L’aspirina potrebbe aiutare a prevenire le metastasi

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L’aspirina potrebbe aiutare a prevenire le metastasi

L’aspirina può allentare un freno che impedisce alle cellule immunitarie di attaccare il cancro in
diffusione: un meccanismo che andrà approfondito.

6 marzo 2025 – Elisabetta Intini

Più chiaro il già ipotizzato effetto anti-tumorale dell’aspirina.

L’aspirina potrebbe aiutare a prevenire le metastasi di alcuni tipi di cancro allentando un freno
che impedisce al sistema immunitario di scagliarsi contro le cellule tumorali. Uno studio su Nature
approfondisce il meccanismo molecolare alla base dell’attività antitumorale dell’aspirina, già
evidenziata – finora soprattutto come semplice associazione, senza nesso di causa-effetto – in
precedenti studi. La scoperta potrebbe supportare trial clinici in corso e futuri sull’uso mirato
del farmaco, economico e universalmente diffuso, contro le metastasi.

ASPIRINA E TUMORI: CHE COSA SAPPIAMO. In passato alcuni studi hanno dimostrato che l’assunzione
giornaliera di aspirina a basso dosaggio in pazienti affetti da tumori riduce l’occorrenza di
metastasi di alcuni tipi di cancro, come il tumore del seno, del colon-retto e della prostata. Il
ruolo antitumorale dell’aspirina è al centro di approfondimento in alcuni trial clinici, ma finora
non era molto chiaro in che modo il farmaco ostacolasse lo sviluppo dei tumori.

COLPIRE AL MOMENTO GIUSTO. Allo stesso tempo, è noto che le cellule tumorali “fuori sede” sono più
vulnerabili all’attacco del sistema immunitario rispetto a quando si trovano nel tumore che le ha
originate, che di norma prova a rendersi invisibile alle difese dell’organismo. Anzi, il momento
della loro iniziale diffusione agli altri organi è considerato la finestra di maggiore
vulnerabilità, nella quale sarebbe più utile intervenire.

UNA SCOPERTA INASPETTATA. Nel nuovo lavoro, gli scienziati dell’Università di Cambridge hanno
chiarito l’effetto antimetastatico dell’aspirina in modo del tutto casuale. Stavano studiando in che
modo i geni hanno effetto sulle metastasi tumorali, e hanno osservato che un topo mancante di un
gene che produce una proteina chiamata ARHGEF1 aveva meno metastasi di vari tumori primari a polmoni
e fegato. La proteina in questione sopprime l’attività dei linfociti T, cellule immunitarie in grado
di riconoscere ed eliminare le cellule di tumori in metastasi.

IL PULSANTE ON/OFF. Il segnale molecolare che attiva questo effetto soppressivo che impedisce alle
cellule immunitarie di compiere il loro lavoro è una molecola chiamata trombossano A2 (TXA2). Una
vecchia conoscenza per gli scienziati, perché viene presa di mira proprio dall’aspirina. Il TXA2 è
prodotto dalle piastrine, componenti del sangue che aiutano il processo di coagulazione ma che
possono essere coinvolte nella formazione di trombi. Questi possono causare l’occlusione di vasi
sanguigni, alla base di eventi come gli ictus.

LINFOCITI: COLPITE! Anche se l’aspirina (acido acetilsalicilico) agisce sui sintomi influenzali,
milioni di persone l’assumono regolarmente per il suo effetto anticoagulante e per ridurre il
rischio futuro di ictus e infarti.

Infatti, il farmaco riduce la produzione di TXA2 prevenendo la formazione di trombi. Ed ecco il
nesso che mancava: diminuendo il TXA2, l’aspirina “toglie il freno” che ostacola l’azione dei
linfociti T contro le cellule di tumori in metastasi.

OSTACOLARE LA DIFFUSIONE. Gli autori dello studio hanno provato che somministrare aspirina a topi
con melanoma riduceva la frequenza di metastasi, e che questo effetto dipendeva dall’aver liberato
le cellule T dal giogo del TXA2.

«Nonostante i progressi nella cura del cancro, molti pazienti con tumori in fase iniziale ricevono
trattamenti, come la rimozione chirurgica del tumore, che hanno il potenziale per essere curativi,
ma che in seguito formano recidive a causa dell’eventuale crescita di micrometastasi, cellule
tumorali che si sono diffuse in altre parti del corpo ma rimangono in uno stato latente» spiega
Rahul Roychoudhuri, Professore di Immunologia oncologica dell’ateneo inglese e primo autore dello
studio.

«La maggior parte delle immunoterapie sono sviluppate per curare pazienti con cancro metastatico
accertato», ma terapie che possano intervenire in fase più precoce, nella finestra di vulnerabilità
delle cellule tumorali in metastasi, potrebbero rappresentare una svolta nelle cure di pazienti
oncologici.

UNA CURA DEMOCRATICA. L’aspirina è accessibile ovunque a basso costo. Gli autori dello studio
sperano che la loro scoperta possa migliorare l’interpretazione di trial clinici in corso
sull’effetto dell’aspirina contro il cancro e che aiuti a capire quali pazienti potrebbero
maggiormente beneficiare della sua assunzione.

Occorre infatti ricordare che su una piccola percentuale di persone l’aspirina può dare effetti
collaterali gravi, come sanguinamento e ulcere gastriche, e che per questa ragione è sempre bene
consultare un medico prima della sua assunzione, da motivare con esigenze mediche specifiche.

www.nature.com/articles/s41586-025-08626-7

da focus.it

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