Maestro, ti ringrazio!

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Maestro, ti ringrazio!

GRAZIE, MAESTRO

di Margaret Bowen Deitz

, e’ stato scritto da una discepola diretta di Yoganandaji: Margaret (Peggy) Deitz.

In queste poche, ma dolcissime, pagine, Peggy rievoca gli anni vissuti a fianco del Maestro, le sue esperienze; gli aneddoti, spesso divertenti, oltre che illuminanti; le parole e l’insegnamento da lei ricevuto.

La figura che emerge da queste pagine e’ di un’anima profondamente gioiosa, amorevole, colma di comprensione per ogni essere umano.

Il libro non porta alcun cenno di copyright, e ne’ il nome di una Casa Editrice

All’inizio mi sembrava di dare spettacolo davanti ai curiosi; ma, poi, mi adattai, come per altre cose nella vita. Ogni tanto ci fermavamo in un “drive-in” per pranzare. Mentre la cameriera lo serviva, qualche volta il Maestro le domandava: “Posso chiederle quale chiesa frequenta?” Qualunque fosse, egli rispondeva sempre: “Bene, continui così”.

Egli sentiva che ognuno dev’essere libero di scegliere la propria chiesa. Impartiva gli insegnamenti dalla Bibbia e dalla Bhagavad Gita, dimostrando che tutti i sentieri spirituali conducono allo stesso Dio. L’unità può essere trovata nella diversità. Fai ciò che ispira, espande ed eleva la coscienza: frequentare la chiesa, passeggiare nei boschi, compiere una buona azione o qualunque altra cosa. Ognuno di noi è su un sentiero spirituale, che ne sia consapevole a no. Persino un alcolizzato o un tossicodipendente, che sta temporaneamente deviando e andando incontri a molti problemi, cerca comunque la pace della mente e dei desideri del cuore, che tuttavia si trovano in Dio, nel nostro Sé più elevato, nell’anima.

“Il Regno di Dio è dentro di te” (Luca 17.21). “Cercate innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e ogni altra cosa vi sarà data in aggiunta”. (Matteo 6.33)

“Chi cerca l’unione con il Signore lo trova nel propio cuore… ” (Bhagavad Gita, 15: I I ) .

Sappiamo che Paramhansa Yogananda rispetta ogni religione. Quale è la pecularità dei suoi insegnamenti? Che cosa egli ha introdotto in Occidente tanto da incantare migliaia di persone quando ha parlato nel 1920 a Boston, al Congresso internazionale delle religioni liberali, in rappresentanza dell’India? E più tardi, quando grandi folle accorsero alla Carnegie Hall e al Philarmonic Auditorium di Los Angeles per ascoltarlo? La risposta è il potere magnetico della sua gioia dinamica e la promessa che ogni persona può sperimentare queste cose nella sua vita. La sua missione fu quella di portare in Occidente la scienza del Kriya Yoga. Questa tecnica di meditazione, se praticata regolarmente, calma realmente la mente, così che uno possa “rimanere immobile e sapere che io sono Dio” (Salmi 46:10) . Grazie a queste pratiche si può sentire il suono dell’Om, vedere l’occhio spirituale e realizzare i livelli superiori della coscienza.

Gli insegnamenti di Yogananda sono oggetto di studio in tutto il mondo. Durante la celebrazione per il centenario della sua nascita, organizzata nel 1993 a Los Angeles dalla SRF, seimila devoti si sono riuniti per onorarlo. Le conferenze sono state presentate in cinque lingue. Il villaggio della Fratellanza mondiale di Ananda, a Nevada City in California, ha ospitato centinaia di devoti da tutto il mondo nell’anno del centenario di Yogananda. Anche lì sono stati tenuti programmi in diverse lingue. Si sono state tenute celebrazioni in vari centri di meditazione in tutto il mondo.

Il Maestro diceva: “Non prendete le mie parole per una cosa qualsiasi. Applicate le tecniche e lo scoprirete da voi stessi. Non rimanete attaccati alle parole. Vi saranno sempre tante interpretazioni dei miei insegnamenti quanti sono gli ascoltatori. E per favore ricordate che, sebbene io sia toccato dal vostro amore, è Dio il vero maestro. Venerate Lui”.

Uno dei principali contributi di Yogananda alla scienza dello yoga, e pietra miliare dei suoi insegnamenti, sono i suoi esercizi di ricarica energetica. Con la loro pratica si può imparare a controllare in modo cosciente e guidare la forza vitale del corpo (prana), oltre ad attingere l’energia dalla fonte cosmica, dirigendola nel nostro corpo. Questi esercizi meravigliosi portano energia vitale in ogni parte del corpo, aiutano a focalizzare l’energia e a sviluppare la concentrazione.

Yogananda ha pure insegnato le asana (posizioni dello yoga), ma non ha dato loro un’importanza speciale; ha spiegato come siano di minore importanza e, di fatto, non necessarie per coloro il cui scopo è l’unione con Dio. Ciononostante, egli diceva che portano meravigliosi benefici. Io l’ho sperimentato di persona quando ho insegnato yoga in un orfanatrofio, denominato Casa per bambini dell’Esercito della salvezza e all’Istituto culturale messico americano, entrambi di Guadalajara, in Messico. I bambini dell’orfanotrofio, vivaci come i fagioli messicani che saltellano, si impegnarono subito nelle posizioni e si esibirono perfino in un saggio all’Hotel Hilton di Guadalajara. Si divertirono molto a esibirsi di fronte a un pubblico affascinato. Trassero un giovamento sostanziale dalla pratica delle asana, rafforzandosi sia fisicamente sia mentalmente.

La gente s’interroga sul peccato. Una volta io chiesi al Maestro: “Qual è la tua definizione di peccato?’ 1l peccato è ignoranza” egli rispose (e non “L’ignoranza è peccato”). “Se cadi per terra, rialzati e va’ avanti”. Nella Bibbia Giovanni dice: “Vai e non peccare più” (Giovanni 8:11) .

Peccato non è forse ferire gli altri, e ciò a sua volta non fa forse male al sé, il tempio che dovrebbe essere mantenuto pulito per servire quale canale di espressione di Dio sulla terra? Cos’è l’inferno se non la separazione da Dio? Anche se sul sentiero spirituale ci sono ostacoli da superare, è proprio il loro superamento che aiuta ad espandere la coscienza, cosicché si possa contemplare la verità: “Voi conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi” (Giovanni 8:32). Yogananda indicò l’importanza dell’espansione per la crescita spirituale, dicendo: “La migliore tazza del mondo non può tenere un litro di niente”.

Anche se il karma vale a dire azione; causa ed effetto gioca il suo ruolo, il Maestro diceva di non indugiare sul nostro karma sfavorevole, risultato di errori passati, ma di dirigere il nostro sguardo in alto. Un’azione giusta creerà subito un buon karma. Infatti, il Maestro diceva: “Quando tu ti realizzi come figlio di Dio, che karma hai? Dio non ha karma. E tu non ne hai quando sai di essere suo figlio”. Spesso, mi diceva: ” Ricorda che niente e’ troppo elevato per Dio”

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