Le Tecniche del Kriya Yoga , dell’Hong So e dell’OM

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Le Tecniche del Kriya Yoga , dell’Hong So e dell’OM

autori sconosciuti

Introduzione al Kriya

Per arrivare alla vera iniziazione e cioè alla percezione immediata e diretta dei mondi paralleli è necessario il distacco della mente dalle impressioni sensoriali e la sua concentrazione al terzo occhio . Per ottenere questo stato di distacco dai sensi, chiamato da Patanjali pratyahara si deve controllare lenergia vitale con il pranayama. Per immobilizzare i pensieri bisogna immobilizzare il respiro, quando uno è fermo si ferma pure laltro. Solo allora si può avere vera concentrazione, in sanscrito Dharana, ed in seguito immissione all’ interno, meditazione o in sanscrito dyana per arrivare alla fine alla immedesimazione con il piano spirituale detta Samadhi.

Questi sono i vari gradini, grosso modo, verso lassoluto, i vedantisti hanno scritto centinaia di libri su questo argomento. Una volta riuscito il distacco il praticante deve focalizzare la sua attenzione al centro del terzo occhio che il veggente vede come una stella a cinque punte dentro due aloni concentrici – quello interno di colore blu scuro quello esterno dorato come il sole. La sensazione che si ha è quella di immergersi su un tunnel luminoso che si restringe diventando blu e poi si restringe ancora diventando la stella a cinque punte. La vera porta della iniziazione!

Per entrare bisogna bussare con il suono dell’ Om. La via stretta come una lama di rasoio comincia alla base della colonna vertebrale eterica – Sushumna. In essa si trovano le 7 chiese di cui parla San Giovanni nellapocalisse, le sette ruote, o vortici di energia, che in sanscritto si chiamano chakras.

Nel primo dal basso il Muladhara chakra si trova lo spirito cristallizzato, la Kundalini che dorme come la bella addormentata. E questa forza che una volta svegliata trascina lenergia eterica, o prana, dai rivoli dei 5 sensi, la canalizza nella sushumna e passando per gli altri 6 chakra si unisce con Brahman nel loto di mille petali che ha la sua corrispondenza fisica nella ghiandola pineale, sede dellanima secondo Platone.

Si procede in questo ordine : utile anche se non indispensabile è praticare un po di ginnastica, o gli esercizi di ricarica che inventò Paramahansa Yogananda.

Essi sono una specie di ginnastica isometrica nella quale si tendono e si rilanciano i vari muscoli del corpo. La maggior parte delle persone ha bisogno di vedere dal vivo lesercizio per capire come funziona. Una valida alternativa sono i filmati che potete trovare al sito www.guruji.it. In seguito si deve praticare un po, diciamo sei mesi, la tecnica dell’ Hong So e dopo anche la tecnica dell’ Om.

Quando vi sentite pronti,in media dopo 10 12 mesi che avete praticato per un ora al giorno (meglio due volte per mezzora ciascuna) potete passare al primo Kriya il più importante. Yogananda praticava l’ Hong So 7 ore al giorno, non esistono regole generali per tutti.L’ importante è andare in progressione.

LA TECNICA DEL KRIYA USATA MALE DIVENTA PERICOLOSA. Prima di svegliare il drago bisogna esser preparati. Il Kriya agisce direttamente sui chakras eterici, i quali a loro volta forniscono di energia le 7 ghiandole endocrine. Respirate profondamente, fate pochi kriya – ma lenti; ognuno di essi deve durare 20 – 30 secondi.

IL PRIMO KRIYA risveglia e sblocca graduialmente l’energia kundalini all’interno della colonna vertebrale eterica
IL SECONDO KRIYA Serve per localizzare esattamente i chakras. IL TERZO ED IL QUARTO KRIYA creano un magnete eterico, che risveglia i centri della testa.

n.b. Maggiori dettagli sulla Tecnica del Kriya possono essere richiesti, dopo l’iscrizione alla Self Realization Fellowship

“LA TECNICA DELL’HONG SO (il piccolo Kriya)”

State seduti con la colona vertebrale dritta.

Tendete e rilasciate tutti i muscoli del corpo 3- 5 volte.

Fate alcune profonde respirazioni.

Concentratevi sul punto fra le sopracciglia.

Mentre il respiro entra accompagnatelo mentalmente dal suono Hong.

Mentre esce con il suono So.

Questo è tutto, l’importante è non cercare di ritmare il respiro su un vostro canto hong so, hong so, …

Accompagnatelo come esso si esprime, naturalmente, per tutta la durata della inspirazione, con il suono Hoooooooooong

– e per tutta la durata dell’espirazione con il suono Sooooooooooooo.

Piano piano quando l’attenzione si sposta sulla respirazione essa tenterà a rallentarsi.

Se questa rallenta, quasi si fermasse, niente paura. Si respira dal midollo allungato.

