“LA MUSICOTERAPIA” MUSIC-THERAPY – 1

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“LA MUSICOTERAPIA” MUSIC-THERAPY – 1

del dott. Biagio Modica

In questa pagina del sito, conosceremo la musicoterapia, una medicina olistica e bioenergetica
che cura, utilizzando l’energia della musica

The “musicoterapia” is a claw of the olystic and bio-energetic medicine what it uses the music -to
therapeutic purpose:
to find again that correct equilibrium of vital energy of the body and of the mind, that it is to
the base of the good health.

La musicoterapia è una branca della medicina olistica, bio-energetica
che utilizza la musica -a scopo terapeutico- per ritrovare
quel giusto equilibrio di “energia vitale”
del corpo e della mente che sta alla base
della buona salute.

***

LA SOMMINISTRAZIONE DELLA MUSICA PREVEDE UN LAVORO
DI CONOSCENZA TRA MUSICOTERAPEUTA E PAZIENTE
E PREVEDE, INOLTRE,
L’IDEAZIONE E LA PREPARAZIONE DI DIVERSE
SELEZIONI MUSICALI CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE
ENERGETICHE E CURATIVE
CHE, NEL LORO COMPLESSO, COSTITUISCONO IL COSIDDETTO
percorso musicale terapeutico

Le caratteristiche essenziali della MUSICOTERAPIA sono molto semplici:

• Un’antica tradizione storica
• Una comprovata validità scientifica
• La non invasività
• L’assenza di effetti collaterali
• L’assenza di reazioni avverse
• La piacevolezza dell’esecuzione

L’applicazione clinica della musicoterapia, dal punto
di vista tecnico, è molto semplice: essa si avvale solo di
apparecchiature atte alla riproduzione sonora
per l’ascolto del percorso musicale.
Nella sua forma improvvisativa, la musicoterapia si
avvale di strumenti musicali o di semplici oggetti emittenti
suoni e/o vibrazioni per l’espressione delle proprie
sensazioni e per l’amplificazione della propria
capacità comunicativa.

***

Ben più complessa è l’applicazione dal punto di vista professionale,
dal momento che, al di là della preparazione medica e
della preparazione in campo musicale,
il musicoterapeuta deve possedere un’ adeguata esperienza
clinica nel rapporto interpersonale con il paziente.
L’empatia che si sviluppa tra operatore ed utente, infatti,
è alla base del buon esito del trattamento, entrando in gioco:

capacità di ascolto
esperienza
reciproca fiducia
professionalità
e capacità di programmare un percorso musicale curativo

Come tutte le branche della medicina olistica e bio-energetica,
la musicoterapia deve avvalersi di metodiche di applicazione clinica
che trovino un presupposto di ordine scientifico.
Tali metodiche, affinché il risultato terapeutico finale
possa essere soddisfacente, devono prevedere dei tempi e dei
protocolli esecutivi di comprovata efficacia
(che sono descritti nella pagina riguardante il percorso musicale terapeutico)

Inoltre, come tutte le branche di medicina olistica e bio-energetica,
anche la musicoterapia deve prevedere, nei suoi protocolli,
un’accurata anamnesi del paziente ed un’accurata visita medica,
atte a stabilire l’effettiva necessità terapeutica, l’eventuale
abbinamento ad altre forme di medicina, l’eventuale adattabilità
del soggetto alle modalità mediche di tipo bio-energetico,
l’eventuale espletamento di esami routinari e/o specifici
per determinate patologie.

Ecco perché è certamente meglio che la musicoterapia sia praticata
da personale sanitario, abilitato all’esercizio della professione medica,
presso uno studio medico o un ambiente idoneamente studiato allo scopo,
sempre sotto osservazione sanitaria, con la possibilità di successivi
controlli per verificare gli eventuali miglioramenti sintomatologici.
E’ opportuno considerare che qualsiasi branca di medicina, anche
se appartenente al gruppo delle “olistiche”, debba essere sempre
praticata nel migliore dei modi e secondo scienza e coscienza,
al pari della medicina tradizionale.

Trattamenti alternativi di
tipo “generico” non sempre risultano opportuni ad ottenere
dei validi risultati: ciò succede anche nella medicina tradizionale.
E’ sempre meglio un intervento medico di tipo personalizzato,
piuttosto che affidarsi a terapie di tipo generico, perché ciascun
paziente è unico ed originale e, in quanto tale, meritevole di
una cura che sia soggettivamente indirizzata al suo modo di
essere ed ai suoi sintomi.

