensazioni, dei sentimenti e delle emozioni.
Studiando le interrelazioni sincroniche tra cervelli, abbiamo scoperto che quando esiste forte attrazione sessuale tra due persone di sesso opposto, la sincronizzazione è altissima ma di segno opposto; questo significa che, quando il cervello (altamente sincronizzato) della ragazza ha una curva “in su”, sincronicamente nel cervello del ragazzo si osserva una curva identica ma “in giù”. La logica del Tao può offrire una spiegazione: la polarità opposta tra Yin e Yang che rispecchia quella dell’elettricità, crea attrazione tra esse.
L’analisi della sincronizzazione è quindi in grado di rilevare e quantificare se due persone sono in profonda comunicazione tra loro o no, il loro livello di relazione e sintonia. Spesso ho osservato il quadro, purtroppo comune, senza sincronicità di una coppia in crisi.
 
 
Buddhafield experiment
 
In occasione del CyberGaia, un evento di esperienze olistiche di gruppo nell’ottobre 1994, rileviamo e documentiamo, per la prima volta, l’esistenza di una trasmissione di informazioni tra cervelli all’interno di un gruppo di dodici persone. Con il Brain Olotester a dodici canali, e i suoi programmi di analisi dei dati, registriamo simultaneamente le onde elettroencefalografiche di dodici persone, ponendo un singolo elettrodo sulla parte alta della fronte in posizione centrale (tra F1 e F2), e seguiamo l’aumento della loro sincronizzazione collettiva durante la pratica di meditazione Vipassana della durata di trenta minuti. Le dodici persone non erano esperte in questa meditazione anche se alcune di esse avevano già meditato in passato. I risultati sono evidenti e significativi: la sincronizzazione collettiva è elevata. Testimoniamo la prima rilevazione scientifica di un campo di coscienza collettivo, ossia di un Buddhafield.
Secondo le conoscenze e i modelli della scienza ufficiale, l’aspettativa statistica di una similitudine tra le onde dei cervelli di persone vicine è praticamente nulla. Ogni cervello infatti dovrebbe avere la sua propria onda elettroencefalografica, una banda assolutamente individuale e unica non correlata a nessuna delle onde cerebrali delle persone vicine. La scienza non riconosce nessuna comunicazione di informazioni che non sia quella già conosciuta dei cinque sensi, e spesso si è opposta con decisione ai vari tentativi di dimostrazione dell’esistenza di altre forme di comunicazione più “sottile”. Tuttavia, chiunque abbia un minimo di sensibilità sa quanto la coscienza collettiva sia reale: pensiamo al sentimento di gruppo che si prova quando sentiamo un’opera a teatro o l’inno nazionale o, più semplicemente, all’emozione che dilaga tra i tifosi di una partita o in alcune manifestazioni di massa.
Certamente gli stati d’animo collettivi possono anche essere negativi, come quando un dittatore riesce a influenzare, più attraverso le emozioni che le ragioni, grandi masse di persone. Così hanno fatto Hitler e Saddam Hussein.
L’esperienza religiosa è un altro chiaro esempio di senso di unità: i canti e le cerimonie, se vissute profondamente, portano spesso a queste esperienze. Chiunque poi abbia vissuto pienamente l’esperienza di meditazione in gruppo, conosce l’incredibile sensazione di essere tutti parte di un’unica energia, come le cellule di uno stesso organismo vivente. Le varie pratiche spirituali e le cerimonie religiose sembrano proprio essere tecniche collettive per sincronizzare i cervelli e portarli ai loro massimi livelli di potenzialità e creatività. Tuttavia queste ipotesi sulla comunicazione sottile tra persone sono sempre state respinte dalla scienza come fatti non documentabili, illazioni che non potevano essere provate scientificamente.
 
 
Arco di Trento
 
Durante il primo incontro del Comitato Europeo per una Nuova Scienza, tenuto ad Arco di Trento nel ’94, proponiamo un esperimento collettivo di sincronizzazione a cui partecipano, con grande interesse, un centinaio di persone tra relatori e partecipanti al congresso. Le dodici persone i cui elettroencefalogrammi sarebbero stati registrati, erano posti in cerchio al centro della sala, senza contatto fisico tra loro. Si sarebbe fatto un certo periodo di silenzio ad occhi chiusi, poi una meditazione collettiva fino a percepire il “campo collettivo” costituito dall’insieme delle energie individuali di tutto il gruppo.

 

figura 10

 

Nella figura possiamo osservare l’inizio dell’esperimento ad occhi aperti, caratterizzato da una evidente mancanza di coerenza e sincronizzazione tra le onde delle dodici persone, (ogni persona aveva un solo elettrodo posizionato tra F1 e F2, nel centro della fronte).

