La Scienza Sacra di Sri Sri Yukteswarji 6

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La Scienza Sacra di Sri Sri Yukteswarji 6

parte sesta

“LA SCIENZA SACRA”

(parte sesta)

SUTRA 29

Nella sfera Svarloka (‘cielo’), l’uomo è in grado
di capire i misteri di Citta, la terza parte o parte
magnetica della creazione. Egli diventa Vipra (un
‘essere quasi perfetto’). Questo è lo stato mentale
che predomina nel Treta Yugu.

Il cuore consacrato. In questo stato di consacrazione
l’uomo, ritirando il suo sé da Bhuvarloa,
il mondo degli attributi elettrici, raggiunge
Svarloka, il mondo degli attributi magnetici, le
forze elettriche e i poli; egli allora diventa capace
di comprendere Citta, il Cuore, la terza parte o
parte magnetica della creazione. Citta, come
spiegato nel primo capitolo, è l’Atomo spiritualizzato,
Avidya, l’Ignoranza, un frammento delle
Tenebre, Maya. L’uomo, comprendendo Citta,
riesce a capire nella loro totalità sia le Tenebre
(cioè Maya stessa, di cui Citta è parte) sia la
creazione intera. Allora egli diventa Vipra, un
‘essere quasi perfetto’. Riferito all’uomo questo
stato e chiamato Treta e quando in un qualsiasi
sistema solare diviene la condizione naturale di
tutto il genere umano, si dice che l’intero sistema
si trova nel Treta Yuga.

SUTRA 30

In Virtù di un vero pentimento l’uomo perviene
al Maharloka (il ‘grande mondo’). Non più sottoposto
all’influenza dell’Ignoranza, Maya consegue
la purezza del cuore. Egli accede alla casta naturale
dei Brahmana (‘coloro che conoscono Brahma’).
Questo è lo stato mentale che predomina nel Satya Yuga.

Il cuore puro. Continuando il cammino verso
Dio, l’uomo innalza il suo sé fino al Maharloka,
la regione del magnete, l’Atomo; allora, essendosi
ritirate tutte le varie forme dell’Ignoranza, il
suo cuore giunge a uno stato di purezza privo di
tutte le idee esteriori. L’uomo può quindi comprendere
la Luce Spirituale, Brahma, la Sostanza
Reale nell’universo che è l’ultima ed eterna parte
della creazione. In questo stato l’uomo viene
chiamato Brahmana, ossia colui che appartiene
alla casta spirituale. Questa fase dell’esistenza
umana è detta Satya e quando in un qualsiasi
sistema solare diviene lo stato naturale di tutto il
genere umano, si dice che l’intero sistema si trova
nel Satya Yuga.

SUTRA 31-32

L’uomo che non solo riflette, ma rende manifesta
la Luce Spirituale, ascende al Janaloka, il regno di Dio.
Quindi passa nel Tapoloka, la sfera del Kutastha Caitanya.
Abbandonando la vana idea di una propria esistenza
separata, entra nel Satyaloka, dove raggiunge
lo stato di liberazione finale o Kaivalya, l’unione con lo Spirito.

Quando il cuore è in tal modo purificato, non
solo riflette, ma rende manifesta la Luce Spirituale,
il Figlio di Dio; e così consacrato, ovvero
unto dallo Spirito, diventa Cristo, il Salvatore.
Questo è il solo modo grazie al quale l’uomo,
battezzato ancora una volta o assorbito nello
Spirito, può elevarsi al di sopra della creazione
delle Tenebre ed entrare nel Janaloka, il Regno
di Dio, cioè la creazione della Luce. L’uomo che
ha raggiunto questo stato viene chiamato Jivanmukta
Sanyasi, come Gesù di Nazareth.

