Il suono primordiale e l’armonia cosmica

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Il suono primordiale e l’armonia cosmica

Secondo le tradizioni e i miti di molti popoli, la Creazione dell’Universo è avvenuta per mezzo di un suono primordiale, un suono dal potere creativo di natura misteriosa e ineffabile.

Come evidenzia il musicologo Marius Schneider “tutte le volte che la genesi del mondo è descritta con sufficiente precisione, un elemento acustico interviene nel momento decisivo dell’azione […] L’abisso primordiale, la bocca spalancata, la caverna che canta, il singing o supernatural ground degli Eschimesi, la fessura nella roccia delle Upanishad o il Tao degli antichi Cinesi da cui il mondo emana “come un’albero”, sono immagini dello spazio vuoto o del non essere, da cui spira il soffio appena percettibile del creatore.

Questo suono, nato dal vuoto, è il frutto di un pensiero che fa vibrare il Nulla e, propagandosi, crea lo spazio”, come nel misticismo Sufi dove si parla di un vita silenziosa chiamata Zàt, da cui tutto è scaturito sotto forma di vibrazioni artefici di vibrazioni.

Il “Vangelo secondo Giovanni” recita che: “Nel principio era il Logos e il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio. Egli era da sempre presso Dio”. Aggiunge poi: “…tutto venne all’esistenza per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu creato di ciò che esiste….”. Il termine logos che viene tradotto nel periodo illuminista con “verbo” o “parola”, prima del ‘700 era generalmente inteso come “suono”.

Va anche ricordato che il suono delle parole riveste nella Bibbia una particolare rilevanza al punto che una corretta pronuncia del nome di Dio, YHVH, letto con la corretta intonazione, avrebbe per effetto in colui che la pronuncia, l’identificazione con la stessa divinità. Il comandamento “non pronunciare il nome di Dio invano”, deriva dal fatto che per la tradizione ebraica, la progressiva decadenza spirituale che avveniva da una generazione all’altra, rese alcuni nomi impronunciabili, a causa del loro potere e della loro appartenenza a esseri spiritualmente superiori e vicini a Dio.

Del resto l’idea di suoni primordiali o suoni con capacità creativa è diffusa anche in altre tradizioni:

I sacerdoti dell’antico Egitto attribuivano la creazione del mondo alla risata di Thoth, divinità della scrittura, della musica e della parola creatrice. I miti di creazione egizi variano a seconda della zona geografica: a Menfi, dove la genesi è attribuita all’opera di un unico creatore, il dio Ptah, la creazione di ogni cosa avvenne pronunciandone il nome, letteralmente dandogli vita attraverso “la parola divina”. In India, la culla della più antica filosofia giunta fino ad oggi, Brahma è il Tutto, creatore e coscienza universale.

Il Samaveda, uno dei quattro testi più antichi dei Veda (i testi sacri dell’Induismo redatti da anonimi saggi detti “veggenti vedici”) è interamente dedicato al suono, al canto e alla musica.

Nada Brahman, nelle successive Upanishad (Chandogya), indica il suono primordiale Om o AUM, come l’emanazione dello spirito di Brahman.
Un sottile filo ancestrale lega i testi sacri dell’India antica alla cultura dei nativi americani, dove si dice che il mondo fu creato con un canto, identificando la dimensione acustica come la più vicina all’origine della vita. Cosi anche per gli aborigeni d’Australia, per i quali la creazione risale al Tempo del sogno (più una dimensione della coscienza che un periodo temporale), in cui esseri totemici attraversarono la terra cantando di ciò che incontravano (rocce, fiumi, animali, piante) e così facendo portarono questi elementi a manifestarsi. Questo suono originario ricorda quel suono primordiale originato dal Big Bang che nel 1965 fu scoperto, ancora presente negli spazi astrali, dagli scienziati di Princeton e che viene paragonato al basso ruggito di un leone o al passaggio di un aereo.

