Ma Chi Ti Credi di Essere?

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Ma Chi Ti Credi di Essere?

Qualunque cosa pensi…sei molto di più

di Tiberio Faraci

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Ma Chi Ti Credi di Essere? – Libro

Ti dimostrerò che sei infinitamente di più di quello che credi!

Smettila di sentirti in debito con tutti.
Non devi nulla a nessuno…
ma devi tanto a Te stesso!

Nel corso della tua vita ti sei abituato a rinunciare a tanto, spesso non ti sei ascoltato e non hai espresso il tuo punto di vista. Per non parlare delle tante occasioni in cui non hai detto a te stesso: “ti voglio bene”, “mi piaci come sei”.
È il momento di imparare dagli errori e dalle insicurezze del passato per prendere finalmente decisioni nuove:

• accetta e non rimuginare su ciò che non puoi cambiare o che è già accaduto;
• non arrenderti mai di fronte a traguardi che sai di poter raggiungere, credici fino alla fine • impegnati a migliorare ogni situazione su cui ritieni di poter intervenire.

La legge d’attrazione esiste e funziona sempre, per tutti.
Tu non fai eccezione.

Solo applicandola pienamente avrai davvero in mano la tua vita!

Il libro contiene 32 ricette di Antonio M. Casanova Piñero e 2 ricette dello Chef Giorgio Brignone. FAI GIOIRE IL TUO CORPO E LA TUA ANIMA!

La beatitudine può essere considerata un’utopia irraggiungibile oppure vista come “il ritorno all’Eden”. Quando parlo della nostra parte ombra, sono molte le persone che mi chiedono: Perché? Qual è il motivo per cui ne abbiamo una? La mia idea è che, forse proprio in occasione della cacciata dal paradiso terrestre, avendo rinunciato a “una vita facile” ci sia stato affiancata la compagnia dell’ego, la nostra parte oscura.

Forse ci è stato detto: Non siete contenti? Non apprezzate la facilità e l’abbondanza creata per voi? Volete crearvene di vostre proprie? Pensate che non sia costata fatica avervi creato le condizioni per cui avreste potuto gioire di questa condizione invece che tradire? Va bene, da ora vi dovrete conquistare tutto autonomamente e con quella grande fatica che volevo risparmiarvi e a cui avete scelto di rinunciare, tutto quello che avevo preparato per voi! Vi lascerò liberi ma… vi affiderò a un custode attento che possa rendervi la vita difficile tanto quanto avete scelto.

Tiberio Faraci

Leggi in anteprima il capitolo 1 del libro “Ma Chi Ti Credi di Essere?” di Tiberio Faraci

Di dove e quando ci siamo sentiti la persona giusta al posto giusto…

«La vita è fatta di giorni che non significano niente
e di momenti che significano tutto…».
Anonimo

Un caro abbraccio a te se ci siamo già ritrovati in passato nei miei libri o nei miei centri di crescita personale, e un benvenuto nella mia vita – dove spero ti troverai benissimo – se invece questa è la prima occasione in cui ci incontriamo. Accomodati, è tutto pronto per Te! Già questa prima distinzione ci permette di vedere ciò che sempre accade: ogni situazione che viviamo è, ovviamente, o conosciuta o nuova.

Di conseguenza, in base alle esperienze vissute al riguardo, il nostro atteggiamento potrà essere più o meno in linea con ciò che viviamo nel presente. Saremo preoccupati o rilassati a seconda di quanto quello che ci apprestiamo a fare risulti sconosciuto o consueto per noi. E sentirsi la persona giusta al posto giusto rappresenta una scorciatoia incredibilmente privilegiata per accedere al ponte di comando della nostra esistenza e ai risultati che ne potrebbero conseguire. È quando siamo a nostro agio che di solito siamo disponibili a portare nelle nostre relazioni la migliore espressione di quello che siamo. Quando ci troviamo in sintonia con quello che vorremmo essere sempre. In quei momenti siamo disposti ad aspettarci facilità. Se ci sentissimo bene in quello che facciamo, se non complicassimo il momento del raccolto e se, oltre a questo, non ci dimenticassimo volutamente di esprimere gratitudine ogni qual volta si presenta la possibilità di farlo nel nostro quotidiano, le circostanze, di conseguenza ci fornirebbero sempre più nuove occasioni per essere grati: quindi ancora facilità e ancora benessere e ancora e ancora!

