Sedere e Osservare

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Sedere e Osservare

Sedendo ed osservando (vipassana)

da “Pian de’ Ciliegi”

– Sedere solamente per sedere e osservare –

Anche se non potete raggiungere una concentrazione molto profonda, va
bene lo stesso; siate comunque felici che almeno vi siete seduti ed
avete osservato. Inevitabilmente otterrete un certo grado di
concentrazione; quantunque non sia perfetta concentrazione, avrete
comunque l’opportunità di vedere per un po’ l’alzare e l’abbassare
dell’addome, un po’ di impermanenza e di osservare e capire un po’
meglio questa mente e questo corpo.

Ricordatevi che anche se passate l’intera ora a riportare indietro la
mente al presente, la vostra ora sarà comunque ben spesa. Avrete
comunque rinforzato il vostro potere di osservazione – in questo caso
l’abilità di catturare la mente che divaga – questa stessa è una
abilità sviluppata e un conseguimento.

Per raggiungere una concentrazione più profonda rinunciate al pensiero
attivo. Solamente, rimanete nel presente, osservando il respiro e
qualsiasi cosa ci sia, e ogni volta che la mente divaga riportatela
gentilmente, ma fermamente, indietro al presente.

Rimanere con la concentrazione fissata su un oggetto come
l’inspirazione e l’espirazione o l’alzare e l’abbassare dell’addome,
può portare profondo assorbimento, calma e concentrazione. Potete
sperimentare e vedere se riuscite a rimanere solamente con un oggetto
e fare esperienza della calma profonda in quell’oggetto. Poi, usando
quella concentrazione, potete cercare l’impermanenza anche in quello
stato del corpo e della mente. Vedere se potete osservare il sorgere e
passare della consapevolezza dell’oggetto di meditazione o di altri
fenomeni/sensazioni nel corpo.

Ma ricordate anche che in Vipassana non è necessario rimanere solo con
un oggetto. Si possono osservare anche altri oggetti. Così non vuol
dire che dovete sempre stare, diciamo, col vostro respiro, o con il
salire e scendere dell’addome. Potete provare a stare con un oggetto
se vi piace, ma se non ci riuscite va bene lo stesso, potete osservare
anche altri oggetti, come la postura seduta e le sensazioni di
contatto o qualsiasi distrazione che sorge.

In altre parole, potete cambiare oggetto o essere attenti a diversi
oggetti nello stesso tempo, osservare una area più estesa del corpo.
La cosa importante è di essere consapevoli e presenti, sorvegliando la
mente che divaga e tutti gli altri ostacoli.. Ma anche quando si sta
divagando e altri ostacoli come il desiderio sensuale e l’avversione
sorgono, se voi li notate, anche questa è Vipassana, consapevolezza
degli ostacoli che va sotto il nome della sezione del Satipatthana
Sutta chiamata Dhammanupassana.

La cosa da fare è prendere gli ostacoli velocemente, così che la
mente non rimane sotto la loro influenza per un lungo tempo. Una volta
che avete notato l’ostacolo, esso passerà se non vi ci attaccate e poi
tornerete ad osservare gli oggetti presenti.

Io non penso che in Vipassana restare con un solo oggetto sia
necessariamente meglio che cambiare vari oggetti. Penso che dipende
dall’attitudine di ogni yogi. Non tutte le persone hanno lo stesso
tipo di attitudine e di sviluppo. Credo che ognuno faccia il meglio se
l’approccio è proprio quello di osservare qualsiasi cosa che c’è,
qualsiasi cosa appare e perciò non necessariamente attaccarsi ad un
solo oggetto durante tutta la seduta.

La cosa da fare è di essere comodi e rilassati e lasciare che la
mente si posi su qualsiasi oggetto con cui si senta a suo agio. Potete
sperimentare e vedere ciò che funziona meglio per voi, ma ricordate
che anche se qualcosa funziona per voi adesso, questo non vuol dire
che sarà sempre così.

Questo vuol dire anche che differenti approcci debbano essere
applicati in diverse occasioni, ciò dipende dal fluire e da qualsiasi
cosa che funziona o sia appropriata in qual momento.

Provate a trovare interesse nella vostra meditazione, nell’affilare e
sviluppare le vostre abilità. Ogni volta che vi sedete cercate di
essere il più possibile consapevoli e attenti. Cercate di osservare i
dettagli dell’oggetto, i cambiamenti minuti ed impercettibili. Allo
stesso tempo cercate di essere il più possibile rilassati e calmi. Lo
sforzo dovrebbe essere fermo. ma gentile e non teso.

Questa pratica diventa interessante quando vi sforzate sempre di
vedere quanto potete essere consapevoli, e quanto profonda può
diventare la concentrazione. Attraverso la pratica e l’esperienza
svilupperete abilità riguardo al rimanere focalizzati, calmi,
concentrati, consapevoli, attenti, ecc..

Dopo ogni seduta potete anche riflettere e ricordare il più possibile
ciò che è successo durante quella seduta, ciò che siete stati in grado
di osservare. Oltre ad essere un esercizio interessante, tendente a
rinforzare la saggezza, questo svilupperà anche la vostra capacità di
ricordare (richiamare alla memoria); e, chissà, potreste essere in
grado un giorno di ricordare le vostre vite precedenti, se non nella
vita presente, nella vita futura.

Nella vostra vita quotidiana cercate di essere sempre più attenti
agli stati mentali, intenzioni, pensieri, emozioni, cambiamenti di
umore, movimenti ed attività del corpo (alzarsi, sedersi, stirarsi,
piegarsi ecc..) e sensazioni.

Il progresso è un processo graduale. Questa pratica può durare tutta
la vita e continuare nelle vite future fino a che raggiungiamo
Arahatta magga-phala (stato di santità).

Dal momento che siete consapevoli e presenti, voi state progredendo,
anche se non ve ne rendete conto. State camminando lungo il sentiero e
vi state avvicinando alla meta. Le contaminazioni mentali sono sotto
controllo e si stanno indebolendo.

Se continuate a meditare consistentemente, è questione di tempo e voi
riuscirete ad erodere la forza delle contaminazioni mentali. Fatevi
coraggio, non rinunciate. Come qualcuno ha detto: persistete, tenetevi
saldi, resistete: la pazienza è un genio, vi guiderà fino in fondo
alla vostra meta che in questo caso non è una meta ordinaria, ma il
Nibbana, la fine di tutte le rinascite e della sofferenza.

Possa il vostro progresso essere rapido e facile. Possiate voi
raggiungere la vostra meta nel tempo più breve possibile, così da non
indugiare e soffrire nel samsara più a lungo del necessario.

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