La morte ed il suo meccanismo – Prima parte

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La morte ed il suo meccanismo

Prima parte

(di Guido Da Todi)

Accludiamo la prima parte della monografia:< La
morte ed il suo meccanismo >, in cui viene analizzato il fenomeno della
morte, nei suoi aspetti filosofici ed anche delle conoscenze degli stati
post-mortem.

I piani cosiddetti astrali e mentali, ove si polarizza la coscienza
immortale dell’individuo – pur esistendo sempre e comunque attorno ad esso,
nella sua medesima vita quotidiana – acquistano una vividezza soggettiva e
piena, quando l’anima si stacca dai suoi corpi fisici.

Nell’Autobiografia di uno Yoghi si parla sovente di essi.

Memorabile la ricerca che Yogananda fece nel , per
sincronizzarsi con l’anima di un suo caro discepolo, che era morto di
colera; sino a quando lo rintraccio’, e mantenne la promessa che aveva fatto
a Kashi – ancora vivente – di guidarlo sulla strada della Luce, nella futura
reincarnazione.

Ed ancor piu’ memorabile – nell’Autobiografia – la descrizione dei Sottili>, inferiori e superiori (Mondo Causale) che Sri Sri Sri Yukteswarji
espone al suo discepolo amato (Yogananda), dopo la propria dipartita dal
piano fisico, apparendogli – come Cristo fece con i suoi apostoli – in
sembianza fisica.

* La morte ed il suo meccanismo *

Chi non ha capito il messaggio della vita, non puo’ affrontare quello della
morte. La prigione composta dai concetti errati che l’uomo ha riguardo ai
fatti fondamentali dell’esistenza e’ stata sempre la causa principale che ha
mosso a misericordia i Grandi Guru dell’amore. Come fare a spiegare ad un
uomo, modello di un particolare tipo di societa’, la musicalita’ dell’essere
universale, ove la melodica danza di due eterne componenti – vita e morte –
compongono l’architettura di tutto cio’ che e’ manifesto?

Come spiegare a colui che, per oggetto delle sue analisi quotidiane, ha una
mente in cui non filtra il raggio di sole dell’intuizione, che trema al
pensiero di cosa possa accadergli l’indomani, che si avviticchia ai pochi
anni di vita terrestre, considerandoli fini a se’ stessi e non trampolino a
qualcosa di molto piu’ vasto, che egli e’, effettivamente ed
improrogabilmente, un’anima immortale, destinata ad un futuro luminoso, che
mente umana non puo’ ancora immaginare, da lui intessuto giorno per giorno,
con le sue azioni, ed anche con le sue inazioni?

Non esiste angolo della nostra terra, in cui la morte non combaci
esattamente con tutte le piu’ piccole e piu’ grandi attività della
vita.Senza ricorrere alla descrizione della lotta quotidiana dell’esistenza,
nella giungla, ove la gazzella soccombe al leone, il bruco all’uccellino, il
selvaggio alle piu’ forti tribu’ (e, per non parlare della giungla
d’asfalto!..).

Fermiamo la nostra attenzione, li’, dove pare che la distruzione non entri
affatto: sui colori, ad esempio, lucidi e vivi, di una mela, di un albero,
o, sulla carne tenera di un bambino, protetto dall’amplesso materno, in una
casa invernale; o, sul tronco di una secolare quercia, lontana da ogni
attivita’ cittadina, nel pieno silenzio di una foresta, immune da pericoli
esterni.

Visti sotto l’occhio indagatore di uno strumento scientifico, tutti questi
tessuti vitali si dimostrano, nascostamente, sottoposti ad una legge
continua di distruzione; non passa minuto, non passa istante che un numero
incalcolabile di cellule evitino di restare distrutte dall’afflusso
prepotente di altre cellule, in nuova nascita.

La mela, cosi’ tonda, cosi’ bella, cosi’ profumata e’ arrivata a maturita’,
sull’albero, solo grazie al ritmo di una legge inflessibile, e che regna
latente in ogni atomo del nostro pianeta: l’avvicendarsi della morte, che
spiana il terreno alla vita. Ha acquistato il dolce sapore, solo grazie alla
morte ed al rinnovamento delle vecchie cellule, durante il processo di
maturazione; solo grazie alla morte del fiore precedente. E solo alla sua
morte, quando spargera’ i semi sul terreno, nasceranno altri alberi.