Spesso, invece, non riconoscendoci il potere di decidere che cosa vorremmo, siamo più propensi ad accontentarci di ciò che accade.

Ecco una formula che potremmo ripetere all’infinito se volessimo migliorare la nostra vita fin da subito:

a) Attesa della facilità percependoci adatti alle situazioni; b) Espressione di gratitudine per quello che viviamo;
c) Accogliere altre occasioni per essere grati, le quali derivano dalla confidenza con il concetto di facilità.

Così diverremmo finalmente noi i competenti piloti della nostra esperienza sul pianeta Terra!

Considera che, più tempo trascorrerai sulla “casella della gratitudine”, più otterrai dalla tua esistenza (molto più di quello che avevi immaginato fino ad oggi). Ma ciò avverrà esclusivamente a patto che tu possa ammettere che ciò che non aveva funzionato fino a ieri dipendeva solo e soltanto dalle tue percezioni e dai tuoi atteggiamenti.

«C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incominciala adesso»(Cit. Johann Wolfgang von Goethe)

Se hai letto qualcosa di mio in precedenza, saprai che, da queste ammissioni di responsabilità, deriverà solo un meraviglioso aumento del tuo potere e delle tue possibilità. Una volta apprese le modalità per accedere da comandante alla cabina di pilotaggio del tuo percorso, ecco che sarai felice già durante le operazioni di controllo che precedono il tuo veloce decollo, che questa volta, se lo vorrai, sarà deciso e verticale come quello di un elicottero Apache J. Intanto potrai cominciare a sorridere e a interagire con il team di volo che è con te. In questo modo, rassicurerai indirettamente anche i “passeggeri” che ti sono stati affidati e, energeticamente, anche i tuoi cari e i tuoi amici (trasmettendo loro la sensazione di essere nelle migliori mani che avrebbero mai potuto accoglierli). Comincerai con gioia a stabilire un’intesa con chiunque altro rientri nello scenario in cui ti troverai a vivere oggi (i tuoi pari, i colleghi, i conoscenti e i parenti). Ci sarà bisogno di connettersi con gli addetti alla torre di controllo (i tuoi superiori, le figure di riferimento) e con chiunque altro – dal personale di sicurezza fino all’ultimo addetto alla pulizia dei bagni – abbia a che vedere con questo aeroporto metaforico che è l’esperienza trasformativa che noi intraprendiamo oggi e nel periodo che seguirà: vivere al meglio della nostra potenzialità. Noi abbiamo bisogno di tutti, ma nella cabina di pilotaggio della vita, della nostra vita, dobbiamo esserci solo noi, consapevoli e competenti di quello che faremo, saremo, sceglieremo. Pochi altri addetti alla rotta avranno accesso a questa cabina, tuttavia chi ne sarà totalmente responsabile saremo sempre e solo finalmente noi, grazie a Dio. Così davvero, se ce ne sarà bisogno, e se lo vorremo veramente, tutto quello a cui sceglieremo di non fornire energia cambierà e finirà per non riguardarci più! Perderemo solo quello che smetteremo di scegliere. Spesso, quando ci siamo sentiti contenuti entro i confini protettivi creati da altri per noi, abbiamo avvertito di trovarci, magari provvisoriamente, nel luogo giusto. Sappiamo che quel luogo, percepito come il più adatto a noi, “quel punto senza tempo” (quello in cui avremmo anche voluto rimanere per sempre, se solo avessimo potuto, anche se a volte può costarci molto ammetterlo), probabilmente, è ancora oggi rappresentato da persone che, in quel dato momento, forse sopravvalutandole, abbiamo amato ancora più di noi stessi! Ma quasi mai riceveremo in cambio quello che siamo disposti a dare da chi vediamo più grandi di quanto in realtà essi siano. Talvolta quel luogo che rimpiangiamo, anche se non sempre ci parla di semplice serenità, è legato al momento in cui eravamo bambini: l’energia della nostra famiglia primaria.

