LA SINCRONICITA’ 1

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LA SINCRONICITA’ 1

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

La legge dell’unità di Paul Kammerer

Onnipresente e continua nella vita, nella natura e nel cosmo. E’ il cordone ombelicale che connette
pensiero, sentimenti, scienza e arte al grembo dell’universo che li ha partoriti. Paul Kammerer

Sii qui. Questo è il momento presente, tu stai leggendo quello che è scritto… ma chi sei? Fermati
un istante e sentiti… sei un tutt’uno, miliardi di atomi si muovono… e tu sei parte integrante
di un’immensa esistenza… questa è la dimensione della sincronicità.

La sincronicità rappresenta una delle colonne più importanti della visione olistica; quando la si
comprende, sembra di averla sempre conosciuta e di non poterne più fare a meno. Quanti eventi,
importanti o meno, nella nostra vita sono accaduti per quello strano caso, per quella particolare
coincidenza fortuita… incontri, sogni, dejà-vu, premonizioni, fortune. Qualsiasi ordine di eventi
implicitamente significativo, che accade senza apparente causa o programmazione, rientra nel vasto
fenomeno chiamato sincronicità, la silenziosa legge dell’unità e della coevoluzione.

È la logica che sottostà alla legge dei simili, alla legge del karma e del destino. È la legge
polare che bilancia il principio di causa-effetto. Agisce là dove la mente razionale, con la sua
limitata conoscenza, non può giungere, nei fenomeni che la mente non comprende e che, con superba
ignoranza, stabilisce essere dovuti al caso. Usa il vuoto là dove la mente razionale usa il pieno.
Per la scienza ufficiale la nascita della vita sul nostro pianeta e la sua progressiva evoluzione in
complessità è dovuta al caso! Ma se il “caso” ha portato a questa vita e alla nostra coscienza,
allora conviene rivalutarlo, e considerarlo una delle forze più potenti e intelligenti del nostro
universo. La legge che unisce le cose simili è al centro del processo di unione e co-evoluzione. È
la forza che porta miliardi di atomi a ritrovare una loro unità formando una cellula… o la forza
di miliardi di cellule quando si sincronizzano nelle loro comunicazioni e informazioni e creano un
animale multicellulare.

Pauli e la danza astratta della materia

Il concetto moderno di sincronicità nasce dall’incontro di un Premio Nobel della fisica, Wolfgang
Pauli, con uno dei padri della psicologia del profondo, Carl Gustav Jung.

Pauli sostiene che a livello di fisica quantistica la realtà è coinvolta in una “danza astratta”
senza alcuna causa materiale; sostiene, inoltre, che tutte le particelle possono essere divise in
due gruppi a seconda della danza che eseguono. Fermioni, elettroni, protoni, neutroni e neutrini
formano il gruppo che compie una danza antisimmetrica. Mesoni e bosoni (tra cui i fotoni) compiono
una danza simmetrica.

Nel caso delle particelle antisimmetriche, risulta che questa danza astratta ha l’effetto di tenere
sempre separate le particelle con la stessa energia. Nel caso del principio di esclusione, due
elettroni non possono danzare sullo stesso orbitale atomico a meno che non abbiano spin (rotazione,
polarità) opposta. Proprio come gli uomini danzano solo con le donne. Questa esclusione tra
particelle uguali non è il risultato di una forza, cioè non è un atto causato, ma il risultato di
quel movimento astratto delle particelle prese nel loro insieme, che chiamiamo antisimmetria. La
danza collettiva ha un effetto profondo sulle singole particelle. Questo principio di esclusione
permette agli elettroni di un atomo di disporsi su differenti orbitali (livelli di energia), e rende
gli atomi stessi differenti tra loro per proprietà e caratteristiche. Pauli contribuisce alla
comprensione delle leggi armoniche della realtà con la scoperta di una struttura astratta che si
nasconde dietro la superficie della materia atomica e determina il suo comportamento in maniera
non-causale.

È così creato il presupposto sperimentale alla legge di sincronicità sul piano fisico.

La vita di Pauli, nonostante il suo interesse per la simmetria interiore, era tuttavia caduta in un
grave stato di disordine. Nel 1928, parallelamente alle sue grandi scoperte nel mondo razionale
della fisica quantistica, la sua vita psicologica venne gravata dal suicidio della madre a cui seguì
un disastroso matrimonio con una cantante di cabaret che lo abbandonò poche settimane dopo. Alcool e
depressione accompagnarono un crollo nervoso, che lo portò ad incontrare Jung. Il lavoro sul
profondo fu di grande aiuto: Pauli produsse più di mille sogni e impressioni visuali da cui
emergevano simboli e figure archetipiche marcatamente simili a quelle degli alchimisti medioevali.
Questi sogni culminarono nella visione di un orologio cosmico della più sublime armonia, che Jung
definì sintomatico di un’avvenuta conversione. La rinascita di Pauli seguiva una profonda logica di
simmetria e di equilibrio che, dal mondo dei quanti, si proiettava in quello della psiche.

