LE RADICI DELLA SPIRITUALITÀ 2

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LE RADICI DELLA SPIRITUALITÀ 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

I sette centri dell’essere del modello tantrico

Tantra dalla radice tan, che significa “estendere”, “continuare”, “moltiplicare”, significa
letteralmente “ciò che estende la coscienza” cioè, in generale, “sviluppo”, “evoluzione”. Il Tantra
ha origine nella preistoria dell’umanità ed ebbe enorme sviluppo e diffusione nell’India dei primi
secoli della nostra era. Rappresenta la punta più scientifica e sperimentale della religiosità, che
rivoluziona e contagia le precedenti concezioni spirituali induiste, yogiche, buddhiste e shivaite
proponendo, attraverso una visione psicofisica particolarmente analitica, un modello integrato a
sette corpi, intesi come insiemi o livelli psicoenergetici sempre più elevati o sottili, identici,
per senso e struttura, alle sette spire del modello Cyber7.

Il fondamento di questa tradizione – analogo al mito dell’albero – è il concetto di
coscienza-energia, Shiva-Shakti, della dottrina dei sette chakra o centri psicoenergetici e
dell’energia Kundalini. Kundalini, dal sanscrito Kundalin, che significa “circolare, spiraleggiare”,
è la forma addormentata della Shakti, l’energia creatrice divina, e giace addormentata alla base
della colonna vertebrale. Le tecniche tantriche di integrazione e meditazione portano ad un suo
risveglio.

Nella fisiologia sottile tantrica il canale centrale è chiamato Sushumna, “ricco di estasi,
altamente benedetto”, ad esso sono affiancati Ida, il canale chiaro di energia femminile, il cui
nome significa “fresco, corrente o flusso di venerazione” che sale a spirale dalla gonade (testicolo
o ovaia) sinistra alla narice destra, e Pingala, il canale caldo di energia maschile, che significa
“di colore solare, bruno fulvo” che sale dalla gonade destra alla narice sinistra.

L’unione tra le forze maschili e femminili risveglia la Kundalini, che sale naturalmente verso i
chakra superiori, trasformando in profondità l’adepto. Ogni centro corrisponde ad un corpo o
livello. A ogni livello le componenti fisico-anatomiche (corpo fisico) sono intimamente connesse con
parallele strutture energetiche-emozionali (corpo eterico-astrale) e corrispondenti a specifici
stati di coscienza (corpo psichico-spirituale). Ecco una descrizione integrata di questi sette
centri/livelli.

Primo centro: Muladhara – “la radice – supporto” – è situato nella zona sacrale, è il centro che
controlla il primo corpo o corpo fisico costituito dagli atomi e dalle energie psichiche istintive
legate alla sopravvivenza. L’elemento che lo contraddistingue è la Terra. Sesso, paura,
aggressività, territorialismo e sonno sono gli aspetti tipici di questo “centro radice”. È il centro
del sonno e dell’inerzia spirituale ma anche del risveglio della Kundalini. La caratteristica di chi
è orientato in questo centro è un materialismo privo di ogni aspirazione, una psiche legata alle
tradizioni e agli averi materiali, una psicologia reattiva e grossolana, un forte attaccamento e
preoccupazione per la sopravvivenza. Questi sono anche esattamente i punti che devono essere
superati per attivare il primo chakra. La Kundalini a questo livello è paragonata ad un drago. Primo
compito del ricercatore è liberare l’energia femminile kundalini, la fanciulla interiore, da questo
drago che giace nell’oscura inconsapevolezza del sonno spirituale e lasciarla ascendere alle sfere
più elevate dell’essere. Nelle persone eccessivamente intellettuali il primo centro è come staccato
dal resto delle energie e questo provoca una caratteristica mancanza di realismo e “grounding”
(piedi per terra).

Sul piano fisico anatomico il primo centro corrisponde alla zona anale, connessa con il coccige e la
parte più primitiva del cervello rettile. Dal primo centro dipartono canali energetici che scendono
nella parte posteriore delle gambe fin sotto i piedi. È in relazione con la colonna vertebrale, il
colon, l’ano e la prostata.

Secondo centro: Svadhisthana – “la speciale dimora di lei” – è il centro sessuale, il cui elemento è
l’Acqua, ed è connesso con il secondo corpo o corpo delle energie vitali o bioenergie, che
corrisponde all’insieme di tutte le cellule e delle loro energie.