J.M. Barrie, l’autore delle avventure di Peter Pan, descrive in un modo ineguagliabile la sensazione che vive un bambino la prima volta che incontra la slealtà. L’ipocrisia è tipica del mondo degli adulti, anche se non occorre sforzarsi molto per considerare che, persino nel mondo infantile, talvolta, non vengono risparmiate cattiverie e colpi bassi. Peter però, a differenza degli altri bambini, non sembrava uscirne apparentemente ferito. Anche se, il prezzo che pagherà poi sarà, se possibile, ancora più alto: sceglierà di non crescere:

«Restò immobile, a occhi spalancati, inorridito. Tutti i bambini restano colpiti così la prima volta che sono trattati con slealtà (sono persuasi che la lealtà sia dovuta loro di diritto, allorché si avvicinano a voi con fiducia). Se sarete sleali con loro, vi ameranno ancora, ma non saranno mai più gli stessi ragazzi di prima. E inoltre nessuno dimentica la prima slealtà ricevuta; nessuno tranne Peter. Egli aveva già sofferto atti sleali, ma sempre li aveva dimenticati. Credo che qui stia la differenza tra lui e tutti gli altri ragazzi».

In questo passo, tratto appunto dalle avventure di Peter Pan, vediamo che, in effetti, la sua reazione sfocia in un risultato particolarmente devastante: Peter sceglie di non diventare grande. Di rimanere un eterno ragazzo.

E molti tra noi uomini restano così per sempre!
Quanti ne avete incontrati voi donne?

Ma allora Peter, e chi come lui non vuol rischiare di divenire adulto, lo fa forse per non perpetrare la catena di sofferenza derivante dalla possibilità di deludere chi non lo meriterebbe una volta divenuto adulto? È quello il motivo per cui sceglie forse di restare un eterno ragazzo? E per questa scelta, cioè per non rischiare di far male ad altri, finirà poi col distruggere ogni donna che si innamorerà di lui?

Se sei una donna che vive sulla sua pelle questo tipo di problema e sai di cosa parlo, incoraggia allora il tuo eterno uomo/ ragazzo a farsi aiutare a risolvere.

È forse questa la condizione che rappresenta il confine tra l’innocenza e l’irreversibile condizione ambigua e carica di compromessi che l’essere divenuti adulti comporta?

Quindi, potrebbe tutto ciò derivare da una forma di slealtà subìta e non metabolizzata che avrebbe bloccato la crescita e paralizzato il soggetto in questione? Una possibilità più che probabile!

Leggi in anteprima il capitolo 2 del libro “Ma Chi Ti Credi di Essere?” di Tiberio Faraci

Un’idea che trattiene la mente…

«Segui ciò che ti rende felice e l’universo aprirà porte per te dove c’erano solo muri»
J. Campbell

In ogni caso, le esperienze vissute durante la crescita stabilizzano il grado di difficoltà/facilità o di amore/paura, che sono gli ingredienti più importanti tra quelli che contribuiscono all’alchimia delle nostre relazioni future! Eppure crescere potrebbe essere assolutamente divertente. Anche se, ovviamente – e molti di noi l’hanno constatato – la situazione vissuta in famiglia, a volte, può divenire innegabilmente difficile, dando vita in certi casi persino a esperienze drammatiche. Poi, com’è ovvio, ci sono miriadi di vie di mezzo e galassie di possibilità. Le nostre convinzioni ci vincolano a rispettare limiti che non sarebbero più attuali se solo fossimo disposti a tenerne conto. Roselle diceva che una credenza non è un’idea trattenuta nella mente, ma è un’idea che trattiene la mente! E analizzando Peter Pan non volevo certo affermare che alle donne non capiti talvolta di comportarsi da “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Ma, rispetto alle ragazze, sono sicuramente più numerosi i ragazzi che vorrebbero i vantaggi dell’essere adulti senza doversi fare carico di alcuna responsabilità progettuale.

