Musica e medicina insieme per spezzare il silenzio che esilia le cellule dalla vita

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Musica e medicina insieme per spezzare il silenzio che esilia le cellule dalla vita

Nasceranno nuovi esperti in musicoterapia della risonanza

ultimo aggiornamento: 22 settembre, ore 13:10

Roma – (Adnkronos) – Ad ottobre parte il ‘Laboratorio di ricerca della vita’ diretto dall’oncologo
Maurizio Grandi: “E’ attraverso l’ascolto e l’olfatto che possiamo connetterci con il nostro cervello e il nostro ‘io’ più profondo”

Roma, 22 set. (Adnkronos) – Il suono spezza il silenzio che allontana le cellule dalla vita. Crea un
dialogo fra cellule malate e cellule sane. Un dialogo che ‘aggiusta’ le prime o che, viceversa, le
conduce alla morte evitando che possano interferire con l’insieme del tessuto dell’organismo. Questo
il punto di partenza del progetto ‘Laboratorio di ricerca della Vita’ diretto dal l’immunologo e oncologo Maurizio Grandi.

“La musica è la terapia alla quale da sempre arriviamo attraverso l’intuito e gli organi di senso
che, dal suono, vengono coinvolti all’unisono e nello stesso momento – spiega il professore
all’Adnkronos – Nel grande e nel piccolo l’uomo non è più capace di ascoltare. E l’Occidente si
affida alla vista che, degli organi sensoriali, è il più imperfetto, quando è attraverso l’ascolto e
l’olfatto che possiamo connetterci con il nostro cervello e il nostro ‘io’ più profondo in tempo
reale e non mediato da sovrastrutture. C’è un vecchio detto – ricorda Grandi – che soprattutto oggi
recupera il suo significato: ‘quando non sai dove andare, ritorna da dove sei partito’. E all’inizio
fu il suono. In qualsiasi religione del mondo è dal suono che nasce la vita. A livello sociale e
culturale dove stiamo andando? A livello di globalizzazione dove stiamo andando? A livello di salute
dove stiamo andando? C’è troppa confusione e, nella medicina non convenzionale, in questo momento ce ne è persino di più che in quella accademica”.

Il progetto è volto a formare esperti in musicoterapia della risonanza attraverso l’alleanza fra
scienza medica, musica e nuove frontiere tecnologiche (generatori di frequenze sia sonore che di
campi di energia) e ad ottobre prossimo entrerà nel vivo per accedere, dopo la formazione più
generale dello scorso anno, a materie più specifiche quali la ‘modulazione degli stati di coscenza’
che approfondisce la consapevolezza dell’esistenza di diversi stati nei quali l’accesso alle risorse
di guarigione è diversa e l’etnomusica medica’ che attinge alle esperienze sonore maturate nella storia dell’uomo.
Ma anche ‘fantasia e immaginazione guidate attraverso il suono’ per rielaborare la percezione del
vissuto e ‘musica sacra’, non intesa come musica religiosa ma come accesso ad uno spazio-tempo
diverso da quello ordinario. Uno spazio-tempo in cui l’uomo può realizzare la sua piena potenzialità
e quindi elaborare e integrare ‘pezzi’ di sé che sono rimasti inascoltati o inespressi e che possono trasformarsi in distonie e così in malessere fisico e psichico.

“E’ un progetto – evidenzia il coordinatore del corso, Giorgio Ajraldi, medico ed esperto in
medicine tradizionali e antropologia medica – che vuole unire la tradizione, gli ambiti
dell’antropologia medica, l’etnomusica, l’etnomedicina, le nuove frontiere della tecnologia.
Prendiamo a riferimento quello che ha tracciato la storia della musica come strumento di cui l’uomo
si è sempre servito per il benessere e lo rileggiamo in una chiave attuale implementata dalle nuove
frontiere della tecnologia andando ad incidere così a livello fisiologico, emotivo e cognitivo.
Questo è, infatti, un momento in cui c’è un intenso bisogno di fronteggiare ambiti che richiedono flessiblità di intervento e complessità”.

Attualmente “ci sono problematiche che non vengono adeguatamente affrontate con gli strumenti
attuali: i disturbi autoimmuni sono un esempio”. O più in generale “diffuse distonie che non
rientrano nei modelli diagnostici propriamente della medicina e di conseguenza nemmeno negli
strumenti terapeutici. Mentre, paradossalmente, le possiamo trovare codificate nella medicina
antica”. Ecco perché “l’obiettivo è costruire un ponte fra quest’ultima e le nuove frontiere
tecnologiche che hanno a che fare con campi vibrazionali e sonori. Un grosso ambito di ricerca –
anticipa Ajraldi, visto che il il terzo anno ha un indirizzo di ricerca e di applicazione di nuove
metodologie – è la registrazione di parametri fisologici per arrivare ad una loro modulazione coscente by-feedback” (info@mauriziograndi.it oppure ag@medar.it.).

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