Bisogna entrare nell’ottica positivistica che esiste il
“soggetto ammalato” e non la “malattia”, per ottenere
i migliori risultati di diagnosi e cura.
Ecco perché è necessario considerare che anche la musicoterapia
debba essere praticata ad personam, con percorsi terapeutici
personalizzati e finalizzati alla risoluzione dei sintomi
di ciascuna persona visitata.

***

L’attuale nostra civiltà occidentale conserva soltanto scarse
notizie e minime tracce della grande ed approfondita conoscenza
che le antiche civiltà possedettero in tema
del potere curativo dei suoni.
L’uomo dell’era moderna, infatti, ha sempre più mostrato
la tendenza ad attribuire alla musica un valore di moda, per il
gusto di un ascolto fine a se stesso, secondo una tendenza sociale
spesso legata all’età, scevra da implicazioni di tipo terapeutico
e, spesso, persino scevra dal gusto individuale.
E si è quasi del tutto scordato il valore del “gusto personale”
che pure meriterebbe di essere rivalutato, soprattutto in
considerazione del fatto che, spesso, ciò che più ci piace è il
risultato del nostro istinto.
E ciò può rappresentare un “segnale” del livello del nostro equilibrio
energetico o una sorta di parametro di eventuali nostre carenze
bio-elettriche nei confronti di determinati elementi,
siano essi chimici o fisici, così come può rappresentare
un “messaggio” inconscio di ricerca di un nuovo
equilibrio energetico psico-fisico.

***

Storia e tradizioni hanno dato notevole valenza alla musica
per rappresentare varie forme di stato d’animo ed è
estremamente interessante verificare come, a secondo
delle culture di tipo storico e tradizionale che vengano
prese in esame, non sempre determinati “segni” musicali
rappresentino una oggettiva rappresentazione dello stato
d’animo dell’uomo.

Non solo le mode e le tendenze, dunque, ma anche la storia di
un popolo e le sue tradizioni più antiche vengono a giocare un
ruolo saliente nell’espressività di un “gusto” che sembra sempre
più destinato ad avere una valenza di “confezionata oggettività”,
piuttosto che di vera rappresentazione
soggettiva di ciò che piace.
E’ estremamente interessante valutare,
da un punto di vista pratico, quali sarebbero i gusti
musicali di una persona, al di là delle tendenze della moda.
dei canoni dettati dai mass-media e dalla discografia.
Dal colloquio intrattenuto con i pazienti, spesso
emergono dei gusti meno stereotipati
che rappresentano il vero “io” di ciascuno.
Ciò è molto importante, nel tentativo di vincere anche un gran
numero di nevrosi, utilizzando al meglio questo semplice metodo
naturale che si avvale dell’ascolto musicale che, in ciascun individuo,
può agire stimolando emozioni del tutto originali e benefiche.

I suoni, che nascono con lo stesso
nascere dell’uomo, che -da sempre- sono stati
motivo di grande curiosità conoscitiva, accompagnano
la nostra esistenza e, spesso, infarciscono le nostre
giornate e le nostre azioni, persino in modo involontario,
contribuendo a caricarci di energia, anche senza una
specifica nostra movenza in tal senso.
Basta pensare al senso di benessere che può venirci
dall’ascoltare, anche casualmente, una musica o una
canzone che ci piace o che ci ricorda qualcosa di piacevole.
Basta pensare, di contro, al senso di nervosismo che proviamo
quando ci troviamo vicini a fonti di rumore.

***

Danza e musica, nelle antiche tradizioni dei sumeri, dei tibetani,
degli egizi, dei babilonesi, ma anche nelle antiche celebrazioni
religiose e sociali degli indios, degli atzechi, dei maya…
rappresentarono elementi di compartecipazione sia fisica sia emozionale
di grande rilevanza,
a noi tramandate in maniera indelebile per mezzo di steli, di papiri,
di pietre sacre, di rappresentazioni policrome di architettura…

Lo stesso folklore di una regione, a prescindere dalla nazione di
appartenenza, è testimone del gusto originale di gruppi di
gente che, per collocazione geografica, per cultura e per tradizione,
esprime il proprio piacere musicale in modo del tutto diverso
dalle genti di altre regioni, pur appartenendo alla stessa nazione.

La musica ha questo peculiare potere:
quello di poter rappresentare
in modo del tutto autentico uno stato d’animo ed una cultura…
quello di poter ricevere, dalle sonorità emesse, emozioni del tipo
soggettivo, trasporto e dedizione… curiosità e sensazione, amore,
angoscia, dolore… felicità e benessere…
Le associazioni stato d’animo e musica sono sicuramente molto
particolari e affatto soggettive: ciascun individuo tende, infatti,
ad associare ad un determinato periodo della propria vita una qualche
musica che può entrare in azione, in questo tipo di associazione,
per almeno due principali valenze.
Tali valenze, che conducono ad un’associazione tra stato d’animo
e musica, sono di tipo temporale o qualitativo:

-Quella musica veniva eseguita nel momento in cui si
svolgeva una determinata azione.

