IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA (PARTE SECONDA)

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IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA (PARTE SECONDA)

Da una lezione di Marco Ferrini del 13 Maggio 2008 ( www.c-s-b.org )

Chi vive in modo frivolo le relazioni affettive e sentimentali danneggia prima di tutto se stesso e
di conseguenza anche gli altri, poiché rovina ai suoi occhi e a quelli altrui i concetti di fedeltà,
di lealtà e amore. Quando da tali relazioni nascono figli, si riversano su di loro confusione,
instabilità emotiva ed incapacità di amare e così il danno si estende e si moltiplica. Una famiglia
dovrebbe formarsi non in maniera casuale, magari per rimediare al guaio di una gravidanza
inaspettata o soltanto perché si ha paura di rimanere soli. La famiglia dovrebbe essere una Missione
che – se si sceglie di compierla – necessita di tutte le nostre migliori energie e di dedicarvi una
parte consistente della nostra vita, considerando il matrimonio come strumento per migliorarsi,
maturare ed evolvere affettivamente, psicologicamente e spiritualmente. Naturalmente non tutti hanno
bisogno di vivere l’esperienza della famiglia per giungere alla realizzazione di se stessi: sposarsi
non è un obbligo, bensì una scelta che va ben ponderata in base alle proprie esigenze interiori e
caratteristiche caratteriali. Ripercorrendo la storia incontriamo vite luminose di spiritualisti che
– avendo già maturato determinate comprensioni ed esperienze – hanno potuto percorrere con
soddisfazione la via della rinuncia e che in quella via si sono realizzati.

Viviamo in un mondo dove prevalgono comportamenti altamente scorretti, disecologici e patologici,
dove si compiono oltraggi e nefandezze che purtroppo sono considerati legali, ma scuole e tradizioni
nel corso della storia – che rappresentano vette di saggezza del pensiero e dell’animo umano – ci
indicano orientamenti nobili da seguire per trasformare il nostro percorso nel mondo in un viaggio
evolutivo verso la liberazione dai condizionamenti e lo sviluppo di Conoscenza autentica e autentico
Amore. Gli insegnamenti psicologici e spirituali dei Maestri della tradizione Indovedica veicolano
non soltanto concetti e modelli di pensiero sani, ma anche e soprattutto esempi concreti di
comportamenti evolutivi, che sono come fari in grado di illuminare l’agire dell’uomo nel mondo,
nella vita affettivo-sentimentale, in quella professionale e in ogni altra sfera dell’esistenza.
Come purtroppo confermano innumerevoli esperienze cliniche, ci sono famiglie patologiche,
psicotiche, distruttrici di ideali e valori. Un padre padrone, ad esempio, può bloccare con la sua
violenza l’evoluzione di un figlio per decenni, così come un genitore perditempo, irresponsabile e
neghittoso può ingenerare questa stessa mentalità negativa nella prole, producendo effetti rovinosi
che potranno essere smaltiti a costo di tanti sforzi, tempo e sofferenze. Dunque è indispensabile
un’accurata educazione prima di lanciarsi in un’impresa familiare.

Oggi sposarsi e divorziare è diventato assai frequente, ma non per questo dovete sottovalutarne la
pericolosità. In realtà ciò è il segno di una società votata al degrado. Della società moderna
possiamo certamente apprezzare alcuni aspetti, ma è altresì indispensabile rilevarne le macchie, le
incongruenze, i paradossi, gli abusi, come quello di considerare l’aborto un diritto civile quando
assolutamente non lo è, soprattutto per il bambino che viene privato del diritto di vivere. Occorre
un’educazione per potersi sposare e vivere una vita matrimoniale, e soprattutto per poterlo fare con
successo, quello vero, duraturo e propedeutico all’armonizzazione e allo sviluppo della personalità,
propria e altrui. Una donna dovrebbe essere accuratamente educata per diventare sposa e madre e così
un uomo per diventare un marito, responsabile e capace di espletare bene il suo ruolo nel dare
sostegno e guida alla moglie e ai figli. Oggi non ci sono o sono alquanto rare le scuole che
insegnano a far ciò.

