I sogni e la verità di Anna Bianchi

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I sogni e la verità di Anna Bianchi

di Chandra Candiani

(Interviste realizzata da Chandra Candiani a praticanti
riguardo al loro cammino interiori)

– Intervista di Chandra Candiani ad Anna Bianchi –

.
D. Il posto dove siamo, la tua casa essenziale, il bosco, la
terra su cui abiti, come per un artista la sua opera, parlano di
te e di come vedi e vivi la vita. Ce li racconti?

R. Se parlano, perché devo raccontarli? Questo posto me l’ha
portato la vita e stando qui e praticando ho imparato a vedere
la bellezza, l’armonia che c’.è nella natura, ma che si può trovare
dappertutto. Ma se penso alle miserie umane e a quel che
succede nel mondo, non so. Resta il fatto che qui io sento
una risonanza tra quello che c’.è fuori e il dentro, forse tra quello
che vedo e quella che il Dalai Lama chiama la natura ultima.
Non c’.è più fuori e dentro, ma compenetrazione o dialogo
silenzioso. Sì, il silenzio.

La mia vita qui ha significato semplificare, spogliarsi di tutto il
superfluo, anche se poi ne ho ancora, mi sembra sempre di
avere troppo. Alle persone che mi parlano dei loro problemi o
mi chiedono consigli, mi viene spontaneo dire: .Vieni e vivi,
qui..
La natura e la bellezza accolgono e quindi insegnano ad accogliere.
Qui ci sono le montagne, il mare e il bosco, la terra, le
nebbie, il sole che tramonta, il canto degli uccelli. In questo
momento, solo le cicale. Vedi le rondini come volano alte?
Vuol dire che oggi non pioverà.

D. Che cos’.è per te il cammino interiore?

R. Per me è sempre stato il guardarmi dentro, chiedermi il
perché delle cose, capire i miei comportamenti, quelli degliNTI
altri, e le emozioni che sorgono dalle relazioni. Mi sembra di
averlo sempre fatto, perché sia nell’.infanzia sia nell’.adolescenza
ero così infelice, stavo malissimo. Provavo una totale estraneità
al mondo che mi circondava, non lo capivo. L’.immagine
della fatica del mio percorso fino ai trentacinque anni è quella
di aver sudato sangue. Avevo tanta paura, tanto dolore e quindi
diventava naturale chiedermi il perché. Ho incontrato il
Dharma che avevo già raggiunto una base di serenità ed è
stato come arrivare a casa, come un incontro che avevo sempre
saputo, in un certo senso potrei dire una conferma della
gioia di vivere ritrovata.

Se ci penso, mi viene quasi da piangere,
di gratitudine, per il Dharma e il suo tramite, Corrado (Pensa).

A un certo punto, mi sono accorta che tutto succede, quando
sei pronta a recepire. E così, sia questo posto che il Dharma,
mi sono arrivati su un piatto d’.argento. Io ho trovato loro o
loro hanno trovato me? Non c’.è differenza.

D. Con quale termine definiresti la direzione della tua ricerca?

R. Mi viene in mente la compassione, capire gli altri nel
modo giusto, con amore e quindi con compassione. Non
parlo di aiutare, perché viene automatico: agli altri dai quello
che sei, non di testa, ma di pancia, non oso dire di cuore.

D. Hai 72 anni, com’.è l’.esperienza dell’.invecchiamento?

R. In parte è dura, come sentire il venir meno della forza fisica,
che richiede adeguamento e accettazione. In parte affascinante,
come capire sempre di più di non essere il proprio
corpo, è il corpo che invecchia e che muore, e io non sono
questo corpo, che peraltro amo e rispetto.

Ho sempre visto i vecchi come portatori di esperienza e di
saggezza. Ho accarezzato e stretto tante mani rugose e volti
che esprimono la vita vissuta. Mi piace far parlare gli anziani.

E poi sempre di più ho cominciato a pensare al mistero della
morte, ho partecipato a tutti i seminari di Frank Ostaseski.