-Quella musica (o quella canzone) conteneva (o contiene)
delle sonorità (o dei testi) che più si avvicinano a
quel nostro momento di vita.

E ciò, può comportare anche una sorta di “allargamento sentimentale”,
per cui altre sonorità simili possono richiamare alla mente quelle azioni
o quei momenti del nostro vissuto, contribuendo in modo positivo o
negativo sul nostro stato d’animo,
al momento del riascolto.
Ma esistono, senza dubbio, delle valenze di tipo oggettivo per
cui a suoni di tipo grave ed a tempo lento, si associano stati
di tensione, di preoccupazione di paura…, mentre a suoni di tipo
medio-acuti, a tempo andante, sensazioni di gioia,
di freschezza, di armonia…

Molti films, privati delle loro caratteristiche colonne sonore,
non avrebbero ottenuto quel successo che, invece, proprio
grazie alla sapiente interpretazione, da parte del musicista,
dello stato d’animo previsto dal regista, conduce ad una maggiore
compartecipazione dello spettatore, con un piacere emozionale
che la scena, senza la musica, non sarebbe
stata capace di fornire.

Ed ecco perché molti films di successo fanno registrare anche
notevoli vendite delle loro musiche che, in molti casi, entrano a
far parte delle hit-parades internazionali.
In tal modo, l’allargamento sentimentale immagine-musica funge
come una sorta di motore di ricerca delle nostre sensazioni per
cui a quelle note siamo soliti associare quelle scene viste nella veste
fotografica della cinematografia.

“Via col Vento”, “Il Dottor Zivago”, “Il Gattopardo”,
“Novecento”, “Rocky”, “Titanic” “Love story”, “Il piccolo grande Gatsby”,
“C’era una volta il West”, “Profondo Rosso”

sono soltanto alcuni degli innumerevoli esempi che potrebbero essere
citati e che sono rimasti nella “storia” della nostra mente, in forma
di binomio scena-musica, tanto che sarebbe impensabile associare
il “tema di Lara” ad una carovana nel deserto o ancora la musica
del Titanic ad una gita in montagna…

Ed ecco perché anche molte sigle musicali di trasmissioni televisive
o radiofoniche di successo entrano a far parte della storia della
musica di un Paese.

Nei parametri di ordine oggettivo, una musica legata ad un
divertente cartone animato piuttosto che ad un telefilm di
avventure per ragazzi, entra a rappresentare una specie di
ritorno alla nostra infanzia, con quelle sensazioni che ad essa
sono correlate, così come la marcia trionfale dell’Aida o
il Requiem di Mozart ci possono indurre
sensazioni di forza o di dolore.

In tale contesto, è interessante notare come le
cosiddette “ninna-nanne”, che ho avuto modo di
studiare, ritrovino delle caratteristiche comuni,
a prescindere dal contesto geografico e culturale,
dello stato sociale e dalla razza di appartenenza di
chi originariamente le ha composte.
Un canto musicale con tonalità dolci, basse, con tempo lento,
testo cantilenoso, con rime prevedibili e parole calde ed affettuose,
ha sempre indotto l’addormentamento del neonato.
Molte marce militari di contro, sono state composte con il
precipuo scopo di indurre nei soldati una carica emotiva
densa di forza e di coraggio, al fine di rendere il combattente
ancora più arduo, insensibile al dolore e desideroso
della vittoria.

Anche gli stessi strumenti musicali presentano
valenze diverse: gli strumenti a corde (pianoforte, chitarra,
violino, mandolino, chitarra, basso e contrabbasso) inducono
spesso sensazioni di rilassamento mentre
i fiati (tromba, sax, clarino, piffero, fischietto, ocarina) induco
stati d’animo di forza e di azione e quelli a
percussione (tamburo, timpani, tamburello, piatti e triangolo) inducono
sensazione di festosità e di allegria.

-Una fanfara, in genere, induce ricordi militari,
orienta i nostri pensieri all’amor patrio, richiama alla mente la storia, le battaglie, l’eroismo…

-Una banda ci induce a ricordare le sagre paesane,
la semplicità dei piccoli centri urbani… i genitori, le amicizie…

-Un’orchestra ci innesca sensazioni di gioia,
di compartecipazione, di innalzamento del nostro tono umorale…

***

da www.cromomusicoterapia.it/musicoterapia.htm

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