“In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce
da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Giovanni, 3, 5

“Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita;
nessuno viene al Padre se non per mezzo mio”.
Giovanni, 14, 6

In questo stato l’uomo sa di essere soltanto
un’idea effimera che riposa su un frammento
dell’universale Spirito Santo di Dio, il Padre
Eterno; e comprendendo il vero significato dell’adorazione,
sacrifica il suo sé allo Spirito Santo,
l’altare di Dio. Cioè abbandonando la vana idea
di una propria esistenza separata, ‘muore’ o si
dissolve nell’universale Spirito Santo; raggiunge
così il Tapoloka, la regione dove dimora lo Spirito Santo.
Diventando in tal modo una cosa sola con lo
Spirito Santo universale di Dio, l’uomo si unisce
al Padre Eterno stesso, e così accede al Satyaloka,
comprendendo finalmente che la creazione
intera in sostanza è soltanto un mero gioco di
idee avente la sua stessa natura, e che nell’universo
non esiste niente altro al di fuori del proprio
Sé. Questa unione è chiamata Kaivalya, l’Unico Sé.

“Beati sin d’ora i morti che muoiono nel Signore”.
Apocalisse, 14,13

“Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo;
ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”.
Giovanni, 16, 28

Capitolo 4
La Rivelazione

SUTRA 1-3

L’essere umano diventa un adepto dopo aver purificato
i suoi tre corpi. Si può raggiungere questo
stato anche per grazia del guru.
La purificazione si ottiene per mezzo della Natura,
della penitenza e dei mantra.
Per mezzo della Natura si purifica la materia
densa (il corpo fisico); per mezzo della penitenza si
purifica la materia sottile (il corpo sottile) e per
mezzo dei mantra si purifica la mente.

Si diventa adepti dopo aver purificato il corpo
nel suo insieme. La purificazione del corpo materiale
può essere compiuta per mezzo delle cose
che la Natura ha creato contemporaneamente al
corpo stesso; quella del corpo elettrico, esercitando
la pazienza in ogni circostanza, e quella del
corpo magnetico (Citta, l’Atomo spiritualizzato, il
Cuore) regolando il respiro per mezzo del mantra,
il purificatore della mente. I metodi per purificare
i tre corpi si possono apprendere ai piedi
degli esseri divini che sono testimoni della Luce e
portano la testimonianza della Coscienza Cristica.

SUTRA 4-5

Grazie al sacro effetto del mantra, si può udire
il Pranava o suono di Om.
Il sacro suono viene udito in vari modi a seconda
del grado di sviluppo che il devoto ha raggiunto
nella purificazione del proprio cuore.

Continuando a regolare il respiro secondo gli
insegnamenti del Maestro Spirituale (il Sat-Guru),
il Verbo sacro (Pranava o Sabda) si rende
spontaneamente manifesto e diviene udibile.
Quando questo mantra (il Verbo, Pranava) si
manifesta, la respirazione diventa regolare e arresta
il decadimento del corpo fisico.
Il Pranava si manifesta in forme diverse nei
diversi stadi di sviluppo della purificazione del cuore (Citta).

SUTRA 6

Chi coltiva l’amore insito naturalmente nel cuore,
ottiene la guida di un guru e inizia a percorrere
il sentiero della disciplina spirituale (Sadhana). Diventa
allora un Pravartaka, un iniziato.

Si è già parlato del Sat-Guru e dei modi che
permettono di rimanere in sua compagnia. L’essere
umano che è dotato del dono celeste del
puro amore, si sente naturalmente incline a evitare
Asat, e a rimanere in compagnia di ciò che è
stato definito come Sat. Restando amorevolmente
vicino al Sat egli può essere così fortunato da
compiacere qualcuno che gli stia accanto come
suo Sat-Guru o Maestro Spirituale. Continuando
a rimanere nella sua divina compagnia, nel cuore
del discepolo nasce la predisposizione, Pravrtti,
a liberarsi dalla schiavitù della creazione delle
Tenebre, Maya; egli diventa allora un Pravartaka,
cioè un iniziato nelle pratiche di Yama e Nyama,
le astensioni e le osservanze ascetiche necessarie
a conseguire la salvezza.