E’ piu’ forte la morte della vita? O, la vita, della morte?

V’e’ un equilibrio perfetto. Un equilibrio che e’ latente, sia
nell’immanifesto che nel manifesto. La vita e’; e la morte, come normalmente
intende l’uomo profano, pur se in apparenza puo’ sembrare distruzione, e’
rinnovamento, catarsi.

Vediamo che, quindi, anche la reincarnazione appare in argomento. Ma,
l’anima intuitiva dei piu’ ispirati lettori di questi saggi si rendera’
conto che la reincarnazione e’ qualcosa di molto piu’ vasto, di quanto ne
pensino molti esoterici.

La incarnazione e’ evoluzione, e’ ritmo nuovo, e’ forma sempre migliore. Non
appartiene soltanto all’uomo; ma, a tutte le specie di vita. Il fiore si
reincarna, e diventa mela; la mela diventa albero; l’albero crea fiori.
Quindi, il fiore, da creato, diventa creatore. Il ciclo e’ compiuto.

Dio, incarnato nell’albero, ha dato la sua qualita’ alla propria creatura.
Prima, tramite la vita; poi, con la morte.

E’ chiaro che il processo, quale noi lo abbiamo descritto, e’ piu’ lento,
piu’ ritmico; ma, invariato.

Ad ogni periodo d’espressione, quando l’uomo e’ pervenuto alla massima
apoteosi delle proprie energie ed attivita’ creatrici, le medesime
illanguidiscono ed egli inizia a morire, decine di anni prima della fine
fisica.

La morte, Meravigliosa Sorella, incomincia a baciarlo verso i 45 anni,
trasmutandone le energie fisiche e le esperienze fatte, in saggezza, in
potere mentale, in essenza melodiosa e spirituale. E, gia’, la personalita’
comincia a percepire, misteriosamente, suggestivamente, il richiamo
dell’Angelo Solare, che le aveva allentato le briglie sul collo, lasciandole
una quasi totale libertà, nel campo dell’espressione reincarnativa. Il
legame tra l’anima e la personalita’, che i (discepoli sul
Sentiero – riconosciuto, e no) saldano molto tempo prima, quando
intraprendono la scoscesa Via dell’Illuminazione, comincia a palpitare e ad
avvolgere l’uomo, in modo naturale, alle soglie della vecchiaia.

E’ stato detto, giustamente, che l’anima, nella sua profetica natura, non
solo conosce la nota, il momento della morte dell’io fisico, che nutre,
durante un’incarnazione, dall’alto; ma, e’ la protagonista di tale fenomeno
definitivo.

Difatti, benche’ l’uomo creda di essere, nel suo aspetto cosciente, padrone
del campo espressivo in cui si trova a fare esperienze, ben piccola parte
egli ha in tutto cio’.

La scienza moderna ha diviso le funzioni psichiche dell’uomo e quelle
biologiche in due parti. Per quanto riguarda la sfera delle sue attivita’
corporali, si studia che l’uomo ne detiene il controllo con il proprio
sistema nervoso; il quale si manifesta in due parti: il cerebro spinale e il
gran simpatico. Il cerebro spinale e’ il fulcro ad ogni movimento voluto e
dinamico dell’essere umano. E’ sotto la presa diretta del comando della
propria coscienza. Mentre, il gran simpatico da’ movimento e ritmo a tutte
le funzioni prettamente biologiche; quali, le digestive, il movimento della
corrente sanguigna, la funzione del cuore, ecc..

Le scuole di yoga orientale, tramite il ponte diretto del sistema
cerebro-spinale, sono riuscite a controllare il gran simpatico, facendo si’
che molti yogi riuscissero, a volonta’, a fermare il battito del cuore,
senza pericolo, ad accelerare la corrente sanguigna, ad accelerare il
processo digestivo.

In tutto cio’ entra la volonta’. La duplice divisione di cui, solo per
accenno, abbiamo parlato, e’ il riflesso fisico dell’altra frattura che
esiste, nell’interno dell’uomo, tra mente cosciente e mente subconscia.

Freud fu il primo scienziato moderno che si accorse dell’importanza della
psiche umana, oltre che della sua natura duale, vista sotto tale aspetto. E,
quando affermo’, facendosi inconsapevole rivelatore di antichissime e
tradizionali verita’ esoteriche, che il subconscio era la radice prima di
ogni funzione della mente conscia, desto’ un vivo interesse; ma, anche,
molta incredulita’, molto scetticismo e sarcasmo nel campo degli scienziati
accademici di allora. Eppure, egli intui’ delle verita’ fondamentali.