La legge della sincronicità aveva ancora una volta manifestato la sua potenza sottile.

Il principio di connessione acausale di Jung

Jung riteneva che il sincronicismo è il pregiudizio dell’Est, la causalità è il moderno pregiudizio
dell’Ovest. Jung credeva nell’esistenza di un inconscio collettivo, un’area profonda e universale
della mente, una dimensione dell’esistenza che, nascosta sotto le apparenze della realtà esteriore,
ne condiziona e ne dirige i movimenti. Durante il periodo che segnò la rottura con Sigmund Freud, a
Jung accaddero una serie di situazioni sincroniche. La più conosciuta di queste sincronicità avvenne
mentre Freud stava rimproverando Jung della sua passione per lo spiritualismo, e lo metteva in
guardia contro la marea nera di fango dell’occultismo. Jung provò un’emozione di reazione, sentì un
caldo bruciante al diaframma dopodiché entrambi udirono un forte suono proveniente dalla libreria.
Jung ebbe la sensazione che quel colpo fosse dovuto alla sua situazione energetica interiore, e lo
comunicò a Freud, che dissentì. Subito dopo Jung espresse la sensazione che l’effetto si sarebbe
ripetuto, cosa che puntualmente avvenne lasciando Freud molto scosso.

Da quel momento le loro strade si separarono e questo condusse Jung a vivere il periodo più
difficile della sua vita; iniziò un’esplorazione della psiche, dei tipi psicologici,
dell’estroversione e dell’introversione fino ad elaborare il concetto di inconscio collettivo. La
sua ricerca entrava nelle pericolose aree profonde in cui l’antico e lo spirituale si incontrano, in
cui sarebbe utile la presenza di un maestro o di una guida, e che Jung, grazie alla sua forza
interiore, riuscì ad esplorare da solo.

Dopo un sogno in cui aveva simboleggiato la sua mente come una casa con una cantina nascosta, in cui
una porta conduceva in una caverna ancora più remota e preistorica, Jung iniziò la sua discesa
simbolica nelle profondità della coscienza, come gli Dei sumeri che scendevano agli Inferi prima di
raggiungere le vette risplendenti.

Il grande psicologo ebbe una serie di visioni terrifiche e angoscianti, in cui antichi spiriti come
Filemone, Simon Magnus, Lao Tzu, Klingsor, entravano in contatto con lui, istruendolo e facendogli
da guida. Gli episodi culminarono nel 1916, quando l’intera abitazione di Jung era “infestata” dalle
presenze che lo portarono a scrivere I sette sermoni ai morti, uno scritto profetico con una visione
cosmologica globale del mondo fisico e spirituale. Questo scritto segna la fine del periodo di caos
mentale di Jung; vi si trovano elementi concettuali di grande importanza come la creazione della
coscienza individuale, la creatura, dall’indifferenziato pleroma, e intuizioni sul terreno comune da
cui sono evolute la mente e la materia. La sua intuizione dei miti della creazione anticipa i
caratteri della visione olistica; Jung aveva conosciuto le profondità e le vette della sua psiche ed
era, così, pronto per comprendere e dare espressione in termini moderni all’antico concetto di
sincronicità.

Il Tao e la sincronicità

Nel 1930, al discorso commemorativo per la morte di Richard Wilhelm, Jung disse: “La scienza dell’ I
Ching non è basata sul principio di causalità ma su un principio che io ho provato a chiamare
principio sincronico”. Cinque anni dopo, ad una conferenza tenuta a Londra, Jung sostenne che “il
Tao può essere ogni cosa, io uso un altro termine per designarlo… lo chiamo sincronicità”.