SUTRA 7

Praticando Yama e Nyama, le otto indegnità svaniscono
dal cuore dell’uomo e si manifesta la virtù.
L’essere umano diventa così un Sadhaka, cioè un
vero discepolo in grado di conseguire la salvezza.

Ricorderete che nel coltivare Yama e Nyama,
le otto indegnità svaniscono dal cuore umano e si
manifesta la grandezza d’animo. In questo stadio
l’uomo diventa idoneo a mettere in pratica la posizione
ascetica e gli altri metodi indicati dal suo
Sat-Guru per raggiungere la salvezza. Continuando
a seguire i metodi che il Sat-Guru gli ha indicato,
egli diventa un Sadhaka, o un discepolo.

SUTRA 8

Egli progredisce nella devozione, ode il sacro suono
dell’Om e diventa un Siddha, un essere divino.

Tenendo presente quanto già spiegato nel terzo
capitolo, si vedrà come il discepolo, passando
attraverso i diversi stadi, diventi capace di concepire
nel suo cuore i diversi oggetti della creazione;
come egli gradualmente progredisca attraverso i
vari stadi della meditazione e come – concentrando
la sua attenzione sul sensorio – giunga infine
a percepire quel particolare suono, Pranava o
Sabda, il Verbo sacro. In quel momento, poiché il
suo cuore diventa divino e l’Ego (l’Ahamkara, il
figlio dell’uomo) si immerge o è battezzato nella
corrente di quel suono, il discepolo diviene un
Siddha, un adepto, un essere divino.

SUTRA 9

Allora egli percepisce le manifestazioni dello Spirito
e passa attraverso i sette Patala Loka (o centri
spinali), contemplando i sette rsi.

Nello stato del battesimo (Bhakti Yoga o Surat
Sabda Yoga, immedesimazione dell’ego nel Suono
sacro), l’essere umano si ravvede e ritrae il
suo sé dal mondo esteriore della materia densa
Bhuloka, entrando in quello interiore della materia
sottile, Bhuvarloka. Qui egli percepisce la
manifestazione dello Spirito, la vera Luce, sotto
forma di sette stelle nei sette centri o punti rifulgenti
di luce astrale, che sono stati paragonati a
sette candelabri d’oro. Queste stelle, essendo la
manifestazione della vera Luce, lo Spirito, sono
chiamate angeli o rsi, e appaiono l’una dopo l’altra
nella mano ‘diritta’ del figlio dell’uomo; vale
a dire la diritta via che conduce alla Divinità.
I sette candelabri d’oro sono i sette centri luminosi
del corpo ove si manifesta lo Spirito, e
sono conosciuti come: cervello, sahasrara; bulbo
rachideo, ajna cakra, e i cinque centri spinali:
cervicale, visuddha; dorsale, anahata; lombare,
manipura; sacrale, svadhisthana; coccigeo, muladhara.
Attraverso questi sette centri o chiese,
l’Ego o figlio dell’uomo, si dirige verso la Divinità.

“E quando mi voltai vidi sette candelabri d’oro; e
in mezzo ai candelabri c’era uno simile a figlio d’uomo”…
Apocalisse, 1, 12-13

“E nella mano destra teneva sette stelle”.
Apocalisse, 1, 16

“Questo è il senso recondito delle sette stelle che
hai visto nella mia destra e dei sette candelabri
d’oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese
e i sette candelabri sono le sette chiese”.
Apocalisse, 1, 20

“Così parla colui che tiene le sette stelle nella sua
mano destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro”.
Apocalisse, 2, 1

