L’Anima: un ponte tra denso e sottile

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LAnima: un ponte tra denso e sottile

di Ludovico Polastri

Denso e sottile si trovano intimamente in contatto tra loro, complementari come la materia con
lantimateria, come la vita e la morte. Ma in che modo il corpo si unisce allAnima, ossia in che
modo il denso è connesso al sottile? Il corpo fisico è dunque Anima densificata, lAnima è un corpo
sottilizzato ed entrambi sono in sostanziale rapporto graduale con tutte le cose in modo unitario
come liceberg che, nello stadio in cui si liquefa, diviene acqua ponendosi in rapporto unitario con il mare…

Il nostro modo di pensare moderno ci ha consegnato il concetto di personalità come capacità di
spiccare sugli altri, di imporre le proprie idee. Così facendo siamo stati necessariamente indotti a
separare ed allontanare il mondo circostante. Ma il concetto della nostra personalità così sorto in
modo oggettivo e limitato non risponde a verità. E pacifico che la realtà del mio IO si estende, di
fatto, dove arriva il mio stato di coscienza; ma essa sconfina, come sappiamo, anche oltre e cioè
agli stati di incoscienza, come quelli onirici, di trance e via dicendo. Non solo. Il mio IO si
diffonde pure nel mio corpo, ove avverte di essere presente fin nei minimi capillari sanguigni, fino
alle ultime cellule. La recente scoperta della scienza epigenetica ci ha tolto gli ultimi dubbi
sulla possibilità di trasmettere ai nostri discendenti anche i cambiamenti ambientali e climatici
che viviamo, facendo in modo che il nostro algoritmo riproduttivo, il DNA, si attivi ad hoc in funzione delle modificazioni della realtà circostante.

E poi scientificamente provato che il mio corpo è saldato interamente a tutti gli altri corpi che
lo circondano in un fluire incessante che mi fa estendere attraverso tutto luniverso, senza che
nessuno possa ontologicamente separarsi da me e nel quale io esisto. La concezione di vuoto, come
nulla del nulla, frattura insanabile tra gli oggetti e le energie, non regge più. Con la scoperta
del fenomeno dellentanglement abbiamo avuto la prova definitiva che qualsiasi particella atomica è
collegata luna con laltra e questo fenomeno si può estendere anche al mondo macroscopico.

Il vuoto dunque è, al contrario del senso comune, pienezza di onde, di informazione, che talvolta
emerge per sconfinare nel nostro mondo visibile. La nozione di esistenza va pertanto riconsiderata
dalle fondamenta; ed anche quello di coscienza, che deve necessariamente abbracciare dimensioni a
noi ignote. E va rivista dalle fondamenta anche la concezione di soffio vitale, di Anima che non
deve essere più considerata distinta dagli stessi elementi costitutivi la materia.

Sappiamo per certo che la vita è venuta dagli spazi profondi, da immani esplosioni di stelle che,
collassando, hanno scagliato nello spazio gli elementi necessari affinché diventassimo materia
vivente che, grazie ad un meccanismo auto-organizzativo, ha prodotto frammenti cellulari in grado di
replicarsi. Lo hanno dimostrato recentemente due ricercatori dellUniversità di Hong Kong, Sun Kwok
e Yong Zhang, dopo aver osservato stelle che, in diverse fasi della loro evoluzione, diventano
autentiche fucine di molecole organiche complesse che poi immettono nello spazio interstellare.

Quando la nostra mente riesce a sintonizzarsi su frequenze compatibili con quelle presenti nel cosmo
si vivono momenti di natura mistica e la coscienza può farsi strada ed allargarsi fino alle più
lontane propaggini considerate impenetrabili. Ogni cosa collocata nelluniverso è, di conseguenza,
costitutiva della mia stessa realtà ed in essa mi ritrovo. Vi sono dunque diverse esperienze dellIO
a seconda della maggiore o minore vastità della coscienza. Certo è che lesperienza corrente è
quella di ritenere la persona un complesso ben individualizzato di pensieri, di attribuzioni, di
emozioni, ire, gelosie ecc. e la scienza afferma con certezza che è convinzione precisa che esista
un mondo esterno le cui proprietà sono ben definite ed indipendenti dallosservatore che le
percepisce, come scrivono scienziati del calibro di Hawking e Mlodinow. In filosofia questa convinzione si chiama realismo.

