Memoria e intelletto

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Memoria e intelletto

di: Paolo Manzelli/University of Florence

“Memoria ed Intelletto” sono termini riferiti a due funzionalità distinte del Cervello; la prima
corrisponde alla capacita di evocazione selettiva della informazione acquisita nel passato, la
seconda alla capacita di ragionamento che in gran misura viene specificatamente finalizzata a
risolvere, ovvero ad evitare problemi da affrontare nel corso della propria vita intellettuale; le
due funzioni di integrazione cerebrale cooperano per adeguare flessibilmente le proprie riflessioni
e ragionamenti finalizzati ad una maggiore o minore ampiezza problematica sia nella dimensione del
futuro più immediato o di quello ben più distante.

Certamente “Memoria ed Intelletto” formano una unità di enti complementari, tale che l’eccesso di
uno rispetto all’altro deprime il valore esprimibile come prodotto di tali funzionalità, datosi che
la prima funzione si arresterebbe all’ esistenza e la seconda descriverebbe un divenire pieno di
speranze o di timori, ma vuoto ed inutile nel generare un effettiva crescita della propria
personalità intelligente.

Dosare opportunamente le funzioni della “Memoria ad Intelletto” in relazione ad un fine è importante
come andare in bicicletta, dove per procedere bisogna agire sull’uno e sull’altro pedale. Come nella
bicicletta possiamo usate un cambio per dosare gli sforzi sui pedali in modo da evitare fatiche non
utili alla propria salute, così dovremo imparare ad utilizzare vari sistemi di integrazione delle
aree cerebrali rispondenti a percorsi cerebrali differenziati; questi ultimi infatti correlano i due
emisferi cerebrali essenzialmente con la parte emozionale del Cervello (Talamo quale sede della
memoria Emotiva) e con Ippocampo ( sede principale della Memoria a Lungo Termine) e con il
Cervelletto ( che interagisce nella formazione della memoria operativa che implica il coordinamento
di movimenti degli arti e del corpo).

Pertanto “Memoria ed Intelletto” costituiscono i due principali processi di integrazione tra le
varie aree celebrali, che congiuntamente facilitano la evocazione delle memorie esperite in
precedenza e le utilizzano per sviluppare l’esercizio di varie forme di intelletto più adeguate alla
problematica da risolvere. Possiamo dire che, se il processo di integrazione privilegia il rapporto
tra l’Emisfero Sinistro e l’Ippocampo, riconosciamo tale tipologia di memorizzazione come “Memoria
Semantica”, cioè appropriata alla espressione linguistica; se invece il rapporto focalizza il
processo di integrazione cerebrale nell’area Talamica, allora siamo in presenza di una evocazione
mnemonica di tipo “Emotivo ovvero Empatico”; se invece nella processazione integrativa della memoria
viene incluso il Cervelletto , allora Parliamo di “Memoria Operativa” e così via dicendo.

Le memorie evocate sono come ombre che debbono essere ricondotte al confronto significativo con il
presente in una prospettiva di sviluppo e risoluzione della informazione in conoscenza. Per attuare
tale transizione tra passato, presente e anticipazione cognitiva, l’intelletto agisce come un
processo parallelo di confronto selettivo della informazione memorizzata e attualizzata dai dati
sensibili, teso a convergere verso un fine ovvero nella direzione finalizzata a risolvere
determinati obiettivi e atteggiare la propria attività al seguito dell’impulso delle propria volontà
ed intuito. Dall’incrocio del sistema di integrazione divergente, della ricerca di una più o meno
ampia evocazione mnemonica, con il processo convergente di elaborazione finalizzata più proprio
dell’intelletto, emergono varie potenziali forme di intelligenza. ( critica, analitica, pragmatica,
artistica, ecc. ecc. )

Howard Gardner ed anche Edward De Bono, noti pedagogisti contemporanei, nei loro scritti finalizzati
ad insegnare come sviluppare le abilita’ di pensiero , sostengono che “non” abbiamo un’intelligenza
unica, ma almeno “sette” tipi diversi di intelligenza, ognuno dei quali può avere la prevalenza
nelle diverse occasioni di risoluzione dei problemi. Comunque è bene osservare attentamente che i
processi mentali organizzati da “memoria ed intelletto”, debbono essere preceduti da una capacita di
apprendere come articolare i processi di integrazione cerebrale, proprio al fine di rispondere, con
peculiari strategie cognitive, a “pre-definire le aspettative ed i risultati attesi”, che possono
emergere dalla capacita di memorizzare ed nell’elaborare l’informazione in modo intelligente ed
efficace. Prima di risolverlo od evitarlo un problema va infatti pre-ordinato sulla base di una
strategia basata sulla volontà e sull’intuito Tale situazione e detta generalmente “Problem Setting”
perché capace di elaborare con immediatezza le memorie a breve termine ed integrarle con le altre
forme di memoria a più lungo termine precedentemente descritte. Le categorie di integrazione della
memoria e dell’intelletto vanno quindi a dipendere dalla preliminare capacita di porsi finalità ed
obiettivi o scopi che sono in relazione diretta con il possibile pronostico relativo ai risultati
attesi. È solo così che il circuito cerebrale del pensiero può infatti svilupparsi armonicamente.