Nello stato del battesimo (Bhakti Yoga o Surat
Sabda Yoga) l’Ego, Surat, il figlio dell’uomo, attraversando gradualmente i sette centri menzionati,
ne acquisisce tutta la conoscenza; al termine
del viaggio in tutte queste regioni, egli comprende
la vera natura dell’universo. Ritraendo il suo
sé da Bhuvarloka, la creazione materiale sottile,
entra in Svarloka, l’origine di tutte le materie, sottili
e dense. Qui percepisce la luminosa forma
astrale dai sette colori dell’arcobaleno che circonda
il suo Cuore, l’Atomo, il trono dello Spirito
Creatore, con le cinque forze elettriche, e i due
poli, la Mente e l’Intelligenza. In questa sfera
composta dalle forze elettriche, dalla mente e
dall’intelligenza – l’origine di tutti gli oggetti dei
sensi e degli organi che permettono di goderne –
l’uomo raggiunge l’appagamento perfetto perché
possiede tutti gli oggetti dei suoi desideri e
ne acquista una completa conoscenza. Per questi
motivi la forma astrale, con le sue cinque forze
elettriche e i suoi due poli (le sette parti di cui si
è parlato) è stata descritta come uno scrigno di
conoscenza sigillato, un libro con sette sigilli.

“Un arcobaleno avvolgeva il trono”.
Apocalisse, 4, 3

“E vidi nella destra di colui che sedeva sul trono
un libro scritto sul lato interno e su quello esterno,
sigillato con sette sigilli”.
Apocalisse, 5 ,1

SUTRA 10

Allora, in virtù della conoscenza e del potere
dello yoga, l’essere umano ottiene la supremazia sui
sette Svarga (cieli). Egli consegue la salvezza dissolvendo
le quattro idee originarie (‘i quattro manu’
o pensieri primigeni da cui e scaturita la creazione).

Oltrepassando Svarloka, il figlio dell’uomo
raggiunge Maharloka, la sfera del magnete
(l’Atomo) composto delle quattro idee della manifestazione
(il Verbo), il Tempo, lo Spazio e la
particella (l’Atomo). Come è stato spiegato nel
primo capitolo, Maharloka rappresenta Avidya,
l’Ignoranza, che ingenera l’idea di un’esistenza
separata del Sé e dà origine all’Ego, il figlio
dell’uomo. L’essere umano (manava) essendo
quindi la progenie dell’Ignoranza, e l’Ignoranza
essendo rappresentata dalle quattro idee suddette,
queste ultime sono chiamate i quattro manu,
ossia le origini dell’uomo.

SUTRA 11

E trionfando sui poteri delle Tenebre e dell’ignoranza
l’essere umano diventa uno con Dio.

Maharloka, la sfera del Magnete (Atomo), è la
porta (Brahmarandhra o Dasamadvara) fra la creazione
materiale e la creazione spirituale. Quando
l’Ego, il figlio dell’uomo, arriva a questa porta,
comprende la Luce Spirituale e viene battezzato.
Oltrepassando questa porta egli va al di là della
creazione ideazionale delle Tenebre, Maya, ed entrando
nel mondo spirituale percepisce la vera
Luce e diventa Figlio di Dio. Così l’uomo, in qualità
di Figlio di Dio, si libera della schiavitù delle
Tenebre, Maya, ed entra in possesso di tutti gli otto
poteri frutto dell’ascesi, aisvarya.

Anima, il potere di ridurre il proprio corpo, o
qualsiasi altra cosa, alle minime dimensioni desiderate,
simili persino a quelle dell’atomo, anu.
Mahima, il potere di ingrandire o rendere il
proprio corpo, o qualsiasi altra cosa, mahat, ossia
tanto grande quanto si desidera.
Laghima, il potere di rendere il proprio corpo,
o qualsiasi altra cosa, laghu, ossia tanto leggero
quanto si desidera.
Garima, il potere di rendere il proprio corpo,
o qualsiasi altra cosa, guru, ossia tanto pesante
quanto si desidera.
Prapti, il potere di apti, cioè, ottenere tutto ciò
che si desidera.
Vasitva, il potere di vasa, cioè, tenere qualsiasi
cosa sotto controllo.
Prakamya, il potere di soddisfare qualunque
desiderio, kama, per mezzo di un’irresistibile
forza di volontà.
Isitva, il potere di diventare Isa, Signore, di tutte le cose.

“In verità, in verità, vi dico: anche chi crede in
me, compirà le opere che io compio e ne farà di più
grandi, perché io vado al Padre”.
Giovanni, 14, 12

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