NELLA TRAPPOLA VIRTUALE

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NELLA TRAPPOLA VIRTUALE

di Tania Zakharova

Megan, una ragazzina tredicenne di una tranquilla provincia americana vicino a St. Louis, amava
scambiare notizie in internet con la sua amica, che abitava nella stessa via. Dopo il trasferimento
in un’altra scuola l’amicizia si interrompe. Perennemente a dieta, insicura, in lotta con tendenze
depressive, Megan si sente sola. Decide di creare il proprio account in Myspace, perché tutti i suoi
compagni di scuola ne avevano uno. Sua madre, all’inizio riluttante, le permette di farlo. In
Myspace Megan incontra un ragazzo simpatico e intelligente di nome Josh. Josh e Megan parlano e
ridono insieme. Per sei settimane Josh rimane un amico perfetto. Megan non vede l’ora di tornare a
casa da scuola per conversare con lui online. Josh era il suo sogno divenuto realtà. Un giorno,
entrando in rete, Megan scopre che Josh la vuole lasciare e che lui scambia le sue confidenze con
altri in Myspace. Per diversi giorni continuano ad arrivare inspiegabili messaggi da parte di Josh
che coprono Megan di insulti sul suo peso e i suoi presunti difetti. Lei non capisce il motivo di
questo cambiamento improvviso e non si dà pace. “Tutti sanno chi sei. Sei una persona cattiva e
tutti ti odiano.

Il mondo sarebbe un posto migliore senza di te”: questo è il testo dell’ultimo messaggio che Megan
legge sconvolta, prima di suicidarsi per la disperazione, impiccandosi…Sei settimane dopo i genitori
di Megan, disperati e distrutti per l’accaduto, scoprono che Josh non era mai esistito…era un
personaggio virtuale, una persona fasulla creata in internet dall’ex amica di Megan su istigazione
dei suoi genitori: la ragazza aveva sofferto per essere stata “abbandonata” da Megan e i suoi,
volendola vendicare, l’avevano indotta ad agire in quel modo. La triste storia riportata in un
dibattito televisivo americano intitolato “Myspace suicide”, purtroppo non è così rara, anzi,
secondo le statistiche denota una tendenza sempre più comune, soprattutto nel mondo adolescenziale:
rifugiarsi nell’illusione virtuale per l’incapacità di stabilire una relazione con se stessi e con
gli altri. Alcuni studiosi statunitensi hanno evidenziato un cambiamento nelle modalità di
comunicazione del linguaggio parlato dagli adolescenti in relazione all’uso dell’informatica. Sempre
più spesso questi adolescenti terminano le frasi in tono crescente e lievemente dubitativo, come se
tutto quel che dicono fosse una domanda più che un’affermazione (fenomeno di upspeak). La natura
condizionale e aperta di questo nuovo modo di parlare sembra suggerire che i pensieri di ciascuno,
per avere un senso ed essere convalidati, devono essere sempre collegati alle reazioni con gli
altri.(1)

Non è un segreto che le persone che vivono in società avanzate stanno passando attraverso un momento
di crisi – una crisi basata nell’avere a disposizione nello stesso tempo tutti i mezzi economici e
informatici e il vuoto interiore, la crisi di vivere con dei simboli che non rappresentano più
valori reali. Nel 1992 Neal Stephenson ha scritto un libro profetico intitolato Snow Crash, dove
parlava di un mondo virtuale in rete e di che cosa internet sarebbe diventato, di come il mondo
esterno alla rete sarebbe diventato sempre più assurdo e invivibile, al punto da rendere quella
virtuale una realtà preferibile. Perlomeno finché anche il mondo virtuale non diventa pericoloso.
Viviamo di proiezioni: quello che chiamiamo realtà, quello che chiamiamo identità, altro non sono
che un’interpretazione soggettiva di mille input che riceviamo tramite i nostri sensi.(2) Viviamo in
un mondo inquinato: la psiche individuale e collettiva sono popolate da innumerevoli mostri
dell’inconscio come bramosia, aggressività, avidità, orgoglio, invidia, definiti dalla psicologia
vedica come anartha; quando la psiche ha accesso alla realtà virtuale, queste entità psichiche
invisibili prendono la forma di una parola o di una carica emotiva che possono uccidere, come nel
caso drammatico di Megan.

Viviamo in un’epoca dove i valori etici sono capovolti, dove la mente è confusa e non ci si prende
più la responsabilità dei propri pensieri, desideri, parole, motivazioni e azioni. E gli adolescenti
proprio per la loro fragilità strutturale dovuta all’età, con la loro impazienza e la sete di
esplorare, amare e conoscere, in assenza quasi totale di punti di riferimento sulla natura della
realtà diventano una facile preda della trappola virtuale. Le opportunità che offre internet sono
molteplici, la rete virtuale rappresenta uno strumento utile e potente, multidimensionale, ormai
indispensabile per lavorare, studiare, fare ricerche. Ma, come tutti gli strumenti, può apportare
benefici solo se è utilizzato da chi ha un buon grado di discernimento, retta conoscenza e un
elevato livello di coscienza. Il nostro mondo interiore è pieno di reazioni complesse, poiché
racchiude il passato, ma non solo quello che è successo davvero, anche tutti i modi nei quali lo
abbiamo interpretato.

Nella società contemporanea illusione e realtà si compenetrano e si intrecciano passando attraverso
il prisma dell’interpretazione soggettiva peculiare di ogni individuo.(3) Studiando i testi della
scienza vedica si può vedere come attraverso tecniche molto precise e sperimentate nel corso dei
millenni, si è costruito un percorso interiore che permette di sublimare i contenuti inconsci e
incanalare la nostra affettività verso una pienezza di sentimenti e un appagamento totale nei
rapporti con gli altri attraverso il risveglio di una consapevolezza interiore. Verificare la nostra
interpretazione della realtà sotto la guida di un Maestro autentico nel percorso evolutivo della
realizzazione della nostra natura ontologica permette di osservare le cose da una nuova prospettiva.
Possiamo scoprire che quanto è accaduto è un’opportunità per assumersi la responsabilità dei propri
desideri, motivazioni ed emozioni che sostanziano il nostro agire. Davanti al monitor del computer
non siamo soli, siamo allo specchio delle nostre aspirazioni e contraddizioni più nascoste. I
cristalli liquidi del monitor riflettono la nostra percezione della realtà e ci offrono soltanto
un’altra chance di osservare le nostre interpretazioni, all’opera in ciò che facciamo nella vita di
tutti i giorni.

(1) American Psychiatric Association, “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”,
Milano, 2003.
(2) Marco Ferrini: Il Ruolo della Volontà e la Scienza del Pensiero; Ciclo in 5 lezioni presso il
Centro Studi Bhaktivedanta, Ponsacco (PI).
(3) Marco Ferrini: Realtà e Utopie nella Società Contemporanea; Seminario dal 30 ottobre al 2
novembre 2008; Albettone (VI).

da psicologiaespiritualita.blogspot.com/

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