Ma i recenti sviluppi della fisica iniziano a manifestare un progressivo incrinamento di questa
concezione optando per la seguente ipotesi alternativa: il mondo che conosciamo, che sta là fuori, è
costituito dalla mente umana usando come materiale grezzo i dati sensoriali ed è plasmato dalla
struttura interpretativa del nostro cervello. Dunque entriamo in contrasto con la nostra idea
quotidiana di Realtà. Lewontin, famoso genetista, ha detto che: Non esiste un ambiente in qualche
modo astratto ed indipendente: così come non cè un organismo senza ambiente, così non cè ambiente
senza organismo. Gli organismi non esperiscono gli ambienti, ma li creano! Basta pensare alluomo
che crea il proprio ambiente con ospedali, case, strade, chiese, e tutto quello che volete
aggiungere, anche linquinamento. Tutto questo sistema-ambiente che luomo crea, permette a sua
volta la vita delluomo stesso; cè quindi una doppia creazione, luomo che crea lambiente e
lambiente che permette la vita delluomo Come il ragno che si costruisce la tela, ma poi è la tela
che determina totalmente lessenza del ragno. Vale la pena anche di ricordare il profondo
contributo dato da F. Varela, neuroscienziato ed ideatore del concetto di autopoiesi; nel suo libro
The embodied mind ci ricorda che esiste una unità essenziale tra struttura organica e la mente, una
complementarità che può arrivare fino al livello di coscienza: Non ha infatti molto senso parlare
di vita come noi la intendiamo, a livello umano, senza che ci sia una coscienza e non appena cè una
coscienza dovete avere un posto dove ospitarla. Le due cose non possono essere astratte e separate luna dallaltra ma sono abbracciate.

La mente crea la realtà

Nella scuola di Santiago, di Maturana e Varela, lassunzione dellequivalenza tra struttura organica
e cognizione del processo della vita, ha tatto sì che il cervello non diventasse più necessario per
spiegare o meglio giustificare latto di cognizione: i batteri e le piante non hanno un cervello, ma
posseggono capacità cognitive anche se non in senso antropomorfo. Nel 1994 R. Penrose pubblica il
libro Shadows of the Mind, discusso testo in cui afferma che il cervello elabora quantisticamente
linformazione grazie alla presenza di microscopiche molecole di tubulina situate allinterno dei
neuroni. Lidea fondamentale di Penrose deriva dallosservazione che anche gli organismi
unicellulari hanno un comportamento finalizzato, reagiscono alla luce, evitano ostacoli, hanno una
forma di memoria, pur senza avere neuroni. Se prima si pensava che il neurone fosse la condizione
necessaria per un essere intelligente ora si scopre che lintuizione di Varela sembra avere una
dimostrazione: probabilmente lelemento fondamentale dellintelligenza cellulare è il microtubulo.
Il paramecio e gli organismi unicellulari, la coda dello spermatozoo e via dicendo ripongono
lintelligenza nei microtuboli, una sorta di computer cellulare che trasmette forze fluttuanti
mantenendo tutta la struttura vitale in equilibrio dinamico. Il microtubulo funziona quindi come un
cavo intelligente autoadattativo. In questo caso la rete neurale del cervello è abbinata alla rete
dei microtubuli e viceversa. Un gruppo di scienziati della Wayne State University sta simulando un
computer molecolare basato su microtubuli, che apprende come una rete di Hopfield (è una classe di
reti che riescono ad elaborare complesse informazioni) e si basa sulla natura oscillatoria dei suoi
elementi. I processi che regolano la trasmissione dellinformazione seguono le leggi quantistiche secondo il cosiddetto effetto tunnel.

Dunque il concetto di persona, di entità fisica diventa instabile e relativo. Sotto il fluire delle
nostre esperienze vi è una sostanza che lega tutte le cose come in un fascio, in una trama
nascosta a noi invisibile. In altre parole la coscienza del sé sorge concatenandosi alle percezioni
sensorie; solo se noi escludiamo queste percezioni, la personalità non sorge, ed avremo allora
lesatta misura del nulla, della illusorietà ed arbitrarietà nella nostra personalità. Colui che ha
Anima ha dunque la capacità di cogliere, e perché no, di comprendere, lesistenza di questi legami
invisibili, di riconoscere la vastità nella quale è immersa la sua coscienza. La parola Anima assume
pertanto un valore che travalica quello della psicoanalisi junghiana, acquisendo unimmagine
particolarmente evoluta: quella di principio, che determina il movimento e la vita che per
maturazione, divenendo cosciente del suo stesso movimento acquista qualcosa di più: il principio vitale che conosce.

Anima: rapporto tra denso e sottile

Vi è dunque una vastità dellAnima e vi è altresì un suo rapporto reale, funzionale e vitale con
tutte le cose, così da costruire una vasta unitarietà. Dunque possiamo affermare che ciò che
sentiamo dentro di noi come spinta vitale, come soffio primordiale, opera nelluniverso così come
nelle ossa del nostro scheletro o nei muscoli della carne. Anima e materia si posso pertanto
incontrare benissimo, superando quella frattura che da millenni accompagna luomo nella sua
evoluzione; lAnima può essere conosciuta dunque attraverso lo studio della materia, della sua
evoluzione, della sua fine, non escludendo il rapporto del nostro pianeta, di noi stessi, con tutto il cosmo.

