LA REALTA’ UNICA – ultima parte – addendum 3 e fine

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LA REALTA’ UNICA – ultima parte – addendum 3 e fine

principi di conoscenza esoterica sulla costituzione del Progetto Divino

edizioni fuori commercio

– di Anonimo –

da lista Sadhana

Aura Umana.

Il corpo fisico è contornato e avvolto da una nebulosa ovoidale di tinte sfumate che si attenuano
verso la periferia per circa 70-90 centimetri. Essa è formata dalle emanazioni dei principi o corpi
che costituiscono l’uomo. L’aura dei vari principi, avendo questi intensità di vibrazione diversa
l’uno dall’altro, sembra un miscuglio di vari colori degradanti. L’aura del corpo fisico è bianca
azzurrina pallida, sembra striata da linee uscenti dai pori della pelle; è chiamata aura di salute
poiché durante una malattia le linee della parte malata diventano irregolari e si piegano come fiori
appassiti. L’aura eterica o del prana è di colore scintilla elettrica con debole tinta rosea in
prossimità della pelle. Se la colorazione è sbiadita, vuol dire che manca la forza di vitalità
nell’organismo umano, o non è sufficiente.

L’aura astrale appare al veggente di una mobilità di colori nei vari punti e riflette gli stati
emotivi: nella parte inferiore il nero dell’avarizia e dell’odio, il grigio dell’egoismo,
l’arancione dell’ambizione; nella parte mediana l’arancione cupo della sensualita, il cremisi opaco
dell amore egoista; nella parte superiore il rosa dell’affetto, l’azzurro della devozione, il giallo
dell’intelletto, il blu cupo della religiosità. Negli uomini evoluti la parte superiore dell’ovoide
è più larga di quella inferiore e al contrario. L’aura del mentale inferiore ha una iridescenza
luminosa opale-madreperlacea che si diffonde in special modo a tutta la testa e al cuore e si colora
secondo la qualità del pensiero: i pensieri di affetto prendono un color rosa ardente; un sentimento
religioso: azzurro; intelletto elevato: giallo; pensieri filosofici: giallo dorato; alta
spiritualità: violetto.

L’aura del corpo mentale superiore, o corpo causale, è formata di sfere concentriche di vivida luce
solare intorno alla testa. Essa è l’estensione del filo dell’Anima: più l’aura è sviluppata e
sensibile e maggiormente diventa magnetica e adatta ad entrare in contatto con energie provenienti
da alti livelli, a registrarle e ad irradiarle poi, come energie proprie. La potenza del suo
magnetismo dipende dalla qualità, dalla forza e dal ritmo della nostra vita soggettiva. Fin quando
manteniamo l’aura magnetica in stato di ricettività, noi siamo centri di luce e di conoscenza e, in
tale stato, possiamo invocare le impressioni di tipo superiore e irradiarle.

I Corpi nell’evoluzione dell’uomo.

Ciascuno dei corpi della personalità ha una funzione nell’evoluzione dell’uomo. Scrive A. A. Bailey,
in “L’Anima e il suo meccanismo”, che è un fatto occulto che l’anima lavora per mezzo della
personalità per stimolare l’evoluzione dell’uomo sui tre piani fisico-eterico, astrale e mentale, e
che esiste una relazione fra la rete del corpo eterico, con i suoi centri, e gli effetti
fisiologici sul corpo fisico per mezzo delle secrezioni ghiandolari che si riversano nella corrente
sanguigna. Il funzionamento e il carattere del corpo fisico sono condizionati dal grado di
ricettività degli impulsi dell’anima da parte dei veicoli della personalità; l’anima a sua volta è
condizionata dal punto focale della coscienza.

Il corpo fisico reagisce e risponde ad ogni forza dominante che si esprime per mezzo dei centri
eterici. Per esempio: una condizione altamente emozionale in cui il Plesso solare sia super
stimolato, influenzando il Pancreas. che è la sua controparte fisica, produce una secrezione di
questa ghiandola che genera uno squilibrio entro la personalità.

