L’Effetto Mozart secondo “L’altra Medicina”

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L’Effetto Mozart secondo “L’altra Medicina”

(Mozart e la musica delle Voci – di Pierre Sollier)

La musica di Mozart e la voce materna, filtrate con il metodo Tomatis, possono curare le difficoltà
di apprendimento, la dislessia, il ritardo mentale e il defict di attenzione dei bambini.

Quando qualcuno ci parla, il nostro cervello inizia un rapidissimo lavoro di elaborazione dati:
memorizzazione di informazioni, controllo comparativo rispetto ad informazioni già note, risposta
adeguata sulla base di concetti elaborati in precedenza, istantanea produzione di immagini mentali
suscitate dalle parole dell’interlocutore. Questo e molto di più avviene se davvero ascoltiamo,
perché in caso contrario il senso delle parole, il messaggio in esse contenuto, non troverebbero in
noi risonanza alcuna: sarebbero parole nel vuoto. Si tratta di un fenomeno che, se volontario, è del
tutto normale e che può essere definito, molto semplicemente, come indifferenza. Ma il fenomeno, sia
in positivo che in negativo, avviene anche quando a parlare siamo noi: la trasformazione in
elaborazione concettuale e immagini mentali delle onde sonore prodotte dagli organi della fonazione
presuppone il contemporaneo e complesso funzionamento degli organi dell’udito. Per Alfred Tomatis,
un otorinolaringoiatra che da oltre quarant’anni si occupa del problema dell’ascolto e dei suoi
risvolti audiologici e psicolinguistici, l’udito non è solo uno dei cinque sensi: è il senso per
eccellenza perché è grazie all’udito che l’uomo ha parlato, ha potuto ideare, perfezionare e
differenziare il linguaggio. Poiché produciamo soltanto i suoni le cui frequenze siamo in grado di
udire, secondo Tomatis non ci si deve limitare a pensare all’udito come funzione delegata
all’orecchio esterno e alla membrana timpanica, ma come funzione delegata soprattutto all’orecchio
interno, al sistema vestibolo-cocleare. E non solo per quanto riguarda l’ascolto e le sue molteplici
risonanze neurofisiologiche, ma anche relativamente al modo che ognuno di noi ha di percepire la
propria spazialità e verticalità (e a proposito della verticalità, con le ricerche di Tomatis
concorderebbero gli studi iniziati nel 1941 degli psicologi Wìtkin e Asch e attualmente proseguiti e
sviluppati da Prinzmetal, uno psicologo della percezione dell’University of California di Berkeley).
Tutti sono capaci di udire, ma ascoltare è un’abilità particolare, ed è la chiave
dell’apprendimento, del linguaggio e perfino dell’identità personale. Che poi le disfunzioni
dell’udito possano indurre numerosi disturbi dell’apprendimento e delle capacità mentali dei bambini
è indubbiamente un fatto sottostimato; così, poiché come diceva Montaigne: “Tutto è stato detto, ma
dal momento che nessuno ascolta, occorre sempre ricominciare”, Tomatis ha ricominciato tutto da capo
in otorinolaringoiatria elaborando una sua particolare tecnica di stimolazione uditiva mirante a rieducare l’orecchio ad ascoltare.

Ora il suo metodo è praticato in oltre 250 centri terapeutici sia in Europa che in America, ma
all’inizio Tomatis sperimentò il suo metodo di controllo della voce nei cantanti lirici, i più
famosi dei quali furono Maria Callas e Placido Domingo. Nel 1954, quando inventò un apparecchio di
rieducazione uditiva chiamato l’Orecchio Elettronico, Tomatis cominciò a spostare la sua attenzione
dai virtuosi del bel canto ai bambini con difficoltà di apprendimento e autismo, convinto che prima
di saper parlare bisogna saper ascoltare, e cioè che non solo il cantare bene, ma anche il parlare,
il pensare, l’apprendere bene e, in ultima analisi, la buona salute psicofisica, dipendono da un buon udito.