Non c’è sufficiente cultura su questo tema e soprattutto non ci sono modelli o esempi viventi che
sappiano ispirare ad un corretto modo di pensare e agire nella scelta e nella cura delle relazioni
affettive, o perlomeno questi modelli sono purtroppo tremendamente rari. Come si è detto in
precedenza, il matrimonio non è semplicemente la scelta di un compagno o di una compagna; è la
scelta di uno sposo e di una sposa per la formazione di un nucleo familiare. Matrimonio implica
procreare e procreare implica educare nella consapevolezza delle leggi psico-spirituali che permeano
l’universo e la vita di ogni essere. Educare significa amare continuamente, affinché i figli possano
conseguire nella loro esistenza risultati costruttivi ed evolutivi, contribuendo a loro volta nella
società alla diffusione di un messaggio di Luce e di Amore. Mai nessun gesto dei genitori dovrebbe
essere avulso dall’amore, dal desiderio di correggere e attrarre verso la perfezione. Il ceffone
dato in stato di collera è fortemente diseducativo, tanto che chi subisce tali modalità viene
danneggiato a sua volta nella capacità di essere un futuro buon educatore. I figli sono parte
integrante del matrimonio; sposarsi con l’intenzione di non averne non è assolutamente
consigliabile.

Canakya Pandita spiegava che un matrimonio senza figli è un deserto. I figli infatti sono essenziali
per rafforzare l’unione della coppia attorno ad un fine nobile che è appunto quello di dare
educazione e valori alla prole, e ciò permette di portare il bisogno di amare ed essere amati su di
un piano più elevato rispetto a quello dell’attrazione meramente sensuale o passionale che, se non
superata e sublimata per accedere ad un sentimento più profondo, diventa causa di ansietà, contrasti
e instabilità nella relazione. Una madre con un figlio stretto al petto soddisfa quasi completamente
la sua affettività, in modo assai costruttivo ed evolutivo, e lo stesso vale per un padre che si
prende cura dei figli, cercando di assicurare protezione, rifugio e affetto a tutta la famiglia.
L’educazione da provvedere ai figli dovrebbe essere per aiutarli a difendersi nella vita dalle
trappole dei tanti ingannatori e soprattutto per favorire la loro evoluzione etica e spirituale. In
ogni caso la più grande educazione è quella che si dà non a parole ma con l’esempio personale. Non è
necessario che i figli sappiamo teoricamente che i genitori hanno studiato insegnamenti di valore,
ma li devono vedere applicati nelle loro vite. Un vero genitore non deve essere soltanto un
generatore del corpo del figlio ma anche un generatore della sua coscienza: dovrebbe ispirare,
educare, proteggere.

Come spiega Rishabhadeva ai suoi figli: che non si diventi padre, madre o maestro spirituale se non
si è in grado di liberare dalla sofferenza dell’esistenza condizionata le persone cui si deve
provvedere. Non si può imporre la nostra volontà sugli altri, ma si può e si deve offrire un modello
di cui essere fieri. Naturalmente la famiglia richiede anche la capacità di fare un progetto
economico che sia valido e capace di assolvere a tutti i bisogni di ordine materiale, che non sono
gli unici né i più importanti ma che altresì non possono essere disattesi. Se uno vive da solo,
quando ha provveduto a se stesso non ha nessun obbligo nei confronti della società, ma quando una
persona ha famiglia e procrea non può operare con la stessa logica, ed è importante tenere in
considerazione che chi ha vissuto per tanti anni in quel modo non così facilmente è in grado di
accedere ad un altro tipo di mentalità.

Pubblicato da CSB COMMUNITY
psicologiaespiritualita.blogspot.com/

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