Il noto ricercatore in ambito sonoro Alfred Tomatis ipotizzò un esistenza precosmica caratterizzata da un altissimo livello di coerenza simmetrica; con il graduale incedere di tendenze asimmetriche si giunse a un punto critico dove avvenne una rottura la quale diede vita a un’onda potentissima, scandita da un incontenibile boato… il Big Bang! da quel momento tutto ciò che esiste, perdendo l’originaria simmetria si espande spostandosi in un unica direzione, un uni-co verso.

Oggi i fenomeni che mettono in relazione il suono e la forma (intesa come struttura e organizzazione della materia nello spazio) vengono studiati dalla scienza o pseudoscienza chiamata cimatica (dal greco Kyma = onda) così battezzata dal ricercatore svizzero Hans Jenny che negli anni ’60 riprese e approfondi gli studi del musicista e fisico tedesco Ernst Chladni vissuto nel XVIII secolo. La cimatica riesce in modo stupefacente a dare prova di una famosa asserzione di Pitagora ossia che “la geometria delle forme è musica solidificata”

https://youtu.be/KurHB_fu_wE

Se il suono ha la sua origine nel movimento, si può immaginare, visto che tutto nell’universo si muove in un’incessante fluire, come in esso si produca una grandiosa armonia. Nell’antica Grecia il cosmo era concepito come una lira a sette corde suonata dal dio Apollo, che era la divinità della musica e della medicina; Pitagora (VI secolo a.C.), che continua ad influenzare la nostra cultura con il suo pensiero, oltre a essere il primo intellettuale occidentale a mettere in chiaro le relazioni tra gli intervalli musicali, cercò di scoprire i legami tra i suoni e l’ordine nascosto della natura, “studiate il monocorde e scoprirete i segreti dell’universo” si dice abbia detto, sostenendo che dallo studio di un unica corda vibrante si potrebbero scoprire gli aspetti microscopici della vibrazione sonora e studiare le leggi macroscopiche che regolano il cosmo.

Nel concetto di “armonia delle sfere”, successivamente approfondito da Platone, Cicerone e Dante e più recentemente dal padre dell’astronomia moderna Keplero (1571 – 1630), si cerca di sondare struttura e proporzione dell’universo, ai moti rotatori dei pianeti viene associata una sinfonia musicale, prodotta proprio dal movimento di ogni singola sfera celeste. In epoche in cui non vi era modo di ottenere valori empirici, venne ipotizzato un legame tra astronomia e musica, ricercando un’analogia tra le diverse distanze che separano i pianeti dal centro del cosmo, e le distanze tra le varie note (intervalli) osservate in una corda musicale. Per alcuni questa armonia celeste è reale e concreta nelle sue porzioni armoniche a cui il nostro orecchio è sensibile, non ce ne accorgiamo semplicemente perché, oltre a possedere una lievissima intensità, udendola costantemente sin dalla nascita non siamo in grado di oggettivarla, così come chi vive lungo la riva di un fiume non è più in grado di distinguere il fragore delle acque se non dirigendo coscientemente ad esso la sua attenzione.

L’armonia è proporzione naturale, sia che si manifesti nel suono, nella forma o nel colore, evoca bellezza e benessere, come quando ci troviamo immersi in una natura totale e riusciamo a percepirne la perfetta spontaneità in ogni sua parte; difatti si può asserire che il potere dell’armonia non sta nel “valore giusto” ma nella giusta proporzione, ed è potere, perchè il suono crea la forma! Questo ha a che fare con ciò che sperimentiamo come esseri ricetrasmittenti, Gandhi ha detto “Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri, i tuoi pensieri diventano le tue parole, le tue parole diventano le tue azioni, le tue azioni diventano le tue abitudin, le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi valori diventano il tuo destino.”

Le nostre convinzioni, i nostri pensieri, sono potentemente vibranti quando allineati al sentimento e all’emozione… è possibile emettere e risuonare la paura ed è possibile emettere e risuonare l’amore, gli effetti su di noi e sulla nostra realtà saranno diametralmente opposti… a noi la scelta!

https://youtu.be/5h19QCHhRes

da onderotonde.blogspot.it

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