Il SOLE e la PIETRA

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Il SOLE e la PIETRA

di Claudia Cinquemani Dragoni

Anche nella pieve di San Giovanni a Campiglia si trova il misterioso palindromo del Sator, questa
volta in forma lineare e non inscritta geometricamente nel quadrato magico

La Maremma è ricca di misteri e leggende, ma non sempre nella vita quotidiana ci è dato di cogliere
ed osservare nel profondo ciò che abbiamo davanti a noi.
Capita che ci troviamo in luoghi “magici” e non ce ne accorgiamo perché non siamo veramente lì, non
cogliamo nel profondo l’essenza del luogo.

Da più di 1000 anni, nel territorio di Campiglia Marittima, all’interno del cimitero situato al di
fuori del paese, sorge un’antica Pieve dedicata a San Giovanni Battista.
L’atmosfera che si respira in questo luogo è magica e ricca di mistero.
La Pieve pur nella sua semplicità affascina e pare suggerire segreti non ancora svelati.
Tra i conci di pietra grigia con i quali sono costruite le mura perimetrali, spiccano delle pietre
calcaree bianche disposte in apparente casualità.

Lungo il perimetro esterno alla Chiesa sulla parte bassa a contatto con la pavimentazione,
s’intravedono, consumate dal tempo, croci patenti a braccia uguali e simboli rappresentanti la Tau
greca.

Nella feritoia dell’abside, si stagliano due volti dalla testa rasata: una delle due figure è più
piccola dell’altra a significare il diverso grado di importanza dei due personaggi.
Sul fianco esterno, alla sinistra della facciata, è collocata una porta con un architrave finemente
scolpito e sempre sullo stesso lato, appena al di sotto del tetto, si trova il misterioso palindromo
del Sator.

La scritta, sator arepo tenet opera rotas è lineare, a differenza dei più noti Sator disposti a
forma di quadrato.
Il palindromo si apre con la lettera M sormontata da una croce seguita dalla lettera S e si conclude
con le lettere MCSS.
Queste due abbreviazioni, fanno ipotizzare che il luogo dove sorge la Pieve di San Giovanni sia
stato uno Spedale della Militia Christi Sancti Sepulcri, titolo del quale frequentemente si era
fregiato l’Ordine del Tempio.

La ricercatrice aquilana ed Avvocato di Stato Maria Grazia Lopardi, svolgendo un’ approfondita
ricerca sul quadrato del Sator, ha dimostrato come esso, geometricamente e simbolicamente racchiuda
i principi di una conoscenza antichissima custodita da antiche tradizioni iniziatiche, strumento e
base armonica per edificare sacre costruzioni.

Del Sator, ne erano a conoscenza e ne custodivano gelosamente i segreti del suo utilizzo, gli
antichi mastri costruttori che, riuniti in Corporazioni, operavano nel Medioevo.
L’interno della chiesa appare spoglio di ornamenti, fatta eccezione per il bassorilievo posto sulla
strombatura di una monofora dell’abside che raffigura un personaggio scalzo dalla lunga veste, privo
di testa a causa di un atto vandalico.

Una frase in latino, incisa sull’architrave del portale d’ingresso, invita il fedele a pregare Dio
affinchè perdoni i peccati di “Matheus” probabile magister murario della Pieve stessa.
In prossimità del motivo fitomorfo che si sviluppa al di sotto del grazioso rosone a sei raggi, ed
inseriti in un’incisione deteriorata dal tempo, alcuni ricercatori di simbologia medioevale hanno
creduto di riconoscere il simbolo astronomico della Costellazione del Leone e quello del Sole,
elementi tipici della dottrina cosmologico-esoterica templare.

La prima stranezza la incontriamo sul sagrato dinanzi al portale d’ingresso dove è collocata una
enigmatica lapide che raffigura una figura umana nuda dalla testa rasata, che con le dita della mano
destra segna il numero 3 e con la mano sinistra indica l’ombelico.
La figura, pare alquanto bizzarra per rappresentare il defunto poiché possiede qualità androgine ed
è racchiusa in uno scudo o mandorla attraversato da una fascia o legno.

Ai lati dell’immagine è incisa un’epigrafe che rammenta certi “Bartolomaus Petri e Florentius
Michaelis de Capilia” committenti della tomba di Pietro di Campiglia.
L’androginia e la nudità unite ai segni che il personaggio esegue con le dita, fanno supporre
un’appartenenza a corporazioni di scalpellini e mastri costruttori operanti nella zona intorno al
1400.

Sulla parete di un edificio privato, nel centro storico di Campiglia, è murato uno stemma che reca
la stessa raffigurazione presente nella lastra che si trova alla Pieve di San Giovanni.
Lo stemma, a differenza della lastra cimiteriale, presenta al di sopra la data A.D. 1463, ai lati
due strane incisioni simmetriche e al di sotto di esse un’ antica scritta in latino con evidenti
errori grammaticali dove si leggono le parole “Mensa” e “Domus”.

Le incisioni simmetriche ricordano le pietre datarie presenti negli antichi ospedali medioevali
retti da Confraternite: l’uomo sepolto a Campiglia potrebbe essere stato un personaggio importante
appartenuto ad una di esse.
Leggende locali parlano di cunicoli sotterranei che nel passato, avrebbero collegato il centro del
Paese all’antica Pieve.