” L’udito non è solo uno dei cinque sensi, è il senso per eccellenza perché è grazie all’udito che l’uomo ha parlato, ha potuto ideare, perfezionare e differenziare il linguaggio”

Da anni ormai il metodo Tomatis si è segnalato come altamente efficace nel trattamento dei disturbi
dell’apprendimento in bambini in età scolare; recentemente, presso il Centro Audiologico di Toronto
sono stati valutati i risultati conseguiti con l’Orecchio Elettronico in 400 bambini che seguivano
un programma di trattamento di sei mesi. La ricerca ha dimostrato che si erano ottenuti i seguenti
miglioramenti: dell’atteggiamento verso la scuola associato ad un aumento delle motivazioni ad
imparare nell’87% dei casi, del rendimento scolastico nel 90%, della capacità di leggere e
comprendere e del rapporto con i familiari e con i compagni nell’83%, dell’attenzione nell’86%. Dopo
sei mesi, nell’83% dei bambini i risultati si dimostrarono stabili o in ulteriore miglioramento.
Tutti gli ospiti di un tipico Centro Audiologico Tomatis, sia bambini che adolescenti, possono
divertirsi come vogliono: giocare a carte o a scacchi, disegnare e dipingere, giocare tra di loro o
fare ginnastica. Contemporaneamente, però, il loro udito viene rieducato ascoltando quanto viene
trasmesso da speciali apparecchiature collegate con gli auricolari che indossano: musiche di Mozart
o la voce materna “filtrate”. Con l’Orecchio Elettronico di Tomatis si ascoltano solo le frequenze
più alte della musica, ma si possono anche ascoltare canti gregoriani non filtrati che, secondo Tomatis, sono in grado di apportare molta energia al cervello.

L’orecchio è uno strumento di guarigione

Per capire il metodo Tomatis, è necessario conoscere la dinamica dell’udito e l’anatomia
dell’orecchio. Nel metodo Tomatis, particolare importanza hanno soprattutto due parti dell’orecchio
interno: la coclea e il vestibolo. L’orecchio interno, parte essenziale dell’apparato auditivo, è
costituito dal labirinto osseo, a sua volta costituito dalla chiocciola o coclea, dal condotto
cocleare e dal vestibolo. La coclea, o chiocciola, il ricevitore degli stimoli acustici, è un
piccolissimo organo a forma di spirale come la conchiglia di una lumaca. Il liquido contenuto
all’interno della coclea vibra, a seconda della frequenza del suono ricevuto, da circa 16 Hz a circa
20.000 Hz (questa è, nell’uomo, l’estensione dell’udito, variabile secondo il livello di pressione sonora e l’età del soggetto).

