La filosofia del Samkhya Yoga e il processo di creazione

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La filosofia del Samkhya Yoga e il processo di creazione

di Marco Stefanelli, Ph.D.

 

Nella filosofia del Samkhya darshana viene descritto il processo che porta alla manifestazione del mondo fenomenico iniziando dall’interazione tra Purusha (spirito/coscienza) e Prakriti (materia/non coscienza).
 
Il dinamismo dell’universo è dovuto infatti dall’interazione di questi due elementi primordiali. Il loro contatto è indispensabile poiché lo spirito è inattivo senza la materia e la materia è cieca senza lo spirito.

Tutto il processo della creazione è un atto graduale di evoluzione e sviluppo da un elemento al successivo, fino ad arrivare alla varietà della Natura come la conosciamo oggi.
 
Nel Samkhya viene descritta la creazione come un processo di destabilizzazione, da parte della Coscienza Suprema, delle tre forze fondamentali archetipiche della Natura materiale, i Guna.
 
La Prakriti, dallo stadio di quiete (Pradhana), passa ad uno stadio dinamico dove si viene a creare una differenziazione degli elementi materiali che invece non era presente nello stadio di equilibrio del Pradhana.
 
La manifestazione degli elementi cosmici inizia da quelli più sottili, quelli che compongono la vita psichica degli esseri e procede verso gli elementi più grossolani che costituiscono la realtà fisica. Il primo elemento a manifestarsi è il Mahat o Buddhi cosmica, che è l’intelletto cosmico da cui si sviluppano vari tipi di realtà e che costituisce la matrice e la sostanza sottile di tutti i processi mentali.

 

 

Dal Mahat si produce Ahamkara, che è una scintilla di coscienza del Brahman, condizionata dalla materia e che diventa progressivamente la coscienza individuale dell’io, l’ego. In questa fase si forma una individualità separata e distorta che è responsabile della visione di un mondo oggettivo illudente e conflittuale percepito dal soggetto. Ma in realtà il vero soggetto è il purusha, il Sé, che però viene oscurato – ma non contaminato – dalle coperture e dai condizionamenti della materia.
 
Da Ahamkara, sotto l’influsso di Sattva guna, si sviluppa Manas, la Mente cosmica, il principio cognitivo. Manas sintetizza le informazioni ricevute dai sensi. Questa è la mente sensoriale esposta al continuo fluire delle vritti prodotte dall’interazione tra sensi ed oggetti. Manas è come uno schermo dove vengono proiettate le immagini che i sensi hanno raccolto dal mondo fenomenico, immagini con le quali l’ego si identifica e che generalmente sono distorte e non corrispondenti alla vera realtà.
 
Da Ahamkara, sotto l’influsso di Tamas guna, sono generati i cinque Tanmatra, gli elementi potenziali e archetipici appartenenti alla manifestazione sottile e che generalmente non sono percepibili ma desumibili per inferenza. Essi sono le essenze di: suono (shabda), tatto (sparsha), vista (rupa), gusto (rasa) e odore (gandha). Con un processo di condensazione materica e sotto l’influenza di Tamas, questi elementi generano i sensi dell’udito, del tatto, della vista, del gusto e dell’olfatto, successivamente i corrispondenti organi di percezione: l’orecchio, la pelle, gli occhi, la lingua ed il naso, e infine i cinque Bhuta, gli elementi fisici: Etere (akasha), Aria (vayu), Fuoco (tejas), Acqua (apas) e Terra (kshiti).

 

Il suono potenziale (shabda tanmatra), che è all’origine dell’udito e dell’orecchio è il primo elemento ad essere generato, da questo si evince l’importanza del suono nel processo di creazione e sviluppo del cosmo.
 
La differenza sostanziale, riguardo alla creazione, tra il modello cosmologico vedantico e la tesi del Big Bang della fisica moderna è che, la fisica si interrompe all’individuazione della coppia di elementi primitivi, mentre i Veda risalgono ad una Causa Prima, da cui prakriti e purusha, materia e non-materia, vengono originati, richiamando dunque l’intervento di una Volontà Suprema, di un Essere e un’intelligenza trascendente le proprietà fisiche, che emani e diriga la manifestazione delle condizioni primarie in cui la vita si sviluppa.
 
Il prof. Marco Ferrini, nel suo libro “Sognando Vaikuntha”, descrive l’Ordine Universale, ne citiamo un breve estratto:
 
“Non c’è realizzazione senza armonia con il creato tutto e le creature. Questo universo, come il nostro corpo, è un sistema organico. Nel micro come nel macrocosmo, dalle orbite dei pianeti al funzionamento di un organo o di un tessuto, troveremo sempre un sistema che funziona in maniera coerente: la più piccola cellula come il più grande corpo celeste rispondono a forze precise. Siamo immersi in un universo di mente. La materia è coscienza in espansione; come già detto è necessario imparare a guardare agli oggetti come prodotti della coscienza, del pensiero creativo. La nostra posizione nell’universo non è affatto casuale. Noi siamo parte di un progetto: quanto più vi aderiamo, tanto più saremo capaci, felici, realizzati. Questo progetto ha forze proprie, proprie regole e leggi universali, che gli Hindu definiscono dharma, l’ordine divino e sovrano.
 
Nel dharma l’antico pensiero indiano identifica quel campo energetico originario indifferenziato che poi si differenzia dando vita ad innumerevoli energie le quali, attraverso lo sviluppo delle scienze fenomeniche, enumeriamo e crediamo di scoprire quando entriamo a contatto con qualche loro manifestazione, elencandola nella nostra lista di conoscenze.
 
E’ il Dharma che sostiene l’universo, che lo fa vivere, che lo rende progettuale e finalizzato, in opposizione al caos, al disordine, ai comportamenti disecologici. Quest’ordine è responsabile del nostro equilibrio, della salute fisica, del cammino di progresso. Non è artificiale, non determina una repressione delle istanze profonde dell’essere, è quella norma universale che è inscritta, come un codice genetico, nell’intimo di ogni creatura e la cui infrazione provoca una condizione innaturale, limitante e patologica, inevitabilmente segnata da conflitti e sofferenze. Non c’è progresso senza armonizzazione con il dharma, senza armonizzazione della nostra mente alla mente cosmica, della nostra capacità intellettiva all’intelletto universale”.
 
Testi ed immagini selezionati, compilati e supervisionati da Marco Stefanelli
 

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