La nascita della musica e il flauto

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La nascita della musica e il flauto

La nascita della musica

Più antica della parola, alcuni strumenti musicali risalgono a oltre 40 mila anni fa. Com’è nata la musica? E perché?

21 GIUGNO 2017

di DAVIDE LIZZANI

La capacità degli ominidi di emettere suoni a intonazione variabile prova che la musica apparve
prima della parola: lo afferma Jeremy Montagu (università di Oxford), che in un corposo saggio
affronta la questione della nascita dell’espressione musicale sulla base di reperti archeologici
(come tubi ossei fatti con ossa alari di cigni e avvoltoi databili tra 39.000 e 43.000 anni fa) e
resti di ominidi. In questo caso, è naturale, non si parla di note, armonia e altri concetti molto
vicini a noi: nel suo saggio Montague si chiede piuttosto qual è il potere della musica, considerata
la sua presenza costante e importante nelle società umane. Le risposte suggeriscono che la storia della musica è la storia dell’uomo.

Jeremy Montagu assume una definizione generale di musica: è “suono che trasmette emozioni”, come la
cantilena di una madre per calmare il suo bambino. Questa musica semplice è probabilmente
antecedente alla parola. Ma quando i nostri antenati hanno cominciato a fare musica? Gli scienziati
hanno studiato i crani fossili e le mascelle delle scimmie odierne per capire se fossero in grado di
vocalizzare e, soprattutto, intonare. Circa un milione di anni fa, l’antenato comune dei Neanderthal
e degli umani moderni aveva l’anatomia vocale per cantare come noi, ma è impossibile sapere se davvero lo facesse.

I nostri antenati possono aver “creato la musica” per la prima volta battendo le mani: i più antichi
strumenti musicali sono forse nati quando qualcuno ha capito che sbattere pietre o bastoni non fa
male alle mani. Ci sono prove che stalattiti e gong di roccia venissero suonati in grotte risalenti a 12.000 anni fa, usate come cassa di risonanza.

La musica ci ha quindi accompagnati nella nostra storia di umani, ma perché? Montagu distingue tra
danza, intrattenimento, rituale (ogni religione usa la musica) e, in particolare, la capacità di
riunire le persone. «La musica può creare legami forti come quello tra madre e figlio», suggerisce
Montagu: «alleggerisce le fatiche di un lavoro ripetitivo o dà il ritmo, potenziando il lavoro
stesso. Danzare o cantare insieme prima di una caccia o di una battaglia lega i partecipanti in un
gruppo coeso. È persino possibile che la musica, creando tali legami, abbia favorito la nascita
della società stessa, tenendo insieme individui che avrebbero invece potuto condurre vite solitarie.»

http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fsoc.2017.00008/full

L’uomo primitivo incantava con il flauto

Ritrovato in una caverna del sud della Germania un fluato di avorio con tre buchi costruito oltre 30.000 anni fa, capace di toni anche abbastanza complessi.

Non si sa se l’uomo preistorico usasse gli strumenti musicali a fini ricreativi o religiosi, ma di
certo sappiamo che la musica esisteva già più di 30.000 anni fa. In una caverna, vicino a Ulm, nella
Germania meridionale è stato infatti ritrovato un flauto in avorio di circa 18 centimetri. Qualche
decennio fa, nello stesso luogo erano stati ritrovati due piccoli flauti fatti di ossa di uccello,
ma secondo gli esperti questa nuova scoperta è più importante della precedente per il materiale
usato: l’avorio era un materiale prezioso e difficile da lavorare, e per inciderlo servivano mani esperte.

Che gli abitanti della regione siano stati dei bravi artigiani lo dimostrerebbero anche le piccole
statuine ritrovate sempre in questa zona e che rappresentano, per gli esperti, i primi esempi di
arte figurativa. «Il sud della Germania potrebbe essere uno dei luoghi dove è nata la cultura
umana», afferma Nicholas Conard, dell’università di Tubinga, che ha guidato la ricerca.

ZANNE DI MAMMUT CERCASI. Purtroppo il flauto non suona: non sono stati rinvenuti tutti i frammenti
dello strumento. Friedrich Seeberger, esperto di musica preistorica, ne ha costruito uno simile in
legno di sambuco e ha scoperto che l’antico strumento era probabilmente capace di suoni e melodie
elaborate, ma ha anche ammesso che non è facile capire come si suona perché ha solo 3 buchi per le
dita. Seeberger tuttavia ha l’intenzione di rifare il progetto con materiale originale: avorio di mammut ricavato da antichi resti.

21 DICEMBRE 2004

Lo strumento musicale più antico del mondo

La musica ha almeno 35.000 anni: un team di ricercatori tedeschi ha ritrovato lo strumento più antico del mondo.

L’uomo del Paleolitico amava la musica. E la sapeva anche suonare utilizzando strumenti a fiato non
così diversi da quelli di oggi. I ricercatori dell’università di Tubinga (Germania) hanno
recentemente ritrovato un flauto di 35.000 anni fa in una caverna nei pressi Vogelherd, nel sud est della Germania, che fu abitata dai primi uomini arrivati in Europa dall’Africa.

SESSO & ROCK’ROLL? Lo strumento è stato ritrovato a pochi passi dalla più antica scultura femminile
della storia. Il flauto, quasi del tutto integro, è lungo 21,8 centimetri per 8 millimetri di
diametro, ha cinque fori e un’apertura a forma di V a una delle estremità, probabilmente utilizzata
per soffiare l’aria. È stato ricavato dall’osso di un avvoltoio, cavo, come tutte le ossa degli
uccelli. Secondo gli esperti, data la lunghezza media delle ossa di questo animale, il flauto avrebbe potuto avere una lunghezza di circa 34 centimetri.

LA FORZA DELLA CULTURA. Secondo Nicholas Conard, responsabile del team che ha effettuato la
scoperta, la musica ha avuto un ruolo fondamentale nel favorire la coesione sociale e nella
diffusione dei primi concetti di “cultura”, e potrebbe aver contribuito in maniera determinante alla
scomparsa dell’uomo di Neanderthal, che secondo le attuali conoscenze, non ha mai sviluppato attitudini musicali.

26 GIUGNO 2009 | REBECCA MANTOVANI

da focus.it/scienza

approfondimento su
https://www.amadeux.net/sublimen/dossier/big_bang_e_musica.html

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