Quando cominci a convivere col pensiero della fine, ti si affina
la gioia di vivere, l’.apprezzamento. L’.approfondimento e l’.intensità
sono una conseguenza dell’.invecchiamento visto in
una certa maniera.

L’.altro effetto che mi piace è il distacco. Il distacco è un processo
senza fine, il distacco dalle cose materiali, dalle proprie
opinioni ideologiche e quello che mi è più difficile, il distacco
dagli affetti primari. Mi fa sempre specie che nel linguaggio
comune vengano chiamati .legami affettivi., legami.

Vorrei arrivare alla dimensione dell’.amore, ma senza legami. Amare
non è creare legami, è libertà. In questo mi ha molto aiutato
mia figlia.

D. Cos’.è per te l.amicizia spirituale?

R. L’.amico spirituale sono tutte le persone con cui c’.è risonanza
del sentire, la gioia dell’.ascolto, il calore dell’.amicizia e
il condividere lo stesso cammino. Quando si verifica la perdita
dei confini tra te e l’.altro, tu diventi l.’altro e l’.altro diventa te.

D. Cos’.è per te la solitudine?

R. Io la solitudine l’.ho sempre chiamata, avendo la parola
Un’.accezione negativa nella nostra cultura, solitarietà. È stare
con me stessa, è ascoltarmi, volermi bene, perdonarmi. È
ritrovare il silenzio della mente e ascoltare il silenzio che mi
circonda, avvicinarmi a quello che Ajahn Sumedho chiama il
silenzio cosmico.. Sembra buffo, ma il silenzio ha un suono.
(Suona il telefono, chiedono se è l’.osteria di Mananan: risate)

D. Chi è per te un maestro?

R. Il maestro per me è chiunque stimola e sollecita in me una
presa di coscienza, la consapevolezza delle cose. È come una
luce che arriva e illumina i punti oscuri. Sono grata alla vita
che ha portato sulla mia strada Corrado (Pensa) e Frank (Ostaseski),
miei maestri per eccellenza, ma penso che tantissime persone
mi hanno insegnato qualcosa. Magari basta una domanda e
già nella domanda c’.è quella luce. E pensare che da bambina e
da ragazza ero terrorizzata dai maestri di scuola e dai professori,
mi mettevano molta soggezione, ma forse non portavano
luce, mi confondevano solo le idee (che non avevo).

D. Cosa provi nei confronti del mondo?

R. Del mondo? Cos’.è il mondo? La prima cosa che mi viene
in mente è la splendida frase che il Dalai Lama pronuncia
sempre: questa preziosa vita umana.. Per cui, comunque sia
il mondo, con i suoi orrori, col suo immenso dolore, resta
sempre preziosa la vita. Mi sembra un miracolo che il mondo
come terra, come pianeta, sia ancora così bello, nonostante
l’.intervento dell.uomo. Credo che l’.umanità abbia una sua storia
e mi piace molto questo attimo della storia che sto vivendo
in cui si è verificato l’.incontro tra Oriente e Occidente.

D. Che relazione hai con i mondi non-umani?

R. Col mondo vegetale ottima: un grande scambio. Se passo
lungo tempo contemplando un albero, a un certo punto, mi
sento albero.

Col mondo animale, ho una buona relazione con tutti gli animali
selvatici, perché io sono un animale selvatico. Con quelli
domestici, boh. a volte, mi sembrano un pò. parassitari e
comunque un animale in casa o nelle gabbie è snaturato, mi fa
pena.

Riguardo al mondo dei deva, sento la loro presenza in tutto
quello che mi circonda. Per tutti questi tre mondi provo molto
rispetto e gratitudine.

D. Cosa vedi o senti davanti alla parola: liberazione.?

R. Vedo la fine del dolore, la luminosità della vita permeata
dal divino.

D. Qual è il più buffo dei tuoi sogni segreti?

R. Uscire di casa per andare a comprare i fiammiferi e tornare
dopo venticinque anni durante i quali. cammina cammina
cammina. un pellegrinaggio infinito.

Da qualche parte, sento di dover mettere dentro le nuvole, mi
è venuta questa urgenza, ma. io direi che adesso facciamo
la merenda e poi rileggiamo.

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