Imparare ad essere consapevoli

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Imparare ad essere consapevoli

di Anthony De Mello

Questo tipo di esercizio di fantasia funziona alla perfezione nelle classi dell’ultimo anno di scuola superiore, in Irlanda. A seconda della maturità del gruppo, sarà necessario un periodo più o meno lungo di preparazione. Sottolineo che la preparazione del gruppo è di vitale importanza. Prima di tutto è necessario spiegare il tipo di esercizio di meditazione che si intende svolgere, chiedere il consenso e il sostegno del gruppo per l’iniziativa, e trascorrere tutto il tempo necessario per predisporre il gruppo attraverso un esercizio di «concentrazione sulla respirazione» o di «consapevolezza del corpo», o in alternativa un’attività preparatoria di «presa di coscienza dei rumori circostanti».

Mettetevi comodi. Cercate di rilassarvi e di prendere coscienza di qualsiasi rumore riusciate a udire all’esterno della stanza. Forse sentirete il rumore del traffico, o il fruscio del vento, o magari di alcune persone che camminano fuori; potrebbe anche capitare, se c’è molto silenzio, di udire il cinguettio di un uccello. Ascoltate.

Ora portate la vostra attenzione all’interno della stanza ed escludete tutti i suoni provenienti dall’esterno. Tendete le orecchie per individuare qualsiasi rumore all’interno della stanza. Forse potete sentire qualcuno che si muove, o lo scricchiolio di una sedia, o il respiro di una persona che penetra ed esce dal suo corpo. Adesso cercate di rilassarvi. Prendete coscienza soltanto dei rumori che potete sentire all’interno della stanza.

Adesso, voglio che portiate l’attenzione all’interno di voi stessi. Prendete coscienza di ogni suono che vi sia dentro di voi. Potreste riuscire a udire il lieve rumore dell’aria che passa attraverso le vostre narici, o persino avvertire il battito del vostro cuore, ma limitatevi a concentrare l’attenzione sull’interno di voi stessi e rimanete calmi e in silenzio.

Ora voglio che immaginiate di camminare in un campo che conoscete e che riuscite a dipingere con gli occhi della mente. È una bella giornata calda e voi siete soli, ma questo vi fa sentire bene. Mentre attraversate il campo sapete che a un’estremità di esso scorre un Piume, e sentite cantare gli uccelli. Passeggiando, vi sentite felici e rilassati.

Ora state arrivando alla riva stessa del fiume, lungo la quale cominciate a camminare lentamente. Ascoltate il gorgoglio dell’acqua che scorre pacifica, possibilmente serpeggiando tra piccole rocce e gruppi di canne. Godetevi quest’esperienza. Mentre continuate a camminare lentamente, percepite vagamente la presenza di qualcuno che, poco più avanti, si trova in piedi in mezzo al fiume. A un certo punto vi accorgete che si tratta di Gesù.

Quando arrivate al punto del fiume in cui si trova Gesù, vi accorgete che vi sta facendo cenno di avvicinarvi e raggiungerlo. Togliendovi le scarpe e le calze e notando che l’acqua non e molto profonda, vi avviate verso di Lui. L’acqua vi arriva alle caviglie, poi alle ginocchia, e Gesù continua a farvi cenno di avvicinarvi. Quando finalmente lo raggiungete, Egli vi prende le mani e, guardandovi negli occhi, dice: «Non avere mai paura di venire da me». Poi, con estrema dolcezza, vi conduce fino alla riva opposta e insieme vi sedete sulla sponda erbosa. Mentre entrambi osservate l’acqua che scorre, voi iniziate a parlare a Gesù della vostra vita e di come sono andate le cose negli ultimi mesi. Indugiate sugli aspetti della vita che vi hanno preoccupato, o di qualsiasi cosa vi abbia procurato ansia o tristezza, delusione o ira. Mentre raccontate questi avvenimenti e le vostre emozioni, iniziate a sentire che il dolore o la preoccupazione legati a questi eventi scorrono via con l’acqua del fiume.

Prendetevi tutto il tempo che vi serve e restate con Gesù, ricordando gli avvenimenti e sentendo che la preoccupazione scorre via.

Ora, mentre cominciate ad avvertire il senso di libertà che deriva dal sollievo, cercate di concentrarvi sulle cose che desiderate per voi stessi: pace interiore, amore, felicità. Esse scorrono dentro di voi, lungo il fiume, e dopo un po’ sentite che Gesù riprende a parlarvi. Vi dice qualcosa di speciale su voi stessi, e dunque date a questo momento la massima attenzione, ascoltando ciò che ha da dirvi.

Adesso, Gesù vi riconduce dall’altra parte del fiume e si congeda. Lo osservate allontanarsi, e dopo esservi rimessi calze e scarpe, lentamente, seguendo il vostro ritmo, ripercorrete il tratto lungo la riva del fiume e poi attraverso il campo che ben conoscete, portando con voi i ricordi che conservate nella mente, per ritornare infine in questa stanza, qui e ora.

Ora, di nuovo, voglio che ascoltiate tutti i suoni dentro di voi e che ne prendiate coscienza. Gradualmente, allargate la vostra attenzione al di fuori di voi stessi e ascoltate i rumori che avvertite all’interno della stanza: magari il fruscio dei vestiti di una persona che si muove o il grattare di una sedia sul pavimento.

Ora lasciate che la vostra attenzione si estenda all’esterno della stanza e di nuovo ascoltate i rumori del traffico, o la voce di persone o il canto degli uccelli e poi, seguendo il vostro ritmo, stiratevi dolcemente e aprite gli occhi, lasciando che si abituino alla luce.

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