Cio’ nondimeno, molto poco si sa sulla sfera misteriosa delle funzioni
animiche. Difatti, l’dentita’ del subconscio-conscio, con il sistema nervoso
spinale-gran simpatico non sono altro che il riverbero diretto dell’anima.
Ed essa ha funzioni molto piu’ vaste di quanto non si creda.

L’investigazione dell’immenso territorio che le compete e la larvata
intuizione dei poteri con i quali si trova a contatto hanno determinato,
lungo i tempi, la nascita delle religioni, l’affermazione dell’innata
divinita’ dell’uomo, il ritmo coordinato e confuso, per spostare il
baricentro dell’umanita’, dal piano puramente materiale, a quello
spirituale.

L’Epoca dell’Aquario (di cui, la descrizione verra’ data nei prossimi
saggi) ha fatto nascere la scienza dell’anima.

Che e’, semplicemente, la moderna psicologia.

Tale scienza e’ ancora allo stato embrionale; e’ come una conchiglia dalle
valve serrate; ma, che sta per mostrare la perla di una rivelazione che
lascera’ attoniti scienziati e mondo futuri.

Diamo, quindi, qualche accenno a cio’ che sara’ tale conoscenza; non si
tratta di rivelazioni, o, di profezie. Ma, di semplici, improrogabili
deduzioni, alla base di quanto e’ stato esposto dalla Tradizione Metafisica.

L’anima dell’uomo e’ dualista, nella sua natura. Questo dualismo non e’
qualcosa di antagonistico, anche se, all’inizio dell’evoluzione umana, puo’
sembrar tale. Il dualismo, quale noi lo intendiamo, e’ di vibrazione
occulta.

Se, da una parte, simile ad una radio emittente, l’anima fa “terra”, con il
mondo oggettivo – con la sua personalita’ – nei suoi tre corpi (eterico,
astrale, mentale), essa, contemporaneamente, appartiene ad un reame di
energie, per la maggior parte sconosciute al mondo d’oggi.

Possiamo, difatti, paragonare l’essere umano ad un vulcano. Di tanto in
tanto, dalle profondita’, nelle viscere della terra, scaturisce fuori della
lava, del fumo, e, di tanto in tanto, il vulcano e’ scosso da brontolii e da
tremolii, che lo pervadono tutto.

Ma le leggi della natura ritmano l’immensa quantita’ di fuoco liquido ed
equilibrano il mondo interno del pianeta, mandandone fuori quel tanto che
occorre, attraverso gli squarci esterni che esistono, disseminati nel
territorio di essa. Quindi, ogni vulcano non e’ una entità a se’ stante, ma
viene sottoposto ad una legge comune a tutti i vulcani; la “sua anima
interiore” e’ tutt’una con le anime degli altri vulcani.

Cosi’, per l’uomo.

Il filo di luce che vitalizza, come abbiamo visto, il suo aspetto cosciente
ed incosciente, dopo averne controllate le evoluzioni biologiche e
psicologiche, durante tutta una vita, ne causa la morte fisica. Ed e’ qui
che noi ci riallacciamo a quanto affermammo poco prima; cioe’, che l’anima
e’ sottilmente profetica, nella sua natura e recide i legami definitivi che
tengono in vita la personalita’. Bisogna, pero’, comprendere quali altre
forze entrano in azione; a quali cicli essa obbedisce; a quali Comandi
Celesti si rifa’.

A ondate ben dosate e volute, gruppi di ego entrano in incarnazione. V’e’ il
caso, come spesso, avviene, che si trovino a contatto ambientale per tutta
una vita; o, si rintraccino, dopo molti anni dalla nascita reciproca nella
materia, per varie, ovvie ragioni; tutte attinenti all’evoluzione reciproca,
o, dell’uno a favore dell’altro, o, viceversa.

Spesso, pero’, ego che hanno passato un lungo numero di reincarnazioni
assieme, non si incontrano nell’ultima. Malgrado questo, un filo magnetico
li unira’ per l’intera durata della vita; le personalita’ resteranno
incoscienti del fatto, ma, “in alto”, ambedue le anime palpiteranno
all’unisono, aiutandosi a vicenda.

