La Visione Costante

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La Visione Costante

di Michele Proclamato

La matematica del cosmo nei Rosoni della basilica di Collemaggio a L’Aquila

Il seguente articolo è tratto da Scienza e Conoscenza n. 13.

Leggendo la codifica dei Rosoni e di altri elementi architettonici in questo caso presenti
allAquila – ci possiamo rendere conto del grado di conoscenze, non ufficiali, presenti nel Medioevo
e ben prima. Essi conservano, a livello numerico, capacità conoscitive non facenti parte del
bagaglio umano del periodo in cui furono costruiti. Considerando la provenienza e la temporalità
delle informazioni da essi preservate, riesce molto difficile riconoscere tali raffinatezze
astronomiche come appartenenti a qualsiasi civiltà umana presente sulla Terra qualcosa come 3000
anni A.C, anche perché molte di esse presupponevano una visione della terra globale, con una visione
dall’alto. Iniziando con questo articolo Scienza e Conoscenza intende porre allattenzione dei suoi
lettori una tendenza emergente che vuole, nella storia dell’uomo, la presenza e l’aiuto tecnologico
di altri protagonisti portatori di civiltà e conoscenze che tuttora la scienza e in modo particolare
l’archeologia “classica” non riesce a spiegare. Ci auguriamo, insieme allautore del seguente
articolo, che i Rosoni Aquilani di Santa Maria di Collemaggio, rappresentino anche per voi un
affascinante viaggio a ritroso nella storia e nelle scienze dell’Uomo (e non solo), pieno di sorprese.

Col tempo ho cominciato a capire perché la mia storia personale ha cominciato a fondersi con una
costante insoddisfazione, evolutasi poi in una forma di ricerca o studi, affannosi, quasi disperati, i quali culminarono due anni fa in una strana scoperta: i Rosoni.
I rosoni dei luoghi Sacri parlavano, lo facevano numericamente, ma indubbiamente questo succedeva.
Teatro di questa mia piccola scoperta è stata la Basilica di Collemaggio a LAquila, in cui il
Rosone centrale, utilizzando le sue 36 braccia moltiplicate per i suoi 72 spazi, finemente compresi
alla fine degli stessi, dava un risultato degno di nota: 25920. La cifra rappresenta senza ombra di
dubbio il numero di anni compreso nella precessione degli equinozi, uno dei più raffinati movimenti
dellasse terrestre, particolarmente importante perché nessun uomo ha mai potuto assistere a tale evento.

Nel periodo in cui i rosoni si diffusero in Europa tale conoscenza, ufficialmente, non esisteva.
Allimprovviso, e senza rendermene conto, quelle mie poche sicurezze etiche, politiche e religiose
cominciarono a vacillare, accrescendo al contempo il dubbio esistenziale verso quella civiltà
occidentale, unica dispensatrice di conoscenze degli ultimi 2000 anni, dove la religione cristiana è
stata la paziente genitrice di ogni convinzione etica e morale spesso affiancata da una politica
accondiscendente, conscia però del fatto che si stava ipotecando la mente dei molti a favore degli
interessi (terreni) dei pochi. Questo succedeva dentro di me, allindomani di un evento doloroso che
avrebbe per sempre cambiato la mia vita. Da una parte tutto ciò che un tempo aveva senso perdeva i
suoi contorni rassicuranti mentre, dallaltra, una strana scoperta piena di interrogativi, sembrava
stimolare in modo quasi incontrollabile non tanto la mente, quanto la fantasia. Non immaginavo certo
di aver invece messo in moto una ricerca numerica dietro la quale si nascondeva una visione della
realtà, della storia umana, ma soprattutto di Dio, completamente diversa da quella ufficiale. Come
era possibile una tale rivoluzione interiore attraverso semplici operazioni matematiche mi è apparso
chiaro successivamente. Intuivo una strana certezza morale che mi conduceva nelle numerose letture,
accompagnate spesso da incontri fortuiti ma che di casuale avevano ben poco, in quanto, a mente
fredda, costituivano dei veri e propri tasselli di un puzzle che cominciava a delinearsi: una
visione del Micro e Macrocosmo affascinante, anche se accompagnata da un moto di rabbia verso un sistema che continua ad ignorarne la vera natura.

