Il portafoglio e il dio soldo

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Il portafoglio

di: Bruno Chastonay

…l’organo più sensibile dell’essere umano.

Come momento di riflessione

I valori inculcati dalla famiglia e dalla società, erano tutti improntati al risparmio, alla
protezione delle cose, ad un uso oculato delle risorse, a -non buttare via nulla che avrebbe potuto
sempre servire- Questo sicuramente veniva da una generazione che aveva vissuto il periodo magro che
aveva lasciato la guerra, con la disoccupazione, la fame, le incertezze, l’emigrazione, il gran
lavoro fisico necessario quotidianamente, gli sforzi a tirare alla fine del mese, in un momento dove
ogni singolo Franco contava molto. Erano dei principi, presi come valori basilari, indice di
sicurezza e stabilità, come quella del posto fisso, e meglio se in governo o in banca.

Con la crescita economica cresceva pure la qualità di vita, e con essa i desideri materiali, di
tecnologia, moda, vacanze, evasione. Un’economia che ha portato avanzamenti professionali, e quindi
d’aumenti di stipendio, di sicurezze, di voglia di investire e spendere, nuova automobile, una casa,
di evasione, soddisfacendo il secondo gradino dei desideri, quello dei beni voluttuari. E qui
nascono i primi contrasti con i valori precedenti.

Giusto risparmiare, accumulare, conservare per il futuro, o è meglio spendere, e indebitarsi per
ottenere il massimo dal consumismo, che tanto al futuro ci si penserà poi ? visto che grazie
all’inflazione, l’aumento di carriera e delle entrate, e magari anche d’utili sugli investimenti
immobiliari ed in borsa, al rendimento speculativo, potremo sopperire alle necessità con minor
fatica. L’importante era “vivere” il magico momento, senza timori, senza limitazioni, senza
preoccuparsi troppo dei valori e principi morali, oramai vecchi e fuori moda.

Il contrasto con l’insegnamento scolastico e dalla famiglia, ancorati su valori e principi
cosiddetti “sani”, e con il mondo esterno, iniziava ad essere quindi più ampio, propagandosi anche
alle periferie, grazie all’aumento delle vie di comunicazione, ai media, alle maggiori disponibilità
per viaggiare, alla velocità della divulgazione delle informazioni. Sin qui nulla di problematico,
visto che il tutto andava a beneficio del miglioramento degli standard di vita. Ognuno poteva vivere
la sua spiritualità e religione, seguire i propri valori di vita, essere educato e rispettoso con
gli altri e degli altri, senza paure e timori del peggioramento generale del “quieto vivere” e del
degrado. Dopo 35 anni passati sui mercati finanziari, a manovrare i soldi altrui, a gestire gli
obiettivi d’investimento e a proteggere gli averi degli altri, ho ora acquisito maggiore conoscenza
di vari altri aspetti.

Il Dio Soldo ha preso il sopravvento, in una società che per un periodo molto lungo ha vissuto in
un’economia in crescita molto veloce, e che, grazie a questo, anche nel materialismo, che sovrasta
tutti i principi e i valori precedenti. È stato calcolato che nella vita dei nostri padri avevamo
una scelta di 4000 prodotti, mentre oggi l’offerta è passata ad oltre 40.000. Problemi contenuti
fintanto che ce li potevamo permettere, lavorando di più e sempre più in fretta e di corsa, sempre
sotto maggiore stress con maggiore tecnologia e mezzi, senza riguardo all’ambiente, alle differenze
sociali.

Senza rendersi conto di togliere sempre più tempo alla famiglia, ai figli, alle relazioni, e il
tutto, a scapito dell’educazione, omettendo di tramandare i valori e i principi ed evitando di
essere presente per dare un esempio. A scapito delle unioni coniugali ad alimentare i divorzi e i
dissidi, causati da crescite interiori e negli obiettivi dei singoli individui molto discostanti e
differenti. Desiderio di carriera e di soldi propri, per futili necessità, che obbligano a lavorare
più persone per nucleo famigliare, relegando i nonni a pseudo-genitori, dove ci sono, e per la
fortuna dei figli che almeno hanno qualcuno che li segue.

