L’effetto e la musica di Mozart

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L’effetto Mozart

di Marina Pinto

La musica di Mozart può curare le difficoltà di apprendimento, l’epilessia, la dislessia, il ritardo
mentale e il deficit di attenzione dei bambini.

Quando qualcuno ci parla, il nostro cervello inizia un rapidissimo lavoro di elaborazione dati:
memorizzazione di dati, controllo comparativo rispetto alle informazioni già note, risposta adeguata
sulla base di concetti elaborati in precedenza, istantanea produzione di immagini mentali suscitate
dalle parole dell’interlocutore.

Secondo Alfred Tomatis, un otorinolaringoiatra che da oltre quarant’anni si occupa del problema
dell’ascolto e dei suoi risvolti audiologici e psicolinguistici, l’udito non è solo uno dei cinque
sensi: esso è il senso per eccellenza perché è grazie all’udito che l’uomo ha parlato, ha potuto
ideare, perfezionare e differenziare il linguaggio.

Poiché produciamo soltanto i suoni le cui frequenze siamo in grado di udire, Tomatis afferma che non
ci si deve limitare a pensare all’udito come funzione delegata all’orecchio esterno e alla membrana
timpanica, ma come attività dell’orecchio interno, cioè del sistema vestibolo-cocleare.

Tutti sono capaci di udire, ma ascoltare è un’abilità particolare, ed è la chiave
dell’apprendimento, del linguaggio e perfino dell’identità personale.

Infatti le disfunzioni dell’udito possano indurre numerosi disturbi dell’apprendimento e delle
capacità mentali dei bambini.

Nel 1954, Tomatis inventò un apparecchio di rieducazione uditiva chiamato l’Orecchio Elettronico, e
cominciò a porre la sua attenzione ai bambini con difficoltà di apprendimento e autismo, convinto
che prima di saper parlare bisogna saper ascoltare, e cioè che non solo il cantare bene (nel caso di
cantanti), ma anche il parlare, il pensare, l’apprendere bene e, in ultima analisi, la buona salute
psicofisica, dipendono da un buon udito.

Da anni ormai il metodo Tomatis si è segnalato come altamente efficace nel trattamento dei disturbi
dell’apprendimento dei bambini in età scolare; recentemente, presso il Centro Audiologico di Toronto
sono stati valutati i risultati conseguiti con l’Orecchio Elettronico in 400 bambini che seguivano
un programma di trattamento di sei mesi.

La ricerca ha dimostrato che si erano ottenuti i seguenti miglioramenti: ell’atteggiamento verso la
scuola associato ad un aumento delle motivazioni ad imparare nell’87% dei casi, nel rendimento
scolastico nel 90%, nella capacità di leggere e comprendere, nel rapporto con i familiari e con i
compagni nell’83%, e nell’attenzione nell’86%.

Dopo sei mesi, nell’83% dei bambini i risultati si dimostrarono stabili o in ulteriore sensibile
miglioramento.

Tutti gli ospiti di un tipico Centro Audiologico Tomatis, sia bambini che adolescenti, possono
divertirsi come vogliono: giocare a carte o a scacchi, disegnare e dipingere, giocare tra di loro o
fare ginnastica.

Contemporaneamente, però, il loro udito viene rieducato ascoltando quanto viene trasmesso da
speciali apparecchiature collegate con gli auricolari che indossano, e cioè musiche di Mozart.
Perché proprio Mozart? Perché, afferma Tomatis, la musica di Mozart è da tutti la più conosciuta e
la più amata; essa esplica il massimo effetto terapeutico sul corpo umano, e in particolare ciò
avviene con i concerti per violino e con determinati concerti per pianoforte e orchestra, per
esempio il Concerto K 482, usato anche in musicoterapia.

Mozart stesso fu nutrito di suoni fin da quando non era che un minuscolo embrione custodito nel
grembo materno. Suo padre, Leopold Mozart, era un valente violinista e un apprezzato autore di
musica sacra e vocale e strumentale e di un famoso metodo per violino.

Oltre che per motivi di lavoro (Leopold Mozart era violinista e vicedirettore dell’orchestra privata
dell’arcivescovo di Salisburgo), in casa Mozart era cosa normale “musizieren”, cioè fare musica in
famiglia, come del resto si usa ancora nei paesi di lingua tedesca. Quindi, prima ancora di imparare
a suonare, certamente il piccolo Wolfgang imparò molto presto ad ascoltare in modo attivo. “Mozart è
un’ottima madre”, dice Tomatis, per questo la sua musica ha sollecitato la rinascita dell’udito di
molti bambini.

Si inizia il trattamento con musica mozartiana non filtrata, poi gradualmente si eliminano le
frequenze più basse, filtrando prima 1.000 Hz, poi 2.000 Hz, e ancora, se necessario, fino a 8.000
Hz. Di solito un bambino riceve questa stimolazione sonora due ore al giorno, cinque giorni alla
settimana per tre settimane. I suoni sono ascoltati non solo con le orecchie, ma anche attraverso le
ossa (principalmente quelle del cranio), che è probabilmente il modo con il quale i suoni vengono
uditi all’interno dell’utero.

In effetti, attraverso le ossa del vertice cranico il suono arriva prima. Tomatis ha ideato speciali
cuffie che hanno, in aggiunta ai normali auricolari, un vibratore che, collocato al vertice del
cranio, trasmette i suoni direttamente alle ossa craniche.

Ma non è tutto: con il sistema Tomatis sono stati trattati anche casi di bambini ed adulti
epilettici, e l’“Effetto Mozart” è l’ultima frontiera della speranza per 50 milioni di persone nel
mondo, quelle contate dall’Organizzazione mondiale della sanità fra coloro che soffrono diepilessia.

Poche note del crescendo della Sonata K.448 di Mozart ascoltate ogni giorno e gli attacchi
epilettici si riducono drasticamente. Ad illustrare gli effetti terapeutici della musica del grande
compositore è John Jenkins del Royal College of Physicians.

Ulteriori studi sui topi di laboratorio hanno inoltre dimostrato che le cavie a cui veniva fatta
sentire la Sonata K.448 erano in grado di uscire più velocemente da un labirinto rispetto al gruppo
di riferimento tenuto in silenzio o sottoposto all’ascolto di musiche minimaliste.

Autore: Marina Pinto

www.scienzaonline.com/medicina/effetto-mozart.html

approfondimento su www.sublimen.com

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