Non ci viene insegnato ad esempio che il numero 25920 rientra a pieno titolo in un riferimento
numerico, come il 26, uno dei passi della creazione. Sarebbe corretto insegnare che gli atti
respiratori compiuti dalluomo nellarco di una giornata sono circa 26000. Il sole si sposta a
260km/sec con tutto il suo sistema intorno al centro della Galassia, da cui dista 26000 anni luce,
il tutto facente parte di una specie di Precessione Equinoziale Solare, dove ogni giro intorno al
centro galattico si compie in 260 milioni di anni. A livello di sistema planetario stiamo infatti concludendo la 25^ orbita (ci aspetta la ventiseiesima).
La cosa ancora più intrigante di queste informazioni numeriche è il fatto che esse facevano parte
del bagaglio conoscitivo dei Sacerdoti Egizi di Menfi 300 anni prima di Cristo, e lo stesso Pitagora
apprese tali conoscenze in Egitto prima di fondare la sua famosa scuola. Sarebbe il caso di
aggiungere che il Sole ruota intorno al suo equatore in 26 giorni e al contempo lo spermatozoo umano
viaggia verso il suo centro gravitazionale con una velocità media di fecondazione pari a 260
secondi. Tralasciando lo stupore dato dai numeri, eccoci verso la parte più affascinante, il sentire
cioè di essere entrati in contatto con quella intelligenza divina che servendosi di poche costanti
universali ci ha creato, ed ha creato tutto ciò che vediamo e tocchiamo, attraverso una capacità
vibrazionale che musicalmente corrisponde alla quinta dellottava superiore (26=2\6=1\3).

In altre parole luomo respira e si riproduce rispettando una costante numerico-vibrazionale
equivalente a quella solare appartenente al nostro sistema solare e per risonanza simpatica, presente in tutto luniverso.

Numeri e vibrazioni in pietra

Il numero 72 presente nel Rosone di Collemaggio, oltre a rappresentare la velocità di spostamento
angolare dellasse terrestre di 1° ogni 72 anni, è anche una costante umana. Sono infatti 7200 i
litri di sangue pompati giornalmente dal nostro cuore (il che porta a 2628000 litri mossi in 365
giorni). Una precessione umana interna a quella terrestre, la quale si svolge dentro la precessione
del Sistema Solare. A questo punto il riferimento alle leggi Frattali del Mandelbroit credo sia
doveroso (senza dimenticare Einstein il quale era convinto che larmonia delluniverso fosse il
risultato di unintelligenza manifesta e rintracciabile), ed è giusto aggiungere che la sapienza
Egizia, che si faceva alle conoscenze dei Sumeri, quantificava il tempo intercorso tra il big-bang e
lapparizione della materia nelluniverso in 72 secondi, cosa che la scienza ufficiale non ha ancora
fatto. Tutto questo considerando anche la differenza di velocità (e quindi vibrazionale) esistente
tra luce, suono e materia, pari ad 8,7 milioni di vibrazioni al secondo (calcolo eseguito in Egitto in un periodo imprecisato prima della nascita di Cristo).

La particolare attenzione delle prime Civiltà per gli allineamenti stellari e poi solari si rivela,
in questa luce, non tanto quale frutto ignorante di una concezione panteistica della realtà,
piuttosto come una chiara conoscenza delle intime costanti universali che avvicinavano la mente
umana a quellimmenso spettacolo costituito dal ragionamento divino, della cui intelligenza vibrazionale noi facciamo parte.
Consci di tali conoscenze, presenti sul nostro pianeta in epoche molto più antiche della nostra, non
è difficile addossare la colpa della recisione del nostro cordone ombelicale cosmico proprio alle
religioni di tipo patriarcale degli ultimi 2000 anni. Esse hanno permesso lo sviluppo di società
eticamente irresponsabili nei confronti del pianeta (e delluomo stesso), che ha così dimenticato la
costante cosmica del suo battito cardiaco, rinunciando a divenire Re e Sacerdote di sé stesso. Che
ha poi demandato la sua intelligenza ai virtuosismi politici e religiosi di chi fa del tutto per
rendere il campo elettromagnetico non una rete (come lo era, sapientemente conosciuta, nelle epoche
antiche [vedi campo toroidale del cuore pag13 e la musica dei lacci fondamentali della stringa a pag
24-25 ndt]), ma una gabbia impenetrabile per i pensieri umani che non riescono più a fare a meno
della gravità del pianeta, rinunciando a quelle costanti perfette volute da Dio stesso.