Dopo l’incontro con Pauli, Jung fu in grado di cristallizzare le sue idee. Nel 1952 i due studiosi
pubblicarono insieme L’interpretazione e la natura della psiche che conteneva due saggi, uno di
Pauli sull’influenza degli archetipi nella teoria di Keplero, l’altro di Jung sulla natura della
sincronicità. In questo saggio Jung descrive la sincronicità come “la coincidenza nel tempo di due o
più eventi causalmente non correlati anche se legati dallo stesso o simile significato” o come
“parallelismo acausale” o anche come “atto creativo”. Su suggerimento di Pauli, Jung produsse il
diagramma in cui la sincronicità bilanciava la causalità (vedi fig.**) così come il tempo bilancia
lo spazio. Il fisico suggerì che si enfatizzassero le differenze e le similiudini di sincronicità e
causalità e che si introducesse il concetto di “significato”; così facendo, Pauli suggeriva una via
attraverso la quale l’approccio obiettivo della scienza e della fisica (basata sulla connessione
attraverso effetti) potesse essere integrato con valori più soggettivi (connessione attraverso
equivalenza o significato). L’intera nozione di “significato” è di fatto il cuore stesso della
sincronicità: l’essenza di un evento sincronico è proprio il significato che esso ha per colui che
lo sperimenta. La sincronicità agisce come specchio dei processi interiori, creando forti paralleli
tra eventi esteriori e interiori, una similitudine delle informazioni e delle coscienze. Pauli
credeva che la sincronicità potesse rendere possibile il dialogo tra fisica e psicologia, facendo
entrare il soggettivo nella fisica e l’oggettivo nella psicologia. Fisica e psicologia qui valgono
come materia e coscienza, come scienza e sacralità. Secondo Pauli era necessaria questa visione
globale per poter comprendere gli aspetti soggettivi e oggettivi come manifestazioni implicite di
uno stesso fenomeno.

Fino al termine della sua vita, – riporta David Peat nel suo libro Synchronicity: the bridge between
matter and mind – Pauli conservò una profonda convinzione del potere della simmetria. Mentre
lavorava intensamente alla teoria del campo unificato, scrisse al suo amico Heisenberg: “Divisione e
riduzione della simmetria, questo è il bandolo della matassa! La forma è un antico attributo del
diavolo… se solo i due contendenti divini – Cristo e il Diavolo – potessero notare che sono
cresciuti in modo così simmetrico!” Forma e coscienza, spazio e tempo, energia quantica e
informazioni sono sempre cresciuti parallelamente.

Il fenomeno della centesima scimmia
Di Lyall Watson

Tra gli infiniti esempi di sincronicità riportiamo il famoso caso della centesima scimmia che Lyall
Watson, in Life Tide (la marea della vita) racconta in modo romanzato, partendo da un episodio
realmente accaduto:

“Il comportamento della scimmia giapponese Macaca Fuscata è stato intensamente studiato dagli
etologi per più di trent’anni, osservando un certo numero di colonie selvagge. Una di queste colonie
viveva isolata sull’isola di Koshima, di fronte alla costa occidentale di Kyushu, dove nel 1952
l’uomo fornì alle scimmie una “spinta” evolutiva: delle patate dolci gettate sulla sabbia. Erano
stati approntati una serie di posti di osservazione, nei punti d’incontro del territorio del gruppo.
Abitualmente le giovani scimmie imparano le abitudini alimentari dalle madri, che insegnano a loro
cosa mangiare e come comportarsi con il cibo stesso. In questo gruppo di macachi si era sviluppata
una complessa tradizione che comprendeva germogli, frutti, foglie, gemme, di centinaia di specie di
piante. Perciò essi avvicinarono le nuove scorte di cibo ‘artificiale’, ma nulla nel loro repertorio
li rendeva capaci di trattare con patate dolci selvatiche, coperte di sabbia.

A un certo punto Imo, una femmina di diciotto mesi, risolse il problema, portando le patate giù
verso il torrente e lavandole prima di mangiarle. Comparata con le conoscenze già acquisite da
queste scimmie, questa era una vera rivoluzione culturale. Richiedeva astrazione e una deliberata
manipolazione di parecchi parametri rispetto all’ambiente.

Invertendo la normale tendenza, fu la giovane Imo a insegnare alla propria madre il trucco. Lo
insegnò anche ai suoi compagni di gioco che, a loro volta, lo insegnarono ai loro genitori. Piano
piano, la ‘nuova cultura’ si sparse attraverso la colonia, e ogni passaggio ebbe luogo in piena
vista degli osservatori. Nel 1958, tutti i giovani lavavano il cibo sporco, ma i soli adulti (più
vecchi di cinque anni) che adottavano le novità, erano quelli che l’avevano imparata dai figli.

Poi successe qualcosa di straordinario: nell’autunno di quell’anno, un numero imprecisato di scimmie
di Koshima lavava le patate dolci nel mare, perché Imo aveva fatto l’ulteriore scoperta che l’acqua
salata non solo puliva il cibo ma gli dava un interessante nuovo sapore.

Era un martedì quando gli etologi osservarono questo fenomeno: un certo numero di scimmie, diciamo
99, per rendere l’evento più chiaro, era sulla riva alle undici di quella mattina, quella stessa
sera tutte le scimmie dell’isola avevano iniziato a lavare le patate! Possiamo immaginare che,
raggiunta una certa ‘massa critica’, una centesima scimmia si sia aggregata al gruppo che lavava le
patate provocando un drammatico cambio di comportamento nell’intera comunità.

Non solo, ma il comportamento aveva in qualche modo superato le barriere naturali ed era apparso
spontaneamente in colonie su altre isole e pure sulla terraferma, in un gruppo a Takasakiyama.”

