Il controllo dei Bimbi con gli Psicofarmaci

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Il controllo dei Bimbi con gli Psicofarmaci

Di Peter Breggind M.D. dal libro: “Tutto quello che sai è falso”

In esclusiva per Disinformazione.it

Sono qui oggi in veste di direttore del Centro internazionale di studi di psichiatria e psicologia
(Icspp), e anche per conto di me stesso, in qualità di medico, psichiatra e di genitore. In tutto il
paese i genitori subiscono pressioni da parte delle scuole, che li costringono a somministrare
medicinali psichiatrici ai figli. Di solito gli insegnanti, gli psicologi scolastici e il personale
amministrativo lanciano dure minacce asserendo di non riuscire a insegnare ai bambini senza l’aiuto
di farmaci. A volte suggeriscono che solo cure mediche possano sottrarre questi bambini a un futuro
tetro, fatto di delinquenza e fallimenti nel lavoro. Arrivano anche a chiamare i centri per la
protezione dei bambini, perché indaghino sui genitori sospettati di negligenza nei confronti dei
figli; e a volte testimoniano contro questi ultimi in tribunale. Spesso le scuole raccomandano i
medici che prediligono l’utilizzo di farmaci stimolanti per il controllo del comportamento. Questi
farmaci stimolanti includono il metilfenidato (Ritalin, Concerta e Metadato), oppure forme di
anfetamina (Dexedrina e Adderall).

Quello che oggi mi propongo di fare è fornire a questo comitato, ai genitori, agli insegnanti, agli
assistenti sociali, e a tutti gli adulti interessati una base scientifica che giustifichi un rifiuto
dell’uso di stimolanti nel trattamento del disturbo di “deficit d’attenzione iperattivo”, o per
controllare il comportamento di un soggetto in classe o a casa… L’Adhd viene diagnosticata a quei
bambini il cui comportamento è in conflitto con le aspettative o le richieste dei genitori e/o degli
insegnanti. La diagnosi di Adhd è semplicemente una lista di comportamenti che la maggior parte
delle volte causano conflitto o disturbo in classe, specialmente nelle classi che esigono di
attenersi a determinare regole di comportamento.

Diagnosticando al bambino l’Adhd, a questi viene addossata la responsabilità del conflitto. Invece
di esaminare il contesto in cui il bambino vive – perché questi è agitato o disobbediente in classe
o a casa – il problema viene attribuito a un difetto cerebrale del bambino. Sia la classe che la
famiglia vengono esentati da ogni critica o dalla necessità di migliorare la situazione, e al
contrario il bambino diventa l’unica fonte del problema. La somministrazione di farmaci al bambino
diventa allora una risposta repressiva al conflitto, in cui il membro più debole, ovvero il bambino,
viene drogato per renderlo più sottomesso e ubbidiente. I disturbi ossessivocompulsivi nel bambino,
provocati con i farmaci, rappresentano il bisogno di sottomettere quest’ultimo senza problemi a
un’attività scolastica che risulterebbe altrimenti noiosa o angosciante…

Molti osservatori hanno concluso che le nostre scuole e le nostre famiglie non sono in grado di
venire incontro ai bisogni dei bambini in modi differenti. Riferendosi nello specifico alle scuole,
molti insegnanti si sentono sotto stress a causa delle condizioni in cui si trovano le classi, e
sono mai preparati ad affrontare i problemi emotivi dei bambini. Le classi stesse sono spesso troppo
numerose, ci sono troppo pochi assistenti insegnanti e volontari che diano una mano, e i materiali
educativi sono spesso antiquati e noiosi, rispetto alle tecnologie moderne che al giorno d’oggi
hanno presa sui bambini. Diagnosticando malattie ai nostri bambini e somministrando loro droghe non
facciamo altro che trasferire le responsabilità dalle nostre istituzioni sociali e da noi stessi in
quanto adulti ai bambini pressoché impotenti di cui dovremmo occuparci. Non identificando e non
venendo incontro ai loro reali bisogni educativi – ambienti scolastici più sicuri, insegnanti più
preparati, aule più confortevoli per gli insegnanti e per i bambini, curriculum più interessanti e
tecnologie educative più attraenti – non facciamo altro che danneggiare i bambini. Allo stesso
tempo, quando diagnostichiamo malattie ai bambini e li sottoponiamo a cure con i farmaci, priviamo
noi stessi dei nostri poteri di adulti. Anche se ci sentiamo momentaneamente sollevati da ogni
colpa, immaginando che il problema è nel cervello dei bambini, finiamo col minare la nostra stessa
capacità di intervenire per risolvere i loro problemi.

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