L’ERA DEL RISVEGLIO INTERIORE 5

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L’ERA DEL RISVEGLIO INTERIORE 5

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

IL MODELLO TANTRICO A SETTE LIVELLI

I sette centri psicoenergetici dell’essere umano

Tantra, dalla radice indoariana tan: estendere, espandere, continuare, significa letterariamente
“ciò che estende la coscienza” e in generale: sviluppo, evoluzione continua.

Il Tantra – che ha origine nella preistoria dell’umanità e che ebbe enorme sviluppo e diffusione
nell’India dei primi secoli della nostra era – rappresenta la punta più scientifica e sperimentale
di varie forme di religiosità. Il Tantra rivoluziona e contagia le precedenti concezioni spirituali
induiste, yogiche, buddhiste e shivaite proponendo, attraverso una visione psicofisica estremamente
analitica: un modello integrato a sette livelli.

Il fondamento di questa tradizione – fortemente analogo al mito dell’albero – consiste nel concetto
di coscienza-energia, Shiva-Shakti, che abbiamo già analizzato, nella dottrina dei sette chakra o
centri psicoenergetici e dell’energia Kundalini. Kundalini, dalla radice Kundalin, che significa
“circolare, spiraleggiare” è la forma addormentata della Shakti, l’energia creatrice divina, e giace
addormentata alla base della colonna vertebrale. Le tecniche tantriche di integrazione e meditazione
portano ad un suo risveglio.

Nella fisiologia sottile tantrica il canale centrale è chiamato Sushumna, “ricco di estasi,
altamente benedetto”, ad esso sono affiancati Ida, il canale chiaro di energia femminile, il cui
nome significa “fresco, corrente o flusso di venerazione” che sale a spirale dal testicolo sinistro
alla narice destra, e da Pingala, il canale caldo di energia maschile, che significa “di colore
solare, bruno fulvo” che sale dal testicolo destro alla narice sinistra.

L’unione tra le forze maschili e femminili porta al risveglio di Kundalini e alla sua naturale
salita verso i centri superiori che porta ad una profonda trasformazione dell’adepto. Ogni centro
corrisponde ad un livello o corpo.

1) Muladhara – “la radice – supporto” – è il centro sacrale. E’ il primo centro e corrisponde al
corpo fisico costituito dagli atomi e dalle energie psichiche istintive legate alla sopravvivenza.
Elemento Terra. Sesso, paura, aggressività, territorialismo e incoscienza sono gli aspetti tipici di
questo “centro radice”. E’ il centro del sonno e dell’inerzia spirituale ma anche del risveglio
della Kundalini. La caratteristica di che è orientato in questo centro, è un materialismo privo di
ogni aspirazione, di psiche legata alle tradizioni e agli averi materiali, di psicologia reattiva e
grossolana, dotato di forte attaccamento e preoccupazione per la sopravvivenza. Questi sono anche
esattamente i punti che devono essere superati per attivare il primo chakra. La kundalini a questo
livello è paragonata ad un drago. Primo compito del ricercatore è liberare l’energia femminile
kundalini, la fanciulla interiore, da questo drago che giace nell’oscura inconsapevolezza del sonno
spirituale e lasciarla ascendere alle sfere più elevate dell’essere.

2) Svadhishthana – “la speciale dimora di lei” – è il centro sessuale, il cui elemento è l’acqua, ed
è connesso con il secondo corpo o corpo delle energie vitali o bioenergie, e all’insieme di tutte le
cellule e delle loro energie.

Quando una persona è centrata su questo centro la sua unica necessità e il suo unico scopo è il
sesso, come erotismo, desiderio incessante, insaziabile e frustrante basato sulla relazione
interpersonale. L’energia psichica assume i connotati della libido freudiana o dell’energia orgonica
reichiana.

Il superamento di questo livello reintegra questa energia riportandola in connessione con gli
aspetti più elevati dell’essere e trasformando la creatività biologica in creatività artistica,
intellettuale e spirituale.

3) Manipura – “la città dei gioielli splendenti” – è il centro delle emozioni, dei desideri e delle
passioni, caratterizzato dall’elemento fuoco. E’ il luogo della “volontà di potere” adleriana. Qui
nasce la spinta all’autoaffermazione, a dominare, conquistare, manipolare gli altri e il mondo. E’
il centro psicofisico delle relazioni sociali e dei giudizi di valore sia positivi che negativi,
verso gli altri e se stessi. Ira, tristezza, invidia, depressione, languore, esaltazione, ferocia.
La maggior parte delle persone blocca questo centro sentendosi dominata o impotente. Chi si
identifica diventa competitivo e dominato dalla sete di raggiungere i suoi scopi.

Questi primi tre chakra costituiscono i centri primari nei cuali si svolge il dramma del mondo
quotidiano. L’intero pianeta ristagna da millenni su questo livello evolutivo, insufficiente per le
ben più elevate possibilità umane. L’insieme delle attività di questi tre centri porta ad una
visione materialista ed estroversa della vita, in cui ogni piacere è legato ad un raggiungimento
esteriore. l’energia di questi tre centri è stata lungamente demonizzata ed associata a qualità
diaboliche e negative. L’unico vero peccato è invece che questi tre centri inferiori siano separati
dai quattro superiori. L’energia di ogni chakra è divina, creativa e lecita nel momento in cui viene
utilizzata in connessione con la consapevolezza e la saggezza che viene dagli altri centri.