Ci si sposa per amore, e ci si separa per soldi. L’immagine esterna come valore di vita, basato
sulla moda e non la comodità, la presenza fisica per piacere e non per la salute, l’auto oggetto di
culto e non mezzo di trasporto, il gioiello del momento per mostrarlo e non per piacere personale, e
che deve soprattutto piacere agli altri. La marca in voga per generare ammirazione o invidia, la
moglie giovane e bella e invidiata e non necessariamente amata, le vacanze in luoghi pubblicizzati
ma senza avventura e conoscenze. Insomma, tutti gli sforzi per essere VIP, e non solo per “essere”.
Non importa come, ma tutto subito, e tutto al massimo.

Ecco allora aumentare la discrepanza entro i soldi e il fattore etico. Negli occhi dei “media”, ad
esempio, il fattore “ricco” sempre più è accomunato a traffico di droga, compra vendita d’armi,
sequestri, truffe, riciclaggio, tangenti e bustarelle. Mentre sempre più cresce il debito privato,
l’uso della carta di credito, dei finanziamenti, del leasing. (in Svizzera abbiamo oltre 3.500.000
di carte di credito per una cifra di affari di 22 miliardi annui). Il tutto anche ben oltre le
proprie attuali capacità, e indipendentemente dallo stato sociale ed economico. Giovani già con il
problema del debito prima ancora di iniziare a vivere professionalmente.

Siamo passati senza rendercene perfettamente conto da una situazione idilliaca durata per un lungo
periodo, senza averne il tempo per apprezzarla pienamente, e tralasciando dei valori e dei principi
fondamentali per la qualità della vita. E tutto per 4 soldi in più, e che non porteremo con noi
nell’al-di-là.

Con i soldi puoi comprare una casa ma non un focolare.

Con i soldi puoi comprare un orologio ma non il tempo.

Con i soldi puoi comprare un letto ma non una bella dormita.

Con i soldi puoi comprare un libro ma non la conoscenza e la cultura.

Con i soldi puoi comprare un medico ma non la salute.

Con i soldi puoi comprare una posizione sociale ma non il rispetto.

Con i soldi puoi comprare sangue ma non la vita.

Con i soldi puoi comprare sesso ma non l’amore.

Il fatto di non avere il tempo di educare i figli, di coltivare le amicizie, di acculturarci e
apprezzare la lettura, la musica, la storia, di favorire la conversazione, ha lasciato nella società
un mondo d’indifferenza, d’intolleranza e d’egoismo. Gli sforzi sono tutti per il mantenimento del
proprio stato ed immagine sociale. Le cose che non funzionano come dovrebbero, “sono colpa degli
altri”, della società, della scuola, della chiesa, delle cattive compagnie. I nostri figli sono i
migliori anche quando bestemmiano, giocano al game-boy invece di conversare, pitturano i muri a
spray, utilizzano il telefonino per comunicare durante le ore di lezione per passare i risultati
degli esami.

La colpa “è degli altri”, che non sanno comprendere i giovani, che sono razzisti o classisti, a
dipendenza della situazione in atto. E se tutte queste ragioni non bastano, si ricorre al fattore di
mancato adattamento sociale, e quindi necessità d’aiuto dallo psicologo, se non addirittura dai
farmaci. Calmare i bambini iper attivi, limitargli la libertà di crescere e conoscere, di apprendere
dalle proprie esperienze. Più facile vietare che analizzare e cercare delle soluzioni valide.

Siamo passati dai valori reali ai valori effimeri. Spendiamo ore delle nostre giornate della nostra
vita per guadagnare sempre di più, per poi distruggerli con acquisti che risultano non
indispensabili e svalutabili in tempi brevissimi. Ipotechiamo il nostro futuro impegnandoci con
forme anche complesse d’indebitamento, spendendo anticipatamente quello che non abbiamo ancora
guadagnato, e che non sappiamo nemmeno, se e come, lo guadagneremo. Lavoriamo in sostanza il mese di
gennaio per il Comune, il mese di febbraio per il Cantone, marzo per lo Stato, aprile per la
CassaPensioni e AVS, maggio per la cassa malati, ecc ecc. tutto questo per circa 7 mesi all’anno, e
ci diciamo liberi.