 

figura 11

 

Nella figura si osserva il momento di meditazione e di percezione del “campo collettivo”. E’ particolarmente evidente l’incremento di coerenza tra i dodici tracciati, che è elevatissima; sembra quasi di osservare un tracciato di dodici elettrodi presi dal cervello di una sola persona, la prima dimostrazione scientifica della possibilità di uno studio scientifico della coscienza collettiva e planetaria.
I risultati degli esperimenti condotti e la possibilità di una corretta e ripetibile quantificazione della sincronizzazione aprono nuove possibilità all’interno della scienza ufficiale. I nostri dati, più volte ripetuti, sono fortemente indicativi di una reale trasmissione “telepatica”. Tra i cervelli delle persone sedute ad occhi chiusi e in silenzio è stata registrata una sincronizzazione con punte superiori all’80%. Tra alcune coppie di persone la sincronicità era superiore al 90%. Essendo vicino allo zero il valore percentuale atteso, questi risultati sono di grande interesse. Se gli esperimenti successivi confermeranno i dati da noi registrati, si apriranno nuove prospettive scientifiche: la misurazione della telepatia in larghi gruppi potrebbe aiutarci a svelare la natura della coscienza collettiva e le sue logiche di sviluppo verso la coscienza planetaria. In alcune rilevazioni collettive abbiamo osservato che il gruppo sembra suddiviso in due sottogruppi, che manifestano una differente sincronizzazione collettiva.
Le ripercussioni sono vaste e di grande significato sociale e umano. La quantificazione della comunicazione empatica collettiva apre le porte ad una nuova concezione dei principi che regolano l’educazione e la collaborazione umana, a una più profonda comprensione delle dinamiche di gruppo, di coppia, familiari, all’interno di staff o equipe di lavoro, tra medico e paziente, tra coppie, tra persone che lavorano insieme. Fino ad ora questa comunicazione silenziosa è rimasta inconscia e quindi in gran parte inutilizzata; ora sarà possibile comunicarsi delle informazioni (trasmetterle e riceverle) in modo più consapevole e deliberato.
 
 
Ricerca olistica per l’evoluzione globale
 
Queste prove scientifiche aprono le porte ad una nuova dimensione della ricerca scientifica dove medicina psicosomatica, psicologia e ricerca spirituale trovano finalmente una sintesi e una dignità scientifica. Grazie a questo strumento, dall’estrema facilità di funzionamento e di lettura, ora è possibile per ogni medico, psicologo o terapista studiare, quantificare e diagnosticare gli squilibri, gli eccessi e le carenze, la sintonia o la disarmonia generale, gli stati di benessere e seguirli nel loro sviluppo. Sulla base di queste scoperte è possibile concepire una nuova didattica e una logica di lavoro basata sulla sintonia e sulla sensazione di appartenenza ad un gruppo. È logico ritenere che, se si comprendessero a fondo le logiche e l’armonia che la comunicazione empatica comporta, si potrebbe imparare a vivere meglio insieme, a cooperare e a crescere insieme.
Riassumendo possiamo concludere, in conformità con il modello Cyber e con le ipotesi avanzate, che le potenzialità della psiche e del cervello umano sono in diretta relazione al suo stato generale, all’equilibrio tra funzioni istintive del corpo, sensazioni, emozioni, pensieri e coscienza di sé. È evidente che ogni inibizione dei nostri istinti, delle nostre sensazioni, ogni blocco emozionale, ogni condizionamento culturale creerà dei blocchi nel nostro cervello impedendoci di vivere la nostra vera vita e quindi riducendo le nostre potenzialità a livelli sempre più bassi. La sensazione generale riportata dalle persone con bassa sincronizzazione è di vivere una vita inutile e senza significato, di non avere piacere di vivere. È fondamentale considerare che ci si può liberare da tutti questi blocchi e condizionamenti con opportune tecniche terapeutiche psicosomatiche individuali o di gruppo. Come lo stesso Dalai Lama ha recentemente suggerito, le terapie psicosomatiche possono rivelarsi preziosi strumenti di liberazione spirituale.
 
 
Coerenza e sviluppo del potenziale umano
 
Viene così confermata l’ipotesi di lavoro secondo cui l’essere umano possiede la capacità di sviluppare uno stato di coscienza unitario e globale che lo connette con gli altri esseri umani e con l’esistenza. Queste scoperte sono di evidente importanza per lo sviluppo del potenziale umano, in quanto permettono di comprendere scientificamente parametri fino ad ora non quantificabili come la salute, la creatività, il benessere o la depressione, l’apertura o la chiusura affettiva ed emozionale, gli stati di meditazione e di contatto col Sé, e quindi aprono una nuova dimensione alla ricerca scientifica, medica e psicosomatica. Gli sviluppi umani e sociali di queste scoperte possono essere vastissimi: dalla medicina alla psichiatria, dall’educazione, alla psicologia sociale, alla spiritualità.
La comprensione delle logiche e delle modalità di sviluppo globale dell’essere umano e della formazione della coscienza collettiva (come comunicazione attiva tra cervelli-coscienze) può quindi essere considerata una finalità immediata della ricerca scientifica, in modo che possa diventare parte di una medicina e di un’educazione più globale e consona alle attuali necessità storiche di trasformazione verso una coscienza planetaria.
E’ particolarmente interessante, dal punto di vista della medicina psicosomatica, considerare l’opportunità di un’educazione psicosomatica preventiva attuabile già dai primi anni di vita del bambino. Da una decina di anni, la nostra associazione organizza corsi e gruppi di crescita umana orientati alla coscienza globale, in cui vengono praticate le maggiori tecniche psicosomatiche (bioenergetica, gestalt, rebirthing, psicodramma ecc.) per la consapevolezza e la liberazione dei blocchi, e le principali tecniche di meditazione (vipassana, mantra, yoga, preghiera). I risultati sono all’altezza delle aspettative, le persone alla fine del corso sperimentano una sorta di trasformazione interiore e del comportamento e vivono stati di coscienza molto positivi, unitari e creativi. Ritrovare l’unità e la fluidità interiore è il primo passo verso una visione olistica dell’esistenza, visione che potrà essere successivamente trasmessa ai bambini in un contesto di educazione globale.
 
da http://www.globalvillage-it.com/pianeta/nuovascienza/scienza5.htm
 
 
 
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