4) Anahata – il centro del cuore – è in centro dell’identità e dell’amore impersonale e
incondizionato, del senso di comunione, di unità con tutto ciò che ci circonda. Ogni mancato
riconoscimento del proprio sé e ogni ostacolo alla nostra intima necessità di amare ed essere amati
porta ad un blocco del quarto chakra. Anahata letteralmente significa “non percosso” dal fatto che
produce un suono interiore, un OM che investe l’intero corpo e che continua senza che vi sia sforzo.
Om (AUM) è il suono seme, la vibrazione creativa dell’energia Shakti. “Om è il suono del silenzio”.
Caratteristica di questo centro psichico è la coscienza che si risveglia dallo stato di coscienza
sognante, entrambi questi stati sognante e cosciente sono legati al centro del cuore. L’apertura di
Anahata corrisponde alla coscienza del proprio stato sognante e immaginativo, ossia la
consapevolezza dell’inconscio, la coscienza di essere presenti anche nel sogno. Nell’AUM A prende il
significato di coscienza desta, percezione della realtà presente, la U è la coscienza sognante, la
percezione degli oggetti sottili e la M corrisponde al silenzio della meditazione o del sonno senza
sogni. Sogni, immagini, fantasie, simboli e miti sono parti di un linguaggio analogico e profondo
che si apre alla coscienza con l’apertura del quarto centro.

Il chakra del cuore è l’inizio della grande trasformazione interiore, della “vita nuova”, la sua
attivazione corrisponde ad un riorientamento di 180° delle proprie energie, dall’esteriorità
all’interiorità, dal basso all’alto, dal superficiale al profondo. Il centro del cuore, che nelle
persone comuni è rivolto verso i primi tre chakra, con l’autocoscienza derivata dalla meditazione e
dall’aspirazione al divino si rivolta verso i centri superiori.

Il centro del cuore è splendente e irraggiante e grazie a questa luce cosciente il ricercatore
spirituale penetra le profondità del proprio essere alla ricerca di se stesso e dei suoi valori,
portando luce nelle tenebre.

5) Vishudda – “il purificato” – è il centro della gola e della creatività. Ogni forma di
autoespressione prende origine da qui, ogni blocco alla naturale espressione di se stessi , in
termini di manifestazione di sensazioni, sentimenti, emozioni o pensieri blocca il quinto centro. La
spontaniità che nasce dall’armonia dei prini centri in equilibrio porta ad un corretto utilizzo di
Vishudda. Vishudda, quando aperto, è il centro della beatitudine dell’essere e quando Kundalini sale
a questo centro, scrive Ramakrishna, “il devoto vuole udir parlare solo di Dio”. Vishudda è “la
porta verso la Grande Liberazione” scrive un testo tantrico, siamo a metà strada verso “l’altra
sponda” della coscienza, a cavallo trea l’anima individuale evoluta e la più vasta oceanica
coscienza planetaria.

6) Ajna – “il loto del comando” – è il centro sulla fronte, il terzo occhio interiore che nasce
dalla fusione delle due visioni separate degli occhi fisici. Il suo simbolo è un cerchio con ai lati
due petali, in cui possiamo vedere ben rappresentati i due emisferi cerebrali che si uniscono. Sul
piano più basso il sesto centro comanda l’intero corpo come di fatto fa la ghiandola ipofisi ad esso
associata. E’ il centro di comando delle idee e delle emozioni e su un piano superiore diventa il
centro in cui comprendiamo le logiche che comandano l’intera esistenza sui piani più sottili. Le
logiche del karma e delle reincarnazioni, delle prove che ci troviamo a superare e la visione degli
spiriti senza corpo che sempre ci circondano e degli spiriti più vasti, gli Dei che governano i
destini dell’umanità.

L’espressione della coscienza a questo livello è data dal Sabeji o Savikalpa Samadhi, lo stato di
meditazione profonda in cui sperimentiamo l’unione con la coscienza del Tutto, dove per tempi
lunghissimi non vi sono più pensieri ma solo luce e coscienza espansa. E’ il centro e il livello a
cui giungono i grandi mistici di ogni religione in cui si sperimentano stati di estasi e rivelazioni
spirituali.

7) Sahasrara – “loto dai mille petali” – è situato sulla sommità della testa e apre la porta alla
coscienza cosmica. Nel suo aspetto inferiore, attraverso la ghiandola epifisi pone in comunicazionei
cicli cosmici e planetari (giorno, notte, stagioni) con i ritmi biologici dell’essere unmano. Nel
suo livello superiore pone in relazione la coscienza individuale con la coscienza cosmica. L’io si
compenetra nel Tutto, “La goccia si scioglie nel fulgido oceano”.

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