In India si dice che il cigno Hansa (che si pronuncia Hong So) porta sulle sue spalle l’uccello dell’ Om.

Infatti quando la respirazione si ferma sentirete l Om.

La Tecnica dell’ OM

1) Siediti eretto. Appoggia i gomiti su di un oggetto che li mantenga alti, in modo sufficiente affinchè tu possa far pressione sulle orecchie con i pollici, senza inclinare, ne’ incurvare il corpo;

2) Premi i fori delle orecchie con i pollici, senza provare scomodità;

3) appoggia i mignoli sulle palpebre, vicino agli angoli esterni di esse, per mantenerle chiuse, ed esercita una lieve pressione per impedire, allo stesso tempo, i movimenti inquieti degli occhi;

4) appoggia le dita restanti sulla fronte;

5) con gli occhi chiusi, o socchiusi, concentra lo sguardo nel punto che si trova tra le sopracciglia (N.d.R: il terzo Occhio), e mantienilo fisso li’;

6) canta mentalmente “OM”, “OM”. Non parlare, non sussurrare, e non compiere alcun movimento con la lingua;

7) ascolta attentamente all’interno dell’orecchio destro, dove c’e’ un forte afflusso di energia, e dove i suoni si percepiscono prima (se sei sordo, la percezione auditiva sara’ piu’ acuta dall’orecchio sinistro – e, di conseguenza, puoi concentrare la tua attenzione all’interno di esso);

8) concentrati nel suono che diverra’ dominante (e’ probabile che tu percepisca un assieme di suoni dalla differente intensita’);

9) concentrati solo su di un suono alla volta (il piu’ forte). Mentre ascolti, appariranno altri suoni. Ascoltali, uno ad uno, a misura che ognuno di essi si evidenzi sugli altri;

10) devi cantare, in modo automatico e mentalmente, OM, mentre dirigi lo sguardo al centro della Coscienza Cristica, senza – con cio’ – compiere alcuno sforzo mentale. Quando gli occhi si saranno tranquillizzati e quietati, ti troverai nella condizione di contemplare una luce nel centro che corrisponde alla Coscienza Cristica; però è più importante sentire i suoni astrali, o il suono di OM (dopo questa tecnica, cerca di scorgere l’occhio spirituale, nel posto ove risiede il Centro della Coscienza Cristica). Ogni sforzo mentale deve essere dedicato ad ascoltare il suono all’interno dell’orecchio destro;

11) Se riuscirai subito a percepire il suono di OM – un suono travolgente, simile a quello di un oceano tumultuoso – cessa di prestare attenzione ad altro. Ascolta il suono di OM; unificati ad esso, poiché e’ Dio che si sta manifestando a te, sotto forma del Suono Cosmico di OM.

Punti importanti

1) Prima di iniziare la tua pratica, prega Dio ed i Guru.

2) Se ti e’ possibile, costruisci un supporto di legno per i tuoi gomiti, a forma di “T” ed imbottisci la traversa superiore con del materiale appropriato. Servendo d’appoggio ai gomiti, durante la pratica della tecnica di meditazione dell’OM, il supporto aiuta lo studente a mantenere la postura eretta. La base del supporto si dovra’ appoggiare tra le gambe, sul pavimento, o sopra il sedile di meditazione.

Se il vestito delle donne non permette ad esse di appoggiare il supporto tra le loro gambe, possono aggiungere un’altra traversa piana alla base, identica a quella superiore. Questa traversa, la potranno comodamente appoggiare sui loro muscoli.

Il supporto per i gomiti e’ un oggetto utile ed appropriato, e puo’ venire trasportato facilmente. Si possono ordinare alla Sede Centrale della Self Realization Fellowship dei supporti per la tecnica di meditazione dell’OM, di metallo leggero, la cui altezza e’ regolabile, e che hanno la traversa superiore imbottita con spuma di tela cerata.

Al posto di questo supporto, puoi semplicemente appoggiare i gomiti sopra diversi cuscini, posti su di un tavolo, sino a che si ottenga un’altezza conveniente.

3) Non appoggiarti sulle mani. Siediti eretto, e con le braccia rilassate. Diversamente, le mani e gli avambracci si stancheranno presto; di conseguenza, tu ti troverai piu’ concentrato sulla scomodita’ fisica, piuttosto che nei suoni interiori astrali.

4) Pratica la tecnica di concentrazione dell'”Hong-So” prima di praticare la tecnica di meditazione di OM; tranquillizzati, interiorizzati. In tal modo sara’ molto piu’ facile ascoltare i suoni che provengono da OM.

5) Con reverenza e senza alcuna sensazione che ti provochi tensione, unificati ad ogni vibrazione che tu percepirai.

6) L’intensita’ gradevole dello sforzo e i periodi prolungati di pratica sono necessari per raggiungere i piu’ elevati stati di unificazione con il suono OM.

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