Quando una persona è identificata su questo centro la sua unica necessità e scopo è il sesso, come
erotismo e come relazione affettiva, desiderio incessante, insaziabile e frustrante basato sulla
relazione interpersonale. L’energia psichica assume i connotati della libido freudiana o
dell’energia orgonica reichiana. Il superamento di questo livello reintegra questa energia
riportandola in connessione con gli aspetti più elevati dell’essere e trasformando la creatività
biologica in creatività artistica, intellettuale e spirituale.

Sul piano fisico anatomico il secondo centro corrisponde alla zona sessuale, connessa con il bacino
e il cervello rettile, si espande alla parte anteriore e interna delle gambe fino alle dita dei
piedi. Il chakra Svadhisthana è in relazione con le ovaie e i testicoli, gli organi sessuali, la
vescica e parte dell’intestino.

Terzo centro: Manipura – “la città dei gioielli splendenti” – è il centro del terzo corpo o corpo
delle emozioni, dei desideri e delle passioni, chiamato anche corpo astrale, caratterizzato
dall’elemento Fuoco. È il luogo della “volontà di potere” adleriana. Qui nasce la spinta
all’autoaffermazione, a dominare, conquistare, manipolare gli altri e il mondo. È il centro
psicofisico delle relazioni sociali e dei giudizi di valore sia positivi che negativi, verso gli
altri e se stessi. Ira, tristezza, invidia, depressione, languore, esaltazione, ferocia. La maggior
parte delle persone blocca questo centro sentendosi dominata o impotente. Chi si identifica con
questo centro diventa competitivo e dominato dalla sete di raggiungere i suoi scopi.

Questi primi tre chakra costituiscono i centri primari nei quali si svolge il dramma del mondo
quotidiano. L’intero pianeta ristagna da millenni su questo livello evolutivo, insufficiente per le
ben più elevate possibilità umane. L’insieme delle attività di questi tre centri porta ad una
visione materialista ed estroversa della vita, in cui ogni piacere è legato ad un raggiungimento
esteriore. L’energia di questi tre centri è stata lungamente demonizzata ed associata a qualità
diaboliche e negative. L’unico vero peccato è che questi tre centri inferiori siano separati dai
quattro superiori. L’energia di ogni chakra è divina, creativa e lecita nel momento in cui viene
utilizzata in modo globale e unitario ossia in connessione con la consapevolezza e la saggezza che
viene dagli altri centri.

Sul piano fisico anatomico il terzo centro corrisponde alla zona gastrica, connessa con le vertebre
lombari, il talamo e l’ipotalamo. È in relazione con l’elemento fuoco (passione) e con tutti gli
organi interni sottodiaframmatici: stomaco, fegato, cistifellea, milza pancreas, reni e surreni.

Quarto centro: Anahata – il centro del cuore – è il centro del quarto corpo, o corpo psichico. Il
quarto centro è la sede dell’identità, del coraggio di essere se stessi, dell’amore impersonale e
incondizionato, del senso di comunione e di unità con tutto ciò che ci circonda. Ogni mancato
riconoscimento del proprio sé e ogni ostacolo alla nostra intima necessità di amare ed essere amati
porta ad un blocco del quarto chakra. Anahata letteralmente significa “non percosso” poiché produce
un suono interiore, un Om che investe l’intero corpo e che continua senza che vi sia sforzo. Om
(AUM) è il suono seme, la vibrazione creativa dell’energia Shakti. Om è il “suono del silenzio”.
Caratteristica di questo centro psichico è la coscienza che si risveglia dallo stato di coscienza
sognante; entrambi gli stati, sognante e cosciente, sono legati al centro del cuore. L’apertura di
Anahata corrisponde alla coscienza del proprio stato sognante e immaginativo, ossia la
consapevolezza dell’inconscio, la coscienza di essere presenti anche nel sogno. Sogni, immagini,
fantasie, simboli e miti sono parti di un linguaggio analogico e profondo che si apre alla coscienza
con l’apertura del quarto centro.

