Noise ed effetti psicoacustici

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Noise (“Rumori”) ed effetti psicoacustici
 
 
a cura di Marco Stefanelli, Ph.D.
 
 
 
La parola “rumore” nel linguaggio comune indica qualcosa di indistinto e di caotico. Tuttavia, in ambito scientifico, i diversi tipi di rumore possono essere quantitativamente e qualitivamente caratterizzati studiandone il contenuto spettrale. La classificazione del rumore è di fondamentale importanza nello studio di tutti quei segnali che contengono delle componenti casuali (random) e trova massiccio impiego nella tecnologia del suono.
 
Si distinguono due generi di “rumori”, il rumore impulsivo ed il rumore stazionario.
Il rumore impulsivo è generato da variazioni di pressione molto rapide in un arco di tempo nell’ordine dei millisecondi ed è privo di regolarità. Questo rumore è costantemente presente nelle produzioni musicali basti pensare al rumore del plettro nel suono di chitarra oppure al rumore del martelletto nel suono di pianoforte.
 

Il rumore impulsivo in pratica è sempre prodotto della percussione di un corpo rigido.
Il rumore stazionario, a differenza di quello impulsivo, si estende in un arco di tempo molto più elevato pur essendo privo di regolarità. Alcuni rumori tipici stazionari sono i rumori generati dal vento, dagli scrosci e dalle risacche d’acqua oppure dagli apparecchi radio e televisivi in assenza di segnale portante: il cosiddetto “effetto neve”. Questo genere di segnali audio sono generalmente descritti con parametri statistici dell’andamento della pressione.
 
I cosiddetti noise (rumori) possono essere trovati dappertutto in Natura. Nel mondo della tecnologia e della e scienza spesso è un fenomeno non desiderato. 
Ci sono vari generi di rumori. Il noise può essere comune o “ammorbidito”, qualche volta è descritto con un colore (es. rumore rosa, rumore bianco, ecc.). La caratteristica più importante del noise è l’imprevedibilità. Il vero rumore naturale non può essere previsto completamente ma può essere simulato con varie formule matematiche e statistiche. 
Molti fenomeni sonori classificati come “rumore” sono dovuti più a “confusione” percettiva del nostro apparato uditivo che alla composizione spettrale del fenomeno sonoro stesso.
La differenza tra suono e rumore sta fondamentalmente nella presenza o meno di periodicità, infatti si usa spesso la terminologia di “suono periodico” e “suono aperiodico”.

 

 
I Noise piu’ comuni ed importanti:

 

Esistono vari tipi di rumore associati ad un colore caratterizzati dal fatto di avere alcune componenti dello spettro prevalenti sulle altre.
 
 
White noise (Rumore Bianco) 

 

In analogia alla luce bianca che è formata dalla sovrapposizione di onde elettromagnetiche di tutte le frequenze visibili, se un rumore è costituito da uno spettrogramma sostanzialmente “piatto” con onde di tutte le frequenze e di intensità simili ad ogni frequenza, esso si dice rumore bianco.
 
Nella pratica però il rumore bianco puro non esiste, perché nessun sistema è in grado di generare uno spettro uniforme per tutte le frequenze da zero a infinito, e il rumore bianco è generalmente riferito ad un intervallo di frequenze. Si presenta così uno spettro con caratteristiche simili al rumore bianco ma con ampiezza maggiore alle basse frequenze e minore fino ad azzerarsi alle frequenze maggiori.
Il rumore bianco è ricco di alte frequenze e solitamente, se puro e non appositamente trattato, suona un po’ “stridulo” perché ha un eccesso di brillantezza che può infastidire.
Il rumore bianco presenta una frequenza spettrale di 1, pertanto presenta proporzioni uguali di tutte le frequenze.
 
Il rumore bianco è un particolare tipo di rumore caratterizzato dall’assenza di periodicità e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze.
Questo genere di rumore ha uguale energia (loudness o volume) sulle varie frequenze (spettrogramma piatto), ovvero, se si misura l’ampiezza del suono nella banda di frequenze da 100 a 200 Hz (Hz “Hertz” o “cicli per secondo”) si ha la stessa ampiezza del suono che nella banda da 3000 a 3100 Hz o anche da 19.000 a 19.100 Hz. 
Poiché nelle gamme di frequenza più alte riconosciute dall’udito umano esistono frequenze più individuali, i suoni con rumore bianco risultano molto sibilanti.
 
Il rumore bianco, simile a un continuo fruscio o soffio, normalmente è considerato distensivo. Il rumore bianco è generoso in “brillantezza” e per questo, essendo l’orecchio umano più suscettibile alle alte frequenze, può non risultare molto rilassante se non oppurtunamente trattato e modulato. E’ efficace per mascherare altri suoni e in particolari circostanze è indicato per provocare allucinazioni uditive. Alcuni generatori di rumore bianco acustico sono impiegati per coprire il rumore di fondo in ambienti interni o per favorire il rilassamento.
 
Analisi in frequenza del white noise
 
Analisi spettrale FFT del white noise

 

 
Pink noise (Rumore Rosa o Flicker) 

 

Questo rumore ha una prevalenza dell’ampiezza (e quindi dell’intensità) delle armoniche a bassa frequenza ed ha una frequenza spettrale di 1/f con una caduta di 3dB per ottava e quindi uguale energia per ottava che determina il rumore generato dall’effetto sonoro più naturale.
Esso può essere ottenuto dal rumore bianco con un’apposita azione di filtro delle alte frequenze. Di solito il rumore rosa è prodotto con un filtraggio passa-basso del rumore bianco.
Il rumore rosa avrà la stessa ampiezza nella banda da 110 a 220 Hz come da 220 a 440 Hz o da 7.040 a 14.080 Hz. L’intensità decresce nel passaggio da un ottava all’altra come l’inverso della frequenza. Ciò significa che essa si dimezza nel passaggio da un’ottava all’altra (in scala logaritmica ciò equivale ad una attenuazione di 3 dB) e l’andamento in intensità all’interno di un’ottava è riprodotto per ogni ottava (come una sorta di frattale autosimile). Se si ingrandisce o si restringe l’onda con un oscilloscopio la forma d’onda ha sempre la stessa “trama”. 
 