L’evoluzione perciò comincia nell’uomo dal Corpo Eterico il quale, essendo parte integrante del
Corpo Eterico del Pianeta, fa si che ogni essere umano è collegato con ogni altra espressione della
Vita Divina, grande o piccola che sia. Il Corpo Eterico nell’uomo è composto da miriadi di fili o
sottili correnti di energia, mantenuti in rapporto con i corpi emotivo e mentale e con l’Anima dal
loro effetto coordinatore. Queste correnti di energia agiscono sul corpo fisico, traendolo in una
specie di attività, secondo la potenza e la natura del tipo di energia prevalente nel corpo eterico
in un dato momento. I cinque sensi del corpo fisico sono integrati da altri due sensi spirituali che
contribuiscono ad aumentare i contatti della coscienza col mondo esterno. Questi due sensi fanno
capo alla ghiandola pineale e al corpo pituitario; la prima per ricevere e trasmettere le onde
pensiero, l’altra per far ponte fra la coscienza del mondo fisico e quella astrale affinchè l’uomo
sia in sempre maggior contatto col mondo superiore.

E’ ovvio che in un uomo altamente evoluto i veicoli della personalità sono allineati e il corpo
eterico efficiente ed equilibrato, controlla, col funzionamento dei suoi centri d’energia, il corpo
fisico, rendendolo ricettivo all’influenza dell’Anima per mezzo della personalità integrata. Finchè
questa condizione non viene creata, il meccanismo di risposta nella coscienza è più o meno isolato
dall’annebbiamento della personalità. Pertanto è indispensabile che chi voglia percorrere la Vìa
illuminata conosca la costituzione dell’uomo e impari a dominare la personalità, rendendola un
docile strumento dell’Anima, in modo da poter controllare il meccanismo di reazione e di risposta in
cui operano il sutratma che scende dalla Sorgente della Divina Energia verso la forma, e quindi è
pervaso di vitalità, e l’Antakarana che sale verso lo Spirito, costruito filo per filo
dall’individuo ed intessuto di coscienza.

La Coscienza

La parola coscienza ha un significato profondo, fino ad identificarla con la stessa Essenza dello
Spirito che permea di sè tutta la manifestazione La coscienza, infatti, è, in tutti i regni di
natura perfino nell’atomo dove si rivela come reattività ed intelligenza. Edison in un suo articolo
del 1890 scrisse: “Non credo che la materia sia inerte, nè che ubbidisca ad una forza esterna. A me
sembra che ogni atorno possegga una certa quantità di intelligenza primigenia. Basta osservare le
migliaia di modi in cui gli atomi di idrogeno si combinano con quelli di altri elementi, formando le
diverse sostanze”. Attraverso le forme in tutti i regni di natura la coscienza fa sentire la sua
presenza.

Nell’uomo la coscienza si risveglia gradatamente fino a raggiungere la sua pienezza, per cui diciamo
che l’uomo è un’unità di coscienza.

Tutta la storia dell’evoluzione umana è la storia della coscienza e dell’espandersi progressivo del
principio di divenir consapevole, in modo che dal piccolo interesse dell’uomo conscio si evolva
lentamente una capacità di inclusione che finisce per condurlo fino alla coscienza del Cristo
Cosmico. La lunga, lunghissima via non viene intrapresa finchè in ciascuno non evolva l’apparato di
risposta e il meccanismo sensitivo che gli consenta di registrare campi di contatto più vasti di
quelli possibili. Talvolta avviene che, come una lampada, si accende nell’uomo un desiderio di
conoscere, di indagare il mistero della vita e della forma, e chi, in un attimo fugace, ha
intravisto un barlume di luce o ha intuito la meta della vita, comincia ad essere pervaso dal
desiderio di trovare la Via, di percorrere il sentiero segreto. In relazione all’intenzionalità del
desiderio stesso e della sua natura, comincia a svilupparsi una volontà che mette in moto energie
sopite, e l’uomo diventa il ricercatore della verità.

I sensi e la coscienza.

Il mondo esterno o fenomenico viene a nostra conoscenza per mezzo dei 5 sensi fisici che sono come
le finestre dell’anima aventi per finalità la formazione dei vari stadi di coscienza. Essi
forniscono le cognizioni utili affinchè la mente possa sintetizzare ed interpretare le sensazioni
mediante una rapidissima comparazione, collegando le idee mediante un processo associativo che porta
alla facoltà della memoria. L’intenso lavorìo vibratorio fra sensi e mente risveglia l’intuizione
con sviluppo graduale. Possiamo perciò affermare che, oltre ai cinque sensi fisici, ve ne sono
altri due di ordine superiore o iperfisici: Mente superiore e Intuizione (Manas e Buddi).