Ma come riuscire a vincere la frustrazione che deriva da comportamenti più o meno autorizzati a contenerci? Come risolvere in maniera stabile le contaminazioni tossiche delle disapprovazioni a cui eravamo obbligati a sottostare? Intanto può essere utile, per sdrammatizzare, considerare che questi ricordi sono più frequenti di quanto non si creda. Realizzare che non siamo i soli a essersi confrontati con simili limitazioni allevia la sofferenza e il carico con cui ci eravamo raffrontati. Ma non possiamo comunque sottovalutare il fatto che, talvolta, anche alcune differenze piccole possono produrre danni grandi e apparentemente (se non addirittura oggettivamente) irreparabili. Uno banale è il non essere stati o il non sentirsi riconosciuti.

Mia mamma mi chiamava spessissimo con il nome di mio fratello. Ma questo non accade solo nelle relazioni parentali. Una volta in una fiera del libro a cui partecipavo incontrai una mia cliente, la quale mi presentò la moglie del suo unico figlio.

Io ricordavo che, nel corso delle sedute, la signora si era lamentata spesso del loro rapporto.

Di fatto non arrivava a comprendere come mai la nuora fosse sempre così acida con lei. In quell’occasione però, assistendo alle loro dinamiche, mi accorsi che si rivolgeva frequentemente a lei usando un nome diverso da quello con cui mi era stata presentata. Quando le chiesi il motivo di ciò, la nuora, sorridendomi, guardò seccata la suocera e mi disse che quello era il nome della ex fidanzata “storica” del figlio. Sentirsi chiamare spesso con un nome che non è il nostro, ci proietta in una condizione di “passiva non accettazione”; di fatto ci pone agli antipodi del riconoscimento. Più volte, in altri miei lavori, mi è capitato di ricordarvi quanto, per tutti noi, sia importantissimo essere amati, ma anche quanto lo sia essere riconosciuti.

Quando questo non accade, invece di intaccare la nostra autostima, l’ideale sarebbe riuscire a:

1. Non dare così tanta importanza a quello che capita, riuscendo a mantenersi comunque centrati;
2. Sottrarsi, se possibile, dall’influenza di quelle “energie grigiastre” che derivano da queste disfunzioni comportamentali che ci ritroviamo a dover subire, senza lasciarsene toccare; in parole povere (ma essenziali), come diciamo noi, dobbiamo riuscire a “scansarci”;
3. Comprendere che, se ciò che ci viene offerto non corrisponde a un regalo gradito, possiamo sempre ignorarlo, lasciandolo nelle mani di chi ce l’ha porto;
4. Agire in direzione di quello che vorremmo veder arrivare, comportandoci con conseguente determinazione;
5. Aumentare le possibilità di far accadere le cose che vogliamo, impegnandoci di più; 6. Agire, per non focalizzarsi così sulla delusione e sulla frustrazione subìte; 7. Rifiutare il senso di impotenza.

Questi i modi sicuri per non scivolare nell’avvilimento e per uscire da esso.

E se la caduta fosse invece già avvenuta? Quali pensieri oggi potrebbero aiutarti ed essere risolutivi per uscire da una situazione che non ti piace? Lo sai che almeno tre tra i tuoi pensieri attuali possono rivelarsi così elevati da poter assolutamente risolvere quella situazione che ti fa sentire così fragile e che in questo momento ti sembra essere senza vie d’uscita?

Prova allora a contattarli e a formularli ora! Subito! Ti garantisco che anche solo uno tra questi contiene già in sé, se ben interpretato, tutto l’occorrente per lasciare dietro di te il problema che ti preoccupava, e ciò in modo definitivo! Non dovrai neppure parlarne mai più!