Il fenomeno della centesima scimmia è diventato popolare nella nuova cultura New Age perché investe
l’azione di ogni singolo individuo di una potenzialità ben più vasta e significativa. Il messaggio è
che cambiando noi stessi possiamo, per sincronicità, portare rivoluzionari cambiamenti all’intero
pianeta.

Sincronicità, emisferi cerebrali e vuoto

Il fatto che l’Occidente sia identificato con la legge di causa-effetto e l’Oriente sia identificato
con la legge di sincronicità ben si adatta alla recente logica neuropsicologica della divisione tra
emisferi cerebrali.

Il principio di causa-effetto costituisce la matrice logica del funzionamento dell’emisfero
razionale-maschile e la base stessa della scienza; questo principio si esprime nello spazio, nella
relazione fisica tra due oggetti o due forze che vengono direttamente in contatto e che si
modificano, ad esempio: “mi sono ammalato di otite perché un batterio è penetrato nel mio corpo”.
Tutti i fenomeni che la scienza studia vengono tradotti in relazioni di causa-effetto, perché questo
modo di comprendere gli avvenimenti può essere spiegato e compreso con chiarezza e razionalità.

La sincronicità è il principio polare che regola l’emisfero analogico-femminile da cui nascono le
arti e le discipline intuitive, come gran parte della psicologia, inconcepibili in termini di
razionalità e quantificazione. La sincronicità costituisce l’essenza della bellezza e dell’armonia,
del fascino femminile, dell’analogia simbolica, della magia degli eventi che rendono significativa
la nostra vita. “Mi sono ammalato di otite proprio il giorno in cui dovevo sostenere quell’incontro
che mi spaventava”!

La mente razionale (percentualmente maschile e simbolicamente Yang) è attratta soprattutto dagli
oggetti, dalle singole unità di cui è composto un insieme. Ad esempio, un musicista, ascoltando un
brano di musica classica, è portato ad analizzarne la struttura, a considerare la bravura dei
singoli strumentisti, del direttore, le differenze tonali e ritmiche: tutta questa elaborazione
viene svolta dall’emisfero analitico-razionale che, appunto, frammenta l’insieme del brano nei suoi
singoli costituenti. La mente estetica, intuitiva per le sue qualità recettive e femminili
(simbolicamente Yin), ascolta il brano nel suo insieme, sincronicamente in contatto con le emozioni
e gli intenti dell’artista che lo ha composto, lo gode come evento globale, si lascia trasportare
dalla musica e si abbandona alle sensazioni che nascono dentro. Tutto è giocato sulla sintonia,
sulle analogie tra la musica, i propri sentimenti e la situazione nel suo complesso.

La concezione olistica nasce dall’unione tra queste due strutture logico conoscitive
dell’intelligenza umana.

Il Taoismo, la più femminile e naturale delle vie spirituali, ricorda che il vaso è costruito di
terracotta ma è per il suo vuoto interno che è utile: un’analogia dell’uomo e del suo vuoto
interiore, dell’indicibile esperienza di una coscienza senza contenuti che si ottiene entrando in
sincronicità con l’esistenza, con il Tao.

Parallelamente all’evoluzione del pensiero “forte” (termine che comunemente designa un atteggiamento
materialista e pragmatico) si è evoluta anche una linea di pensiero “debole”, una “epistemologia
fluida” basata sulla trasmissione intuitiva della conoscenza e delle comprensioni tra persone tra
loro simili e non, come nella nostra cultura, attraverso l’acquisizione mnemonica e intellettuale di
dati precisi, di nozioni complete e strutturate. Non per nulla l’Oriente è profondamente legato alla
sincronicità e alle sottili trasformazioni spirituali che rendono possibile, nel presente,
l’accadere di eventi significativi per la nostra vita… pensiamo all’incontro d’amore, al nascere
dell’amicizia, al rapporto maestro-discepolo, alla natura del Buddhafield. Seguendo la nostra linea
di analisi, se la base dell’attitudine occidentale è il principio di causa-effetto, che si esprime
pienamente nella scienza materialista e oggettiva, il principio di sincronicità potrebbe essere la
base della nuova scienza olistica, in cui è contemplata la dimensione interiore. La sincronicità
racchiude in sé la logica del fenomeno della coerenza, della non-località, del vuoto sub-quantistico
e del campo-psi. Di fatto la nostra società è fondata sul pieno e sull’avere, poli opposti ai valori
orientali, legati al vuoto e all’essere. Il principio di sincronicità costituisce una più importante
base teorica per comprendere come le varie informazioni trovano la loro unità all’interno di un
Cyber e come i differenti Cyber si sincronizzano tra loro evolvendosi per salti quantici fino
all’attuale salto verso la coscienza planetaria.

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