Musicoterapia: Prospettiva storica

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Musicoterapia: Prospettiva storica

di DDSI Francesco Burrai

Antico e stretto è il legame tra musica e medicina. L’uomo conosce il potere del suono e della
musica sul comportamento e sulla fisiologia degli esseri viventi sin dalle sue origini.
All’inizio dell’umanità, musica e medicina erano una sola dimensione, con una evoluzione parallela
all’evoluzione della mente umana. La guarigione,nelle prime civiltà umane ,passava attraverso il
fenomeno dell’incantesimo:l’unione di ritmo, suoni e droghe. Dalle tribù millenarie, agli Indiani
d’America, fino alla medicina egizia con il papiro di Ebers, portano nella storia l’unione costante
tra il suono (musica,danza) e la medicina (preparazioni naturali, droghe).

Con la civiltà cinese si forma la triade musica-medicina-numerologia; la nascita della medicina
energetica basata sui cinque elementi (Terra, Fuoco,Acqua, Legno, Metallo) in unione con la
personificazione della scala pentatonica, formata dalle cinque note fondamentali della musica
(fa-do-sol-re-la). I dodici meridiani cinesi del circolo dell’Energia Vitale, provengono dalla
emanazione della scala musicale a dodici note, la scala cromatica. Il numero dodici rappresenta il
numero fondamentale al parallelismo meridiani-musica,con i concetti Yin (6 meridiani-6 note) e Yang
(6 meridiani-6 note): l’unione di Yin e Yang produce ritmo (musica), salute (medicina).

In India nascono concetti fondamentali per la musicoterapia:
a) divisione in quattro parti del sistema organico: corpo fisico, corpo etereo (vegetativo), corpo
astrale (emozioni), corpo mentale (pensiero).
b) la funzione crea un’organo
c) non esiste separazione tra uomo e universo, conseguentemente esiste una relazione funzionale e
vitale tra salute umana e universo. L’equilibrio alterato dalla malattia può essere ristabilito
attraverso azioni esterne riequilibratici: questa entropia è riordinabile con l’uso di musica
“ordinata”.

Gli assiri svilippano nuove azioni mediche: osservazione dei sintomi, diagnosi e prognosi, unito al
canto continuo di tipo religioso e all’idea di purezza della vita, data da un’igiene di vita
individuale e sociale: la musica è considerata strumento di igiene mentale.
I greci introducono la medicina ippocratica e con Pitagora, nella musica, la scala naturale
armonica. I medici greci prescrivono trattamenti in cui lo stato di salute si raggiunge in sinergia
con la condizione di rilassamento e di distensione attraverso la musica.
Platone definisce la costituzione del mondo secondo i principi della musica; la musica agisce sulla
parte irrazionale dell’Io; la vita dell’uomo è scandita dal ritmo e dall’armonia; una buona
educazione musicale forma un certo tipo di carattere; l’espressione più alta della musica e la
filosofia.
Aristotele unisce gli effetti della musica al miglioramento della morale, alla riduzione dell’ansia,
alla ricerca della serenità, della calma.

Nel medioevo, i monaci potenziarono la grande unione scienza medica-musica, dove l’assistenza ai
malati, ai bisognosi era legata all’uso di composizioni musicali ad hoc dagli effetti terapeuti,
come quelle composte dal monaco Notker Balbulus.

Nel XIV secolo si sviluppa la Scuola di Salerno, e con Arnaldo da Villanova della Scuola di
Montpellier la definizione di “simpatia universale”, concetto fondamentale nella fisica del suono e
nella musica. Con Paracelso si definisce lo stato di malattia come uno squilibrio prodotto dalle
variabili fisiche, emozionali e mentali in una azione reciproca.

Nel XVIII secolo, Mesmer, amico di grandi musicisti come Mozart, Gluck, Haydn ed altri, conduce i
suoi esperimenti di suggestione ipnotica attraverso l’uso della musica e determina l’associazione
tra salute e campi magnetici,campi magnetici oggi usati in musicoterapia ricettiva tramite le onde
magnetiche pulsate. Nel XIX secolo si pongono le basi della musicoterapia moderna con gli studi di
Helmholtz (Teoria fisiologica della musica) e con la psicologia del suono di Karl Stumpf.

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