Questi due sensi superiori ci portano verso la conoscenza del mondo reale, mentre il mondo
fenomenico dei sensi se preso a sè stante, senza cioè alcun collegamento con Manas e Buddi, diventa
un mondo illusorio. E’ solamente l’esame analitico delle cause e degli effetti, delle sensazioni
percepite da Manas e Buddi che dà luogo ad un graduale processo di sintesi, in cui si sviluppa e si
perfeziona la nostra personalità verso strati più sottili di ascesa che poi alimentano la formazione
sempre più distinta della nostra individualità. In altre parole è l’Angelo Solare, l’Anima, che
sorge e si afferma in noi così come il sole si leva dall’orizzonte al mattino e continua la sua
ascesa, finchè nella piena luce meridiana il Cristo Cosmico scenderà in noi.

Nè possiamo dire che fra i 5 sensi esistono delle nette separazioni poichè ciascuno contiene i
principi generali degli altri quattro, e ciò perchè nell’infinito cosmico tutto procede per
vibrazione; la differenza fra un senso e l’altro dipende soprattutto dalla lunghezza dell’onda a cui
ciascuno può rispondere in sintonia. Abbiamo così che il suono contiene la luce, la luce il suono.

Il suono si rivela al livello di 32 vibrazioni al secondo; la sua frequenza progressiva si sviluppa
in ottave, finchè a 10.000 vibrazioni il suono, diventando acutissimo, perde ogni musicalità. Così
l’onda vibratoia attraverso l’orecchio diventa melodia, sinfonia, armonia, voce, parola. La gamma
vibratoria che va da 400 a 750 trilioni di vibrazioni al secondo ci dà nel complesso la luce bianca,
mentre a 450 trilioni ci rivela la luce rossa; l’arancione a 500; la gialla a 540; la verde a 580;
l’azzurra a 620; l’indaco a 660; la violetta a 700. Così attraverso l’occhio la luce diventa
bellezza, espressione di vita, creazione, sinfonia di colori. Attraverso i sensi superiori l’onda
della Musica Celeste, proveniente dal Centro di Amore, prepara l’animo alle comunicazioni
spirituali, rendendolo sempre più adatto alle più alte comprensioni verso l’ispirazione creatrice,
verso quelle forme più belle, più luminose riguardanti la guida dell’umanità sul cammino evolutivo.

Per giungere a questi stadi è necessario superare, per profonda maturazione dell’essere, la propria
personalità. “Superare sè stesso per ritrovare sè stesso e gli altri”, far in modo che i sensi
inferiori diventino strumento dei sensi superiori, affinchè possa prodursi una corrente dall’interno
verso l’esterno che, attraverso la parola, il gesto, lo sguardo, manifesti, alla luce dei sensi, la
Divina Essenza, la Vita. La mano che tocca e sana gli ammalati, il gesto che benedice, la parola che
vivifica e crea, lo sguardo che affascina e riscalda i cuori, il respiro che riscalda e si uniforma
al più ampio respiro dell’universo. E così i sensi fisici e iperfisici (inferiori e superiori) ci
danno una visione d’insieme dell’economia dell’energia cosmica nella pratica applicazione della
vita, dalla cui fioritura emergerà la coscienza.

Vari tipi di coscienza.

E’ scritto nella Dottrina Segreta che “La coscienza è il seme cosmico dell’onniscienza supercosmica
ed ha in sè la potenzialità della coscienza divina”. In realtà l’universo è un enorme aggregato di
stadi di coscienza che si differenziano per vibrazione, poichè tutto procede per vibrazione, tutto è
onda, e propriamente dalla vibrazione della Coscienza Assoluta, che contiene il conoscitore e la
cosa conosciuta, a quella della coscienza universale; da questa a quella individuale, che va dal
regno super umano all’umano, e poi nei tre regni della natura al di sotto del regno umano (animale,
vegetale, minerale). Nell’uomo troviamo riunite la coscienza della cellula quella del corpo fisico e
quella propria del suo piano e che possiamo considerare sotto i tre aspetti di coscienza,
autocoscienza, coscienza di gruppo. I vari stadi di coscienza si basano sulla sensazione che è
latente in ogni atomo di sostanza per cui la coscienza, quando è immersa nella materia, può solo
funzionare attraverso i sensi, mentre fuori della materia si ha uno stato di elevazione spirituale
in cui è possibile raggiungere la coscienza cosmica. La coscienza, che nella materia non ha
dimensione, nel campo delle forze assume la dimensione della linea; nel campo della vita raggiunge
la dimensione di superficie; nel campo assolutamente astratto del Puro Spirito acquista la
dimensione del volume.