Una lastra grigia diversa da tutte le altre posta sul sagrato della chiesa, reca scolpito un
semplice scudo e non presenta alcuna iscrizione funebre.
Che sia quello l’accesso al passaggio segreto leggendario o alla cripta della chiesa non ancora
scoperta?

In effetti la Pieve è posta all’apice di una collinetta, ed appena al di sotto di essa, ai due lati,
si aprono dei loggiati simmetrici con volte a crociera che ospitano antiche sepolture ottocentesche.
Una parte di questi loggiati potrebbe avere origini molto più antiche e quindi la Pieve potrebbe
aver fatto parte di un complesso più ampio.

I misteri però non si esauriscono qui, perché all’interno della Chiesa, sul muro posto a nord lungo
la navata, si trova una curiosa incisione che rappresenta una meridiana priva del suo gnomone.
Proprio su quella parete, nei primi giorni di settembre, il sole che filtra dal rosone a sei raggi,
proietta una rosa di luce che si adatta perfettamente al graffito.

Per la precessione equinoziale, circa mille anni fa, il fenomeno doveva verificarsi intorno a
ferragosto e probabilmente esso rappresentava il segno per la celebrazione di un importante evento.
La Pieve è intitolata a Giovanni Battista, figura sacra ai Templari e per la quale si celebravano
riti estivi sacri legati al solstizio d’estate.

Forse all’interno della Pieve si svolgevano investiture templari o nei leggendari sotterranei non
ancora scoperti, era celata una sacra reliquia che idealmente doveva essere irradiata di luce in un
dato periodo dell’anno.
Nel medioevo, uno degli intenti dei costruttori era quello di edificare affinché il sole e la pietra
potessero unirsi in un connubio che esaltasse il mistero del divino.

Un sapiente raggio di sole che avrebbe varcato la soglia dello spazio sacro in un dato periodo
dell’anno sarebbe stato metafora della rivelazione spirituale e un segnale convenuto per adorare e
celebrare in armonia con i cicli cosmici.

Tra i difficili e spesso contraddittori significati suggeriti dai simboli presenti nella Pieve di
San Giovanni, rimane una grande verità, virtù principale degli antichi costruttori: il silenzio.
In esso si svela la vera essenza del Sacro Luogo che non si spiega razionalmente ma conduce il
visitatore in un tumulto di emozioni rimaste intatte nonostante il trascorrere del tempo.

Quadrato del Sator
Con l’espressione quadrato del Sator si indica una struttura a forma di Quadrato magico composta
dalle cinque parole latine: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS, che, considerate di seguito, danno
luogo ad un palindromo (frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa. Il
significato è stao nel tempo foriro di diverse interpretazioni.

Così afferma Maria Grazia Leopardi in un articolo presente su
www.scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=11273: «L’intuizione – che ho illustrato nel mio
ultimo libro Il quadrato magico del SATOR- il segreto dei maestri costruttori edito dalle
Mediterranee – vede che il misterioso simbolo che appare ai margini di costruzioni medievali, ma
anche molto più antiche, come a Pompei, consentirebbe, unendo le lettere delle cinque parole da cui
è formata l’intera iscrizione, di tracciare una griglia, un reticolo che ho chiamato Matrix perché
costituirebbe la matrice della creazione, le acque primordiali informate dallo Spirito da cui
emergerebbe l’intera creazione. Gli architetti di diverse tradizioni ed aree geografiche si
sarebbero dunque tramandato un segreto che ha fatto sì che l’arte della costruzione rappresentasse
per eccellenza un percorso iniziatico. Iniziatico non solo per quanto custodito dalla Massoneria, ma
soprattutto perché Architetto è, secondo l’etimologia greca della parola, colui che crea con 0
dall’Archè, dal principio di ogni cosa, dalla Matrix in cui da una punto centrale indicato da una N
(come Nous) nel quadrato magico del SATOR, si irradierebbe il suono della creazione, il Verbo
ordinatore. Insomma nella Matrix, vi è l’energia della creazione ed ogni linea costituisce la legge
che rende ciò che emerge conforme all’ordine divino. Questo spiegherebbe l’armonia espressa dalle
costruzioni sacre ed il loro ruolo di microcosmo perfetto, di paradiso in terra per cui l’Architetto
non farebbe altro che reiterare l’atto cosmogonico del Grande Architetto dell’Universo».

L’idea, tramandata dagli architetti di diverse tradizioni, in base alla quale l’arte della
costruzione costituisce un percorso iniziatico, che determinerebbe la matrice della creazione, può
essere in qualche modo posta in relazione con quanto dicono le antiche tradizioni spirituali. Le
tradizioni spirituali del passato nascono infatti dalla comprensione che siamo tutti connessi
tramite un’energia spirituale, attraverso una Matrice Divina, un campo che ci permette di essere
l’uno parte dell’altro, parte del nostro mondo e di un’esistenza più vasta; ed è facile allora
capire che l’affermazione che le costruzioni sacre abbiano il ruolo di microcosmo perfetto, che da
esse si irradia il suono della creazione, rientra chiaramente in questo quadro, risulta chiaramente
compatibile con questi insegnamenti delle antiche tradizioni spirituali.

Claudia Cinquemani Dragoni è pittrice e restauratrice. Vive in maremma. Compie ricerche legate alla
Geometria Sacra di antichi Luoghi di Culto. Si dedica allo studio delle antiche Tradizioni
Iniziatiche e all’Archeologia misteriosa.
sito internet www.posothis.it

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