Il chakra del cuore è l’inizio della grande trasformazione interiore, della “vita nuova”, la sua
attivazione corrisponde ad un riorientamento di 180° delle proprie energie, dall’esteriorità
all’interiorità, dal basso all’alto, dal superficiale al profondo. Il centro del cuore, che nelle
persone comuni è rivolto verso i primi tre chakra, con l’autocoscienza derivata dalla meditazione e
dall’aspirazione al divino si volta verso i centri superiori. Il centro del cuore è splendente e
irraggiante e grazie a questa luce cosciente il ricercatore spirituale penetra le profondità del
proprio essere alla ricerca di se stesso e dei suoi valori, portando luce nelle tenebre.

Sul piano fisico anatomico il quarto centro corrisponde alla zona cardiaca, è connesso con le
vertebre toraciche, parte del talamo e col cervello mammifero e si espande alla braccia fino al
centro del palmo e alle dita. È in relazione con l’elemento aria, con il cuore, la circolazione e il
timo.

Quinto centro: Vishudda – “il purificato” – è il centro della gola, della verità e della creatività;
centro del quinto corpo o corpo spirituale o di beatitudine. Ogni forma di autoespressione prende
origine da qui, ogni blocco alla naturale espressione di se stessi, in termini di manifestazione di
sensazioni, sentimenti, emozioni o pensieri blocca il quinto centro. La spontaneità che nasce
dall’armonia dei primi centri in equilibrio porta ad un corretto utilizzo di Vishudda. Quando è
aperto, è il centro della beatitudine dell’essere: quando Kundalini sale a questo centro, scrive
Ramakrishna, “il devoto vuole udir parlare solo di Dio”. Vishudda è “la porta verso la Grande
Liberazione” scrive un testo tantrico, siamo a metà strada verso “l’altra sponda” della coscienza, a
cavallo tra l’anima individuale evoluta e la più vasta, oceanica coscienza planetaria.

Sul piano fisico anatomico il quinto centro corrisponde alla zona respiratoria o espressiva,
connessa con le vertebre cervicali e il cervello mammifero, che si espande alla parte superiore
delle braccia fino al pollice e indice. È in relazione con l’elemento etere (energia pranica), con
gli organi della respirazione, il naso, le orecchie e l’espressione del viso.

Sesto centro: Ajna – “il loto del comando” – è il centro sulla fronte, il terzo occhio interiore che
nasce dalla fusione delle due visioni separate degli occhi fisici. E’ il centro del sesto corpo o
corpo della coscienza planetaria o della visione globale. Il suo simbolo è un cerchio con ai lati
due petali, in cui possiamo vedere ben rappresentati i due emisferi cerebrali che si uniscono. Sul
piano più basso il sesto centro comanda l’intero corpo come di fatto fa la ghiandola ipofisi ad esso
associata. È il “centro di comando” delle idee e delle emozioni e su un piano superiore diventa il
centro in cui comprendiamo le logiche che comandano l’intera esistenza sui piani più sottili: le
logiche del karma e delle reincarnazioni, delle prove che ci troviamo a superare, la visione degli
spiriti senza corpo che sempre ci circondano e degli spiriti più vasti, gli Dei che governano i
destini dell’umanità.

L’espressione della coscienza a questo livello è data dal Sabeji o Savikalpa Samadhi, lo stato di
meditazione profonda in cui sperimentiamo l’unione con la coscienza del tutto, dove per tempi
lunghissimi non vi sono più pensieri ma solo luce e coscienza espansa. È il centro e il livello a
cui giungono i grandi mistici di ogni religione in cui si sperimentano stati di estasi e rivelazioni
spirituali.

Sul piano fisico anatomico il sesto centro corrisponde alla zona cerebrale, connessa con il cervello
umano ed in particolare con i due emisferi e la ghiandola ipofisi. È in relazione con l’elemento
luce-coscienza e con gli occhi.

Settimo centro: Sahasrara – “loto dai mille petali” – è situato sulla sommità della testa e apre la
porta alla coscienza cosmica. E’ il centro del settimo corpo o corpo della trascendenza o cosmico o
nirvanico. Nel suo aspetto inferiore, attraverso la ghiandola epifisi, pone in comunicazione i cicli
cosmici e planetari (giorno, notte, stagioni) con i ritmi biologici dell’essere umano; nel suo
livello superiore pone in relazione la coscienza individuale con quella cosmica. L’Io si compenetra
nel Tutto, “la goccia si scioglie nel fulgido oceano”. Sul piano fisico anatomico corrisponde alla
zona di apertura, connessa con la fontanella. È in relazione con l’elemento vuoto o spazio e la
ghiandola epifisi.

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