Il binomio Individualità e personalità, Spirito e materia si identifica in quello di coscienza
latente e coscienza chiara. E’ nella coscienza latente che è trasfuso il nostro Ego vero ed eterno,
mentre la parte esteriore che forma la nostra personalità è coscienza chiara la quale sperimenta, si
espande, assimila e si approfondisce verso quella coscienza latente – o vera coscienza – che stando
in noi allo stato di germe tende a salire e a rivelarsi; più specificatamente e la coscienza umana
che, derivata dalla profonda elaborazione della vita, si espande in ogni direzione; però essa non
può muoversi che nel finito, non sa concepire che per analisi, cioè attraverso l’osservazione e
l’esperimento del divenire fenomenico.

Solo quando la nostra coscienza non si proietta più verso l’esterno attraverso i mezzi sensori, ma
bensì verso l’interno, noi veniamo in contatto diretto con l’essenza delle cose, con la vera
coscienza, con Dio; allora noi saremo autocoscienti e potremo avere la visione diretta
dell’assoluto, dominare il finito muovendoci nell’infinito, concepire per sintesi e non per analisi.
Per arrivare a tale stadio vi è tutto un lento graduale sviluppo, attraverso profonda maturazione e
superamento di ostacoli dovuti all’attaccamento alle forme e al desiderio che noi abbiamo di
mantenere la continuità della personalità fisica. Allorchè tali ostacoli saranno superati e i
desideri fiaccati e vinti ci si accorge che la coscienza è la sola ed unica realtà eterna e che
tutto il resto è illusione.

La continuità di coscienza.

L’Anima è chiamata l’Angelo Solare per le sue qualità solari in contrapposto ai Pitri lunari che
formano i veicoli della personalità. Essa è il grande intermedio fra lo Spirito e la personalità e
rende possibile la discesa e l’ascesa delle energie e la comunione fra i piani superiori e quelli
inferiori. Quando parliamo di Anima abbiamo presente la sua Triade formata da Spirito (Atma),
Intuizione (Buddhi), Mente astratta (Manas). Questa Triade è collegata in Alto con la Triade
Spirituale e in basso con quella della personalità mediante il filo d’argento (sutratma). Questo
filo è a due capi, uno si ancora al cuore e alimenta la vita, l’altro si fissa nella testa alla
ghiandola pineale e forma la coscienza.

Per mezzo della coscienza l’Anima viene a contatto con la realtà fenomenica nel mondo dei
significati, sperimenta tutte le vicende della vita terrena, ne assimila il succo distillato delle
qualità e delle attitudini e le trasmette all’eternità, affondandole nella coscienza latente,
subcoscienza, dove affioriranno, in avvenire, come istinti, automatismi, attidudini, idee innate,
intuizioni, capacità. Così che l’essenza della vita discende in profondità nell’intimo dell’essere,
fissandosi in qualità imperitura nell’eternità. Infatti gli istinti cosa sono se non una complessa
coscienza che sa, che prevede, che ricorda le esperienze accumulate nel ciclo delle precedenti
esistenze? Esiste in noi una tendenza della natura subcosciente ad affiorare alla superficie quale
attività riflessa nello stabilire la continuità della coscienza. Questa attività riflessa della
natura inferiore corrisponde allo sviluppo della continuità fra la supercoscienza e la coscienza che
ha luogo sul sentiero del discepolato. Pertanto tutta la vita, in termini di coscienza, non è che
una continua rivelazione.