Il pink noise non è ne’ casuale ne’ prevedibile ed ha una struttura frattale.
Attraverso l’equalizzazione del rumore rosa si può simulare il rumore scrosciante di pioggia, cascate, vento, fiumi e altri suoni naturali. Nello spettro audio, il rumore rosa si colloca esattamente tra il rumore marrone e il rumore bianco.
Il rumore rosa suona più naturale degli altri rumori ed è molto rilassante. Lo troviamo spesso in Natura e suona come la pioggia, le cascate d’acqua, l’acqua che scorre nel vimini o dell’oceano praticando il surf e altri suoni naturali.
 
In acustica questo tipo di rumore è strutturato in modo tale da compensare la sensibilità dell’orecchio umano alle varie frequenze, e viene utilizzato per l’equalizzazione del suono in ambito professionale. Il rumore rosa trova applicazione anche negli ambienti di registrazione per “rinvigorire” il suono a basse frequenze; a tali frequenze infatti il nostro orecchio soffre di calo di prestazioni. Spesso si usa per “ambienti” musicali elettronici e come segnale test per “accordare” il rinvigorimento dei sistemi sonori (molti egualizzatori e analizzatori di spettro audio hanno generatori di rumore rosa).
 
 
Analisi in frequenza del pink noise
 
Analisi spettrale FFT del pink noise

 

 
Brown noise (Rumore Marrone) 

 

In questo genere di rumore vi è un’accentuazione ancora maggiore, rispetto al rumore rosa, della presenza di basse frequenze. L’intensità decresce, da un’ottava all’altra, come l’inverso del quadrato della frequenza (cioè con una attenuazione, in scala logatirmica, di 6 dB).
Il rumore marrone presenta una frequenza spettrale di 1/f^2 che accentua i componenti a bassa frequenza, in modo da generare suoni scroscianti simili a quelli di un tuono o di una cascata.
Questo è un genere di rumore che sta a metà tra il rumore bianco e quello rosa ed ha una distribuzione dell’ampiezza 1/(f^2) con una caduta di 6dB per ottava. Il rumore marrone contiene una grande quantità di basse frequenze ed è il suono tipico del tuono e del cammino casuale che obbliga l’ampiezza della forma d’onda ad aumentare e diminuire casualmente. 
Il rumore marrone segue un’apposita curva di movimento, in cui ciascun campione di una forma d’onda contiene un insieme di componenti a frequenza sia predefinita che casuale.
 
Analisi in frequenza del brown noise
 
Analisi spettrale FFT del brown noise
 
 
Altri tipi di Noise:

 

Red noise (Rumore Rosso)
Un’ulteriore accentuazione (senza regole matematiche precise come per il rumore rosa e marrone) della presenza di basse frequenze determina il rumore rosso. Esso suona come un rimbombo molto basso (un treno che passa nel metrò, un sistema di aria condizionata chiassoso o il rumore di un motore che fa vibrare, per risonanza, le pareti di una stanza) e si colloca alla soglia in inferiore delle frequenze udibili. E’ molto utilizzato nell musica elettronica e nella musica da “film”. Un genere di rumore molto “basso” ottenuto con un pesante filtraggio passa-basso.
La definizione di rumore rosso non è precisa come quella del rumore bianco e rosa. Il termine e’ usato soprattutto per rumori a basso-pitch nella musica elettronica. 

 

Blue noise (Rumore Blu)
Questo rumore è praticamente l’inverso o il complementare del pink noise con un incremento di frequenza di 3dB per ottava e prevalenza delle alte frequenze. L’intensità è proporzionale alla frequenza (f). Viene generato di solito con un filtraggio passa-alto del rumore bianco. Suona come una sorta di sibilo molto stridulo e artificiale. Come per il rumore rosso, anche in questo caso non è una definizione precisa e si riferisce a rumori con molti toni alti. 

 

Violet noise (Rumore Violetto) 
E’ l’inverso o complementare del brown noise. Ha una frequenza di pre-enfasi di 6dB per ottava e una intensità caratteristica di f^2. L’effetto sibilante è ancora più fastidioso che nel rumore blu.

 

Diotic Noise 
Questo definizione si assegna ad un segnale monofonico con alcune proprietà stereofoniche o binaurali. Il rumore diotic presenta lo stesso segnale, correlato, ad entrambi gli orecchi – rumore monofonico. Il rumore Diotic può essere in fase o in contro-fase (180°). Quello in fase suona come un rumore che attraversa la testa quando è ascoltato con le cuffie. Quello in contro-fase suona come un rumore che gira intorno alla testa, sempre quando lo si ascolta con le cuffie. 

 

Dichotic Noise 
Quesa è una definizione di rumore con due segnali separati non correlati e presentati a ciascuno orecchio. È molto più stimolante e rinfrescante (soggettivamente) di quello monofonico o diotic. Dove il rumore diotic monofonico suona come un fischio della radio il dichotic suona come un temporale all’aperto.
 
 approfondimento su http://www.amadeux.net/sublimen/
 
 
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