Ti sembra troppo facile? Fino a ieri situazioni di questo tipo ti avrebbero tenuto in scacco a lungo?

«Gli esseri umani sono dotati di memoria come della capacità di dimenticare; sono ambedue facoltà utili. Forse, il potere di dimenticare è persino più importante: senza di esso, le persone si dispiacerebbero della perdita di milioni di genitori e parenti delle vite precedenti e anche delle offese e delle ferite che hanno subìto in questa vita. Fortunatamente, il potere di dimenticare aiuta per tutto questo. Spesso si ricordano solamente le cose che hanno impressionato, perché significative, come le nascite, i matrimoni, i debitori ecc. La tragedia è che la gente dimentica la cosa che più determina l’andamento della vita terrena, la chiave verso la felicità e la liberazione; l’uomo non può permettersi di dimenticare queste domande: “Chi sono io?”, “Dove sto andando?”, “Da dove vengo?”, “Quali sono la natura e lo scopo di tutto questo?”. Venite al mondo con la domanda: “Chi sono io?” e andate via con la risposta: “Io sono Dio!”»

Il collegamento tra il passato e il presente sei tu, e sempre da te dipende quanto spazio lasci al passato! Scrivi ora, se puoi, 10 domande esistenziali a cui non sai trovare risposta. La prima che ti consiglio è questa: “Quanta energia di quelle che ti servono oggi sei disposto ancora a sacrificare al passato? E quanta al presente?”.

Da questa decisione alchemica nasce il tuo futuro! In condizioni normali, la prima occasione in cui abbiamo avvertito quella sensazione di abbandono totale nella fiducia è avvenuta nell’energia di nostra madre. Ma a volte è proprio tra quelle braccia che abbiamo incontrato per la prima volta l’inadeguatezza! Tra queste due possibilità (il divario tra quello che abbiamo incontrato e quello che ci avrebbe davvero rassicurati) ci siamo ritrovati a essere indirizzati e plasmati. Infatti, avere percepito come normali o meno sentite, oppure stentate (se non addirittura negate) quelle sensazioni, magari all’inizio della nostra vita, o comunque durante la nostra crescita, ci ha permesso di muoverci nel mondo al momento giusto (o di percepire di non essere all’altezza di saperlo/poterlo fare).

Questo ci ha donato, quando tutto ha funzionato nel migliore dei modi, sensazioni indimenticabili e indelebili, che hanno contribuito alla costruzione di quegli uomini e quelle donne sereni che forse siamo diventati. Oppure, se ciò non è avvenuto, siamo divenuti esperti nello scegliere i momenti sbagliati e i partner meno adatti, le relazioni più inutili e gli scenari più scoloriti. E se così fosse, il tuo posto giusto, il tuo posto sicuro è quello che andremo a crearci!

Lo troverai tra le pagine che seguiranno, perché è ora che tu lo raggiunga, dato che lì sei atteso da molto tempo dalla parte migliore di Te, e da tutto quello che dicevi di volere raggiungere!

Indice

Introduzione

PRIMA PARTE

Capitolo 1 – Di dove e quando ci siamo sentiti la persona giusta al posto giusto… Capitolo 2 – Un’idea che trattiene la mente…
Capitolo 3 – La lotta non è una componente imprescindibile dalla conquista… Capitolo 4 – E se scegliessi la facilità?
Capitolo 5 – Perché dovrebbe essere normale continuare a preoccuparsi per avere il lavoro, il denaro e la salute?
Capitolo 6 – «Il segreto per vivere di più è mangiare la metà, camminare il doppio, ridere il triplo e… Amare senza misura…» Capitolo 7 – L’elogio del fallimento o sulla sua rivalutazione tattica
Capitolo 8 – Se accetti di essere unico padrone del tuo successo potrai replicarlo quando e come vorrai Capitolo 9 – Voglio stare con me stesso! Vuoi stare con te stesso/a? Capitolo 10 – Collegarci con la contentezza di chi è felice ora Capitolo 11 – Apprezzare chi sei ora e deciderne il valore nuovo! Capitolo 12 – Creo quello che dico