Tali vibrazioni generano segnali nervosi che vengono inviati al cervello. La coclea analizza i suoni
secondo il loro significato usando, per discriminarli, le sue 24.600 cellule citiate o ciglia
dell’organo di Corti. Il vestibolo, una cavità ovale che si trova all’ingresso della coclea e che
comunica con i canali semicircolari del labirinto, controlla l’equilibrio, la postura, la
coordinazione, il tono e il funzionamento dei muscoli e la loro capacità di sviluppare un’immagine
di come il nostro corpo è posizionato nello spazio. Chiamato a volte “l’orecchio del corpo”, il
vestibolo collabora anche a trasmettere l’informazione sensoriale al cervello. Il vestibolo lavora
in tandem con la coclea come stazione di smistamento delle informazioni sensoriali tra il sistema
nervoso periferico e il cervello. Il vestibolo analizza i movimenti del corpo e la coclea analizza
suoni. Tomatis ha scoperto che il suono è un alimento del cervello e che l’orecchio è appunto
l’organo preposto a fornirgli energia. Si è infatti accertato che un eccesso di silenzio può essere
pericoloso e che un’atmosfera priva di vibrazioni sonore può causare depressione da deprivazione
sensoriale tanto da spingere quasi al suicidio. “La cosa più importante da ricordare è che il
cervello non produce energia, la cattura”, sostiene Tomatis, il quale ha calcolato che 1’80%
dell’energia di cui il cervello ha bisogno è elaborata nell’orecchio interno. I suoni ad alta
frequenza danno energia al cervello, mentre i suoni a bassa frequenza gli sottraggono energia, lo
depauperano. L’energia cerebrale è direttamente collegata all’intelligenza. Uno studio a questo
proposito ha evidenziato che ascoltare Mozart per solo dieci minuti può far aumentare
temporaneamente il quoziente di intelligenza (QI) di nove punti. Nella zona dei suoni ad alta
frequenza della coclea, le cellule sensoriali sono più numerose di quelle della zona dei suoni a
basse frequenze. Tomatis ha notato che quando il cervello viene ben caricato di potenziale elettrico
dai suoni ad alta frequenza, si ha un netto potenziamento della capacità di apprendere,
concentrarsi, risolvere un problema, organizzarsi e lavorare per lunghi periodi di tempo senza
accusare stanchezza. Il training Tomatis (che non cura la sordità da lesione anatomica) stimola
l’orecchio così da farlo funzionare al massimo delle sue possibilità, migliorando il potenziale di
apprendimento e creando un senso di generale benessere. Uno dei sistemi seguiti dal metodo Tomatis
per ottenere il miglioramento dell’udito è quello di regolare la funzione vestibolare in modo da
rendere più facile l’integrazione sensoriale. Nei soggetti con difficoltà di apprendimento o deficit
di attenzione, spesso è il vestibolo una delle fonti del problema. L’orecchio non è letteralmente in
grado di assorbire, organizzare e gestire le migliaia di frammenti di informazione acustica che gli
arrivano dall’ambiente circostante. Si è frequentemente notato che i bambini con difficoltà di
apprendimento possono avere un problema vestibolare, come dimostra la loro tendenza a incespicare o
urtare le cose, a mostrarsi impacciati e scoordinati. Per difendersi da questo bombardamento
apparentemente caotico di stimoli sensoriali, questi bambini possono arrivare a isolarsi
dall’ambiente chiudendosi in se stessi. L’ironia della sindrome di deficit di attenzione (ADD) sta
nel fatto che coloro che ne sono affetti sono, al contrario, soggetti estremamente attenti. Il vero
problema è che sono incapaci di selezionare, classificare e organizzare l’informazione, e non
dispongono di barriere che possano proteggerli dall’afflusso indiscriminato di suoni. Molti problemi
di apprendimento si possono far risalire a un deficit uditivo. Un bambino può avere uno scarso
rendimento scolastico perché ha un deficit uditivo, un altro può avere invece difficoltà motorie,
posturali o di equilibrio, ma si tratta comunque di difficoltà tutte ugualmente riconducibili
all’udito. Con il metodo Tomatis si ottengono eccellenti risultati anche in situazioni patologiche
apparentemente estranee all’orecchio, quali ad esempio lo stress post-traumatico, la depressione, la
stanchezza cronica, i traumi cranici, il deficit di coordinazione motoria e le sindromi ansiose.