In cio’ non entra la coscienza, quale di solito s’intende. Gli ego sono
sottoposti ad una legge di attrazione, che travalica la normale
comprensione. Attrazione costituita da cause remote personali; ma, anche, di
raggio, di Economia Cosmica, ecc..

In ciò, all’origine, sono attivamente funzionali le tre leggi occulte del
nostro sistema solare: quella di Sintesi, di Attrazione, di Economia (i tre
aspetti della Vita Una).

Per obbedire alla legge di flusso e di riflusso, di attivita’ materiale e
di attivita’ spirituale, molti ego si incontrano, durante la separazione dal
corpo fisico, nel pieno della notte, nei campi sottili dell’esistenza.

A titolo di rilassamento mentale, scriviamo che, spesso, dopo la morte,
l’entita’, oltre che i suoi cari, gia’ trapassati, incontra delle anime, a
lei molto amiche, con le quali ebbe rapporti di lavoro occulto, durante il
sonno fisico.

Quei gruppi di ego che si incarnano, per karma, assieme, solitamente, e
salvo rare eccezioni, muoiono a breve distanza l’uno dall’altro. E quale
grande avventura hanno passato! Quale grande esperienza! E’ come se un velo
di torpore fosse stato tolto, improvvisamente, da loro addosso; molte
verita’ appaiono chiare, il Piano Divino si estende davanti al loro occhio,
in tutta la sua maestosa sinfonia. Il piacere per cio’ che e’ piccolo e per
cio’ che e’ grande li invade lentamente. Inizia l’avventura del dopo morte.

Ma, ne parleremo piu in la’, durante il saggio. Cio’ che a noi interessa
affermare, adesso, sono due cose: in primo luogo, la natura duale
dell’anima; in secondo luogo, l’immutabilita’ della stessa, lungo gli eoni,
quando si e’ fusa con la Monade.

Perché dualita’ dell’anima? Perche’ essa è un microcosmo, con piena e
completa autonomia; ma, riflette, anche, le più vaste Leggi dell’universo,
di cui e’ una spirilla luminosa.

Il fatto noi lo rileviamo dall’inflessibilita’ delle leggi organiche, le
quali ritmano la vita biologica di ogni corpo fisico e dalle leggi
spirituali che danno la nota alla sfera psichica.

Come fa, l’anima, anche se di natura divina, a controllare tutti i suoi
processi fisiologici, mentre e’ incarnata; a guidare il destino della
personalita’, in funzione esperimentativa lungo il Sentiero; a collegare
questa ultima con gli ego del proprio gruppo karmico; a dirigerla, in alto,
nell’evoluzione; e, finalmente, a dare la morte fisica, salvo che non si
tratti di incidenti violenti (ma, tutti, determinati da un karma
precedente)?

Semplicemente perche’ essa e’ sottoposta alla marea della legge di gruppo,
sotto il controllo della Divinita’, Dolce e Misteriosa.

In seguito, l’Iniziato, raggiunta la piena padronanza del suo destino,
unificate Monade, anima e personalita’, decide, di sua propria volonta’, la
cessazione della vita.

Questo, lo vediamo nelle biografie di molti yoghi e di molte figure
sovrumane, nel campo dello spiritualismo.

Ma, come un liquido – versato su di una serra, ove sono piantati una grande
quantita’ di fiori – si estende, all’inizio, in modo omogeneo, ma, penetra,
poi, in ogni radichetta, secondo la quantita’ esatta, e determina la morte
dei tessuti vecchi e la crescita di quelli nuovi, cosi’ la legge sovrana
dell’Energia, immessa nel mondo della manifestazione, secondo dei ritmi
esatti ed una fissa logica cosmica, da Dio, crea quelle reazioni capillari e
insindacabili, che si riflettono – in un meraviglioso dipanarsi di vita e di
morte – nelle anime dei viventi, e staccano dalla materia i frutti maturi,
ammorbidiscono gli acerbi, risvegliano coloro che non vogliono avanzare.

Quest’altro aspetto dell’anima, diafana forma di vitale elettricita’
sublime, unita, delicatamente e tenacemente, alle leggi del mondo occulto,
la rende unita e vibrante all’Ordine che pulsa nel centro del nostro
pianeta; la rende profetica, potente, collaboratrice al Decreto e al Disegno
Superiore.