SECONDA PARTE

Capitolo 13 – Gli altri siamo noi
Capitolo 14 – Grazie perché
Capitolo 15 – In contatto con chi? (Puoi essere te stesso in qualsiasi momento!) Capitolo 16 – Non posso farci niente…?
Capitolo 17 – Di quando il futuro diventava ormai (e rinunciavi)… Capitolo 18 – Arrenditi alla tua realizzazione…
Capitolo 19 – Vorrei tutto e subito…
Capitolo 20 – Voglio essere al centro della mia vita…
Capitolo 21 – Come sciogliere le delusioni
Capitolo 22 – Sei arrivato ed eri atteso
Capitolo 23 – Tu sei un capolavoro e anche gli altri lo sono Capitolo 24 – Io non lo farò…

TERZA PARTE

Capitolo 25 – Il mio sogno sono le cose che ho già creato, ma anche quelle che creo… Capitolo 26 – La nostra mente trascende le limitazioni
Capitolo 27 – Il campo di distorsione della realtà
Capitolo 28 – Volevo darti tanto
Capitolo 29 – Cosa posso fare da grande?
Capitolo 30 – All’ombra degli alberi grandi…
Capitolo 31 – Ancora sull’essere a tuo agio in ogni circostanza Capitolo 32 – Ma il presente?
Capitolo 33 – Come riscattare gli errori
Capitolo 34 – Voglio stare al centro della mia vita
Capitolo 35 – Tu sei il migliore event manager che tu possa incontrare Capitolo 36 – Un grande lavoro di accettazione…

QUARTA PARTE

Capitolo 37 – Sei tu colui che deve venire?
Capitolo 38 – C’è un piano divino per la tua vita?
Capitolo 39 – Una chimica divina…
Capitolo 40 – Tu sei riconosciuto
Capitolo 41 – Questo volevamo diventare…
Capitolo 42 – La decima/ la condivisione l’esempio
Capitolo 43 – Se vedi qualcosa che ti sembra possibile
Capitolo 44 – Sei nato per stare nella luce…
Capitolo 45 – Non abbiate paura di nulla…
Capitolo 46 – Il crescendo della musica… ogni uomo dovrebbe poter danzare per tutta la vita… Capitolo 47 – Ogni uomo vedrà la sua realizzazione… ananda o la beatitudine Capitolo 48 – Re e Santo

Ringraziamenti
Suggestioni per esercizi

TIBERIO FARACI opera in Svizzera dal 1978. Da sempre si occupa di crescita personale e di attività filantropi­che: ha infatti sommato esperienze pluride­cennali operando con associazioni diverse, attente all’ascolto delle persone in difficol­tà. È Life Counselor membro del “Comitato Italiano Sicool”, riconosciuto N.B.C.C. (National Board for Certified Counselor) ed E.A.C. (Association European Counselor), riconosciuto dall’Istituto Ricerche di Gruppo Svizzero. È Personal Coach e Rebirther Professionale. È Tutor alla Scuola Superiore Europea di Rebirthing e Docente dell’Istituto Ricerche di Gruppo di Lugano. È socio dell’ Associazione Psicologia Generativa. Ha pubblicato dieci libri, tra cui Innamorati di Te tradotto in dieci lin­gue e in Braille, presente in Paesi come Francia, Repubblica Ceca, Lituania, Argentina. Ha collaborato al fianco dei più im­portanti nomi della crescita personale internazionale.

Tiberio Faraci
Ma Chi Ti Credi di Essere? – Libro >> http://goo.gl/zTnLQG
Qualunque cosa pensi…sei molto di più
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Luglio 2015
Formato: Libro – Pag 300 – 13,5 x 20,5 cm
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__ma-chi-ti-credi-di-essere-libro.php?pn=1567

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