Tornando ai rosoni (e tralasciando lo sfogo galattico) mi resi conto che lintuizione, lentamente,
soppiantava il razionale ragionamento, ma mi lasciai trascinare perché era proprio la parte
femminile dei miei emisferi ad avere la meglio in questa ricerca delle conoscenze antiche. In
seguito capii di essermi occupato di una vera e propria scienza definita simbolismo armonico ben
conosciuta dalle civiltà più antiche della terra.La facciata di Collemaggio ha 3 rosoni e mentre
quello centrale, di cui ho accennato sopra, si comportava come un perfetto calcolatore temporale (ho
tralasciato molti particolari riguardanti lo scorrere del tempo terrestre e lunare), quello alla sua
destra, definito dagli esperti romanico, si comportava a livello numerico in modo alquanto
discutibile. Dotato di 14 braccia, mi bastò una semplice operazione – 14×14=196 – per ottenere
lascensione retta (coordinata celeste usata in astronomia) di una stella presente nella
Costellazione Aquila, le cui coordinate celesti sono appunto a.r. 19.6. Grazie allappassionata
partecipazione di un amico telematico molto dotato, scoprimmo che la costellazione aquila era
stata la planimetria stellare utilizzata per la dislocazione di tutti i luoghi sacri della città dellAquila.

Da questa scoperta riuscimmo a risalire ad un numero rilevante di chiese, nei secoli abbattute,
sconsacrate o distrutte dai terremoti, semplicemente sovrapponendo la costellazione aquila sulla
città, mantenendo i luoghi sacri più importanti come Collemaggio, le 99Cannelle, S Berardino e S
.Silvestro come i punti di riferimento più importanti. La cosa incredibile si verificò quando fu
evidente che la planimetria delle 99Cannelle era la stessa della costellazione Aquila. Una semplice
moltiplicazione delle 14 braccia del rosone romanico di Collemaggio dava la possibilità di ragionare
con la stessa metodologia cosmica di più di 800 anni fa, la quale voleva la nascita di questa città
strettamente collegata ad una dislocazione stellare. Tuttora mi chiedo se e come una mentalità
analitica, come quella promossa sui banchi di scuola, poteva immaginare una tale ricchezza storica
allinterno di un oggetto in pietra finemente lavorato, ma altrettanto muto e inutile secondo i nostri canoni conoscitivi.

La distanza tra lintelligenza cosmica dei mastri costruttori e quella analitica dei nostri tempi
era stata annullata attraverso una semplice moltiplicazione, a conferma della validità del
linguaggio numerico insito nei rosoni, capace di azzerare differenze culturali, religiose,
geografiche, conoscitive e non ultime temporali. A confermare il carattere un po ribelle del rosone
in questione, vi era la sua propensione ad indicare latitudini geografiche piuttosto sospette,
considerando il suo periodo di costruzione. Infatti i 14°(gradi) sopra lequatore indicano le isole
Barbados, a 28°(14×2) si trovano le Bahama, S. Salvador (C. Colombo); a 42° (14×3) New Port (Rhode
Island – approdo templare); a 56° (14×4) Terranova (Pen. del Labrador – territorio del nuovo mondo
raggiunto da Lord Sinclair re delle Orcadi tra i1398 e il 1399, molto prima quindi di qualsiasi
spedizione di C. Colombo). Si aggiungono riferimenti sotto lequatore, puntualmente rispettati, in
seguito, dai grandi navigatori portoghesi. Questa escursione matematico-geografica ci riporta ancora
una volta alla Fontana delle 99 Cannelle, dove molteplici e tali sono i riferimenti tanto da
avvicinarla ad una vera e propria mappa in pietra, in cui non mancano i venti, le costellazioni, le rotte, le coordinate e soprattutto lacqua.

