La teoria dell’infezione

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La teoria dell’infezione

Scritto da: Enric Costa Vercher

Medicina Non Convenzionale | 14/01/2018

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Conosci la teoria dell’infezione?

La teoria dell’infezione, anche denominata teoria microbica delle malattie, nacque nell’ultimo terzo
del XIX secolo e fu la conseguenza dell’applicazione dei primi microscopi in medicina; mediante essi
si resero visibili alcune forme di vita minuscole e fino ad allora invisibili: i microbi.

Tale constatazione divise la classe medica in due grandi gruppi.

Il primo gruppo era formato dalla maggioranza dei medici dell’epoca che pensava che il microscopio
non avesse creato i microbi, ma li avesse solo resi visibili e che, pertanto, se i microbi stavano
qui, sulla nostra pelle, nella bocca e nel nostro intestino, fosse per un qualche motivo. Dato che
sino ad allora erano rimasti sconosciuti, forse avevano qualche missione non ancora conosciuta da compiere. In ogni caso, sarebbe stato prudente aspettare e osservare.

Questo primo gruppo di medici mostrò, con il suo atteggiamento, di possedere le virtù proprie del
rigore scientifico: prudenza nell’affermare novità e paziente osservazione sino a raccogliere
sufficienti informazioni per sapere cosa realmente è quello che si vuole conoscere.

Il secondo gruppo di medici fu capitanato da un industriale che non era un medico, il noto Louis
Pasteur. Fin dal primo avvistamento, quei medici affermarono che i microbi causavano malattie e che
questi nuovi ospiti erano pericolosi e che bisognava difendersi da essi con prodotti industriali: antisettici, sieri e vaccini.

Era la prima volta che vedevano queste forme di vita con i loro rudimentali microscopi di appena 20
o 40 ingrandimenti; non avevano esperienza precedente, dato che erano appena entrati sulla scena
scientifica e avevano individuato solo qualche specie. Tuttavia, queste conoscenza lacunose non
impedirono loro di affermare categoricamente che questi germi appena scorti erano degli assassini
implacabili. Questo secondo gruppo di medici non diede mostra di prudenza scientifica, ma più che altro sembrava avere fretta.

Era il tempo della rivoluzione industriale e, curiosamente, alla emergente industria chimica e
farmaceutica sembrò molto interessante la visione sui microbi che aveva questo gruppo capeggiato
dall’industriale francese Pasteur. Se si dovevano fabbricare prodotti per difendersi da questi nuovi
ospiti, significava che il mercato era enorme. Questa grande simpatia tra la nuova teoria
dell’infezione e il mondo industriale fu di importanza capitale affinché si imponesse come teoria dominante e il suo dominio si mantenesse sino a oggi.

Così, attualmente, l’immensa maggioranza, per non dire la quasi totalità delle persone, sia che si
tratti di gente comune con una cultura media, sia di persone con titoli di studio, in carriera
professionale, con master, specializzazioni e curricula di pregio, credono alla lettera che questa
teoria sia corretta. Inoltre, credono e confidano nel fatto che, a suo tempo, i suoi difensori
dimostrarono che era corretta, così come afferma qualsiasi enciclopedia, manuale specializzato o
libro di testo scolastico. Tuttavia, il lettore deve sapere che non è affatto così.

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