Lo studio delle potenzialità di una tipologia specifica della Intelligenza, e stato attentamente
realizzato sia con la “Risonanza Magnetica funzionale” che mediante interviste ai campioni di
“scacchi”, un ben noto ed antico gioco di strategie di “Problem Solving”.

Al contrario di un principiante, il quale tende normalmente a immaginarsi le mosse possibili di ogni
singolo pezzo della scacchiera, il campione di scacchi facilita la integrazione funzionale delle
memorie evocando il posizionamento di alcune schermate (Templates) della memoria evocate dalla
propria esperienza, le quali vanno a focalizzare alcuni blocchi critici delle possibili
configurazioni della scacchiera, sia in relazione ai pezzi che agli spazi rimasti vuoti (Chunk ). Il
campione, a differenza del dilettante, ragiona esclusivamente su di essi (Templates & Chunk) per
reperire la strategia ed ordire ingegnosamente una soluzione vincente denominata “Scacco Matto”.

Tale impostazione del gioco di famosi scacchisti è messa ancor più in evidenza da alcuni loro
“aforismi” (cioè brevi concetti tratti dalla lunga esperienza):

1) Cerca di essere il giocatore di scacchi, non il pezzo sulla scacchiera (Ralph Charrell)

2) Un Maestro di scacchi non cerca la mossa migliore: la vede ( Garry Gasparov)

3) A scacchi io mi sforzo sempre di giocare contro i pezzi del mio avversario piuttosto che contro
di lui. (Svezotar Gligoric).

da tali aforismi si comprende quale sia il miglior modo di porsi il problema di risolvere soluzioni
critiche basandole su finalità proprie di un giocatore professionista, che imposta il gioco
utilizzando concezioni finalizzate ad integrare intelligentemente i processi mnemonici ed
intellettivi per raggiungere l’ obbiettivo mediante una serie di mosse vincenti. In vero pertanto la
intelligenza e l’ingegno creativo non risiedono direttamente nella memoria o nell’intelletto,
proprio in quanto “memoria ed intelletto” presi fine a se stessi sono solo due funzioni cerebrali
necessarie ma non sufficienti per produrre attività creative capaci di costruire conoscenze
innovative.

La espressione della intelligenza e creatività risulta quindi essere una funzione complessa
dipendente dalla capacita di definire a priori apposite unità o configurazioni interpretative, che
sono frutto dell’intuito e della volontà e quindi delle attività più recondite ed ancestrali degli
esseri viventi. Ciò è naturale in quanto ad esempio e facile notare quanto sia difficile memorizzare
una fila di “settanta” numeri in sequenza casuale, rispetto a rammentare “dieci” numeri telefonici
di sette numeri ciascuno; infatti la memoria in questo caso è facilitata dalla suddivisione in
blocchi dei numeri telefonici, ma in vero principalmente dalla opportunità di comunicare con altre
persone; similmente sarebbe praticamente impossibile capire il significato di una frase se le parole
non fossero disgiunte tra di loro e di fatto non si sapesse a priori dall’indice e dal titolo del
libro il quadro cognitivo che andiamo scoprendo dedicandoci alla sua lettura.

La previsione realizzabile con l intuito e la volontà di capire il divenire di una situazione e ciò
che in fin dei conti permette la risoluzione di soluzioni intelligenti e creative in un corretto
apprendimento della funzionalità mnemonica e intellettiva del cervello. Il conclusione possiamo
ripetere con “Seneca” : ; pertanto memoria ed intelletto sono funzioni cerebrali che debbono
coordinarsi per una esperienza consapevole finalizzata a verificare un ipotesi, un sogno e comunque
un fine che sta maturando dentro di noi, altresì inquietudini dovute al dubbio e
all’indeterminazione di eventi inattesi ci tormenta e ci assale costantemente, affossando
progressivamente tutti i valori costruiti dalla memoria e dall’ingegno più raffinato ed eloquente.

Per ulteriori informazioni:

Paolo Manzelli
Director of LRE/EGO-CreaNet-“VIA” – University of Florence
Via Cavour, 82 – 50129 FIRENZE – Italy
Phone: +39 055-288754
Fax: +39 055-2756702
Mobil +39 335-6760004
E-mail: LRE@UNIFI.IT
E-mail: manzelli@invisibilmente.it

Università degli Studi di Firenze

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