Solstizio destate

Se considerate che tutte queste conoscenze sono racchiuse tra le geometrie ed i numeri delle
particolarità architettoniche di un rosone ancora poco conosciuto, credo sia di conseguenza giusto
testimoniargli gli onori meritati. Il rosone centrale della basilica di Papa Celestino V è inoltre
inclinato di 3°, affinché il sole del 21 giugno (solstizio destate) vi penetri e vada a colpire un
particolare punto del labirinto disegnato sul pavimento della navata centrale, così da formare il
settimo cerchio del labirinto (i sette pianeti del serpente poco più a destra), ed innescare
magicamente un processo energetico-vibrazionale. Le costanti universali costituivano il tessuto
temporale stesso imprescindibile delle Civiltà antiche. Tali conoscenze vennero nel tempo distorte
e definite esoteriche, ma esse rappresentavano il fondamentale legame tra luomo (micro) e
luniverso (macro). Esaminando, attraverso i numeri, anche altri magnifici rosoni presenti a
LAquila, mi colpì uno in particolare, in quanto facente parte di quei luoghi sacri della
Costellazione Aquila: iIl rosone della chiesa di San Silvestro da Collebrincioni. Ha 18 braccia, e
considerando la disposizione degli altri particolari architettonici della chiesa (la linea
dellequatore a metà facciata e la linea superiore dello stesso colore ad indicare i valori
dellemisfero nord) ipotizzai che, tramite la proiezione dei 18 raggi e dei 18 appoggi a forma di
arco, potesse fornire una proiezione tipo Mercatore sulla facciata stessa. Tale ipotesi si è rivelata esatta anche se necessita di uno studio a parte.

Di fondamentale importanza si sono poi rivelate alcune decorazioni artistiche intorno al portale
della medesima chiesa le quali, numericamente, danno gli stessi riferimenti metrici dei lati della
Piramide di Cheope, del perimetro di Castel del Monte (Federico II di Svevia), dellaltezza e
profondità della cattedrale di Chartres. Il collegamento con questi luoghi non è casuale, dal
momento che la linea magnetica che unisce Giza a Stonehenge tocca tutte queste località, ponendo la
città dellAquila al centro, come un nodo da cui dipartono altre piste magnetiche che la uniscono
alla Terra Santa verso cui è, ancora una volta, riconducibile, lorientamento della Basilica di Collemaggio.

Si può intuire come le conoscenze intrinseche dei rosoni abbiano aperto ad una visione globale
delluniverso, delluomo e della terra, e come sono solo un piccolo esempio della loro capacità di
testimoniare un passato conoscitivo sconfessato e mai accettato dalla scienza ufficiale.
Non potevo infine tralasciare il rosone di sinistra dei tre di Collemaggio, che si comporta a sua
volta come un frazionatore equinoziale in quanto contiene, nella sua parte centrale, la suddivisione atomica dellIdrogeno, definita a livello architettonico in modo incredibile.

Con queste righe spero di aver suscitato il vostro interesse verso la capacità antica di lavorare la
pietra. Verso il modo in cui si riusciva a donare ad un rosone, oltre alla bellezza estetica,
unanima, carpibile attraverso il calcolo numerico. Non si tratta tanto di cogliere un eco
archetipico proveniente dal nostro antico passato, ma un monito, affinché luomo riconosca (o
ricordi) che il suo DNA si dipana danzando al suono di una musica che non si differenzia da quella dei pianeti e delle stelle. Solo così potrà salvare sé stesso, da sé stesso.

LAquila 22 giugno 2005

Giannandrea Capecchi, Maria Grazia Lopardi
Notre Dame di Collemaggio
Arkeios Edizioni
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__notre-dame-di-collemaggio.php?pn=1567

Michele Proclamato
Il Segreto delle Tre Ottave
Dai rosoni di Collemaggio ai cerchi nel grano, alla ricerca delle leggi dell’Universo Melchisedek – Promarco Edizioni
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__segreto_delle_tre_ottave.php?pn=1567

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