Nel lento fluire dei tempo, attraverso varie esistenze sulla terra, a seconda dello stadio da noi
raggiunto, la conoscenza emerge costantemente dal profondo del subcosciente ed è resa utilizzabile
dall’anima con influssi provenienti da fonti ancora più elevate. Da queste fonti e da Alte Coscienze
immateriali, non percepibili dai nostri sensi fisici, le rivelazioni scendono e giungono a noi per
sintonizzazioni di onde, per risonanza intellettiva. Un ostacolo a queste superiori ricezioni è
costituito dall’atteggiamento del cervello, rispetto alla funzione del corpo eterico che è l’anello
di congiunzione fra il cervello stesso, il sistema nervoso e la mente; e fra l’anima, la mente e il
cervello. Perciò dal cervello dipende lo sviluppo e il funzionamento del corpo spirituale dell’uomo,
in modo da poter rispondere alle vibrazioni dei mondo interiore.

A mano a mano che il cervello si affina e diventa un docile strumento di rivelazione, il discepolo
comincia a registrare nel cervello la consapevolezza del supercosciente, come pure la consapevolezza
che si riferisce alle esperienze da lui fatte in altre vite passate ed a quella fatta dalla razza
umana.

L’energia impiegata nello sforzo di evocare il supercosciente genera un’energia di uguale intensità,
ma di senso contrario, in rapporto alla mente subconscia. Questo provoca in noi crisi che orientano
i nostri sforzi verso integrazioni superiori e verso il servizio al Piano Divino. Tali crisi servono
a portare nella coscienza ciò che è necessario riconoscere, cioè il giusto posto della natura
inferiore.

Questi fattori subcoscienti devono essere assimilati dalla mente cosciente allo stesso modo che sono
gradatamente assimilati i fattori del supercosciente. Si stabilisce così la continuità di coscienza
formata di conoscenza che il discepolo, percorrendo il sentiero, trasforma in saggezza per effetto
della coscienza autoconsapevole. Tale continuità non si riferisce al tempo e agli avvenimenti ma a
realizzazioni soggettive, quali risultanze di esperienze, visioni e super sensazioni. Il mezzo
idoneo per pervenire a tale continuità è la costruzione del canale di comunicazione fra l’anima e il
cervello fisico attraverso la mente e propriamente fra la mente astratta e quella concreta che si
esprime per mezzo del cervello fisico. Questo collegamento, chiamato Ponte, Arcobaleno, è formato di
sostanza mentale che, partendo dal centro creativo della gola, passa per i centri della testa,
attraverso la mente concreta fino a raggiungere la mente astratta o superiore, la sede dell’Anima,
per poi proseguire verso la Monade.

E’ per mezzo di questo canale che si stabilisce una continuità di riconoscimento di coscienza fra la
supercoscienza e la nostra coscienza normale, portando in attuazione ciò che affiora nel mondo di
ogni giorno. Il contatto con l’Anima attraverso questo Ponte, in momenti di estreme necessità, può
avvenire inavvertitamente in relazione all’inconscia richiesta di guida o di aiuto o di cosciente
appello fatto nel silenzio della meditazione. La costruzione del Ponte, che pur rappresenta un alto
conseguimento occulto, non è che uno stadio verso superiori mete. Il Maestro tibetano D. K. al
riguardo dice che, nel momento in cui il discepolo vede la luce della Triade Spirituale che vela e
cela il sole spirituale centrale, si rende conto che tutte le altre luci, quella dell’atomo, quella
della forma e quella dell’anima, devono svanire nella gloria e nello splendore che emanano da Dio
stesso e che egli percepisce nel processo della rivelazione. Egli viene assorbito intellettualmente,
intuitivamente, spiritualmente e completamente da quella Luce.

E’ opportuno chiarire che la luce dell’anima rivela all’aspirante una nuova visione, gli fa scorgere
nuove mete, gli mostra un orizzonte così vasto che prima non avrebbe potuto abbracciare,
permettendogli di penetrare sempre più nel Proposito di Dio e di cooperarvi intelligentemente. Per
giungere a questo punto occorre aver sviluppato qualità e doti che cominciano a manifestarsi come
tendenze in alcuni stadi del sentiero dell’Iniziazione, allo stesso modo degli istinti in un piccolo
bambino, che sono in realtà i germi delle future attitudini e attività intellettuali. Per chi è
giunto a tale meta, la morte non esiste più per lui, perchè egli conserva la coscienza initerrotta
non solo attraverso i giorni e le notti, ma anche attraverso le porte della morte, fino alla fine
della sua vita, sui piani astrale e mentale.

fine

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