Denso e sottile si trovano intimamente in contatto tra loro, complementari come la materia con
lantimateria, come la vita e la morte. Ma in che modo il corpo si unisce allAnima, ossia in che modo il denso è connesso al sottile?
Una risposta può venire da Paracelso, medico ed alchimista del 500, quando parlava di Iliastro,
intendendo lunità tra Hyle (materia) ed Astrum (astro, spirito) seguendo un preciso rapporto che E.
Swedenborg, scienziato e mistico svedese, ha dettagliatamente descritto come reali corrispondenze.
Le conoscenze scientifiche attuali hanno pienamente dimostrato linfluenza della psicologia sul
biochimismo delluomo: il sottile si è densificato. Così è stato possibile studiare e rimediare a
malattie che si riallacciavano a certi tipi di personalità: cambiando gli atteggiamenti e dunque
alterando la personalità si cambia anche la fisiologia. Recentemente si è aperta una nuova branca
della psicologia chiamata psicoimmunologia. Il corpo fisico è dunque Anima densificata, lAnima è un
corpo sottilizzato ed entrambi sono in sostanziale rapporto graduale con tutte le cose in modo
unitario come liceberg che, nello stadio in cui si liquefa, diviene acqua ponendosi in rapporto unitario con il mare.

W. Pauli ha spiegato che il termine psiche, termine di origine platonica e pertanto pervaso dalla
teoria della separazione netta dello spirito dalla materia, ha in sè il pericolo che ci induce ad
isolare lo spirito dai fatti materiali della natura, il cui campo atomico, così come linconscio,
si può solo determinare indirettamente e non in sé per sé. Le relazioni psicofisiche costituiscono
di fatto, fin dal diciassettesimo secolo, una considerevole fonte di imbarazzo per il mondo della
fisica classica, giacché proprio in questo ambiente si sarebbero dovute postulare, oltre alle
ordinarie relazioni causali che avrebbero retto tutta limpalcatura teorica della scienza, relazioni
di altro tipo, relazioni parallele. Ed una relazione parallela consiste forse soltanto in una
correlazione tra processi fisici e psichici o in qualcosa di più, forse appunto una unità
sostanziale tra Anima e corpo, spirito e materia, tra tutte le anime e tutti i corpi? Dunque nella
vastità totale, in tutto ciò che esiste unitariamente e che in definitiva si identifica con la vita, con le cose, con la materia,
con lo spirito, con le parole, con i pensieri, è verità dellAnima. E ormai consigliato fortemente
che i malati di ictus vengano curati non solo con le medicine ma soprattutto con linterazione tra
lAnima ed il corpo offeso, ovvero con quel sentimento che viene chiamato Amore. Chi ha questa
opportunità sperimenta che nuove connessioni si formano a livello neuronale e compensano quella
tabula rasa che ha prodotto lictus, quasi il pensiero, concezione sottile, si rigeneri nel denso con un intervento amorevole, animico.

E per finire, a proposito di questo rapporto, vanno rammentate le parole di Sarvepalli
Radhakrishnan, illuminato commentatore della Bhagavad Gita: Tutte le forme dellesistenza si
ritrovano in ogni essere la materia, la vita e la mente che riempiono il mondo sono presenti in noi
allo stesso titolo. Noi partecipiamo delle stesse forze che operano nel mondo esterno la
distinzione tra lAnima ed il corpo, che ricongiunge luomo al regno della natura non è una
distinzione sostanziale e non può intendersi ed aver luogo nel senso in cui laffermava Cartesio la Bhagavad Gita guarda alluna o allaltro come ad aspetti del Supremo.
Certo è che lAnima nel momento in cui si estende a tutte le cose ed in esse si densifica, distorce
e soffoca la sua totale libertà, cosicché essa assume nel momento fisico e sociale una realtà
paralizzata apparendo, talvolta, irriconoscibile come Anima. E in questo momento che vi è la
presa di coscienza di tutto ciò che nella nostra vita diviene anche terribilmente contrasto,
antitesi tra la libertà e la necessità, tra peso e leggerezza, tra divenire e fissità. Il nostro
esistere acquista pertanto un nuovo senso solo se la nostra Anima, rinascendo e trasmutandosi continuamente, riesce mediare e superare queste fratture.

Scritto da Ludovico Polastri

È laureato in Ingegneria Meccanica all’Università di Brescia, ha conseguito la specializzazione post
lauream presso il Politecnico di Milano ed effettuato corsi di specializzazione in
ambito:Produttivo, Certificazione dei Sistemi di Qualità e Ambientali Aziendali, Organizzazione e
Gestione Ambientale. Ricopre da molti anni ruoli di responsabilità in ambito tecnico, produttivo e
impiantistico per conto di importanti realtà aziendali. Si occupa inoltre di aspetti normativi e
legali inerenti la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro. Ricercatore indipendente e giornalista free lance collabora con diverse testate giornalistiche.

Roger Penrose
La Strada che Porta alla Realtà
Le leggi fondamentali dell’universo
Editore:BUR
Data pubblicazione:Dicembre 2005
Formato:Libro – Pag 1206 – 15,5×23
Ultima ristampa:Luglio 2011
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__strada_che_porta_alla_realta.php?pn=1567

Roger Penrose
Dal Big Bang all’Eternità
I Cicli temporali che danno forma all’universo
Editore:Rizzoli
Data pubblicazione:Settembre 2011
Formato:Libro – Pag 357 – 14×22 – cartonato
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__dal-big-bang-all-eternita.php?pn=1567

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