Ecco perche’ l’anima non fallisce mai, sia quando e’ ospitata da una
personalita’ , sia quando e’ risvegliata e sfolgorante di luce.

Ma, troppo vasto e’ il mondo delle cause, e noi possiamo dare solo brevi
cenni di esortazione all’intuito dello studioso.

Cosi’ come le maree si alzano e si abbassano, secondo un ritmo preordinato,
nella stessa maniera, ondate di ego entrano in manifestazione reincarnativa,
e ne escono.

Il fenomeno della morte, quindi, nel suo aspetto tenebroso e’ una chimera
creata dagli animi sensibili e poco evoluti, che non ne comprendono il vero
significato.

Piu’ in la’, nell’evoluzione, spesso, la morte e’ invocata. Ma, anche qui
si cade nell’ignoranza del fenomeno.

Come dicemmo, morte e vita, nel loro aspetto cosmico, sono i protagonisti
di quell’entita’ attuale, immanente, che vive nell’eterno presente, e che e’
l’uomo.

Desiderare la vita e’ un errore; desiderare la morte e’ un errore.

Essere vita e morte, contemporaneamente, e’ un’esperienza che solo le Alte
Iniziazioni permettono di provare.

In tal caso, l’Iniziato è un “nirvana vivente”. Ha scoperto il segreto di
; cioè, di vivere, contemporaneamente, nel tempo e nello spazio,
e fuori di essi. Egli si crea un corpo di manifestazione, a volonta’; lo
adopera, finche’ e’ necessario e costituisce un’immensa forza attiva
nell’esecuzione del Piano Gerarchico.

Noi parleremo della morte: ma, della sua manifestazione esteriore; parleremo
della morte, quale tecnica dell’anima di svincolo graduale dalla materia.
Ma, questo fenomeno riguardera’ soltanto cio’ che avviene per la media
umanita’.

La morte, per l’Iniziato, non esiste. Egli ha spezzato il cerchio delle
rinascite e quelle dell’oblio, con la distruzione, alla quarta iniziazione
(la Crocefissione), dell’unico laccio che lo legava al ciclo reincarnativo:
il corpo causale.Unificato alla Monade, che non muta – come afferma Alice A.
Bailey, nel Suo: “Trattato di Magia Bianca” – attraverso gli eoni.

L’uomo si e’ incarnato per due ragioni, quindi. Per proseguire esperienze
portate sino alla precedente incarnazione e per farne delle nuove. Il caso
di immersione nella materia , non ci riguarda, ora. Basti dire
che avviene al di fuori delle normali leggi evolutive.

E, durante la vita fisica, due sono gli effetti che l’uomo crea. Il primo
e’ la trasformazione vera e propria dei suoi corpi sottili, con l’impronta
evolutiva che ne consegue, per l’anima. L’altro, la creazione di vari “campi
magnetici”, negli ambienti in cui egli ha vissuto; campi magnetici che, per
la stessa loro natura, si uniscono tra di essi, nel mondo della quarta
dimensione, creando una invincibile rete di cause, che lega l’uomo ad una
nuova manifestazione fisica ed oggettiva. Tali , che formano la
struttura geometrica dei vasti campi magnetici, sono quelle che
H.P.Blavatsky chiama i sotto-agenti del karma e che allentano la morsa
sull’uomo, quando il suo spirito si libera dai lacci della carne. Ma, pronti
e puntuali, si presentano a lui, mentre sta per incarnarsi nuovamente, dopo
avergli preparato, per linee generali, la nuova vita.

(continua)

Prossimi argomenti:

– I tre tipi di morte naturale, in riferimento alle tre diverse forme di
personalità umana: la lemuriana, l’atlantidea, l’ariana.
– Cosa succede sul letto di morte
– Cos’è la continuità di coscienza
– Il coma di morte, visto nei suoi lati occulti
– Il “filo argenteo” che lega il corpo eterico a quello denso
– La vita dopo la morte.
– L’anima nel suo corpo eterico, nel suo corpo astrale, nel suo corpo
mentale.
– Purgatorio e paradiso secondo l’esatto significato esoterico.
– Descrizione dello stato di grazia post-mortem, chiamato Devachan
(Paradiso) in letteratura indiana.
– La reincarnazione, dopo il periodo del Devachan.
– Come, dove e perché si reincarna l’anima, dopo aver trascorso l’intervallo
tra due vite

“Tratto dalla mailing list Sadhana

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