ASCOLTARE LA VOCE DELLA MADRE

Il concetto su cui il metodo Tomatis si basa per stimolare la capacità di apprendimento del cervello
è insieme semplice e profondo. Si tratta di riportare l’udito del paziente al punto di partenza, al
tempo in cui la funzione uditiva ha incominciato a svilupparsi nel feto, all’interno dell’utero materno, e di ricostruirne tutti gli stadi di sviluppo.
Tomatis è partito dal presupposto che il feto oda e ascolti la voce della madre che non è solo un
“nutrimento emotivo” per il feto, ma è anche uno strumento che lo prepara ad acquisire il linguaggio
e a incominciare a parlare dopo la nascita. Tomatis ha ipotizzato che, a causa dell’ambiente
acustico dell’utero (costituito dalle pareti dell’utero stesso e dal liquido amniotico che vi è
contenuto), il feto può udire soltanto i registri più alti (o frequenze più alte) della voce
materna. Basandosi su questo assunto, Tomatis ha elaborato un modo di escludere le frequenze più
basse della voce materna allo scopo di simulare l’esperienza di ascolto intrauterino. La voce della
vera madre (o, in sua assenza, di una sua sostituta) viene perciò filtrata per renderla quanto più
possibile simile ai suoni uditi dal feto nel grembo materno. Riproporre la voce filtrata della madre
offre al bambino la possibilità di essere “riprogrammato”. È una maniera simbolica di rivivere tutte
le fasi di sviluppo che portano al linguaggio, nella speranza di recuperare le fasi andate perdute.
L’obiettivo è anche quello di destare il “desiderio” di ascoltare in modo attivo, un modo cioè che Tomatis ritiene ben diverso dall’udire passivamente.
Questo “desiderio di ascoltare” (suscitato e sollecitato dalla voce della madre) rende possibile
ricostruire la meccanica dell’ascolto. Non bisogna dimenticare che il feto ode i suoni che gli
giungono attraverso il liquido amniotico, mentre il bambino ode i suoni che gli giungono attraverso l’aria.
Imitando questo processo evolutivo, si porta gradualmente il bambino dai suoni filtrati ad alta
frequenza ai suoni non filtrati a frequenza mista, continuando fino a che il bambino è in grado di
ascoltare l’intera voce non filtrata della madre e di comprendere quello che gli viene detto: ed è questo il momento che gli operatori chiamano “la nascita sonora”.

LA MUSICA Dl MOZART

Si può comunque iniziare il trattamento non avvalendosi della voce materna, ma ricorrendo alla
musica di Mozart gradualmente filtrata. Ma perché mai Tomatis ha scelto proprio la musica di Mozart
e non quella di altri compositori? Perché, a suo parere, la musica di Mozart, la più conosciuta e la
più amata, esplica il massimo effetto terapeutico sul corpo umano, e in particolare ciò avviene con
i concerti per violino e con determinati concerti per pianoforte e orchestra, per esempio il Concerto K 482 usato anche in musicoterapia.

Mozart stesso fu nutrito di suoni fin da quando non era che un minuscolo embrione custodito nel
grembo materno. Suo padre, Leopold Mozart, era un valente violinista e un apprezzato autore di
musica sacra e strumentale e di un famoso metodo per violino. Oltre che per motivi di lavoro
(Leopold Mozart era violinista e vicedirettore dell’orchestra privata dell’arcivescovo di
Salisburgo), in casa Mozart era cosa normale “musizieren”, fare musica in famiglia, come del resto
usa ancora nei paesi di lingua tedesca. Prima ancora di imparare a suonare, certamente il piccolo
Wolfgang imparò molto presto ad ascoltare in modo attivo. “Mozart è un’ottima madre”, dice Tomatis,
la sua musica ha sollecitato la rinascita dell’udito, di molti bambini. Si inizia il trattamento con
musica mozartiana non filtrata, poi gradualmente si eliminano le frequenze più basse, filtrando
prima 1.000 Hz, poi 2.000 Hz, e ancora, se necessario, fino a 8.000 Hz. Di solito un bambino (o un
adolescente) riceve questa stimolazione sonora due ore al giorno. cinque giorni alla settimana per
tre settimane. I suoni sono ascoltati non solo con le orecchie, ma anche attraverso le ossa
(principalmente quelle del cranio), che è probabilmente il modo con il quale i suoni vengono uditi
all’interno dell’utero. In effetti, attraverso le ossa del vertice cranico il suono arriva prima.
Tomatis ha ideato speciali cuffie che hanno, in aggiunta ai normali auricolari, un vibratore che,
collocato al vertice del cranio, trasmette i suoni direttamente alle ossa craniche. Il terzo
elemento sonoro utilizzato nel metodo Tomatis è il canto gregoriano, uno dei tre tipi di canto
liturgico della Chiesa occidentale che sembra fatto apposta per sincronizzarsi con i ritmi
respiratorio e cardiaco. La musica sacra, secondo vari studi, grazie alla ripetizione regolare di
certi suoni calma le onde di fondo della corteccia cerebrale favorendo la concentrazione. Il canto
gregoriano non viene mai filtrato perché il ritmo biologico codificato in questa musica è sufficiente a produrre un effetto terapeutico.

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