IL CORPO MENTALE E LE SUE FUNZIONI

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IL CORPO MENTALE E LE SUE FUNZIONI

di Giuseppe Bufalo
per Edicolaweb

Prima di reincarnarsi, l’Anima, attraverso l’atomo permanente, risveglia le forze della mente della
vita passata rimaste latenti in esso.

L’atomo comincia ad attrarre il “materiale” con il quale ha affinità e il corpo mentale, che verrà a
costituirsi intorno a questo nucleo, sarà molto somigliante al vecchio mentale della vita
precedente.
Verso il quattordicesimo anno d’età, i corpi eterico ed astrale sono già formati e maturi per essere
usati dall’uomo nella propria evoluzione. Inizia così a svilupparsi il corpo mentale che avrà la sua
massima funzionalità intorno al ventunesimo anno d’età.
Ora, la mente, completamente sviluppata, svolge due funzioni principali:

la prima riguarda la mente concreta o piano mentale inferiore, la parte critica, analitica e
raziocinante che opera attraverso la personalità ed è costituita da particelle che provengono dal
mondo mentale inferiore;

la seconda riguarda la mente astratta o piano mentale superiore, la parte idealistica ed illuminata
che ha la facoltà di costruire i modelli sui quali saranno modellate le forme; è costituita da
materiale mentale dei piani superiori.

Da quanto detto risulta che esistono due aspetti principali della mente:

– quello analitico, costituito dagli impulsi provenienti dai “sensi”, i quali riportano immagini
parziali della Realtà;
– quello astratto costituito dalla facoltà di costruire modelli in relazione al “mondo delle idee”,
sulle quali sono modellate le forme.

Man mano che l’aspirante evolve, focalizza la mente sulle idee spirituali e le vecchie forme
pensiero cessano di attrarre la sua attenzione.

Oltre questi due aspetti esiste l'”Intuizione” (vedo dentro) che permette una comprensione (prendere
con se) della Realtà completa, in quanto connessa con la “Coscienza Cosmica” che tutto pervade.
Per questo è necessario che l’uomo percorra il Sentiero nella sua stessa mente, attraverso la
meditazione, dirigendosi dal concreto all’astratto e oltrepassando il velo di maya della
personalità.

Questo è il percorso descritto nelle Upanishad:

“Dall’irreale conducimi al Reale”;
“Dalle tenebre alla Luce”;
“Dalla morte all’Immortalità”;

in altre parole, dal transitorio all’Eterno.

Mediante l’introspezione e la meditazione, possiamo accertare l’esistenza, la qualità, la dinamica e
la dimensione dei nostri pensieri composti, all’origine, da una sostanza indifferenziata che assume,
in un secondo tempo, le caratteristiche impresse dalle stimolazioni interne ed esterne.
Tutte le attività, del pensiero e delle emozioni, provocano aggregazioni di questa sostanza,
formando dei vortici energetici che conservano una forza dinamica pari a quelle impartita.
Questa essenza “elementale” così aggregata, rimane nell’atmosfera del suo artefice per un tempo più
o meno lungo, continuando ad influire su di lui anche a sua insaputa, condizionando ogni suo
successivo pensiero, sentimento ed azione e diventando così il suo agente Karmico.
Bisogna ricordare che queste forme elementali semintelligenti, non sono né buone né cattive, ma
divengono tali a seguito dei nostri pensieri e sentimenti ed aumentano di potenza aggregandosi ad
altre che vibrano sulla stessa frequenza.

Da tutto ciò, possiamo comprendere l’importanza di una mente focalizzata nella “Luce della Mente
Astratta”, per percepire quelle “Voce Interiore” che si manifesta sotto forma d’avvertimenti,
premonizioni ed intuizioni. Esse emanano dal “Polo Spirituale dell’Uomo” e transitano fino al
cervello fisico.
Da qui nasce la necessità di integrare la personalità con l’Anima attraverso una disciplina di
pensiero e di “Cuore”, così da permettere all’intuito e alla Voce dell’Anima di raggiungere l’uomo
fisico il quale è ancora troppo spesso il suo carceriere, invece di esserne l’attento ed umile
servitore.

Questo è il traguardo attuale verso cui tende ogni essere umano.

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