Siamo passati da persona credibile come nome e presenza, a persona valutabile in conformità a
criteri di possesso e conto corrente o di linea di credito. L’importanza dell’audience anche nel
singolo individuo nella vita quotidiana, nel concetto che non ha importanza la qualità, ma stimolare
l’interesse e l’attenzione degli altri. Se ti fermi per strada in difficoltà per mancanza di moneta
per il trasporto pubblico, sei considerato un drogato, o in ogni caso una persona da evitare. Un
pezzo di carta colorata, meglio se di color platino, vale di più di tante altre cose. Le promesse
sono accettate solo da chi non ha altre scelte, meglio il “cash”.

Oggi un semplice movimento di fondi crea subito domande inquisitorie. Da dove vengono, come sono
stati fatti, quali sono gli obiettivi futuri. E se li prelevo o li spendo, come mai – e la ragione
di quest’azione. Non perché sono tanti, anzi, forse proprio perché sono pochi. Troppo pochi perché
destino un interesse, ma sufficienti per creare dei potenziali problemi e rischi. In sostanza,
perché assumersi un rischio quando non ci guadagno nulla ? Meglio trovare delle ragioni plausibili
per evitare questi problemi. Quindi criminalizziamoli, e prendiamo misure di scarico di
responsabilità.

In America se non hai la carta di credito, sei considerato uno che perso il diritto d’averla, e non
hai diritto all’assistenza medica in caso d’urgenza, perché non avrai la copertura finanziaria
sufficiente per essere un uomo, sei solo un elemento di disturbo e di problemi. Se hai del contante
in tasca, superiore al limite ufficialmente consentito, e non hai la possibilità di dimostrarne la
provenienza, sei un malfattore e un evasore fiscale, o sospettato di tangenti.

Se hai troppo e lo ostenti, chissà dove li hai presi i soldi per mantenerti cosi. Se non fai vedere
nulla e non spendi sei malato, sei tirchio. Però in un mondo costruito sul materiale, esiste in ogni
caso un modo per utilizzare il SOLDO, facendogli fare il suo vero lavoro. Esistono le donazioni ad
enti benefici di qualsivoglia specie e nazione e ragione di raccolta, con dei vantaggi fiscali, e di
immagine, anche per accontentare anche l’ego. La verità è che anche se i soldi sono sporchi – come
le banconote USA da 1 dollaro, che contengono tutte una traccia di cocaina – se usati con criterio,
possono fare e fanno del bene.

Visto che i SOLDI portano malattie, disturbi, guerre, e ci tolgono la libertà di vivere e la qualità
della vita stessa, perché tutti li vogliono ? Proprio per i fattori espressi sopra, per quanto loro
ci possono dare e metterci in condizione di fare. Quindi dobbiamo impiegare i nostri sforzi per
essere sempre in posizione di poter aiutare noi stessi ad essere al nostro meglio. Solo una persona
in salute e nel pieno delle sue forze riesce ad avere il meglio per aiutare gli altri quando gli è
richiesto.

Ma non tutti sono in condizione di poterlo fare, perché non hanno usato il loro tempo e le loro
capacità per migliorare le conoscenze e le capacità di gestire tutto quanto esposto sopra. Come la
capacità di controllare e misurare le emozioni, quella di saper valutare le situazioni e le
condizioni, quella di saper dare senza chiedere nulla in cambio. Il saper misurare l’orgoglio, le
ambizioni, per progredire caratterialmente e umanamente. Tutte cose che se prese con giusta misura
risultano essere dei grandi pregi.

Bruno Chastonay
Mobil: +4179 621.31.40
E-mail: info@chastonay.com
chastonay.com/

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